La vendemmia delle uve dell’annata 2023 è appena cominciata e già dalle prime raccolte si prospetta una situazione molto più disastrosa di quanto si potesse immaginare. In tutta la zona di produzione del Verdicchio di Matelica si registrano perdite delle uve fino al 90%, con zone in cui addirittura non vale neanche la pena recarsi in vigna per raccogliere i pochi grappoli rimasti. Come già evidenziato nei mesi scorsi, purtroppo la peronospora della vite ha intaccato fortemente la produzione vitivinicola locale: a causa delle continue ondate di maltempo registrate tra fine primavera e inizio estate, la malattia ha colpito quasi tutti i vigneti della zona, in particolar modo nelle aree più umide dove non si è potuto nemmeno ricorrere a dei trattamenti di emergenza a causa delle piogge incessanti.
Nelle Marche in generale c’è un calo di qualche punto in percentuale, mentre nella zona di Matelica, conosciuta in tutto il mondo per la produzione di eccellenza del suo verdicchio, si registrano perdite di raccolto appunto fino al 90%. Una situazione disastrosa di cui sono state informate tutte le autorità regionali e nazionali, ma ad oggi nessuno si è realmente mosso per poter garantire (o perlomeno ragionare) forme di supporto alle decine di aziende coinvolte in questa vera e propria emergenza. Un indotto che coinvolge centinaia di lavoratori e da anni fa da traino all’economia locale matelicese e dell’entroterra in generale.
«Siamo allarmati dai primi dati di questo inizio vendemmia – spiega il vicesindaco e assessore all’Agricoltura Denis Cingolani – la situazione è veramente preoccupante e rischia di intaccare per anni l’economia locale e i bilanci delle tante cantine che ci sono sul territorio. Uno si può aspettare ogni anno una variazione di uve di qualche punto percentuale, nel peggiore dei casi di un 20-30%, ma nessuno poteva immaginarsi un disastro di questa portata con perdite fino al 90%».
«Questo significa che dovrà essere immesso sul mercato un prodotto a un prezzo elevato con consistenti risvolti negativi per produttori e consumatori. Abbiamo informato di questa situazione tutte le istituzioni, dalla Regione al Ministero. Ci appelliamo direttamente al ministro dell’Agricoltura Lollobrigida: ci aiuti a trovare una soluzione che garantisca un supporto a queste aziende, altrimenti rischiamo di vedere tante famiglie in ginocchio in un territorio già molto delicato e particolare. Il nostro è uno dei prodotti di massima eccellenza italiana nel comparto del vino bianco, credo che un minimo di attenzione ce lo meritiamo dopo decenni di lavoro e sacrificio».
"Soddisfare un bisogno primario dei cittadini marchigiani come quello di avere un’abitazione a disposizione – dice il presidente di Erap Marche Saturnino di Ruscio – è il nostro impegno primario e diventa fondamentale quando si inserisce, come in questo caso, nel contesto più ampio e complesso della ricostruzione post sisma 2016”.
Ecco il commento del presidente dopo l’approvazione da parte del CdA di Erap Marche dei criteri per la predisposizione del bando ai fini della realizzazione del progetto “Pioraco – quartiere Madonnetta” funzionale alla delocalizzazione di 14 alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà di Erap Marche.
“Considerati gli eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia nel 2016 – spiega il presidente di Erap Marche - il Comune di Pioraco tra i più danneggiati, a seguito della classificazione dell’area come zona instabile dalla microzonazione sismica, si è trovato a dover affidare una fase di approfonditi studio geologici all’Università Politecnica delle Marche che poi sono stati illustrati alla cittadinanza".
"Le caratteristiche geomorfologiche del quartiere Madonnetta risultano inadatte alla ricostruzione degli alloggi danneggiati dal sisma e, pertanto, si è prevista la delocalizzazione delle 14 unità immobiliari di proprietà dell’Erap che insistono in via Sanzio e via Vincenzetti sussistendo già il finanziamento tramite fondi della struttura Commissariale per 1,7 milioni di euro a cui si sono aggiunti ulteriori fondi con l’ordinanza 41 per uno stanziamento complessivo di più di 3,4 milioni di euro”.
“Grazie alla collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, Regione Marche, struttura commissariale e Comune di Pioraco – conclude Di Ruscio – oggi abbiamo i criteri per procedere alla redazione del bando per prevedere l’acquisto delle 14 unità immobiliari da destinare ad edilizia residenziale pubblica”.
“Ringrazio i tecnici e il consiglio di amministrazione di Erap Marche per aver accolto la nostra proposta di delocalizzazione dando contestualmente la possibilità di recuperare il patrimonio edilizio immobiliare inutilizzato - dice Matteo Cicconi, sindaco di Pioraco - rivitalizzando il centro storico e recuperando immobili altrimenti sfitti senza consumare suolo”. “La condivisione dei criteri e la conseguente approvazione – conclude il Sindaco - sono anche un’occasione per preannunciare la pubblicazione del bando atteso in tempi brevi che sarà condiviso anche sui profili social comunali”.
Incontro ufficiale stamattina a Pieve Torina, tra il sindaco, Alessandro Gentilucci, e il nuovo comandante della locale stazione dei carabinieri, maresciallo Raffaello Montanaro. “Il ruolo dei carabinieri è fondamentale per il controllo e la sicurezza delle nostra comunità” ha sottolineato Gentilucci.
“Saluto il nuovo comandante nella certezza che saprà trovare, a Pieve Torina, un terreno fertile di relazioni e collaborazione, soprattutto in vista della realizzazione della nuova caserma, ulteriore forte segnale di presenza delle istituzioni nel territorio”.
Montanaro, abruzzese d’origine, nativo di Casalincontrada in provincia di Chieti, proviene dal nucleo investigativo di Camerino. A fine luglio ha ricevuto l’incarico di nuovo comandante della stazione carabinieri di Pieve Torina, che ha competenza anche nel comune di Montecavallo.
“Una stretta di mano a suggellare un legame forte” conclude Gentilucci. “E lo abbiamo fatto in uno spazio altamente simbolico per il nostro paese: il monumento a Salvo D’Acquisto, a significare quanto, come amministrazione, siamo vicini all’Arma dei carabinieri. Al nuovo comandante Montanaro formulo i migliori auguri per un proficuo lavoro”.
La giunta Parcaroli ha approvato il progetto esecutivo dell’intervento di rigenerazione e abbattimento delle barriere architettoniche in Galleria del Commercio per un importo complessivo di 130mila euro finanziato nell’ambito del PNRR.
L’opera consiste nella riapertura dei due varchi ai lati della scala principale su via Armaroli, nella realizzazione di una nuova pavimentazione, nella ristrutturazione degli ambienti anche con una nuova illuminazione e con sistemi di videosorveglianza, nonché nella realizzazione di un ascensore della portata di dieci persone che collegherà l’intera Galleria dal livello 0 di via Armaroli al centro storico, con fermata nel piano S1 e uscita in vicolo Ferrari.
Le fermate complessive dell’ascensore saranno tre e avranno la finalità di consentire l’abbattimento delle barriere architettoniche e di consentire l’agevole accesso al centro della città da via Armaroli a piazza della Libertà tramite il riutilizzo del vecchio vano montacarichi, adibito al caricoscarico merci per i locali ex Upim.
“Il progetto permetterà una riqualificazione e valorizzazione generale della Galleria del Commercio, salotto buono e ingresso al centro storico della città – ha commentato il sindaco Sandro Parcaroli -. L’intervento si va ad aggiungere a un programma complessivo di rigenerazione del cuore di Macerata che abbiamo avviato tre anni fa e che stiamo portando avanti sia a livello di lavori pubblici che a livello culturale, sociale e di partecipazione attiva delle istituzioni, delle realtà commerciali e della comunità”.
“Con questo intervento andiamo a completare il programma di rigenerazione urbana della Galleria del Commercio, dopo aver concordato con la società Cardinali le opere funzionali alla riapertura dei locali commerciali e al decoro dello stabile" – ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Marchiori -.
"La sinergia tra il Comune, l’imprenditore e i condomini consentirà di recuperare definitivamente un luogo simbolo del centro storico e strategico per l’accessibilità. Oltre al recupero della bellezza architettonica e ad agevolare l’accessibilità anche alle persone dotate di ridotta capacità motoria, l’obiettivo è di garantire maggiore sicurezza, soprattutto nelle ore notturne, grazie al potenziamento dell’illuminazione con fari led e all’installazione di telecamere di videosorveglianza. Un particolare ringraziamento al personale dell’Ufficio tecnico che con alta professionalità ha gestito in questi due anni l’intera operazione sia dal punto di vista tecnico che amministrativo”.
Cosa significa oggi lavorare? Viviamo in un’epoca storica complessa che da un lato prospetta potenzialità nuove e inimmaginabili e, dall'altro, proietta ansie e preoccupazioni tutt'altro che trascurabili. Digitalizzazione, ecologia e welfare non sono più dei bonus, ma delle necessità centrali per qualsiasi realtà lavorativa che voglia attrarre talenti.
A vivere maggiormente le conseguenze di questo futuro quantomeno incerto sono i giovanissimi, immersi in un dilagante clima di sfiducia che li porta, spesso, a riconsiderare le priorità della vita, invertendo il paradigma del lavoro finora vigente e la deontologia ad esso associata. La conseguenza è che oggi, nel caso di profili particolarmente richiesti, non siano più le aziende a poter selezionare i candidati, quanto il contrario.
Fenomeni come "quiet quitting", "smart working", "act your wage", "bare minimum Mondays", "career cushioning" o "rage applying" - che vedremo nello specifico nel corso della rubrica - sono diffusi e condivisi fra le nuove generazioni, che trovano nei social network una sponda e un luogo di condivisione dove consolidare la coscienza comune. Celebre fu il caso delle "Great Resignation" post pandemia (estate 2021), forte acceleratore di questa nuova sensibilità: in Italia fu registrato un aumento nelle dimissioni volontarie dell'85% (soprattutto fra gli under 35) nel secondo trimestre dell’anno, sintomo di un malessere condiviso e impossibile da ignorare.
Per ragioni professionali, anche chi scrive ha la possibilità di verificare con mano lo scollamento che sussiste fra nuovi candidati e vecchio mondo del lavoro: se da una parte ci sono punti di vista che rimettono in discussione la centralità della carriera e vedono la propria professione più come un mezzo che come un fine, dall'altra persistono spesso impostazioni ‘vecchio stile’, che cercano il lavoratore dedito al marchio e pronto a sacrificare tutto pur di raggiungere l’obiettivo richiesto.
A gravare ulteriormente sulla situazione italiana c’è il caro, vecchio, problema degli stipendi: se infatti questo trend ha preso piede un po' in tutta Europa, l'Italia è l'unico paese che negli ultimi 30 anni non solo non ha visto crescere i salari, ma che addirittura ne ha registrato una diminuzione in termini medi. Soprassediamo sulla vuota retorica - ridondante dai tempi di Hammurabi - dei "giovani d’oggi che non saranno mai all’altezza delle vecchie generazioni", e cerchiamo di scendere nel dettaglio di questa frattura, fatta di scoramento e disillusione.
La distanza è già riscontrabile durante la formazione fra scuola e università, spesso poco collegate con il mondo del lavoro e raramente in grado di fornire strumenti subito spendibili agli studenti. Si badi bene, non si vuole affermare che la cultura dovrebbe diventare appannaggio esclusivo del mercato, piegando il sapere a fini utilitaristici o prettamente economici, ma non è neanche corretto demandare l’intero iter di apprendimento delle dinamiche lavorative (dalla burocrazia alla diplomazia interpersonale) all'empiria e all'impatto diretto con esse.
Se da un lato infatti sono sempre di più i giovani laureati (solo fra il 2021 e il 2022 AlmaLaurea ha registrato 300mila dottori in più), molti di questi preferiscono fuggire dall’ambiente poco accogliente dell'Italia verso la fortuna promessa dall’estero (+41% dal 2013 al 2021). I più, quelli privi di una chiara idea della direzione da prendere, rimangono sospesi nel limbo post-laurea, spaesati e intimoriti di fronte a un mondo che non conoscono e che sembra spesso non volerli.
Da un lato, dunque, ci sono ingegneri, economisti, ed informatici che possono arrogarsi la possibilità di scegliere dove formarsi, dove crescere e dove lavorare fra le tante realtà che bussano alla loro porta. Dall'altro ci sono umanisti, teorici e ricercatori che, quando non rimangono nell’orbita accademica, si trovano spesso a vagare senza orientamento.
Oltre ai laureati, ciò che spicca è la forte domanda, da parte di aziende e imprese, di personale tecnico e professionale giovane (gli istituti professionali regustrano una diminuzione e costante nel numero di iscritti dal 2008). Sono pochi i ragazzi e le ragazze che oggi scelgono di imparare il proverbiale "mestiere" (dall'elettricista al muratore, passando per tutti i lavori manuali "classici") e le richieste sono sempre tante, con contratti spesso più lunghi e meglio retribuiti rispetto alla media.
In uno scenario di questo tipo, metteremo in luce volta dopo volta le frizioni che tutti, dai candidati ai datori di lavori passando per gli agenti che operano dietro le quinte, percepiscono come sintomi di una rivoluzione culturale e identitaria.
Per gli inquilini dei due palazzi fra via dei Velini e Contrada Fontezucca, la storia delle "quattro acacie" è tutt’altro che terminata con il silenzio delle istituzioni. Anzi, come dimostrato dalla tempra della portavoce dei residenti che ci ha contatto, l’intenzione è quella di portare la questione fino in fondo.
I condomini delle due palazzine sono infatti accerchiati da una serie di alti alberi, alcuni su territorio privato e altri su suolo pubblico, che limitano la visibilità e favoriscono la proliferazione di animali e residui. La lettera inviata al comune il 07/07/2022 contava le firme di circa 50 persone che tutt’ora attendono una risposta.
“Ci passa di tutto qui sotto, dalle bisce alle pantegane, e gli alberi sono pieni di piccioni e altri volatili. Non viene fatta neanche la manutenzione ordinaria se non qualche intervento per farci star zitti” – racconta la signora G. – “Abbiamo fatto la prima richiesta al Comune nel luglio 2022 e da allora abbiamo ricevuto solo prese in giro”.
A più di un anno di distanza, infatti, “quelle quattro acacie” sono ancora lì, al contrario del referente del Comune che nel primo periodo aveva accampato per telefono una serie di “vedremo cosa possiamo fare” e “ci stiamo organizzando”, poi è svanito nel nulla.
“L’unica manutenzione fatta in quella zona – quella di competenza pubblica – è stata effettuata da un nostro vicino, un privato che non riusciva più a sopportare la situazione. Oltre a coprire la vista e ospitare animali di ogni tipo, il pino e il tiglio davanti alla mia terrazza sono diventati altissimi e quando c’è vento ho sempre paura che qualche ramo possa cadere verso di noi”.
“Tutti gli uffici a cui ci siamo rivolti hanno sempre risposto allo stesso modo, dicendo che non potevano fare nulla o rimbalzandoci inutilmente a destra e a sinistra. Trovo tutto questo irrispettoso, – aggiunge esasperata – sono una cittadina, ho sempre pagato quello che dovevo e pretendo di essere almeno presa in considerazione. Non si sono neanche degnati di farmi una telefonata: la lettera era indirizzata all’assessore Laviano ma con lei non abbiamo neanche mai parlato”.
"L’unica volta che hanno mandato qualcuno a controllare, è arrivato un veterinario - conclude - Mi sento presa in giro e ignorata. Sono andata tre volte al Comune per parlare con lui e mi ha sempre rimandato indietro: solo una volta mi ha richiamato, dicendo che si sarebbe organizzato e mi avrebbe fatto sapere. Mai più sentito. Adesso, ogni volta che chiamo, è sempre fuori”.
È passato da poco il settimo anniversario del sisma che, il 24 agosto 2016, ha messo in ginocchio il Centro Italia. Ad oggi, sebbene gli sforzi della ricostruzione stiano timidamente prendendo piede, non si può sicuramente dire che si è vicini all’obiettivo di ricucire completamente la ferita lasciata dal sisma sul territorio, sui paesi e sulle comunità.
I numeri della ricostruzione sono ancora bassi, nonostante un miglioramento negli ultimi due anni. Per quanto riguarda le strutture private, al giugno 2023 solo 8.922 cantieri sono stati chiusi, a fronte di una stima di oltre 50.000 interventi necessari.
Ancora oggi attraversare molti dei borghi terremotati del maceratese è come camminare in territori fantasma. I tetti scoperchiati e i muri mancanti aprono degli scorci di vita congelati nel tempo. Qualche sporadica gru rende l’idea che non sarà sempre così, ma il paesaggio delle frazioni più colpite cambia lentamente.
In questi luoghi, lo spopolamento è ancora un problema preoccupante. Un trend iniziato ben prima del terremoto, nei piccoli comuni montani delle Marche la popolazione è in declino da oltre vent’anni e il terremoto sembra solo aver accelerato questo andamento.
Ogni anno tra le dieci e le venti famiglie lasciano le proprie abitazioni. Un numero che in paesi di qualche centinaio di persone (solo Visso sfiora i mille) crea preoccupazione. È un dato ancora più importante se si considera che molti comuni montani del maceratese sono costellati di agglomerati di case sparsi in frazioni su un territorio vastissimo.
Proprio questi agglomerati più piccoli hanno subito il colpo più duro. Nella frazione San Martino di Fiastra, nell’agglomerato dei Moreggini, prima del terremoto si trovavano 14 abitazioni. Ai Moreggini, oggi, non vive più nessuno. San Martino è solo una delle tante frazioni rimaste vuote. Alcuni abitanti sono andati “al mare”, dove i terremoti non ci sono. Altri, quelli più anziani, sono stati accolti nelle case dei figli, che già da tempo avevano lasciato i piccoli borghi di montagna per spostarsi nelle città del maceratese. Non tutti se ne sono andati però, anzi, la maggior parte è rimasta.
Queste persone oggi vivono nelle SAE, le Soluzioni Abitative in Emergenza. Dopo un inizio travagliato nell’immediato post-sisma, oggi le SAE fanno parte del panorama dei paesi terremotati. Qui, attorno a queste piccole case prefabbricate si sono ricreate delle piccole comunità. Piccoli agglomerati che, per adesso, sostituiscono la piazza di paese. Le casette sono a schiera e posizionate il più vicino possibile ai borghi danneggiati.
Sette anni senza la propria casa sono tanti, e gli abitanti delle SAE hanno fatto di tutto per rendere queste abitazioni più accoglienti dentro e fuori, abbellendo le pergole, allestendo rigogliosi giardini e migliorando il mobilio interno. Qualcuno ha già deciso che qui rimarrà.
A Fiastra conosciamo Lidia Morzilli, 85 anni e un carattere incredibilmente energico. Come entriamo ci fa vedere una foto di sua figlia, ricercatrice al CERN, che durante una spedizione in Antartide ha affisso un cartello che segna la distanza da Fiastra: 15.915km. Nel frattempo, la signora Lidia ci spiega “Sono rimasta vedova, parte della mia famiglia è a Roma, dove ho vissuto e dove ora passo l’inverno. Ma da aprile a ottobre io sono qua. Continua: “Ho lasciato la casa di Fiastra a mia figlia, io preferisco rimanere qui".
Qui sarebbe l’area SAE di Fiastra, dove molte persone come lei hanno già deciso che rimarranno, anche quando le case terremotate saranno ricostruite. È facile capire perché: attorno a questi agglomerati di casette si è riformato un senso di comunità, amici o parenti prima sparsi sul territorio ora si ritrovano vicini e per molte persone anziane questo significa anche essere meno sole. Una delle preoccupazioni più grandi di Lidia è proprio quella che, man mano che le case verranno riconsegnate ai proprietari, l’area SAE si svuoti.
Sempre a Fiastra incontriamo Carlo D’Andrea, 82 anni, che qui vive da solo. Carlo rimane a Fiastra tutto l’anno e a breve dovrebbero finire i lavori nella sua casa in centro a Fiastra, a qualche centinaio di metri dall’area SAE. Anche lui, come la signora Lidia, con la quale è molto amico, ha preferito però lasciare la casa alla figlia per rimanere nella casetta. Per lui è più facile incontrare amici e conoscenze. Inoltre, ha appena piantato delle piante sempreverdi. Come molti altri, Carlo vede la SAE come la sua nuova casa, che sta arredando, abbellendo e nella quale intende rimanere.
“Il tragitto della la linea n 9 del servizio di trasporto urbano del comune di Macerata, entrando nel territorio di Montecassiano con la linea 9, si arresta a circa 500mt dal centro commerciale di via Mainini. Spinti dalle segnalazioni e necessità dei concittadini ci siamo attivati in un dialogo con gli enti preposti per poter dare forma all’idea di un possibile collegamento tra il comune di Macerata e quello di Montecassiano”. È quanto afferma Maurizio Maccioni, presidente del Comitato Voce libera di Montecassiano, in seguito al nuovo piano per il trasporto pubblico del Comune di Macerata, approvato ieri dalla giunta comunale.
“La possibilità di avere una fermata del trasporto pubblico maceratese al centro commerciale in località Piane Potenza del nostro comune ci sembra possa essere strategica e utile sia ai cittadini di Macerata che ancor più a quelli di Montecassiano", prosegue Maccioni.
“Permetterebbe spostamenti più comodi e maggiormente ecologici oltre ad agevolare il parcheggio, evitando di congestionare ulteriormente quello della città”.
“Ora confidiamo nella capacità dell’amministrazione comunale montecassianese affinché possa formalmente attivare il collegamento. Ringraziamo tutti coloro che si sono adoperati a dare un seguito alla nostra idea sperando possa diventare realtà”.
Il Tar ha respinto il ricorso contro la sentenza dell'Anac. Giuseppe Pezzanesi non può essere presidente del Cosmari.
La stessa Azienda informa: "Si comunica che il presidente facente funzione Giuseppe Giampaoli ha informato i sindaci dei Comuni soci del Cosmari che il Tar Lazio con sentenza pubblicata in data odierna, ha respinto il ricorso per annullamento, previa sospensione cautelare, della delibera ANAC n. 346 del 20 luglio 2022 avente a oggetto “Ipotesi di inconferibilità dell'incarico di presidente del CdA della società Cosmari s.r.l.”.
Nei prossimi giorni l’assemblea dei Comuni soci di Cosmari sarà chiamata ad assumere i conseguenti provvedimenti".
Per lavori edili con utilizzo di una betopompa domani (7 settembre) dalle ore 13:30 alle 16 via Salimbeni, dall’intersezione con via Nazario Sauro - piazza Del Duomo all’intersezione con via San Lorenzo, a San Severino Marche, sarà vietata al transito.
Inoltre verrà disposto il divieto di sosta all’altezza del civico numero 56. I soli residenti in via Salimbeni saranno autorizzati ad accedere e uscire, a velocità ridotta, in senso unico alternato.
“Oltre 60.000 presenze in appena due mesi”. È racchiuso in questi numeri il successo straordinario della stagione estiva 2023 di Pieve Torina. La novità del percorso Kneipp, che ha attratto visitatori da tutto il centro Italia, la piscina, vera oasi di benessere, il Parco Rodari, luogo ideale per gli eventi, la pista ciclabile, per gli appassionati di bike. Il tutto condito da spettacoli teatrali, musica, sfilate, cinema all’aperto, fuochi d’artificio, cene a tema, iniziative per i bambini.
I riconoscimenti internazionali come la visita del console di Taiwan presso la Santa Sede, Antonio Cho, e delle delegazioni croate che hanno partecipato a Fabulando qualificano ulteriormente il lavoro che stiamo portando avanti così come le ricadute positive certificate dalle attività commerciali”.
È il sindaco Alessandro Gentilucci a tracciare un primo bilancio di un’estate che ha davvero superato ogni aspettativa in quanto a presenze registrate nel territorio comunale di Pieve Torina. “È il riconoscimento di un impegno costante che stiamo portando avanti da subito dopo il sisma, connettendoci a quelle che sono le specificità del nostro contesto: ambiente incontaminato, aria pulita, natura splendida, ricchezza d’acqua, in una parola sostenibilità. E siamo solo all’inizio” conclude Gentilucci, “perché abbiamo in serbo progettualità in grado di potenziare ulteriormente le attrazioni del nostro territorio e farne un vero e proprio motore per il rilancio turistico dell'intera area dei Sibillini".
Sono stati ricevuti il primo settembre a Palazzo Sforza, i nuovi dipendenti del Comune di Civitanova Marche che hanno preso servizio a seguito dell’espletamento di varie procedure concorsuali. Ad accoglierli, in occasione del loro “primo” giorno di lavoro, c’erano il sindaco Fabrizio Ciarapica e l’assessore al Personale Claudio Morresi, insieme al Segretario Generale Sergio Morosi, alla comandante della polizia locale Daniela Cammertoni e al dirigente sett. VII Concetta Moroni.
L’Ingegner Sandra Giannarettini ha assunto la dirigenza del settore Urbanistica (dal 01 agosto) e altre dieci unità hanno iniziato il primo di settembre. Si tratta di un ufficiale e di tre agenti della polizia locale ed un quarto è previsto dal 2 ottobre. Tre sono invece gli istruttori tecnici geometri, di cui uno destinato al settore Urbanistica, uno alla gestione del Patrimonio ed uno al Servizio Commercio. Due istruttori amministrativi sono destinati al Servizio Messi e uno al Servizio Turismo, a sostituzione di una dipendente che ha chiesto il trasferimento all’Università di Macerata.
Il Servizio Informatica è stato integrato da un’unità di categoria D proveniente dalla Regione Marche. Nel prossimo mese è prevista l’entrata in servizio di un operaio e di una unità di categoria D da assegnare al I settore, per il Servizio dei Controlli Interni (assunzione tramite mobilità). Con l’ingresso del primo agosto e del primo ottobre, l’organico dell’Ente passa da 190 a 204 persone che lavorano a tempo indeterminato.
“Si tratta di un ingresso sostanzioso nelle file del Comune, frutto dell’espletamento di varie procedure concorsuali piuttosto impegnative – ha spiegato il segretario Generale Sergio Morosi - Basti pensare che solo per i vigili alle prove c’erano 350 candidati. Le nuove assunzioni vanno ad integrare l’organigramma dell’Ente innestando figure in punti particolarmente sensibili”.
L’organico della polizia locale, con contratto a tempo indeterminato, è passato a 34 unità comprese la comandante e tre ufficiali, oltre a tre unità con contratto a tempo determinato prorogato fino al mese di ottobre. Altro rilevante apporto è per il Servizio Informatica, anche nella prospettiva della messa a terra di quattro finanziamenti ottenuti nell’ambito del PNRR indirizzati all’ammodernamento dei siti del Comune, nonché alla messa in atto di vari interventi per la sicurezza nella conservazione di dati.
Il ricorso ai contratti flessibili è piuttosto limitato in quanto riguarda solo un dirigente LL.PP., tre unità dello staff del sindaco e tre agenti polizia stagionali. Nel settore Servizi Sociali i vari contratti in essere hanno consentito di disporre al Comune di altre 5 unità per assicurare quanto necessario per tutto l’Ambito sociale che comprende 9 Comuni.
“Ci fa piacere conoscervi di persona e sono lieto di darvi il benvenuto a Palazzo Sforza a nome mio e di tutta l’Amministrazione comunale – ha detto il sindaco Fabrizio Ciarapica. Le nuove assunzioni rappresentano un momento importante dello sforzo di questa Amministrazione per il rinnovo dell’apparato comunale, un investimento necessario per potenziare la macchina amministrativa e garantire così migliori servizi ai cittadini".
"Dal nostro insediamento nel 2017 ad oggi, oltre la metà di tutto l’organico comunale ha visto una successione dovuta una notevole mobilità fra enti, al raggiungimento dell’età pensionabile di numerosi dipendenti e alla necessità di innovazioni gestionali, nonché per far fronte alle incombenze conseguenti ai finanziamenti Pnrr. Gli investimenti sul personale vanno di pari passo al dato positivo della crescita demografica che si registra nella nostra città”.
Nell’incontro, il sindaco ha inoltre fatto presente l’importanza di questo sostanzioso apporto all’apparato comunale. “Siamo arrivati al raggiungimento di un numero di agenti soddisfacente per il settore della polizia locale – ha commentato Ciarapica, settore al quale abbiamo sempre tenuto in modo particolare in quanto cruciale per il decoro e la sicurezza sul territorio, rinnovando anche i mezzi di trasporto”.
L’assessore al Personale Claudio Morresi, nel salutare i neo assunti, ha evidenziato l’importanza di un corretto comportamento nell’interagire con la cittadinanza. “Siete il front office dell’Ente – ha detto il vice sindaco Morresi – avete quindi un ruolo davvero importante nei confronti dei nostri cittadini. Siamo sicuri saprete svolgere il vostro compito con educazione, intelligenza e buon senso, professionalità e responsabilità per elargire servizi efficienti alle persone e far crescere la nostra città”.
I nuovi dipendenti sono: Giannarettini Sandra (dirigente), Fiè Mariano, istruttore direttivo polizia locale (C1), Romagnoli Giorgio, agente polizia locale (C1), Pagliarini Andrea, agente polizia locale (C1), Ancona Luca, agente polizia locale (C1) Zamponi Andrea, agente polizia locale (C1 - in servizio dal 2 ottobre), Iualè Andrea, istruttore direttivo Informatico (D1), Scorolli Luca, istruttore Geometra (C1), Paciarelli Giorgio, istruttore geometra (C1), Renzi Davide, istruttore geometra (C1), Ercoli Lucia, istruttore amministravo (C1), Ambrogi Cristina, istruttore amministrativo (C1).
La fine dell’estate e le calde luci di settembre hanno salutato l’arrivo della piccola Nikol Lysyhanych. Ieri pomeriggio all’ospedale di Macerata è nata la seconda bimba (in ordine di tempo) da una famiglia ucraina che ha trovato rifugio a Treia, dallo scoppio della guerra.
Una grande gioia per il papà, la mamma e il fratellino che tra pochi giorni compirà 5 anni, ma anche per l’intera comunità treiese che ha saputo accogliere e abbracciare tanti ucraini in fuga dalla guerra, dal febbraio del 2022.
La famiglia di Nikol è arrivata l’anno scorso in primavera a Treia ed è stata tra le prime ad arrivare sul territorio. Grazie al collegamento con una zia che abita in città ormai da tanti anni, Serhii e Kristina insieme a loro figlio Daniel hanno lasciato l’Ucraina, la propria casa e la propria vita a Odessa assediata e sotto i bombardamenti, arrivando in Italia, a Treia, appunto, dove hanno trovato ospitalità e piano piano si sono inseriti nella comunità rendendosi autonomi e per un periodo lavorando anche per una nota azienda del territorio.
«Siamo contentissimi per la nascita di questa bimba, è la vita che continua nonostante tutto ciò che sta accadendo. Noi ringrazieremo sempre Treia per averci accolto, siamo di Odessa e la nostra città è sotto bombardamenti. Il nostro desiderio è quello di tornare prima o poi, ma per adesso sappiamo che non è possibile. All’inizio non è stato facile e da parte nostra c’è sempre un pensiero al posto in cui sono le nostre origini. I bambini, i più piccoli si sono invece talmente inseriti che non vogliono più tornare in Ucraina. Nel primo periodo è stato difficile, lasciare la propria casa e la propria vita, ma poi per tanti di loro che sono più piccoli e hanno la capacità di adattamento migliore rispetto a un adulto, ormai è Treia il posto in cui desiderano stare».
Dall’inizio della guerra sono circa 90 le persone accolte a Treia che è stato il primo comune nelle Marche a firmare il nuovo modello di accoglienza con la Prefettura di Macerata per gestire l’arrivo e l’inserimento dei cittadini in fuga dalla guerra. Diverse le iniziative proposte per l’inserimento: corsi di italiano, il trasporto alle colonie estive, corsi d’inserimento nelle scuole, gite per far conoscere il territorio.
A distanza di 25 anni arriva la parola fine alla vicenda dell’eredità dell’avvocato Gianfranco Tassoni. Questo è quanto annunciato dal sindaco di Tolentino Mauro Sclavi in un lungo comunicato stampa condiviso lunedì. “Ora, la Fondazione [Tassoni-Porcelli], potrà iniziare ad operare mediante la realizzazione di opere ad uso della comunità e borse di studio degne della volontà del testatore”, scrive il sindaco. Un comunicato che segna la fine di un percorso estremamente tortuoso, perché la storia dell’eredità è una molto travagliata e che per un quarto di secolo ha visto più parti affrontarsi in un’estenuante e incerta battaglia legale.
Per iniziare, però, partiamo dall’unica certezza di tutta questa vicenda: il volere di Gianfranco Tassoni. L’avvocato tolentinate è stato sicuramente un personaggio unico: senza eredi diretti, solitario e con una grande passione per i cani. Un amore codificato nel suo testamento, scritto due anni prima della sua scomparsa, in cui lascia il suo ingente capitale in mano a delle fondazioni da costituirsi che si sarebbero occupate delle due cose più care all’avvocato. Da una parte l’assistenza agli animali abbandonati e in particolar modo ai cani, dall’altra l’assegnazione di borse di studio per studenti delle università marchigiane.
Poco dopo la sua scomparsa, tre fondazioni vengono costituite, ognuna prefissandosi l’obiettivo di perseguire l’opera filantropica dell’avvocato Tassoni. Una situazione scomoda che getta rapidamente l’eredità in balia di un complicato percorso legale. Un percorso reso ancora più difficile dall’entrata in scena di Ilde Manetta, cugina teramana di Tassoni, che richiede l’annullamento del testamento e il suo riconoscimento come unica erede legittime di Gianfranco Tassoni.
Da questo momento in poi la storia va avanti a colpi di martello del giudice. Prima in primo grado e poi in appello la signora Manetta la spunta sulle tre fondazioni che si ritrovano escluse, più per un vizio di forma e cavilli legali che altro. Almeno fino al ricorso a Roma alla Corte di Cassazione, voluto dalla Fondazione Tassoni-Porcelli, istituita dal Comune di Tolentino.
Nel luglio del 2017 la Cassazione, riesaminando il giudizio della Corte d’Appello di Ancona, ribalta parzialmente le sentenze precedenti. La Fondazione Tassoni-Porcelli viene riconosciuta come legittima interlocutrice, mentre viene esclusa la Fondazione Severino Servanzi Collio. Una terza fondazione di Macerata, la Fondazione per l’assistenza agli animali abbandonati, rinuncia all’appello in Cassazione e si ritira dal contenzioso.
A questo punto, fatta eccezione per un breve ricorso della Fondazione Severino Servanzi Collio, perso nel 2019, rimangono solo due parti a contendersi l’eredità Tassoni. La fondazione del Comune di Tolentino e Ilda Manetta e la previsione è quella di un ritorno alle aule di tribunale per l’assegnazione dell’eredità. O almeno quello che rimane dell’eredità, perché, tra una sentenza e l’altra, l’erede Manetta ha avuto per un breve periodo la possibilità di disporre liberamente dei beni immobili e mobili lasciati dal defunto Tassoni.
La battaglia legale, però, non c’è. Nel 2017 la Fondazione Tassoni-Porcelli, a quel punto sotto il controllo dell’amministrazione comunale di Giuseppe Pezzanesi, intavola una trattativa con la signora Manetta. Stando a Pezzanesi “Per evitare dieci o vent’anni anni di processi, i legali suggeriscono un accordo privato con gli eredi". E dunque si divide quasi a metà. Alla Fondazione va un patrimonio immobiliare stimato, all’epoca, attorno agli 8 milioni di euro.
Ilda Manetta ottiene poco meno, ma dall’accordo vengono esclusi i beni mobili che rimangono all’erede teramana: soldi, gioielli, opere d’arte. Secondo l’ex-sindaco "è un buon accordo, non solo per il capitale recuperato, ma anche per l’importanza strategica degli immobili ottenuti". Insomma, la situazione sembra essere risolta, almeno adesso la fondazione dispone di un capitale e può iniziare il proprio operato filantropico e sociale.
Al 2022 la Fondazione, però, non ha ancora cominciato e nel frattempo si vota a Tolentino. Silvia Luconi, vicesindaca di Pezzanesi, perde contro Mauro Sclavi e il nuovo primo cittadino inizia da subito ad esaminare le carte della vicenda Tassoni. “Ho rinvenuto un documento, voluto e concordato dalla vecchia amministrazione, sulla cui opportunità ho fin da subito avuto dubbi e che mi sono riservato di analizzare” scrive il sindaco in un comunicato stampa".
"Non scendendo nei dettagli dell’operazione il sindaco comunica che la Fondazione ha ottenuto dall’erede Manetta la cessione di un terreno e di alcuni immobili siti in Tolentino, rimasti fuori dall’accordo precedente. Secondo lo staff del sindaco, tornano alla fondazione proprietà immobili dal valore di svariate centinaia di migliaia euro e dall’ubicazione assolutamente strategica. Una piccola vittoria, stando all’ex sindaco Pezzanesi, che rivendica il suo accordo come il vero punto pivotale della faccenda, “Un risultato ignorato dall’attuale amministrazione".
A conclusione della sua nota stampa il sindaco Sclavi aggiunge anche un dettaglio importante. Fa sapere di aver sostituito il direttore della Fondazione Tassoni-Porcelli perché contemporaneamente presidente della Fondazione Severino Servanzi Collio con la quale, almeno fino al 2019, era ancora in contenzioso per la gestione dell’eredità.
Parlando con Pezzanesi, ci siamo fatti spiegare meglio questa scelta di appuntare lo stesso uomo alla guida di due fondazioni che si incontravano sicuramente sulle finalità filantropiche del patrimonio Tassoni, ma si scontravano sul campo di battaglia legale.
“Essendo stata esclusa la Servanzi-Collio dalla Cassazione nel 2017 [e poi definitivamente nel 2019], l’ho ritenuto un atto opportuno”. Un modo, secondo Pezzanesi, per stemperare le ruggini che la Servanzi-Collio aveva in corpo per essere stata esclusa e per mostrare l’intento di dare continuità all’operato, per ora rimasto su carta, delle due fondazioni.
La Giunta comunale ha approvato il nuovo programma di esercizio ordinario del servizio di trasporto pubblico locale, come proposto da Apm, che entrerà in vigore a ridosso dell’avvio del periodo scolastico; la riorganizzazione prevede modifiche puntuali in ordine al periodo scolastico (settembre-giugno) ed estivo (luglio-agosto), nella duplice articolazione feriale e festiva.
Il nuovo programma, oltre a una rimodulazione delle corse in base a una valutazione effettuata sulle corse cittadine, attua buona parte delle istanze e proposte di intervento già manifestate dagli studenti universitari per il servizio di trasporto pubblico, oltre al ripristino della Linea 6 (ex circolare) con l’adeguamento agli orari di passaggio dei treni per garantire il maggior numero possibile di coincidenze dalla stazione ferroviaria.
Prevista anche l’istituzione di due nuove linee di collegamento diretto tra le frazioni di Sforzacosta e Piediripa e con le zone commerciali di Corridonia e Piediripa, sprovviste, sino a oggi, di una linea diretta in quanto non effettuate neanche dal vettore extraurbano provinciale.
“Abbiamo accolto le richieste dei cittadini e, prime tra tutte, quelle relative ai collegamenti con le due principali frazioni di Sforzacosta e Piediripa dove molti maceratesi, soprattutto anziani, si dirigono per usufruire dei vari centri medici in zona - ha commentato l’assessore al Trasporto Pubblico Locale Laura Laviano -".
"Dopo un proficuo confronto con il rettore John McCourt e con la comunità universitaria abbiamo accolto gran parte delle loro richieste per agevolare gli studenti sia in relazioni all’inizio che al termine delle lezioni. Insieme all’Università di Macerata stiamo cercando di capire come predisporre, grazie a una compartecipazione, delle navette per il giovedì universitario; insieme all’Ateneo e ad Apm stiamo anche valutando di poter fornire abbonamenti a tasso agevolato agli studenti. Infine, tale riorganizzazione non ha comportato un aumento di chilometri rispetto a quelli riconosciuti a contributo dalla Regione Marche al Comune di Macerata (816.496 km)”.
In merito alla riorganizzazione, per quanto riguarda il periodo scolastico nei giorni feriali sarà riattivata la corsa delle 14:10 della Linea 1 utilizzata dagli studenti che provengono dalle scuole di altri paesi limitrofi e la corsa delle 20:14 a servizio della sede universitaria di Villa Lauri per il rientro degli studenti che, lì, frequentano le lezioni. Per quanto riguarda la Linea 2 sarà eliminato il passaggio Corso Cairoli/viale Don Bosco e attivata una nuova fermata alla stazione di Vallebona con il mantenimento della corsa delle 20:10 per il rientro a casa dal lavoro.
Rimangono invariate le Linee 3 e 4 mentre per la Linea 5 saranno riattivate le corse delle 14:08 e delle 14:35 per il ritorno a casa da lavoro. La Linea 6 sarà adeguata con gli orari di passaggio dei treni per garantire il maggior numero possibile di coincidenze mentre per la Linea 7 saranno soppresse le corse delle 9:30, 14:41, 15:36, 16:29, 17:36 e 18:33 e sostituite da una nuova Linea 7/10 e dal prolungamento della stessa fino al Corridomnia.
Per la Linea 8 saranno soppresse le corse delle 9:03, 10:08, 11:03, 15:02, 17:10, 18:03 e 19:08 sostituite dalla nuova Linea 7/10 fino al Corridomnia. Per la Linea 9 è previsto il transito in via Panfilo nella fascia oraria pomeridiana mentre saranno soppresse le corse delle 9:26, 15:03, 15:56, 16:51, 17:41 e 18:31 sostituite sempre dalla nuova Linea 7/10. Per la Linea 11 si provvederà alla riattivazione del transito a Montanello nelle corse delle 8:15 e delle 11:10 e alla soppressione delle corse delle 14:10, 14:42, 15:15, 16:00, 17:10, 19:05, 19:50 sostituite con il passaggio in via Panfilo della Linea 9 nella fascia pomeridiana. Per la Linea 12, la corsa di ritorno da Colbuccaro delle 18:45 transiterà anche a Piediripa.
La nuova linea 7/10, che effettuerà 20 corse al giorno (giardini Diaz, via Bramante, Piediripa, centri commerciali, Sforzacosta, via Roma e giardini Diaz) costituisce un collegamento totalmente nuovo e diretto tra le due frazioni e le zone commerciali. Le corse bis a servizio degli studenti per le varie scuole restano sostanzialmente invariate ed eventuali modifiche agli orari delle singole corse potranno essere apportate sulla base delle esigenze didattiche che verranno comunicate dai singoli istituti scolastici all’inizio delle lezioni.
Per quanto riguarda il periodo festivo, la linea Circolare rimane invariata con la modifica di percorso al rione Pace mentre per Linea 8 sono stati raccordati gli orari di partenza e arrivo di tutte le linee per garantire le coincidenze al capolinea dei giardini Diaz. La Linea 9 rimane invariata con la possibilità di raggiungere il centro commerciale di Montecassiano previa richiesta di servizio da parte del Comune di Montecassiano e predisposizione dell’area di fermata. Invariata la Linea 10 con i soli aggiustamenti di orario.
Per quanto riguarda il periodo festivo restano confermate tutte le specifiche di servizio adottate per ogni linea nel periodo scolastico e non vengono effettuate le corse bis scolastiche. Inoltre, per il mese di agosto, il servizio festivo viene esteso anche alle giornate di sabato.
Il servizio di traporto pubblico locale non sarà svolto nei seguenti giorni festivi: 1 gennaio, 6 gennaio, Pasqua e Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 8 dicembre, 25 e 26 dicembre.
Il Centro per la Famiglia dell’assessorato alla Famiglia del Comune di Civitanova Marche in gestione all’ASP Paolo Ricci prosegue la sua attività con un’offerta di servizi rivolti alla famiglia all’interno del progetto “Civitanova Città con l’Infanzia”.
Con l’inizio dell’anno scolastico partirà una nuova avventura per i bambini di età compresa tra 8 e 11 anni: si tratta di un laboratorio creativo, a posti limitati, intitolato: “Raccontando l’Arte”, un percorso immersivo che ha come obiettivo quello di creare uno spazio ed un luogo dove poter respirare l’Arte e essere protagonista delle proprie opere che si andranno ad incontrare con le creazioni del compagno di attività per dare vita ad una nuova narrazione artistica.
Questo percorso si svolgerà attraverso 12 incontri in presenza (sede del Centro per la Famiglia in vicolo San Silvestro 11 Civitanova Alta), con la guida dell’esperta Francesca Pasqueretta, a partire dal giorno 20 settembre dalle ore 17 alle ore 19.
“Ripartono le attività autunnali del centro per la Famiglia dell’Amministrazione comunale – ha dichiarato l’assessore ai Servi sociali Barbara Capponi. Continuiamo a fare rete con e tra le famiglie e ad offrire attività gratuite per tutti, con percorsi pensati per età differenti ed interessi variegati, nel pieno spirito di inclusione, integrazione e valorizzazione dei talenti di ciascuno".
"Abbiamo voluto con questa progettualità avvicinare i più giovani all'arte, convinti e consapevoli che possa davvero essere uno strumento di crescita umana e personale. Civitanova città con l'infanzia è anche questo".
Gli incontri proseguiranno per tutti i mercoledì (esclusi i festivi) fino al 13 dicembre allo stesso orario. Il laboratorio, come tutti i servizi del Centro per la Famiglia, è gratuito per tutte le famiglie che ne usufruiscono.
Dal 4 settembre sarà possibile iscriversi chiamando il numero 0733 78361 del Centro, lasciando i dati anagrafici del bambino e recapiti dell’adulto di riferimento. Il modulo di iscrizione potrà essere compilato il giorno 20 settembre quando il bambino sarà accompagnato al primo incontro.
Proseguono inoltre gli incontri rivolti ad adulti, genitori, educatori, insegnanti per la fascia di età 0/6 anni, con inizio 10,30: sabato 30 settembre presso il Nido La Lumachina (via Quasimodo San Marone) si terrà un incontro con la pedagogista e le educatrici per dare delle risposte ad alcune domande che spesso il genitore si pone sul tema “morsi, calci e pugni”; sabato 14 ottobre presso la sede ASP Paolo Ricci Via Einaudi 144, i neogenitori avranno l’opportunità di confrontarsi tra loro con la mediazione di un’esperta psicologa sulla delicata fase che coinvolge “la vita di coppia dopo la nascita dei figli”; sabato 28 ottobre (sede di via Einaudi 144) incontro dedicato a “le regole” nella fascia d’età 0/6 anni.
Assemblea pubblica il prossimo giovedì 7 settembre per parlare del futuro di Villa Buonaccorsi, a Potenza Picena, dove sarà presente anche il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Riguardo all'evento, però, monta la protesta dell'associazione Villae – cha da anni segue la vicenda e che ha stilato un manifesto in 10 punti per chiedere la gestione pubblica della dimora storica - la quale parla di “scandalo” per via del mancato coinvolgimento da parte dell'amministrazione comunale nei confronti della stessa associazione.
“Con sorpresa e delusione, abbiamo notato che il Comune ha programmato un evento pubblico riguardo al futuro di Villa Buonaccorsi, informando la comunità con breve preavviso attraverso un annuncio criptico Save the Date – afferma Francesco Cingolani dell’associazione Villae –. senza alcuna coordinazione preliminare con l’associazione che da due anni sollecita l’inclusione della cittadinanza nella vicenda di Villa Buonaccorsi.
“Ricordiamo che nel 2021 la commissione consiliare, che si occupa di Villa Buonaccorsi, ha collaborato con i rappresentanti dell’associazione nella redazione di un manifesto in 10 punti, successivamente approvato e sottoscritto dal comune di Potenza Picena e questo manifesto è stato inviato al ministero della Cultura. Tuttavia, nonostante l’importanza di tale documento, la nostra comunità è stata tenuta all’oscuro delle decisioni e delle azioni intraprese dal comune, dalla Regione e dal Ministero”.
L’associazione ha anche lanciato ad aprile una petizione pubblica: “Il recente annuncio di un’assemblea pubblica riguardante Villa Buonaccorsi, diffuso in modo precipitoso e maldestro, ha rafforzato la sorpresa e il malcontento della comunità, data l’assenza di un adeguato preavviso e di coordinazione con le entità locali interessate".
"In vista dell’imminente evento – prosegue Cingolani – chiediamo pertanto che venga previsto uno spazio dedicato per discutere questi importanti argomenti e chiarire la posizione del Comune, della Regione e del Ministro che sarà presente all’evento riguardo al manifesto, al contenuto della petizione dei cittadini”.
++ AGGIORNAMENTO 7 SETTEMBRE ++
A causa della convocazione del Consiglio dei Ministri, l’Assemblea Pubblica prevista per il pomeriggio di giovedì 7 settembre, alle ore 18 presso il Cine Teatro Divina Provvidenza di Porto Potenza Picena, inerente il complesso di Villa Buonaccorsi, sarà rinviata per l’impossibilità del Ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, a partecipare. L'incontro pubblico a Potenza Picena con il ministro e con le altre Autorità è stato posticipato al 17 ottobre prossimo.
Negli ultimi 10 anni è diminuito di 30.837 unità il numero di giovani marchigiani tra i 15 e i 34 anni: dai 320.844 del 2013 agli attuali 290.007 ( -9,6%), dato peggiore della media nazionale (-7,4%).
Secondo le stime di Unioncamere - Anpal- sistema informativo Excelsior, rielaborate dall'ufficio studi di Confartigianato, saranno 37.500 i dipendenti privati che andranno in pensione nei prossimi cinque anni.
"Le conseguenze della crisi demografica - sottolinea Gilberto Gasparoni segretario di Confartigianato Marche - si riflettono anche sul sistema delle imprese con il calo della forza lavoro e la difficoltà di trovare giovani qualificati ai quali trasmettere il prezioso saper fare".
Per questo mese di settembre, sempre secondo le previsioni, sono 12.780 le figure richieste dalle imprese delle Marche (-370 rispetto a settembre 2022) e tra queste il 54,9% risulta di difficile reperimento. Tra settembre e novembre saranno 35.220 le entrate previste (+ 140 rispetto a settembre-novembre 2022).
Tra le cause di difficile reperimento, come emerge da un recente rapporto di Confartigianato, per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all'inadeguata preparazione dei candidati.
"La difficoltà delle nostre imprese dipende dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro".
"Serve - conclude Gasparoni - un'operazione di politica economica e culturale che avvicini la scuola al mondo del lavoro, per formare i giovani con una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici, investa sulle competenze a cominciare da quelle digitali e punti sull'alternanza scuola lavoro e sull'apprendistato duale e professionalizzante".
“Adesso sono come un reduce, tormentato dalle ferite e dagli incubi, ma un passo alla volta, eroicamente, sto uscendo dall'inferno".
Giovanni Allevi, in cura per un mieloma, pubblica sui social un nuovo aggiornamento sulle sue condizioni di salute.
Il musicista, insieme al messaggio lascia ai fan una foto in cui lo si vede in piedi in quella che sembra una sala di riabilitazione.
"La mia condizione mi conferma che esiste un mondo, fatto di umanità, gentilezza, autenticità e coraggio", aggiunge l'artista che comunicò di essere malato a giugno 2022.
Cambia la viabilità per lavori al passaggio a livello di viale Vittorio Veneto. La ditta incaricata dei lavori ne ha chiesto la chiusura temporanea d dalle ore 08:00 del 6 settembre sino alle ore 20 del 7 settembre con conseguente divieto di transito veicolare e pedonale. La Giunta comunale ha ritenuto, quindi, necessario apportare modifiche alla circolazione stradale nella zona circostante al fine di garantire la sicurezza della circolazione stradale e consentire lo svolgimento dei lavor.
Pertanto “dalle ore 8:00 di mercoledì settembre alle ore 20:00 di giovedì settembre vige il divieto di transito veicolare e pedonale in entrambi i sensi di marcia lungo viale Vittorio Veneto da intersezione con piazzale Europa per la chiusura temporanea del passaggio a livello ferroviario, sito al Km 46+026”.
“Per coloro che provengono da piazzale Europa sarà in vigore il divieto di svoltare a destra e l’ obbligo di circolazione verso via Bezzecca, viale XXX Giugno e piazzale Europa".
"Per coloro che provengono da via Lauro Cappellacci divieto di svoltare a destra e obbligo di circolazione a sinistra in viale Vittorio Veneto".