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Comitati dei terremotati, volano stracci. Camillozzi: "Pastorella scorretto, dice cose infondate"

Comitati dei terremotati, volano stracci. Camillozzi: "Pastorella scorretto, dice cose infondate"

Assume contorni sempre più duri lo scontro fra comitati di terremotati, divenuto ormai un botta e risposta fra Diego Camillozzi, del comitato La terra trema noi no", e Francesco Pastorella, coordinatore del comitato Terremoto centro Italia.

E' partito tutto all'indomani della manifestazione di sabato scorso a Roma, dopo un post di Camillozzi sulla pagina facebook del gruppo La terra trema noi no, cui è arrivata subito la risposta di Pastorella. Oggi sull'argomento torna ancora Camillozzi. 

Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione

"Le parole volano, gli scritti restano. Chi ricorre ad offese e calunnie personali, che nulla c'entrano con l'argomento terremoto, già si qualifica per la sua scorrettezza e bassezza. Ho letto con grande perplessità la risposta di Francesco Pastorella, non l'ho minimamente chiamato in causa come persona, lui invece mi definisce un diffamatore, ma di fatto lo è chi scrive un mare di cose infondate contro la mia persona.

Ho fondato il comitato “La Terra trema noi no”, oggi Associazione riconosciuta, non perchè voglio farne un vanto, ma perchè sono un terremotato e mi sono impegnato per i tanti problemi e le difficoltà che mi accomunano a tanta gente. Lo provano articoli di giornale ed interviste. Pastorella ne è entrato a far parte in un secondo momento.

Ho posto e continuo a porre, due domande a cui sinora non ho avuto risposta. Chi sono i cento comitati di cui è coordinatore e come ha acquisito questo potere di rappresentarli tutti, come mai nella manifestazione del 21 ottobre ha accolto i sindaci, mentre ad aprile non ha voluto saperne nulla. Se ricorrono sempre gli stessi volti di una certa parte politica e tra coloro che organizzano la manifestazione figura come incaricato di Fdi per il settore web, qualche legittimo sospetto viene. Per le richieste ufficiali e le email inviate ai vertici dello Stato, lui si è offerto con impeto ed è stato deciso di comune accordo che fosse lui ad inviarle, poiché residente a Roma e facilitato nel recarsi negli uffici necessari ad organizzare la manifestazione di febbraio. La richiesta alla Questura di Roma, in ogni caso reca la mia firma. In questo caso per l'organizzazione dei pullman se ne è occupata Ludvina Cinti, componente del comitato fin dall'inizio, ad aprile ha detto di non sentirsela di farlo di nuovo, visto che la cosa era stata molto complessa la prima volta, come era nel suo diritto farlo.

Per me non vi sono distinzioni tra terremotati residenti o non residenti, ma sarebbe più onesto dire che si risiede a Roma e si ha una casa nel cratere, e per questo appoggiare i terremotati, invece di dire che si è terremotati. Non è la stessa cosa.

Ogni affermazione che viene scritta qui, può essere comprovata da registrazioni e scritti. E' vero sono tuttora nella stessa struttura di Porto Sant'Elpidio che mi ha accolto, insieme alla mia famiglia, da quando casa mia è diventata completamente inagibile e non ho un altro posto dove stare. Ho avuto diritto di rimanere qui, in quanto padre di un bambino iscritto a scuola a Porto Sant’Elpidio e con una madre malata, ma malgrado fossi a conoscenza di avere tutti i titoli per rimanere, ho condotto una battaglia a difesa di tutti gli altri, ospitati anche nelle altre strutture, dove mi sono recato personalmente. Sono stato accusato di essere venuto alle mani, di aver insultato rappresentanti delle istituzioni, ciò non corrisponde al vero, lui evidentemente era a Roma e gli è stato riferito male, anzi è stata un'altra persona a dirigersi verso di me con intenzioni tutt'altro che pacifiche, nei giorni in cui si voleva costringere gli sfollati a lasciare la struttura.

Mai in nessun post, commento, articolo o intervista sono stati sono stati rivolti insulti ai Sindaci o meno che mai al Prefetto di Macerata. Ancora una volta il soggetto mischia un po’ le carte, riferendosi ad una mail inviata in Prefettura da Ludvina Cinti, e firmata a suo nome in cui chiedeva di poter partecipare all’incontro organizzato dal Prefetto con i sindaci sulla questione degli spostamenti dalle strutture. Su richiesta posso mostrare pubblicamente la mail, è stato questo il motivo per cui il soggetto ha lasciato il comitato, voleva impedire alla Cinti di farlo, poiché la stessa si è rifiutata ed ha inviato la mail, allora lui ha abbandonato il gruppo.

Per quanto concerne la riunione del 26 aprile a Roma, ho la registrazione di tutto l’incontro che metto a disposizione di chiunque voglia ascoltarla, ho anche copia delle mail vessatorie inviate dal soggetto alla Regione per impedire l’accreditamento della nostra Associazione, che ha fatto poi richiesta dei verbali ottenendo la risposta che non ce n’erano. Si comprende, dalla sua risposta, che non sa più dove arrampicarsi, ad un certo punto parla di diffamatori, insinua sulle case di proprietà. Non ho nulla da nascondere, a dimostrazione della bassezza e della pochezza dell'individuo in questione. Il riferimento è Ludvina Cinti, la cui abitazione dove viveva, è intestata al padre con cui abitava, come per tanti figli che vivono con i genitori. Non si comprende come questo aspetto abbia attinenza con un'associazione di terremotati, è un vile attacco personale. L'obiettivo dell'Associazione “La Terra trema noi no” è e resta quello di aiutare i terremotati, senza ricerca di consenso, visibilità personale o bonus politici, con progetti concreti, resi pubblici e verificabili nella massima trasparenza. Per il bene di tutti penso che in primo piano ci debbano essere i problemi concreti dei terremotati, che l'unità tra coloro che lottano tutti per gli stessi obiettivi sia indispensabile per ottenere risultati, ma anche che chi ci mette la faccia, ha il dovere di non gettare fango sugli altri e di dire chiaramente chi sia e quale ruolo ricopre". 

A questo punto, Pastorella ha dichiarato di voler evitare ulteriori repliche e "di voler dedicare il mio tempo ai reali problemi dei terremotati, invece di proseguire una diatriba che è diventata uno scontro personale".

(Nella foto: a sinistra Pastorella e al centro Camillozzi insieme al presidente del Senato Grasso)

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