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Far rinascere il Parco per non far morire la montagna

Far rinascere il Parco per non far morire la montagna

La montagna è sacrificio, tempo che si ferma, lontananze e silenzi. Ogni montagna, ovunque si trovi, è un luogo misterioso, ma spesso anche un luogo abbandonato. Lo sanno bene i sindaci dei paesi di montagna lasciati lì sentinelle dei monti. Lo sa Mauro Falcucci, Sindaco di Castelsantangelo sul Nera, 318 abitanti per 780 metri di altitudine, che oggi ha scritto una lettera al Presidente della Comunità del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Domenico Ciaffaroni, Sindaco del Comune di Montefortino. Nella missiva al primo cittadino di Montefortino Falcucci denuncia come l’Ente Parco sia diventato un fantasma per regioni, province e comuni che ne fanno parte. Due Regioni, Marche e Umbria, quattro Province, Perugia, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e diciotto comuni, che compongono il Parco, da mesi attendono l’elezione di un vice presidente.

Da febbraio di quest’anno, da quando è stato nominato il consiglio direttivo, 8 membri, della Comunità del Parco, non è stato ancora eletto un vicepresidente e, di conseguenza, la Giunta esecutiva di cui tale membro fa parte. Oggi pomeriggio, poi, per il Sindaco di Castelsantangelo sul Nera si  aggiunto un altro tassello alla storia dell’inefficienza dell’Ente Parco.

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La Comunità del Parco è stata convocata oggi pomeriggio per esprimere il parere di competenza sul bilancio di previsione 2016, ma “nessun documento contabile, né di sintesi, né di dettaglio è stato inviato preventivamente come di norma avviene, - scrive Falcucci - in quanto ritenuto essenziale per pronunciare un parere in modo compiuto e responsabile.”

Il Sindaco delle 300 anime sopra al Nera ha deciso così di non partecipare alla seduta, non avendo strumenti per poter decidere, ricordando che “i documenti contabili, sia di previsione che consuntivi, quando si parla di bilanci, sono preventivamente inviati anche nelle assemblee di condominio.”

Il buco nero del Parco dei Monti Sibillini non si ferma a semplici documenti.

L’Ente Parco “dopo 22 anni dall’Istituzione non si è ancora dotato del Piano del Parco (una sorta di piano regolatore, n.d.r.) né ha aggiornato il Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale che per Legge deve essere rivisto ogni anno ed ha una durata quadriennale.”

Questi sono strumenti fondamentali per pianificare il territorio “oppure vogliamo che il Parco diventi una riserva?”, si domanda Falcucci, secondo il quale l’Ente Parco non funziona perché “c’ è qualche ostacolo di carattere politico.”

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Un ente Parco che non funziona rischia di isolare ancora di più le realtà locali montane che stanno scomparendo. “Della montagna se ne dimenticano tutti. Vivere in montagna è un grosso sacrificio, ma è necessario non abbandonarla. Se viene desertificata la montagna, ne risente la collina e tutto la Natura.”

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