Pettinari trionfa e si conferma presidente della Provincia: il Pd provinciale distrutto
Tutto è andato secondo le previsioni. Tonino Pettinari resta saldamente al comando dell’amministrazione provinciale. Gli amministratori lo hanno votato. Di più: lo hanno portato in trionfo alla guida della nuova Area Vasta.
Del Partito Democratico restano solo macerie. Pietre e polvere. E tanti conti da regolare a breve. Il nuovo corso di Novelli, Morgoni e Montalboddi crolla come un solaio di cartapesta. La linea tenuta dalla segreteria provinciale si sbriciola come pasta frolla. La tenuta unitaria, tanto sbandierata in questi ultimi giorni, cede sotto i colpi di matita dei consiglieri comunali. Una débâcle. Una Caporetto annunciata. A Tonino lo hanno attaccato ed insultato in tutte le maniere. La risposta degli amministratori è stata forte e chiara. L’alleato più prezioso di Pettinari – ovviamente a sua insaputa – si è rivelato il senatore Mario Morgoni. Lui che ha cominciato a far politica dal lontano 1980 (il muro di Berlino era lontano dal crollo) si è vestito da rottamatore, moralizzatore ed innovatore: dei costumi e della politica. La gente leggeva sui giornali le sue dichiarazioni e si stropicciava gli occhi incredula. Gli amministratori, per parte loro, hanno fatto l’esatto contrario di quello che andava predicando.
Morgoni santo subito, dunque sono le prime battute sarcastiche che trapelano dalle file dei vincitori. L’UDC: un partito che praticamente non esiste. Che ha qualche sezione sullo stile combattenti e reduci, in qualche piccolo centro, ma che in caso di campagna elettorale diventa una falange armata dovunque vincente. Quelli del PD ne avevano avuto sentore a Porto Recanati e San Severino. Dovevano farne tesoro, invece hanno sbattuto forte il muso contro il muro.
Onore ad Ornella Formica che ci ha messo la faccia. Per la seconda volta quello che era il suo partito l’ha tradita. Conti alla mano le avevano garantito una sicura elezione. Una garanzia effimera dentro un partito dove sono volati stracci e secchi di merda. Avevo scritto che era la faccia pulita su cui poter contare, oppure il capro espiatorio da sacrificare. Si è rivelata la seconda opzione. Anche in piena campagna elettorale i Morgoni boys non hanno risparmiato durissimi epiteti a Pettinari. Uno su tutti: osceno. Una vergognosa farsa messa in piedi solo per spacchettare e destabilizzare il PD provinciale, complice tutta la sua segreteria. Anzi parte della segreteria. Perché ad un certo punto la vicesegretaria Castricini (donna vicinissima a Comi) ha mollato tutto non prima di accollarsi, pro quota, le sue responsabilità. E questo le fa onore. Da quel momento in poi la guida del partito è stata presa da personaggi sicuramente non all’altezza della situazione. Il risultato è stato il totale e cieco isolamento. Pure un uomo saggio e prudente come Guerini, il vicesegretario nazionale del PD, aveva consigliato e caldeggiato la prudenza. Lo hanno volutamente escluso dal dibattito tirandolo dentro per i capelli nelle loro becere polemiche. Il Partito Democratico è un partito penoso ha affermato il Mario Morgoni. Sottoscriviamo in pieno, senatore. Ha perfettamente ragione. Però se lo dice e lo scrive lei che dal PD riceve mensilmente un diecimila euro al mese, perché pensava che gli altri avrebbero dovuto votare la sua candidata? Ce lo dirà tra qualche giorno con tutta calma…
Dentro le urne si nasconde un palese e pesante tradimento. La scheda rossa, quella di Macerata e Civitanova è a favore di Pettinari, quando le maggioranze consiliari erano favorevoli alla Formica. Brutto, bruttissimo segno che riaprirà cicatrici e produrrà nuove ferite. La prossima battaglia sarà sulle radici di provenienza. Sì perché lo stop alla Formica è uno stop duro, forte e chiaro agli ex DC. A quelli che provenivano dalla Margherita e che hanno fatto il pieno di incarichi e ruoli di primissimo piano, lasciando gli ex DS a bocca asciutta. E che da dietro tramavano, assieme ai Morgoni boys, per far fuori i vari Pettinari, Carancini e Fiordomo e divenire gli unici interlocutori dei moderati.
Stavolta gli è andata male. Hanno sbagliato gli alleati interni e dopo le vacche grasse dovranno mettersi a dieta.
All’architetto Montalboddi che tanto si divertiva leggendo le mie analisi su Picchio News, mi permetto, molto sommessamente, di dare un consiglio: la prossima volta (anche se mi auguro che il PD provinciale presto la cacci e che poi si guardino bene dal metterla di nuovo in segreteria) mi prenda sul serio.
A Tonino auguri di buon lavoro e i miei complimenti. Se li merita perché non ha mai fatto polemiche e tra tanti esagitati si è rivelato l'unico signore.
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