Distretti turistici, la Cgil: "Di chi sono le responsabilità per l'assenza di Macerata?"
Da Daniel Taddei, segretario provinciale della Cgil Macerata, riceviamo
Se togliamo i comuni di Recanati, Porto Recanati e Potenza Picena i restanti comuni del territorio sono esclusi! La Legge 12 luglio 2011 n.106 prevede che possono essere istituiti, con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, su richiesta delle imprese del settore che operano nei territori interessati, previa intesa con le Regioni interessate, i distretti turistici con gli obiettivi di riqualificare e rilanciare l'offerta turistica a livello nazionale e internazionale, di accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori del distretto, di migliorare l'efficienza nell'organizzazione e nella produzione dei servizi, di assicurare garanzie e certezze giuridiche alle imprese che vi operano con particolare riferimento alle opportunità di investimento, di accesso al credito, di semplificazione e celerità nei rapporti con le pubbliche amministrazioni.
La delimitazione dei distretti doveva essere effettuata entro il 30 giugno 2016 dalle Regioni d'intesa con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e con i Comuni interessati, previa conferenza di servizi, obbligatoriamente indetta se richiesta da imprese del settore turistico che operano nei medesimi territori.
Da quello che ci risulta nessuna realtà del nostro territorio ha chiesto l’indizione della Conferenza dei Servizi alla Regione Marche. Se ciò fosse vero che ruolo hanno svolto le associazioni di categoria, i comuni e le istituzioni?
La Regione Marche, vista la palese mancanza di richieste del maceratese, non poteva comunque convocare la Conferenza per supplire a questa deficienza?
E' con drammatica preoccupazione che constatiamo la mancanza di sinergie tra gli attori del territorio e da tempo denunciamo l'assenza di politiche di sviluppo locali. Si è persa un'importante occasione per la sperimentazione di progetti in materia di semplificazione amministrativa e fiscalità, anche al fine di aumentare l’attrattività, favorire gli investimenti e creare aree favorevoli agli investimenti mediante azioni per la riqualificazione delle aree, per la realizzazione di opere infrastrutturali, per l’aggiornamento professionale del personale, per la promozione delle nuove tecnologie. Il tutto in un territorio devastato dalla crisi e dalla de-industrializzazione, con crescita di disoccupazione ed allarmi sociali.
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