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Chiusura Punti nascite, Chiappa: "I sindaci del territorio sono uniti a difesa di San Severino"

Chiusura Punti nascite, Chiappa: "I sindaci del territorio sono uniti a difesa di San Severino"

“Il dividi et impera non passa, il latino lo abbiamo studiato anche noi. Se pensano che siamo analfabeti, solo perché nati in montagna, la nostra risposta non può che essere l’indifferenza”. Il presidente dell’Unione montana delle Alte Valli del Potenza e dell’Esino di San Severino Marche, Gian Luca Chiappa, torna ad intervenire sul dibattito che continua ad animare politica e società in tema di sanità e, in particolare, sulla questione della chiusura dei Punti nascita.

“I sindaci del territorio sono più che mai uniti per la difesa del dipartimento materno infantile presso l'ospedale “Bartolomeo Eustachio” – sottolinea Chiappa, che aggiunge - Chi afferma il contrario o vive su un altro pianeta o recita una parte. Ci sono principi basilari, che sono riconosciuti e difesi dalla nostra Costituzione come diritti dei cittadini, su cui, nell’ambito della nostra Unione, abbiamo fatto documenti e riunioni su riunioni, dibattiti e interventi pubblici. Il mio riferimento è ad argomenti come l’emergenza sanitaria, la prossimità delle cure e la tempestività dei soccorsi. Il mio riferimento è ad argomenti come l’emergenza sanitaria, la prossimità delle cure e la tempestività dei soccorsi. Su questi stessi argomenti di cosa dobbiamo discutere? Non si può trattare su punti che devono essere fermi come la risposta alle emergenze sanitarie h24. Quanto alla riforma in atto personalmente ho sempre pensato che essa sia sbagliata e che la 735 fosse già obsoleta il giorno in cui se ne scriveva la sola premessa, figuriamoci il resto. Chi era chiamato a decidere si doveva prendere quattro o cinque mesi, doveva discutere con i territori e poi assumere le decisioni alla luce anche delle leggi nazionali. Questo doveva fare la Giunta regionale, questo doveva fare il governatore Luce Ceriscioli. Invece la politica ha abdicato e ha delegato tutto ai dirigenti. Non doveva farlo. Non dico questo – prosegue il presidente dell’Unione Montana delle Alte Valli del Potenza e dell’Esino - con l’atteggiamento di chi si piange addosso. Oggi le leggi, persino i bandi europei, differenziano gli interventi da mettere in atto prevedendo, apertamente, tutele per le aree interne. Il Consiglio regionale delle Marche non affronta la situazione, addirittura non ne parla. Non ne parla per la sanità, non ne parla per i trasporti, non ne parla per il sociale. E’ la politica, invece, che deve decidere per il mantenimento di certi tipi di servizi. L’apertura mentale verso certe rimodulazioni c’è sempre stata e il territorio lo ha sempre dimostrato. Non siamo fermi come dice qualcuno. E sbaglia pure chi afferma che è mancata una strategia condivisa. Il coinvolgimento di chi fa parte dell’Unione – conclude Chiappa - c’è già tanto che domani, martedì 12 gennaio, tornerà a riunirsi il Comitato dei sindaci per affrontare l’argomento sanità e gli scenari nuovi apertisi sul tema dei servizi sociali alla luce dei forti tagli imposti dalla Regione. A giugno il governo Ceriscioli ci diceva che avrebbe trovato tutte le risorse ma già allora era matematicamente impossibile. Noi lo abbiamo denunciato. Oggi, a sei mesi di distanza, ci dicono che manca il 30% delle risorse. Lo sapevamo e ci siamo cautelati. Questo è fare politica che è quello che non ha fatto la Regione Marche”.

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