"Urgente il rafforzamento delle misure anti-contagio nelle Pubbliche Amministrazioni". Alla luce della ripresa della curva dei contagi, eclatanti alcuni casi di cronaca verificatisi in alcuni Municipi del nostro territorio, la CISL FP Macerata, torna a chiedere maggiore attenzione alle Amministrazioni del Comparto Pubblico Impiego per contrastare la diffusione del COVID-19.
"Le lavoratrici e i lavoratori del Pubblico Impiego hanno assicurato, anche nel momento più duro della pandemia, l’apertura di numerosi Uffici esponendo sé stessi e le loro famiglie al pericolo del contagio, lo stesso dicasi per gli addetti alle Case di Riposo, alle Polizie Locali, o ai Servizi tecnico/manutentivi, e si ritiene pertanto necessario evitare il più possibile che i luoghi di accesso dell' utenza diventino bacini di diffusione del virus che non lascia tregua nemmeno nella nostra Regione", spiega in una nota Alessandro Moretti, responsabile Cisl di Macerata .
"Si pensi alle donne ed agli uomini del Servizio Sanitario, istituzioni pubbliche e private che tutelano la salute della popolazione e che hanno garantito l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, quale inalienabile diritto sociale del singolo individuo. La CISL FP, come sottolineato dal dallo stesso Moretti, ha pertanto inviata una nota richiamando gli Amministratori Locali in primis al rispetto del Protocollo sottoscritto lo scorso 3 aprile tra Governo e Parti sociali, finanche sollecitando l'incipit offerto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il giorno 12 scorso affinche, almeno il 50% delle lavoratrici e dei lavoratori le cui mansioni siano ascrivibili al lavoro agile, vengano posti in modalità smart working.
L’ articolo 3, comma 3, del DPCM pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 253/2020 stabilisce che "nelle pubbliche amministrazioni di cui all'art. 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è incentivato il lavoro agile con le modalità stabilite da uno o più decreti del ministro della pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui all'art. 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34».
Il lavoro agile và incentivato e deve coinvolgere almeno il 50% dei dipendenti addetti alle attività compatibili. Le amministrazioni che durante i mesi estivi hanno di fatto azzerato lo smart working debbono urgentemente rivedere la propria organizzazione. Lo smart working, oggetto anche delle piattaforme sindacali nei redigendi rinnovi CCNL affinché non diventi una distopia, è l'elemento imprescindibile dell'organizzazione, soprattutto visti gli obblighi, vigenti da molti anni, di realizzare piattaforme ed applicativi informatici da gestire attraverso la rete internet. Oggi ancor di più al fine di contenere le occasioni di contagio.
Il dl 76/2020, convertito in legge 120/2020, ha poi spinto in modo ancora più forte sull'informatizzazione, imponendo la gestione dei procedimenti per via informatica. Il fatto per il quale alcune amministrazioni pubbliche, quindi, affermino di non svolgere alcuna attività compatibile con lo smart working, oltre a non essere credibile nella sostanza, è la certificazione di una gravissima inefficienza organizzativa e di assenza di investimenti nell'informatica e nella formazione. La CISL FP annuncia pertanto che vigilerà il rispetto da parte delle Amministrazioni dei precedenti impegni assunti anche con la sigla dei Protocolli Aziendali chiedendone ove necessario i dovuti adeguamenti dopo l'esperinza maturata nei mesi scorsi".
"Alla cittadinanza invece si raccomanda il massimo rispetto dei lavoratori mantenendo le distanze prescritte ed indossando correttamente i dispositivi di protezione rammentando la possibilità per le Forze di Polizia di elevare sanzioni amministrative nel caso di mancato rispetto delle stesse".
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