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Corridonia, l'ultimo ballo degli storici esercenti di Colbuccaro: "Ma quali ristori? Vogliamo lavorare"

Corridonia, l'ultimo ballo degli storici esercenti di Colbuccaro: "Ma quali ristori? Vogliamo lavorare"

"Noi non vogliamo i ristori, vogliamo lavorare. Un intero comparto del divertimento è in ginocchio". Questo è quanto ci confidano i titolari della sala da ballo "Ciao Ciao", del pub "Temple" e dalla sala giochi "Royal Slot", a Colbuccaro di Corridonia.

Attività che, nel corso di un normale fine-settimana autunnale, avrebbero attirato circa 1700-1800 persone, generando un flusso di clientela che avrebbe favorito anche gli esercizi commerciali limitrofi. 

Si sono voluti radunare, proprio davanti alle loro attività, Giancarlo Toni, titolare della sala giochi "Royal Slot" e i fratelli Enrico e Paolo Raffaeli, titolari del celebre dancing "Ciao Ciao" che vanta 36 anni di storia oltre che del pub "Temple" (aperto dal 1998).

Insieme hanno dato sfogo al loro malcontento per le misure anti-contagio contenute nel nuovo dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte

A parlare per primo è Francesco Toni, che oltre alla sala giochi di Colbuccaro, ha in gestione altre tre sale nella provincia di Macerata: una nel capoluogo (in via Roma), una a Montecassiano e una a Porto Recanati. Toni aveva riaperto le sue attività nel mese di giugno, dopo tre mesi e mezzo di lockdown forzato ed ora è stato costretto di nuovo ad abbassare le saracinesche. "Ho fatto investimenti, formato personale e ora vedo svanire e andare in fumo i sacrifici di una vita" racconta in maniera accorata. 

Le sue attività, prima del coronavirus, contavano 14 dipendenti. "Sarò costretto a rinunciare a quattro di loro, vista la riduzione degli orari e l'equivalente aumento di tasse" afferma con rammarico, ammettendo di stare anche pensando alla chiusura definitiva di due delle quattro sale slot che ha in gestione: quella di Macerata e quella di Porto Recanati.

A rimanere aperte sarebbero soltanto le sale di Montecassiano e quella che ha alle sue spalle mentre ci confida i suoi patemi, la "Royal Slot" di Colbuccaro. Una scelta sulla quale pesa molto anche "la concorrenza sleale del gioco online". 

"Di certo, - prosegue - nelle nostre sale non c'era alcuna problematica legata agli assembramenti. Al massimo, all'interno dei miei esercizi, contemporaneamente potevano trovarsi 20 persone. Non di più. Ho investito molto per le sanificazioni dei locali, per garantire ai miei clienti l'igienizzante e la misurazione della temperatura all'ingresso, per ripensare i miei spazi ottemperando al distanziamento previsto per legge tra una macchina e l'altra, anche rinunciando alla sala biliardo. E ora mi ritrovo con in mano un pugno di mosche". 

Una situazione in cui si rispecchiano appieno anche i fratelli Raffaeli, che dal 24 febbraio hanno dovuto chiudere il celebre "Ciao Ciao" e che ora sono stati costretti anche alla serrata del pub "Temple", visto che si tratta di un'attività di ristorazione aperta soltanto la sera. 

"Ci devono dire quanti infettati ci sono stati all'interno dei ristoranti - osservano -. Da quando abbiamo riaperto, ovvero dal 28 agosto, abbiamo rispettato in maniera rigida tutte le indicazioni presenti nei dpcm tanto che dai 250 posti originari del nostro ristorante/pizzeria abbiamo effettuato una riduzione sino a 140 tavoli. Sono disposizioni fatte senza un perché da politici che non riescono a capire cosa significhi portare avanti attività di questo tipo". 

Nel complesso, i fratelli Raffaeli, hanno 23 dipendenti nella sala da ballo e 10 nel loro pub (8 fissi più due dipendenti a chiamata per i fine settimana). Un numero cospicuo, che - giocoforza - dovrà essere ridotto: "Due nostri lavoratori sono ancora in attesa della cassa integrazione. Non gli è stato dato un euro" confidano amaramente. 

La situazione è critica e si è anche dovuto fare i conti con le disdette di numerose prenotazioni: "Il caso più eclatante lo abbiamo avuto lo scorso 8 marzo, festa della Donna. Di 230 donne prenotate, ne sono arrivate soltanto 13. Il dispiacere più grande è dover buttare le nostre dispense di cibo, soltanto in una mattinata abbiamo cestinato 600-700 euro di alimenti". 

Per quanto riguarda il 'Ciao Ciao'," la prospettiva più vicina per la riapertura è quella di ottobre/novembre del 2021. "Abbiamo anche pensato di riconsegnare le licenze, dobbiamo ammetterlo, ma per ora resistiamo". E speriamo ancora per molto, aggiungiamo noi. 

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