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Discarica Cingoli, monta la protesta: "Ci avevano promesso chiusura, ma il rischio è che resti fino al 2027"

Discarica Cingoli, monta la protesta: "Ci avevano promesso chiusura, ma il rischio è che resti fino al 2027"

"Era un giorno di maggio nel 2008 – racconta Costantino Cirioni di 'Campagna pulita' - Passeggiavo a piedi vicino a quello che non sapevo ancora essere Fosso Mabiglia (nome militare, ignoto ai residenti fino all’apertura della discarica ndr) e vedo un piccolo gruppo di persone che stava confabulando. Mi dicono di aver letto sui giornali che in quella zona sarebbe sorta la discarica e da lì è iniziato il nostro calvario".  

A pochi mesi dal nono "compleanno" della discarica di Cingoli, i cittadini del territorio hanno ricevuto l’ennesima cattiva notizia: l’assemblea ATA 3 (Assemblea Territoriale d’Ambito) ha deliberato, lo scorso 30 marzo, il terzo ampliamento dell’impianto in vista del prossimo esaurimento della capacità di abbancamento.  

Facciamo un passo indietro: la storia ha inizio nell’ormai lontano 2001, quando uno studio condotto dall’università di Ancona aveva indicato un elenco di nove siti edificabili per la nuova discarica. Cingoli, dal sesto posto che occupava, passò al primo e nel 2008 venne ratificata la costruzione della discarica da ATA 3 presso Fosso Mabiglia. 

La risposta dei residenti fu immediata: pochi mesi dopo la notizia, nel luglio del 2008, costituirono l’associazione "Campagna Pulita" con lo scopo di tutelare i loro interessi e far sentire la loro voce. Da lì i primi ricorsi al Tar, tutti respinti sulla scia delle promesse della provincia contenute in una delibera di giunta del luglio 2011 (DGP 35/2011): "Gli abbancamenti di rifiuti saranno limitati a ad una quantità di 450mila metri cubi in un periodo massimo di 7 anni e 4 mesi".

Fra la promessa di un sacrificio a tempo limitato e quella dell’individuazione da parte del Cosmari di "almeno altri due siti per realizzare le discariche nel più breve tempo possibile", i residenti hanno accettato loro malgrado il progetto dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (2011) in attesa dell’inizio dei lavori (2013). Con buona pace dei cingolani, Fosso Mabiglia apre i battenti nel 2014.

"Fu Antonino Pettinari, presidente provinciale in carica al momento della delibera (oggi in pensione, ndr), a promettere la chiusura della discarica per il 31 ottobre 2021 - aggiunge Costantino - giustificandosi dietro alla situazione d'emergenza rifiuti che, a suo dire, non si sarebbe più dovuta ripetere. Ancora oggi, con Parcaroli che con noi non ha mai parlato, la scusa rimane la sitauzione emergenziale".

Nel 2015, poi, nasce anche il "Comitato Misto", formato da tre cittadini nominati dall’associazione Campagna Pulita in accordo con il Comune e il Cosmari, atto a verificare la regolarità della gestione. Man mano che il tempo previsto giungeva al termine, il Comitato ha iniziato a fare pressioni per assicurarsi della chiusura della discarica per la data promessa, come promesso già nel luglio del 2020 dal sindaco Michele Vittori e dall'allora direttore generale del Cosmari, Giuseppe Giampaoli. 

Il 9 ottobre 2021, a poche settimane dal termine previsto, arriva il primo ampliamento: una "variazione non sostanziale" pari a +23350 metri cubi e 4 mesi di proroga. Si arriva a 473350 metri cubi totali, il 105% della capienza iniziale. La prima “variazione sostanziale” viene varata il 22 aprile 2022: +74mila metri cubi e altri 19 mesi di apertura, con data di chiusura spostata al 30 settembre di quest'anno, per un totale di quasi 550mila metri cubi, il 122% rispetto all’apertura.

L’ultima beffa risale appunto alla ratifica del 30 marzo dell'Ata 3 con le modifiche al piano d’ambito per i rifiuti del 2021, in attesa del parere della regione e del voto finale. È stato disposto il terzo ampliamento di Fosso Mabiglia, il più consistente finora, pari a 250mila metri cubi (il 177% della capienza iniziale, ndr), per almeno altri 4/5 anni di permanenza fino, almeno, al 30 settembre 2027. 

"Perchè non utilizziamo ancora il piano redatto dall'Università di Ancona? - incalza Cirioni - Anche la misura adottata per il reinserimento dei comuni già ospitanti serve solo a confondere le acque e complicare la scelta, con l'intento di lasciare a Cingoli la discarica. Fosso Mabiglia non era il sito migliore, ma quello con i cittadini più deboli". 

In questo periodo ci si ripropone (di nuovo) di individuare altri siti per la discarica secondo il principio di rotazione. Prevista anche una fase in cui la provincia di Macerata invierà i propri rifiuti alla discarica di Fermo come già previsto dall'Ata 3, con un conseguente aumento dei costi, in attesa che i lavori di ampliamento giungano a conclusione.

"Nessuno è contento di dover pagare di più per lo smaltimento dei rifiuti ma questa responsabilità non può ricadere solo sui cittadini di Cingoli - continua - se fosse stato rispettato il principio di rotazione, nessuno si sarebbe opposto così aspramente. Sarebbe stato un peso condiviso da sopportare per un periodo di tempo limitato e non prolungabile, così invece ci viene imposta la discarica a tempo indeterminato senza possibilità di replica".

Sono stati inoltre reinseriti nella lista dei luoghi designabili per la nuova discarica provinciale i comuni esclusi (perché già ospiti di una discarica nei 15 anni precedenti): Montelupone, Morrovalle, Tolentino e la stessa Cingoli rientrano nelle aree edificabili, facendo salire i siti da 70 a 84. Si consideri inoltre che, dopo la fine dell’abbancamento, seguono necessariamente altri 30 anni di lavori per la copertura del sito e il reintegro della vegetazione. 

La discarica di Cingoli, estesa per 15 ettari e in attesa di altri 15 da espropriare per il terzo ampliamento, raccoglie solo rifiuti secchi, solo i sacchi gialli dell'indifferenziata per intenderci, e gode di uno stato ottimale e ordinato. Completa di ogni servizio, è ineccepibile per funzionalità e ordine. Ciò non toglie i cattivi odori e il danno al turismo e al paesaggio: "Il panorama naturale e la pulizia dei nostri campi sono per noi motivo di vanto e fonte di turismo. D’estate c’è un grande via vai di inglesi, tedeschi, olandesi, francesi in visita nei tanti agritursimi e B&B della zona: se da un lato rimangono tutti ammaliati dalla bellezza della nostra terra, dall’altro lamentano sempre la presenza della discarica", chiosa Costantino Cirioni.

 

 

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