"Abbattute piante monumentali, a rischio ecosistema del fiume Potenza": l'allarme dei pescatori
Grande preoccupazione tra i pescatori del Maceratese a causa dei lavori che si stanno realizzando sul fiume Potenza. C'è, infatti, perplessità da parte delle associazioni ADPS Alto Potenza e Scarzito e May Fly Club Sibilla che hanno visto letteralmente stravolto il corso d'acqua dolce della nostra provincia proprio dove è più delicato e fragile, nella parte a monte tra i comuni di Fiuminata e Pioraco.
"Ulteriori lavori sono previsti anche verso il comune di Castelraimondo fino ad arrivare alla città di San Severino Marche - ci dicono -. Al momento i tratti interessati sono di circa 8 chilometri. Le sponde sono state completamente rasate della vegetazione ripariale e sono state abbattute piante anche monumentali di salici e pioppi. Spesso i lavori sono stati compiuti dalle ruspe direttamente in alveo modificandone profondamente il corso".
"Come spesso ribadito da esperti - chiariscono i pescatori -, l'ecosistema fluviale è molto complesso e delicato: ogni azione va pianificata con interventi il meno impattanti possibili perchè una volta sconvolto ci vogliono anni prima della sua rigenerazione. Uno dei punti di forza del fiume Potenza è proprio la sua naturalità, per quanto nel tratto alto siano presenti delle derivazioni per necessità idroelettriche che ne privano di buona parte della sua portata, rimane comunque in un contesto naturale che ormai solo pochi fiumi marchigiani hanno conservato".
"L'impatto dei lavori ricadranno su tutto l'ecosistema, dalla fauna acquatica (dal benthos ai vaironi, barbi, cavedani, scazzoni, trote e lamprede padane) a tutta la flora della fascia riparia. In particolare, le trote sono state private di qualsivoglia riparo e di zone rifugio, proprio in questa fase delicata dell'anno in cui si stanno preparando per il periodo riproduttivo; molto probabilmente saranno destinate a forte rarefazione oltre che, a causa del cambiamento tanto improvviso dell'habitat, anche dalla facilità di essere vittime dei loro predatori".
I pescatori si dichiarano coscienti dei rischi legati al dissesto idrogeologico ma vorrebbero un approccio meno invasivo con interventi di ingegneria naturalistica che permettessero una manutenzione integrata al contesto naturale. Gli stessi, tramite le guardie ittiche volontarie, si presterebbero ben volentieri a raccogliere segnalazioni per le criticità potenziali lungo tutto il corso del Potenza e sarebbero ben disposti a collaborare con il Genio Civile e con il Consorzio di Bonifica per interventi puntuali e mirati, pur di non dover constatare nuovamente "interventi massivi una tantum".
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