Si è tenuta questo pomeriggio, presso la Caserma di Viale dell’Indipendenza, la celebrazione per il 245° Anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza. Presenti le massime autorità civili per omaggiare la ricorrenza delle Fiamme Gialle.
Dopo la lettura del messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana, la parola è passata al Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle Amedeo Gravina.
“Venerdì scorso, 21 giugno, il comandante generale, a Roma, alla presenza delle massime autorità dello Stato, ha celebrato il 245° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza. Questa sera, qui a Macerata - pur nel rigoroso rispetto delle vigenti direttive emanate dall’autorità di governo che impongono cerimonie a carattere interno - vogliamo parteciparvi, con la necessaria solennità e con tutto il nostro orgoglio di indossare le Fiamme Gialle” sono state le prime parole del Comandante.
“Solennità sobria, dunque, esaltando così ancor più le nostre caratteristiche più marcate: l’essenzialità, la discrezione e la riservatezza nell’agire – ha proseguito Gravina -. Sono passati 245 anni dal 1774, quando fu costituita, nel Regno di Sardegna, la legione truppe leggere, in seno all’armata piemontese, con compiti di difesa militare delle frontiere e vigilanza doganale. È l’inizio della nostra storia. Una storia costellata da momenti di gloria, per atti di puro eroismo di singoli e collettivi, caratterizzata sempre da un unico comune denominatore: la consapevolezza di essere al servizio della collettività per il raggiungimento del bene comune, quotidianamente impegnati ad affermare - ad ogni costo, sempre e comunque - il primato della legalità e dei principi democratici dello stato. Ad ogni costo, dunque, sempre e comunque, senza mai arretrare, come recita il nostro motto.”
Il Comandante Gravina è tornato poi indietro di 100 anni, al 1919, per ricordare l’origine del motto delle Fiamme Gialle. “Dopo la grande guerra, fu questo l’anno dei trattati di Pace a Versailles e dello stallo nelle trattative riguardanti l’Italia e la ridefinizione delle nostre frontiere al confine Jugoslavo. In questo difficile scenario Fiume, importante porto commerciale con popolazione a maggioranza italiana, divenne il simbolo della questione, culminata con l’occupazione della Città da parte di un manipolo di legionari guidati dal poeta Gabriele D’Annunzio, autoproclamatosi reggente del governo della Città in nome del Re d’Italia. Nel territorio fiumano erano presenti circa 300 finanzieri, al comando di 15 ufficiali, con compiti di polizia portuale e doganale, vigilanza litoranea e di frontiera. A loro, D’Annunzio volle affidare la gestione dell’ordine pubblico, reso particolarmente precario dalla difficile convivenza tra i legionari dannunziani ed i militari regolari di stanza nella zona.”
“Furono bravi in questo: riuscirono a mantenere lo status quo e a guadagnarsi sia la piena fiducia di D’Annunzio che l’ammirazione della popolazione civile, che si tradusse in un gesto simbolico il 4 dicembre 1919, durante la festa di Santa Barbara – ha proseguito Gravina -. Nella primavera successiva la situazione complessiva si fece insostenibile, soprattutto per le intemperanze degli arditi dannunziani. I conflitti a fuoco, con morti e feriti, divennero quotidiani, tanto da indurre il comando italiano ad evacuare tutti i militari regolari dalla Città, tranne che i finanzieri, i quali si trovarono improvvisamente soli nell’affrontare l’arduo impegno di assicurare la difesa della Città e il mantenimento dell’ordine pubblico. Ancora una volta riuscirono ad onorare il loro compito, evitando ulteriori spargimenti di sangue, e suscitando ancora una volta l’apprezzamento di D’Annunzio che ammirò il loro agire come esempio di fedeltà e sacrificio. Tale apprezzamento si concretizzò nella solenne cerimonia del 25 giugno 1920, allorquando, subito dopo aver fregiato il vessillo del corpo della medaglia di Ronchi ed esaltato nella sua oratoria i finanzieri fiumani, dedicò per iscritto quello che diverrà il motto araldico del corpo: “nec recisa recedit” ovvero “neppure recisa retrocede. […] A tutti loro, e a tutti i caduti, di tutte le forze armate e di polizia, noi finanzieri maceratesi, come lo scorso anno, dedichiamo la celebrazione odierna, rendendo loro onore e rinnovando l’auspicio che le armi tacciano per sempre” ha concluso il Comandante Provinciale.
Il Comandante ha infine ringraziato le Fiamme Gialle maceratesi per la preziosa e complessa attività Istituzionale svolta, dal contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, alla tutela della spesa pubblica, alle indagini per contrastare la criminalità economico-finanziaria, al concorso al mantenimento dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica. Un Corpo che, dopo 100 anni, è profondamente cambiato ma è sempre ben ancorato alla sua storia, basata sulla tradizione e sulla modernità.
Nel 2018 e nei primi 5 mesi dell’anno, gli interventi dei reparti macerataesi nei diversi comparti operativi - ed in particolare in quelli della lotta all’evasione e della tutela della spesa pubblica - hanno subìto un considerevole incremento, ed hanno prodotto risultati di altissimo profilo.
Sono 7.523 gli interventi ispettivi conclusi dai Reparti della Guardia di Finanza tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019; 1.246 sono, invece, le indagini delegate al Corpo, nello stesso periodo, dalla magistratura ordinaria e contabile. Cifre, queste, che danno il senso dell’intensificazione delle attività delle Fiamme Gialle contro i più gravi fenomeni di illegalità economico-finanziaria. Interventi mirati, indirizzati nei confronti di target accuratamente selezionati grazie ad attività di intelligence, al controllo economico del territorio e ad analisi di rischio, ulteriormente migliorata, quest’ultima, in ragione della potenziata interazione tra le banche dati a disposizione e all’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria.
Si è poi proceduto alla premiazione di coloro che si sono distinti all’interno del Corpo della Guardia di Finanza maceratese.
Il Tenente Colonnello Andrea Magliozzi, il luogotenente Massimo Sorrentino e il luogotenente Augusto Soccionovo sono stati premiati, con encomio solenne, perché hanno evidenziato “non comuni qualità tecnico professionali e spiccato acume investigativo, eseguendo una complessa attività di polizia giudiziaria a tutela della spesa pubblica e del bilancio della spesa sanitaria regionale.”
Encomio solenne è stato concesso anche al Maresciallo aiutante Giancarlo Monteleone e al Maresciallo Ordinario Fabio Amico per aver “evidenziato elevate doti tecnico professionali e spirito di sacrificio, eseguendo una articolata attività di servizi a tutela della spesa pubblica.”
Elogio è stato concesso al Maresciallo Ordinario Pasquale Scialdone e al brigadiere capo Giovanni Strazzante per aver “confermato eccellenti qualità professionali, spirito di abnegazione totale al servizio ed elevate capacità organizzative, assolvendo i propri compiti con non comune solerzia, grande impegno e competenza. I due finanzieri hanno eseguito, con elevata precisione e puntualità, numerosi servizi di polizia economico finanziaria e Polizia Giudiziaria in materia di stupefacenti e marchi contraffatti, fornendo contributo personale determinante per il raggiungimento di elevati standard di efficacia ed efficienza del reparto di appartenenza.”
Elogio anche per il Maresciallo Aiutante Davide Bibini e l’Appuntato Scelto Qualifica Speciale Genesio Manetti per aver confermato “eccellenti qualità professionali nel settore dell’informatica operativa, spirito di abnegazione ed elevate capacità organizzative, assolvendo i propri compiti con non comune solerzia, altissimo senso del dovere, grande impegno e profonda competenza tecnologica. In possesso della qualifica “Computer Forensics & Data Analysis” hanno fattivamente e proficuamente collaborato in numerose attività di Polizia Economica Finanziaria, anche delegate dalla competente Autorità Giudiziaria, fornendo un contributo personale determinante.”
Infine elogio concesso al Luogotenente Carica Speciale Luigi Martone, al Luogotenente Carica Speciale Gabriele Nardella, al Luogotenente Domenico Silvestri e al Luogotenente Domenico Pio Di Martino perché “sorretti da elevate qualità personali e capacità professionali, assolvevano i propri compiti con non comune solerzia, impegno ed efficienza, prodigandosi in ogni occasione con abnegazione, senso di responsabilità, attaccamento al servizio e spirito di sacrificio.”
Consegnata la Costituzione ai neo diciottenni di Camerino dal sindaco Sandro Sborgia. Nella domenica in cui sono stati ricordati gli eccidi del 1944 che segnarono profondamente la storia della città ducale, si è rinnovato l’importante appuntamento che coinvolge i neo maggiorenni.
“E’ un momento tanto sentito perché segna una parte importante della storia della nostra città – ha detto il sindaco Sandro Sborgia rivolgendosi ai ragazzi – in cui tanti uomini e giovani persero la vita. Non a caso è stata scelta questa giornata per la consegna della Costituzione, la carta sintesi dell’impegno di tanti uomini, anche per idee, sensibilità e orientamento diversi tra loro, ma accomunati dall’aver vissuto le criticità della guerra e dalla stessa volontà affinchè non fossero ripetuti gli errori del passato. Mi piace ricordare l’articolo 11, secondo il quale l’Italia ripudia la guerra. Il verbo ripudia fa capire il rifiuto netto e forte verso quanto ha generato forti criticità, paura, perdita della libertà e morte. Manifesta la volontà e la necessità di trovare soluzioni attraverso il dialogo senza mai lasciare il passo alle armi."
"È un passaggio importante della vostra vita – ha continuato Sborgia rivolgendosi ai ragazzi - siete maggiorenni e ufficialmente adulti quindi vogliamo celebrare questo momento regalandovi il documento che detta i principi a cui devono conformarsi le norme dello Stato: nella Costituzione troverete risposte, valori e strumenti di riflessione”.
Una giornata iniziata in viale Giacomo Leopardi, con la deposizione di una corona di alloro al Monumento ai Caduti accompagnata dalle note della banda Città di Camerino, per poi continuare la celebrazione nella tensostruttura nel quartiere Le Mosse, sempre presenziata anche da Mario Mosciatti, presidente dell’Anpi Camerino e Lorenzo Marconi presidente del comitato provinciale dell’Anpi e coordinatore del comitato regionale.
Nei giorni scorsi si sono già svolte le commemorazioni serali nei luoghi in cui sono avvenuti gli eccidi: Pozzuolo, Letegge e Palentuccio. Stasera (lunedì) alle 20,30 si svolgerà la commemorazione a Capolapiaggia, con ritrovo ai Cappuccini di Renacavata.
In merito alle ipotesi di un probabile ingresso nell’APM (azienda pluriservizi Macerata), la Fondazione Carima sottolinea come il dialogo con le istituzioni del territorio sia costante oltre che improntato alla massima correttezza e trasparenza nell’ottica di sostenere lo sviluppo sociale, culturale ed economico della provincia di Macerata.
"In questo contesto si inquadra lo scambio di opinioni con il Sindaco del Comune di Macerata, azionista di maggioranza dell’APM, che è avvenuto con l’unico obiettivo di valutare le condizioni di reciproca convenienza di un eventuale ingresso della Fondazione, con quote di minoranza, nel capitale della predetta società" si precisa.
Al fine di meglio chiarire i contorni di tale interessamento, la Fondazione evidenzia quanto segue:
1. operazioni come quella in esame sono già presenti nel mondo delle Fondazioni bancarie, tanto che è la stessa normativa di settore (D.lgs 153/99 vero e proprio Testo Unico delle Fondazioni) a promuovere forme d’investimento connesse con le finalità istituzionali delle Fondazioni ed in particolare con lo sviluppo economico/sociale del loro ambito territoriale attraverso il mantenimento o l’acquisizione di partecipazioni “non di controllo” in società a forte valenza territoriale;
2. l’Associazione di Categoria delle Fondazioni bancarie (ACRI) si è espressa, da tempo, a favore di impieghi che riguardano attività territoriali strategiche coerenti con i settori d’intervento in cui operano le associate, così da poter mettere a disposizione della collettività risorse più ampie di quelle compatibili con la mera attività di elargizione dei contributi;
3. negli ultimi anni molte Fondazioni sono entrate in realtà connesse ai rispettivi territori di riferimento;
4. questi programmi d’investimento avvengono in coerenza con la pianificazione degli Enti Locali e con l’obiettivo di attivare un processo partecipativo che abbia come fine la realizzazione di infrastrutture strategiche, materiali e immateriali, fondamentali per una comunità;
5. l’interesse della Fondazione, nel caso specifico, è circoscritto ad una quota di minoranza, in linea con i pacchetti azionari detenuti dagli altri Comuni, diversi da quello di Macerata, che complessivamente non raggiungono l’1% del capitale dell’APM;
6. tale forma d’intervento, se di interesse, potrebbe essere estesa anche ad altre realtà presenti in altri Comuni della provincia quale ulteriore segnale di vicinanza al territorio;
7. la Fondazione non è mossa da finalità speculative, derivanti dall’incasso dei dividendi distribuiti dalla società, ma unicamente dall’obiettivo di attivare una “dimensione comunitaria” che coinvolga le molte forze attive del territorio secondo una logica di compartecipazione;
8. infine, è bene ricordare, che l’eventuale ingresso della Fondazione in APM o in altra società richiederebbe in ogni caso un’attenta e preliminare valutazione degli aspetti economici e gestionali di questa, poiché la Fondazione ha il dovere di preservare il proprio patrimonio (esigenza divenuta più pressante dopo la vicenda di Banca delle Marche) attraverso un’accorta politica d’investimento che privilegi impieghi remunerativi, con rischio accettabile e fortemente diversificato.
"Vicinanza alla famiglia e sentito cordoglio." Il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari esprime il dolore di un intero territorio e di una comunità per la scomparsa di Gilberto Giorgi. Già consigliere provinciale negli anni 1975-80 con il presidente Otello Di Stefani, dal 1990 al 1995 ricoprì la carica di assessore dell’Amministrazione provinciale con le deleghe all’ambiente, all’urbanistica, alla caccia e alla pesca.
“Se n’è andata una persona buona, generosa, di una grande e straordinaria umanità. Aveva un atteggiamento di ascolto e attenzione, impossibile vederlo arrabbiato - ricorda Pettinari che negli anni ’90-’95 ha lavorato insieme a lui nella giunta provinciale -. Anche di fronte a situazioni difficili, Giorgi reagiva affrontandole con quella dose positiva di ottimismo, mai drammatica; era portato a cercare la soluzione migliore del problema. A seguito della legge 142 del 1990, in cui alla Provincia vennero assegnati ruoli di rilievo in nuovi settori e materie, fu incaricato di seguire le nuove deleghe dell’ambiente e dell’urbanistica, molto complesse; ma le seppe svolgere con la grande esperienza di amministratore che aveva”.
Gilberto Giorgi fu sindaco di Cingoli per quindici anni, prima di essere nominato assessore provinciale. “Era un profondo conoscitore del territorio - conclude Pettinari - e non riteneva le esigenze di un altro comune secondarie o diverse da quelle della sua città: era un rappresentante a tutto tondo della nostra provincia. Forti in lui i valori degli affetti, dell’amicizia, e della famiglia, di cui era fervente sostenitore. Ci ha dato tanto e ci mancherà, che il suo ricordo sia esempio per tutti noi”.
FOTO DELLA PRO LOCO DI CINGOLI
Domenica 23 giugno si è celebrata la 12ma Bandiera Blu di Potenza Picena. L’iniziativa si è svolta sul Lungomare centro, Belvedere Baden Powell di Porto Potenza Picena a partire dalle 18. Scenografie e coreografie realizzate dai bambini delle classi elementari di Potenza e Porto Potenza che a inizio manifestazione accompagnati dalla Banda cittadina hanno cantato l’Inno d’Italia mentre i ragazzi dello Scoubateam, prima hanno aperto una grandissima bandiera blu nelle acque del mare e poi l’hanno depositata bagnata davanti al nuovo Sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini.
A tutti i cittadini e a tutti i bambini sono state consegnate con le magliette Bandiere Blu che hanno immediatamente indossato mentre centinaia di palloncini blu sono stati lasciati salire in cielo. Una manifestazione molto partecipata a cui hanno preso parte le maggiori autorità civili e militari e moltissimi cittadini, ma soprattutto tantissimi bambini e bambine delle scuole accompagnati dalle insegnanti. Presente anche il Consigliere Regionale Francesco Micucci. Ma la sorpresa concertata dall’ufficio preposto, coordinato da Renza Baiocco alla Tartabini è stata la staffetta ideale lasciata con un mazzo di fiori dall‘ex Sindaco di Potenza Picena, Maria Magi che fu - dal ‘75 al ‘85 - uno dei primi sindaci donna in Italia proprio a Potenza Picena, al nuovo Sindaco donna Noemi Tartabini.
Una giornata all’insegna dell’importante riconoscimento della Bandiera Blu che a Potenza Picena raggiunge i 12 vessilli e una giornata in rosa, rappresentata per la seconda volta nella storia del Comune da una guida al femminile. “Una bella sorpresa quella di vedere qui Maria Magi 34 anni dopo insieme a me. Un segnale importante per tutte noi donne impegnate nel lavoro, in famiglia e nella pubblica amministrazione - ha dichiarato Noemi Tartabini, intervendo alla manifestazione - E poi quello della 12ma bandiera Blu rappresenta per il nostro Comune un riconoscimento importante che premia il lavoro costante di tutti i cittadini, nessuno escluso. Le scuole, gli insegnanti e i bambini presenti qui con i loro lavori realizzati nell’anno scolastico sulla salvaguardia dell’ambiente, tutti gli operatori turistici che sono attenti al ciclo virtuoso dei rifiuti ma anche di tutte le attività ricettive che sono vere eccellenze nell’accoglienza".
"Ma importantissimo, il contributo convinto di tutti i cittadini che quotidianamente si occupano di tenere pulita la nostra città. Perché la Bandiera Blu non è solo pulizia delle acque, è anche tutto ciò che gira intorno al nostro bellissimo mare, la cura del verde, l’accessibilità per i disabili, le piste ciclabili e le piste pedonali, compreso il decoro della città. Sono orgogliosa - conclude Tartabini - di tutti voi concittadini per il vostro costante lavoro e per l’impegno che mettete nel rispetto del nostro bellissimo territorio. Un lavoro di squadra che viene riconosciuto e che deve essere da stimolo per fare sempre di più e sempre meglio”.
La celebrazione come di consueto ha visto la consegna delle bandiere alle istituzioni, alle forze di polizia, agli stabilimenti balneari, alle strutture ricettive, alle associazioni di volontariato, alle associazioni sportive. Al termine si sono esibite le ragazze della ginnastica ritmica di Porto Potenza che hanno creato coreografie e scenografie richiamanti il mare blu. La festa è poi continuata mangiando pesce azzurro “scottadito”, tipico della nostra tradizione culinaria. Alle 21.30 a conclusione della giornata di festa in Piazza della Stazione c’è stato lo spettacolo musicale “Mister Italia e Miss Gran Prix”.
Commozione ed emozione sono stati i sentimenti che hanno accompagnato la cerimonia di intitolazione ad Antonino “Toti” Barone della nuova palestra comunale dell’Istituto comprensivo “P. Tacchi Venturi” di San Severino Marche.
Un gesto voluto da tutto il mondo sportivo settempedano per rendere omaggio all’indimenticabile giocatore e allenatore ma, soprattutto, istruttore e formatore delle giovanili del basket che si fece amare ed apprezzare per l’impegno, la serietà e l’etica comportamentale anche ben oltre i confini cittadini. “Toti” Barone, infatti, fu un esempio da imitare per moltissime persone, tra cui tanti tecnici, tanto da meritare la chiamata, da parte della Federazione Italiana Pallacanestro, come responsabile del settore giovanile provinciale.
“Abbiamo atteso perché volevamo che la nuova palestra delle scuole medie fosse in regola con tutti i parametri di legge. Siamo grati ai ragazzi del basket per averci suggerito il nome di un uomo i cui ideali sono racchiusi nel motto che spesso pronunciava: “Sono soddisfatto di me stesso solo quando so di aver dato il massimo” e che è stato veramente un grande esempio per tutti noi”.
Così il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, che nel 2016 aveva inaugurato la nuova palestra, alla sentitissima cerimonia di intitolazione che è stata benedetta dal vicario vescovile, don Alto Romagnoli. Accanto al primo cittadino settempedano erano presenti pure la vedova di Antonino Barone, Rita Serrani, e i due figli, Nicola e Michela.
Tra gli intervenuti il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, l’assessore comunale allo Sport, Paolo Paoloni, l’assessore comunale alle Finanze, Tarcisio Antognozzi, i consiglieri comunali Pier Domenico Pierandrei, Francesco Borioni e Pietro Cruciani, presente nella doppia veste pure di medico sociale di lungo corso della società di basket, il dirigente scolastico, Sandro Luciani, il presidente Francesco Ortenzi e l’allenatore della Società Amatori Basket Rhütten San Severino, Alberto Sparapassi, il direttore sportivo, Guido Grillo, il dirigente Paolo Severini insieme agli altri membri dello staff della Sab ed alcune vecchie e nuove glorie del basket locale.
Dopo aver giocato nella pallacanestro Palmi, dalla promozione alla serie C, e aver militato nell’allora Viola Reggio Calabria in serie A2 come giovane play-maker, a San Severino Marche “Toti” arrivò grazie all’amore per Rita Serrani che aveva conosciuto all’Università di Perugia.
A chi pratica il basket Barone ha lasciato una sua pubblicazione tecnica, “Basket Minestrone”, che ancora oggi rappresenta il miglior manuale per molte realtà cestistiche.
Quattro generazioni, una produzione di 300 sassofoni l’anno, l’80% destinata a tutti e cinque i continenti. Collaborazioni con artisti mondiali come Joe Lovano, Jimmy Greene, Bob Berg, Michael Brecker, Gerry Mulligan, Pietro Tonolo e Stefano “Cocco” Cantini: questa la storia dei (quasi) 150 anni della Borgani di Macerata, raccontata dal titolare Orfeo, amante della musica classica, di quella degli anni ’70 e ’80 e, ovviamente, del jazz.
L’Azienda nasce nel 1872 dal fondatore Augusto, bisnonno di Orfeo, a Loro Piceno. “Lui ha da sempre avuto una grande passione per la musica e decise di intraprendere la strada della costruzione di strumenti musicali – ci spiega Orfeo, oggi Dirigente dell’Azienda -. Ciò che stupisce, in merito alla sua storia, è che la spinta imprenditoriale del mio bisnonno arriva a metà dell’Ottocento da un piccolo paese delle Marche che, certamente, non era una delle Regioni più evolute. Egli decise di istruire i suoi quattro figli per seguire una visione imprenditoriale a lungo termine e gettare quindi le basi per un’azienda con una mentalità moderna.”
“Qualche anno dopo l’Azienda si sposta poi a Macerata, principalmente perché qui c’è la ferrovia – ha proseguito Orfeo -. Il nostro vero cambiamento avviene negli anni ’80. Dopo il boom economico dei vent’anni precedenti, nel ’68, iniziano le prime lotte sindacali: prima si lavorava per prezzo e non per qualità. Se non si era seguita questa linea negli anni si veniva buttati fuori dal mercato. Molte aziende non hanno capito che i tempi stavano cambiando e, per molte di loro, è arrivata la crisi. Noi siamo riusciti a farlo e abbiamo dato ai nostri clienti un servizio di qualità che non si ferma alla vendita dello strumento ma inizia molto prima e prosegue soprattutto dopo: è in questo che dobbiamo essere competitivi. Soprattutto dato che i nostri concorrenti (quattro in tutto il mondo) sono delle multinazionali: tra questi anche la Yamaha.”
“Nell’ultimo periodo abbiamo puntato molto a incrementare nei giovani l’insegnamento della musica, una cosa che in Italia non è mai avvenuta – ha osservato Orfeo -. La musica non è una materia curricolare e, in questo modo, sono gli stessi ragazzi a sottovalutarla. Anche il fatto che un capoluogo di provincia come Macerata non sia dotato di un Conservatorio o di un Liceo Musicale, penso sia un fatto negativo.”
“Da circa un anno, abbiamo dato vita all’Associazione Accentum e, tramite un progetto pilota, abbiamo pensato di poter divulgare la musica suonata nell’età prescolare ed elementare, proponendo anche un saggio finale per i ragazzi. Il bello degli strumenti a fiato è anche quello: suonare tutti insieme e socializzare. Quello dell’insegnamento e dell’informazione è però un problema italiano che dovrebbe essere risolto. A tal proposito, sempre in collaborazione con l’Associazione Accentum e l’Anbima Marche, abbiamo ideato e realizzato il primo corso di formazione in Italia per l’avvio alla pratica strumentale. Tale corso suddiviso in 3 moduli, svoltosi da gennaio ad aprile, per un week end al mese, con 3 Insegnanti tra i più qualificati in Italia, è stato una delle prime importanti iniziative ideate proprio per aiutare la diffusione della musica.”
Quando Orfeo parla però delle sue creazioni, gli occhi si riempiono di orgoglio e soddisfazione. “I nostri sassofoni sono prodotti altamente artigianale e personalizzati. Lavoriamo infatti con il singolo Artista e lo strumento, il più giovane di quelli a fiato, viene realizzato su misura in base alle sue esigenze artistiche e musicali – ha spiegato nel dettaglio il patron della Borgani mentre il noto sassofonista Stefano Bedetti stava provando il suo strumento nell’altra stanza –. È un lavoro di grandissima precisione, che richiede delle capacità specifiche e che non tutti sono in grado di fare. Lavoriamo con alcuni specialisti e riparatori che sono tra i migliori a livello mondiale. Il tempo che ci vuole? Bè è un lavoro che non può essere quantificato perché lo stesso artista viene qui, prova lo strumento, torna a casa, ascolta le registrazioni e poi decide. Da lì inizia la produzione del sassofono che può essere modificata in itinere. Le modifiche più importanti sullo strumento sono avvenute negli anni ‘60 ma le ultime innovazioni sul Sassofono sono le nostre, realizzate tra gli anni ’90 e 2000: per noi questo è un motivo di grande orgoglio. Costruiamo infatti lo strumento in sette leghe sonore diverse che danno altrettanti suoni diversi”.
Quando gli chiediamo se il territorio ha penalizzato o meno l’Azienda, Orfeo ci risponde raccontandoci un aneddoto di qualche anno fa. “Mi colpì ciò che notò un nostro amico musicista arrivato dal Brasile che, giunto a Macerata mi disse ‘ho impiegato più tempo per arrivare da Bologna a Macerata che dal Brasile all’Italia’. La penalizzazione quindi c’è ed è notevole perché spesso è sinonimo anche di rinunce, ma la nostra volontà è quella di rimanere sul territorio, un territorio che spesso sembra non apprezzare la nostra professionalità.”
Un rapporto, quello con gli artisti internazionali con i quali la Borgani collabora, che va oltre al semplice momento lavorativo. “Mulligan quando veniva in Italia per suonare, lasciava sempre due posti riservati per mio padre: questo per far intendere il rapporto di amicizia e umano che c’era. Gli stessi artisti di livello internazionale hanno permesso alla nostra azienda di compiere negli anni una vera e propria crescita: interfacciarsi con i massimi esperti del settore ci ha portato a produrre solo il top di gamma.”
Quella di Orfeo Borgani è una visione imprenditoriale di qualità e a lungo termine che però, non sembra trovare riscontro nell'attuale situazione economia italiana. “Penso che, nel nostro Paese, si sia distrutto l’artigianato a favore della grande azienda che fa massa – ci ha spiegato -. Il dramma della nostra economia è che è difficile trovare manodopera perché il mondo stesso è cambiato. Io stesso sono stato invitato all’Università di Verona per tenere una lezione sulla mia Azienda con il professor Sergio Noto: sono soddisfazioni certamente ma sono cose che succedono fuori da casa nostra perché qui non mi è stato mai chiesto nemmeno un parere in merito a contesti relativi al mio ambito professionale. Credo sia nostro dovere investire sulla formazione e sull’informazione e creare un circuito affinché la gente venga a Macerata.”
Il Gruppo 50 bis, ovvero il coordinamento dei dipendenti pubblici assunti nei Comuni e negli Uffici Speciali per la Ricostruzione a seguito del Sisma del Centro Italia 2016, ha presentato all’attenzione delle Istituzioni competenti (tra cui il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e il Sottosegretario Vito Crimi, ndr) una nota relativa alle problematiche poste dall'applicazione dell'art. 22 del cd. Sblocca Cantieri.
Nella nota si vuole far emergere la situazione in cui versano gli oltre 700 neoassunti ex art. 50 bis D.L. 189/2016 che, in attuazione della recente L. 55/2019, potrebbero diventare presto oltre 900: "Ci siamo costituiti in un coordinamento informale il 3 aprile 2019 a Tolentino (Macerata) al fine di tutelare la nostra dignità professionale e superare, insieme alle Istituzioni competenti, l’attuale condizione di precari della PA a beneficio, non solo dei lavoratori stessi e delle loro famiglie, ma soprattutto delle stesse comunità locali (già duramente colpite dai drammatici eventi del 2016) delle quali queste famiglie sono esse stesse espressione".
"Si vuole sottolineare come questi lavoratori siano indubbiamente il vero motore della ricostruzione post-sisma e su di essi (e sulla loro tutela) è necessario puntare per realizzarla velocemente e nel miglior modo possibile. Con la presente - prosegue la nota - siamo quindi a stabilire un contatto diretto (senza nulla togliere alla lodevole attività di assistenza e supporto prestata sino ad oggi dalle organizzazioni sindacali) con le Istituzioni, gli enti e gli uffici chiamati ad effettuare scelte e decisioni politiche e tecnico-giuridiche, le quali avranno inevitabilmente un effetto diretto e immediato sulle nostre posizioni lavorative e, indirettamente, nelle nostre vite e comunità locali".
"Siamo certi, infatti, che la possibilità di partecipare ai tavoli di confronto, insieme agli altri stakeholders coinvolti nel difficile processo della ricostruzione, renderebbe tale processo più veloce ed efficace proprio perché saremo noi stessi chiamati ad applicare le norme e le procedure frutto di quei confronti. Nella speranza di essere coinvolti in futuro in tali processi decisionali, poniamo subito alla Vostra attenzione alcune perplessità relativamente all’approvazione della recente legge 55/2019 (legge di conversione del D.L. 32/19 cd. Sblocca Cantieri). L’art. 22, comma 2, lett. a) del D.L. 32/2019 (così come convertito con modificazioni con L. 55/2019) prevede la modifica del comma 2 dell’art. 50 bis del D.L. 189/2016 con l’integrazione delle parole “anche stipulando contratti a tempo parziale previa dichiarazione, qualora si tratti di professionisti, e fermo restando quanto previsto dall’art. 53 .lgs. 165/2001, di non iscrizione o avvenuta sospensione dall’elenco speciale dei professionisti di cui all’art. 34 del presente decreto”.
"La richiesta di sospensione e/o cancellazione dalla cd. white list dei professionisti, non presente nel testo del Decreto 32 pubblicato ad aprile, oltre ad essere ingiusta e discriminatoria, comporta anche effetti opposti a quelli che, si presume, vorrebbe realizzare nelle intenzioni del Legislatore: quella di evitare l’ipotesi di un conflitto di interesse tra il professionista impiegato part-time negli enti locali ex art. 50 bis e gli incarichi assunti privatamente e connessi alla ricostruzione".
Nella nota vengono presentati i seguenti rilievi critici:
1) Sovrapposizione e antinomia con l’art. 53 T.U.P.I.
L’art. 53 del T.U.P.I., fra l’altro richiamato dalla stessa norma sub iudice, già disciplina perfettamente le ipotesi di incompatibilità ai commi 7-13, prevedendo che tale disciplina non si applica (comma 6) ai lavoratori con contratto part-time fino al 50%, i quali pertanto non necessitano neanche di autorizzazione da parte dell’ente di appartenenza per svolgere incarichi esterni. I professionisti con orario part-time oltre il 50%, invece, possono svolgere incarichi dietro autorizzazione dell’ente di appartenenza, la quale autorizzazione contiene in sé l’accertamento circa l’insussistenza di situazioni anche potenziali di conflitto di interesse. L’art. 22, comma 2 lett. a), si sovrappone quindi all’art. 53 TUPI e comporta una (ingiusta) presunzione assoluta di conflitto di interesse il cui accertamento è avvenuto “per legge” sottraendolo alla valutazione del caso concreto da parte del singolo ente di appartenenza del professionista, derogando a quanto già previsto dal Testo unico sul pubblico impiego.
2) Violazione dell’art. 3 Costituzione: disparità di trattamento con altri professionisti dipendenti PA
L’art. 22, comma 2, lett. a) comporta una evidente e ingiusta disparità di trattamento tra: a) professionisti dipendenti part – time presso enti locali, assunti a tempo determinato ex art. 50 bis (causa sisma) i quali, con questa norma, non possono più avere incarichi esterni relativi al sisma; b) professionisti dipendenti part – time presso enti locali, assunti a tempo determinato o indeterminato per altre cause/necessità dell’ente di appartenenza (non sisma), i quali possono invece continuare ad assumere incarichi esterni relativi al sisma in quanto la norma si riferisce solo agli assunti nella PA ex art. 50bis;
3) Violazione degli obblighi deontologici verso i clienti e la stessa Pubblica Amministrazione – illegittima retroattività della norma
La norma, obbligando i professionisti a cancellarsi/autosospendersi dall’elenco speciale dei professionisti di cui all’art. 34 D.L. 189/2016, rende impossibile portare a termine gli incarichi assunti nei confronti sia di privati che di altre pubbliche amministrazioni. Ciò comporta automaticamente la violazione degli obblighi professionali e deontologici e, paradossalmente, il rischio per i professionisti di essere deferiti ai rispettivi consigli disciplinari. La norma, pertanto, non dovrebbe avere effetti retroattivi ma applicarsi solo nei seguenti casi: professionisti che verranno assunti nella PA dopo l’entrata in vigore della norma; professionisti, già dipendenti di enti locali ex art. 50 bis al momento in cui la norma è entrata in vigore, ma che non avevano ancora assunto incarichi esterni relativi alla ricostruzione. E’ necessario pertanto un provvedimento d’urgenza che dia l’esatta interpretazione della norma relativamente alla direzione temporale di applicazione, in esecuzione del principio tempus regit actum.
4) Effetti paradossi della norma: concentrazione di incarichi e rallentamento del processo di ricostruzione
L’impossibilità per i professionisti dipendenti part-time degli enti locali ex art. 50 bis, ad assumere e/o a proseguire incarichi esterni relativi al sisma comporterà inevitabilmente il rallentamento di quei cantieri dove tali professionisti risultano incaricati, dovuto alla necessità di individuare nuovi tecnici cui affidare l’incarico. Inoltre vi sarà un’ulteriore concentrazione di incarichi per i professionisti non sisma, rallentando l’esecuzione delle attività di ricostruzione in generale. Si chiede pertanto alle Istituzioni competenti l’adozione urgente di provvedimenti rivolti alla rimozione delle problematiche sopra evidenziate a tutela dei lavoratori part-time assunti ex art. 50 bis.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato maggiormente il tema della tutela degli animali e nello specifico il caso in cui gli amici a quattro zampe vengano abbandonati dai propri padroni, orrenda circostanza questa spesso posta in essere proprio a ridosso delle ferie estive. Il caso in parola ci offre la possibilità di esaminare giuridicamente tale deplorevole condotta penalmente rilevante. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana alla domanda posta da un lettore di Tolentino che chiede: “Il proprietario di un cane abbandona l’animale ai bordi di una strada proprio prima di partire per le proprie ferie estive senza essere visto da alcuna persona che potrebbe denunciare immediatamente tale fatto alla Polizia Giudiziaria. L’animale viene poi salvato da un passante che denuncia tale ritrovamento all’Autorità Pubblica: quali le responsabilità in capo al proprietario dell’animale?
Il caso di specie ci porta ad analizzare il reato di “Abbandono di Animali”, previsto e disciplinato dall’art. 727 del codice penale, secondo il quale: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”. A tal proposito, il concetto di abbandono va ricondotto alla trascuratezza o al disinteresse verso l’animale e non invece all’incrudelimento nei suoi confronti o all’inflizione di sofferenze gratuite, atteggiamenti questi rientranti, di fatto, nel reato di “Maltrattamento di animali” previsto e punito dall’art. 544- ter del codice penale.
L’abbandono, in ogni caso, non va individuato nella sola precisa volontà di abbandonare l’animale, ma nell’intento più generale di non prendersene più cura nella consapevolezza dell’incapacità dell’animale di provvedere autonomamente a se stesso. Pertanto, nel caso che ci occupa, risulta evidente l’applicazione dell’art. 727 c.p. nei confronti del proprietario del cane abbandonato, il quale, pur non essendo stato visto da alcuna persona, non ha tenuto conto della presenza del microchip addosso all’animale; per tali ragioni, è stato agevole per il Servizio Veterinario, poter risalire al proprietario del cane abbandonato poi denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di abbandono di animali. Il proprietario dell’animale abbandonato, sia in primo grado, sia in Appello, ha tentato di difendersi adducendo il fatto di aver smarrito il cane durante un’uscita, senza però aver presentato alcuna denuncia o comunque aver posto in essere alcun tentativo effettivo di ritrovamento. Per tali ragioni, la Corte di Cassazione, non ha potuto che rigettare il ricorso e confermare la sentenza di condanna, in quanto il comportamento tenuto dal proprietario dell’animale, è rinvenibile nella nozione di abbandono enunciata dal primo comma dell'art. 727 c.p. , la quale postula una condotta ad ampio faggio che include anche la colpa intesa come indifferenza o inerzia nella ricerca immediata dell'animale.
La Suprema Corte quindi specifica che la nozione di abbandono di animali è da intendersi non solo come precisa volontà di abbandonare definitivamente l'animale ma anche come il non prendersene più cura, "ben consapevoli dell'incapacità dell'animale di non poter più provvedere a sé stesso come quando era affidato alle cure del proprio padrone". I Giudici di legittimità concludono, avallando ancor di più la decisione del Tribunale, affermando che il "concetto di abbandono, come delineato dall'art. 727 c.p., implica semplicemente quella trascuratezza o disinteresse che rappresentano una delle variabili possibili in aggiunta al distacco volontario vero e proprio (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 18892/11)."
Nel consigliare a tutti di denunciare prontamente tali spregevoli e pericolosi comportamenti penalmente rilevanti, come sempre rimango in attesa delle vostre richieste via mail dandovi appuntamento alla prossima settimana.
"C’è bisogno di una replica? Pensavo che il mio articolo fosse molto chiaro e semplice perché ho solamente descritto l’evoluzione di una serata molto agitata alla quale hanno partecipato parecchi cittadini, nonostante il tutto fosse stato organizzato velocemente. Ho sempre sottolineato il fatto che chiacchere da bar, delle vere malelingue, circolavano in merito ad un presunto progetto di impianto per trattamento rifiuti. Infatti, anche lo stesso Assessore Daris Belli ha ammesso di aver sentito tali voci" così Barbara Archeri, Presidente del Comitato per la tutela Ambientale dell’Alta Fiastrella, dopo la replica del consigliere Alessio Costantini, in merito alla sua lettera-denuncia inviata alla nostra redazione.
"Non ho niente di personale contro il sig. Alessio Costantini anche perchè non lo conosco e lo invito a rileggere con più attenzione il mio articolo perchè non ho mai sostenuto che è sua intenzione realizzare un impianto di trattamento rifiuti, ma che più di una persona presente all’incontro di lunedì sera, ha chiesto agli Assessori presenti il ritiro delle deleghe a lei attribuite sottolineando l’inopportunità di un incarico/delega all’ambiente e al COSMARI di un Consigliere Comunale che è anche Amministratore unico di una ditta che, tra le altre cose, ha come oggetto sociale anche il trattamento rifiuti. Le ricordo che ho semplicemente letto un atto pubblico e cioè una visura camerale. È un reato?" prosegue la Archeri.
"Per chiarezza nei confronti di tutti, ci tengo a sottolineare che non ho alcun ruolo né all’interno di alcun partito né tanto meno all’interno della Pubblica Amministrazione ma che sono una casalinga che presiede un Comitato (che nel recente passato si è tolto una bella soddisfazione contribuendo ad impedire il degrado del territorio) e quindi senza alcuna autorità per costringere chicchessia a rinunciare ad incarichi di ogni natura e genere" conclude la Archeri.
Si è appena concluso a Roma il maxi-concorso che porterà alla selezione dei navigator, le nuove figure che provvederanno a fornire assistenza ai percettori del Reddito di Cittadinanza guidandoli in un processo che avrà come obiettivo primario quello di individuar loro una collocazione lavorativa, nel mentre viene erogato il sussidio.
Il concorso si è tenuto presso i padiglioni di Roma Fiere
Anche gli aspiranti navigator maceratesi si sono dunque recati nella Capitale sperando di riuscire ad aggiudicarsi l’ambito posto di lavoro, che tuttavia non partirà con un contratto a tempo indeterminato.
Il concorso è stato ospitato dai padiglioni di Roma Fiere e, a detta delle testimonianze, l’organizzazione sembra esser stata buona: le procedure di identificazione hanno consentito lo svolgimento della prova nei tempi consentiti, ai candidati sono stati forniti tutti i prodotti di cancelleria necessari per lo svolgimento della prova, come ad esempio quelli disponibili su e-commerce specializzati quali dadoshop.it , ed ovviamente si è fatto divieto assoluto di utilizzare smartphone.
A Macerata, saranno assunti 11 navigator
A Macerata ci sarà spazio soltanto per 11 addetti, ed è utile ricordare che hanno potuto accedere alla prova esclusivamente laureati magistrali in determinate discipline.
Un primo screening è stato effettuato sulla base del voto di laurea e, secondariamente, anche in relazione all’età: a parità di voto di laurea è stata dunque selezionata la persona più giovane.
Per ogni singolo posto disponibile sono state ammesse al concorso 20 persone, di conseguenza avrebbero potuto presentarsi al “concorsone” di Roma” 220 candidati per quel che riguarda la città di Macerata, anche se le domande effettive sono state solo 188, come abbiamo avuto modo di sottolineare in quest’articolo.
Grande curiosità nei confronti di questa nuova figura
Si dovranno attendere alcuni giorni per conoscere chi saranno i navigator che opereranno a Macerata, ed è inutile sottolineare che questa figura suscita non poca curiosità, oltre ad un notevole interesse mediatico.
La sfida più grande, per questi nuovi professionisti, sarà sicuramente quella di riuscire a trovar lavoro ai cittadini: è cosa nota il fatto che la situazione occupazionale nel paese non sia florida, dunque è verosimile immaginare che questa sfida non sarà certo semplice.
Ovviamente, il Reddito di Cittadinanza non è uno strumento finalizzato esclusivamente alla ricerca di lavoro: esso prevede anzitutto un sussidio erogato dall’INPS, il quale riguarda esclusivamente cittadini che rispondono a specifici requisiti, inoltre sono previste delle ore di attività socialmente utili nonché dei corsi di formazione che, si spera, possano qualificare i percettori del Reddito rendendo più agevole il loro inserimento lavorativo.
I pareri sul concorso
L’attenzione dei media è stata massima anche sul concorso, il quale è stato articolato su 3 giorni e 6 turni complessivi, e non sono mancate alcune polemiche.
Nei Social, in molti hanno lamentato il fatto che tantissime persone, molte delle quali disoccupate, hanno dovuto spendere non poco per raggiungere Roma e in molti casi anche per pernottarvi, sottolineando il fatto che una selezione organizzata a livello locale sarebbe stata più equa, altre lamentano il fatto che nel web sono circolate, se pur per grandi linee, delle informazioni sul tipo di domande che sono state poste, di conseguenza i candidati dei turni successivi avrebbero potuto trarre un qualche vantaggio, e via discorrendo.
Al di là di questo, ora non resta che attendere: i candidati per la provincia di Macerata saranno sicuramente in trepidazione, e ovviamente un po’ tutta Italia si chiede come andranno ad operare in concreto, i navigator che affiancheranno i percettori del Reddito di Cittadinanza.
(ARTICOLO PROMOREDAZIONALE)
Sarà riaperto, dopo anni di abbandono, il parco di Villa Lauri in viale Indipendenza a Macerata. Martedì 25 giugno, alle ore 17.30, ci sarà una cerimonia e una festa con tutta la cittadinanza, che potrà fruire di questo antico e straordinario polmone di verde all’ingresso della città, nel quartiere Santa Croce.
L’apertura del parco è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra l’Unimc, proprietaria dell’area e che sta ristrutturando la villa all’interno del parco come sede dell’Istituto Confucio, e il Comune che ha realizzato le opere per rendere fruibile un complesso ambientale e storico che risale alla seconda metà dell’800, dimora della famiglia Lauri e successivamente il sanatorio della città.
Le opere realizzate dal Comune, assessorato all’Ambiente, hanno consentito la sistemazione del vialetto d’ingresso al parco e il ripristino della fruibilità e funzionalità di alcune aree verdi mediante potature e messa in sicurezza, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.
Sono stati inoltre sistemati gli arredi, le panchine già presenti e posizionate di nuove, realizzata l’illuminazione e la segnaletica, compresi anche dei totem informativi sulla storia del parco. La struttura sarà anche dotata di due aule verdi a disposizione della cittadinanza e delle scuole in particolare, in cui - con la stessa logica che anima il progetto QUIsSI CRESCE!, sostenuto dall’impresa sociale con i bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile - si svolgeranno attività e laboratori aperti a bambini e famiglie sulla progettazione partecipata e condivisa, sui materiali naturali e l’ambiente, sull'abitare e il ri-abitare gli spazi esterni e naturali.
Il parco è stato inoltre dotato di un secondo ingresso, non esistente, per l’accesso dalla zona di Colleverde dietro alla palestra. Costo complessivo dell’intervento è di 148mila euro finanziati dalla Regione Marche con i fondi POR FESR 2014/2020, cui si aggiungono 50mila euro dello stesso finanziamento a disposizione dell’Università per realizzare la recisione trasparente in ferro, in sostituzione del muro attuale, togliendo quindi i confini tra il parco e la via pubblica. Per ora nel parco sarà fruibile un percorso di circa 1.500 metri, essendo rimaste naturali e intatte le zone boscate, ma quando sarà completato il restauro della villa si potrà fruire di un percorso più ampio ad anello.
Il parco sarà gestito dal Comune, cui è stato concesso dall’Università in comodato d’uso per 10 anni, che si occuperà della manutenzione, gestione e apertura del parco che al momento sarà dalle ore 8 alle 20.30.
(In foto la firma dell'accordo tra Unimc e Comune)
Augusto Curti, sindaco di Force e presidente del Cal è stato nominato coordinatore dei piccoli comuni di Anci Marche dall’Assemblea Regionale Piccoli Comuni e Unioni. Succede a Roberto De Angelis, già sindaco di Cossignano. “Ringrazio i colleghi per la fiducia e il presidente Mangialardi per aver proposto la mia candidatura” – ha detto Curti che riunirà il coordinamento in tempi brevissimi per definire le priorità. “Nei primissimi posti – ha aggiunto - deve restare il tema della ricostruzione anche se i piccoli comuni hanno tante necessità che attendono risposte”.
All’assemblea ha partecipato anche Luca Ceriscioli, Presidente della giunta regionale che ha sottolineato “il grande impegno dell’Anci come interlocutore istituzionale puntuale e competente. Oggi salutiamo Roberto De Angelis che ha dimostrato grandi capacità e sono certo che anche il nuovo coordinatore regionale saprà contribuire a portare le istanze per mantenere quella collaborazione istituzionale che è indispensabile”.
All’assemblea ha partecipato Massimo Castelli, Coordinatore Nazionale dei Piccoli Comuni e Sindaco di Cerignale (PC). “Il Presidente Ciampi diceva che “l’Italia è un paese fatto di paesi” – ha detto Castelli - e quindi il tema delle esigenze dei 5.505 piccoli comuni su 8.000 deve essere centrale”. “Ci tengo a sottolineare – ha detto – che posso testimoniare l’impegno di Anci Marche nel tema del terremoto sui tavoli nazionali. Il tema è che la politica nazionale deve decidere cosa fare delle aree alle spalle delle grandi città perché se non si ricostruisce la comunità per chi facciamo le opere? Sono contro la riduzione del numero di parlamentari perché altrimenti i piccoli territori non avrebbero più rappresentanza, sono invece per rivedere le indennità rispetto alle responsabilità che ci si assume. Il campanilismo va bene se si usa il campanile per salirci in cima e guardare lontano. Se si sta seduti all’ombra non si cresce e non si sviluppano i territori e il paese. Tra i temi emersi nel dibattito, quindi, anche il fatto che "non si parladella figura del sindaco che, indipendentemente dalle dimensioni e dal numero di abitanti, ha grandi responsabilità."
Il programma ha previsto anche l’intervento di Valeria Mancinelli, Sindaco di Ancona, che ha sottolineato “il ruolo dell’Anci e la necessità di far pesare di più il governo locale nelle scelte nazionali che fanno il nostro destino” e di Guido Castelli, Presidente dell’Ifel che ha sottolineato “come l’assemblea nazionale del 5 luglio a Gornate Olona (VA) sia la sede per discutere del tema dell’autonomia di cui si sta tornando finalmente a parlare”. Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche, ha presieduto l’assemblea e ha ribadito il concetto di parlare a voce unica “anche per evitare pasticci tipo quello dell'approvazione delle norme di modifica del Codice Appalti contenute nel Decreto Sbloccantieri appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale che non può applicarsi ai Comuni del cratere." Mangialardi ha anche ricordato la "battaglia vinta grazie all’impegno di Anci Marche per l’indennizzo da corrispondere ai comuni del cratere che doveva essere considerato al netto degli indennizzi assicurativi perché, diversamente, si sarebbe andati a penalizzare quei sindaci virtuosi che avevano stipulato polizze per tutelarsi in caso di eventi calamitosi come quelli che purtroppo hanno ferito oltre 130 comuni del centro Italia, per la gran parte marchigiani”.
Il coordinamento regionale è composto dai sindaci di Force (Augusto Curti coordinatore), Mergo, Polverigi, Monte Roberto, Serra De’ Conti, Genga, Lunano (Mauro Dini, vice coordinatore), Borgo Pace, Gradara, San Costanzo, Frontone, Appignano del Tronto, Montedinove, Pievetorina, Apiro, Appignano, Bolognola, Belmonte Piceno, Monsampietro Morico, Smerillo, Cossignano (vice sindaco).
Dopo la recente sentenza del Tar del Lazio, accolta con molto clamore e che sembrava aver rivoluzionato la normativa riguardante l'accesso dei cani in spiaggia, bollando come "irragionevole e illogico" vietare l'ingresso agli animali sulle spiagge destinate alla libera balneazione, abbiamo fatto il punto della situazione con Marco Scarpetta, vicepresidente dell'Associazione Balneari.
"Con le attuali norme - afferma il titolare dello stabilimento Raphael's Beach -, a Civitanova la situazione è la seguente: l'ingresso dei cani in spiaggia è permesso dal 16 ottobre al 14 marzo (periodo invernale) mentre dal 15 Marzo al 15 ottobre (stagioni calde), si può accedere esclusivamente nelle aree autorizzate dal comune".
Attualmente le aree autorizzate ad ospitare gli amici a quattro zampe sono le seguenti: Balneare Antonio (conc. n.1); Solemar (conc. n.5); Kite Surf (tra le concessioni n. 5 e n. 6); Lido Cristallo (conc. n.6); Gianfranco (conc. n.9); Marebello (conc. n.11); I due Re (conc. n.12); Gigetta (conc. n.13); Arturo (conc. n.15); Cala Maretto (conc. n.16); Giovanni e Anna (conc. n.17); Ippocampo (conc. n.35); Caribean (Conc.n.40); Virgolazerouno (conc. n. 43).
Il fatto di aver ottenuto la concessione non significa però che tutti ne usufruiscano, è bene quindi chiedere al gestore prima accedere alla spiaggia ed è comunque sempre vietato l'ingresso dei cani in acqua.
"Circa la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio riguardo i cani in spiaggia - conclude Scarpetta -, al momento non sortisce effetti sulle nostra normativa comunale che si basa su regolamenti e leggi regionali".
Consegnato all’ingegnere Severino Capodagli della Valmex di Fano il Premio Imprenditore UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) intitolato a “Giuseppe Guzzini”, figura di grande spicco nel panorama non solo marchigiano ma anche nazionale, scomparso nel 2015.
La premiazione della terza edizione ha avuto luogo ieri, venerdì 21 giugno alle ore 18:30, presso il Comune di Recanati.
”Sono troppo orgoglioso che il nostro territorio sia celebre per i personaggi di alto calibro che sono nati qui - dichiara il sindaco Antonio Bravi -. Il Premio Giuseppe Guzzini edizione 2019 ha affrontato una tematica più che attuale: il lavoro. La difficoltà generale oggi è proprio il lavoro: darlo, trovarlo, crearlo. Mi auguro che le imprese continuino a nascere e crescere per dare un futuro a questa terra”.
“Questo premio mi ricorda la Parabola dei Talenti - interviene il Vescovo di Macerata Nazzareno Marconi -. Quella stessa parabola è una critica alla mancanza di capacità imprenditoriale in pratica. E di questa ne abbiamo bisogno perché il lavoro oggi non si trova. Il lavoro oggi si crea. E chi si dà da fare per crearlo, fa qualcosa di particolarmente meritevole”.
A premiare l’ingegnere sul palco il presidente dell’UCID Marche, il segretario generale dell’UCID Italia e tutti i fratelli Guzzini; la madre, la signora Silvana, non ha potuto esserci a causa di un recente incidente, ma ha scritto una lettera con la quale ringraziava tutti i partecipanti e ha ricordato che grande uomo è stato Giuseppe Guzzini, nel lavoro ma soprattutto nella vita quotidiana.
Il premio - una scultura dell’artista locale Ermenegildo Pannocchia - è andato all’ingegner Capodagli della Valmex, che ad oggi conta 350 dipendenti, perché “in anni di crisi ha saputo mantenere tutta la produzione in Italia, garantendo e aumentando gli addetti ai lavori. Si è speso nell’associazionismo e ha rappresentato le istanze dei piccoli e grandi imprenditori. Un filantropo è un uomo che ha sempre messo l’uomo al centro, non il dipendente”.
“Devo ringraziare Guzzini - commenta commosso Capodagli - Io mi sento un pulcino in confronto a Giuseppe, io ho solo fatto il mestiere che mi piaceva fare, l’ingegnere, e l’ho fatto meglio che ho potuto. Questo premio non è per me, deve essere dato a tutti i miei dipendenti perché sono loro che hanno contribuito a rendere grande l’azienda. Ma soprattutto lo vorrei dedicare alla mia famiglia, che spesso ho sacrificato per il mio lavoro”.
“Questo non è mai stato un premio locale - conclude Manlio D’Agostino, segretario generale UCID -. Giuseppe Guzzini non è stato e non è un personaggio importante solo per Recanati, ma per tutta l’Italia è una eccellenza imprenditoriale e umana. Il premio lo abbiamo fortemente voluto nazionale proprio per questo. Il premio non è un ricordo, è un ponte. Tra chi ha costruito tanto e noi che dobbiamo continuare ad innovare pur nella tradizione. Non dobbiamo insegnare ma dobbiamo fare e soprattutto dobbiamo far sapere”.
Presente in sala ad omaggiare il vincitore anche il questore Antonio Pignataro e diversi rappresentati dell’imprenditoria locale e nazionale.
E’ firmata Gambero Rosso la prima guida italiana delle migliori panetterie d’Italia. Dopo lunghi mesi di ricerca, selezione e di assaggi, di test e confronti è uscita la nuovissima guida Pane & Panetterie d’Italia. Dei ventimila e più panifici presenti lungo la Penisola, ne finiscono in guida poco più di 350 e tra questi è stato inserito il Panificio Pasticceria di Pietro Quercia di Montecosaro Scalo.
Pietro Quercia nasce in Puglia, da una generazione di frantoiani, a 18 anni decide di intraprendere gli studi in economia nelle Marche ma coltiva da sempre una grande passione, quella della panificazione. Sempre più spinto da questa sua passione decide di frequentare la prestigiosa Accademia Internazionale di cucina fondata da Gualtiero Marchesi e dopo aver avuto come mentore Ezio Marinato, tra i massimi esperti italiani di panificazione, decide di aprire un suo laboratorio. Nel 2015 nasce a Montecosaro Scalo in provincia di Macerata il Panificio Pasticceria Quercia Pietro.
Come afferma Pietro Quercia: “Credo che la salute parta dall’alimentazione e da un continuo divenire tra ricerca e tradizione. Ed è per questo che la nostra panificazione utilizza solo grani antichi biologici e farine non raffinate e dalla forte identità che vengono acquistate da mulini locali. Utilizziamo solo lievito madre e materie prime biologiche di primissima qualità a km 0". Tra i prodotti annoverati oltre al pane di varie tipologie, ricordiamo la focaccia pugliese, la pizza al formaggio, panzerotti e dolci tipici marchigiani e stagionali.
Ancora abbandono di rifiuti nelle zone rurali di Tolentino. A seguito dei consueti controlli effettuati con l’ausilio dell’Ufficio Ambiente per individuare eventuali responsabilità dovute ai recenti allagamenti riguardanti contrada Pianibianchi, è stata individuata una sorta di discarica abusiva sotto uno dei cavalcavia della superstrada.
Materiali di vario tipo sono stati erroneamente abbandonati e accatastati: tubi di cemento, stufe, termosifoni e vari inerti da cantiere.
La notizia del rinvenimento è stata subito trasferita al Comando della Polizia Locale che su sollecito del Consigliere delegato all’Ambiente Antonio Trombetta ha provveduto all’identificazione dei responsabili del conferimento di notevoli quantitativi di rifiuti abbandonati in contrada Ancaiano.
Avanzano i lavori di risanamento profondo della pavimentazione avviati da Anas (Gruppo FS Italiane) sulle strade statali nelle Marche.
In particolare, sulla strada statale 77 “della Val di Chienti”, a partire da domani sarà interessato un tratto in prossimità dello svincolo di Camerino/Sfercia. Il transito sarà consentito a doppio senso di marcia in corrispondenza del cantiere, mentre lo svincolo sarà temporaneamente chiuso in ingresso e in uscita per chi viaggia in direzione Foligno. Il completamento di questa fase è previsto entro il 13 luglio.
Al contempo proseguono gli interventi anche in corrispondenza dello svincolo di Pollenza, che è chiuso in ingresso e in uscita per chi viaggia in direzione Civitanova Marche. Anche in questo caso il completamento è previsto entro il 13 luglio.
“10 minuti del tuo tempo per contribuire alla costruzione di una visione del “nuovo” Centro Storico di Tolentino”.
Con questo slogan l’Amministrazione comunale ha avviato le procedure per la Revisione della Variante Normativa al Piano Perticolareggiato delle Aree Storiche (PPAS) al fine di governare le modificazioni del Centro Storico, perseguendo obiettivi quali la trasformazione urbanistica sostenibile, la tutela e la valorizzazione ambientale, lo sviluppo socio-economico e il miglioramento della qualità insediativa.
Per meglio centrare questi importanti obiettivi e con l’intento di favorire la partecipazione di tutti i cittadini ed in particolare dei residenti e di chi opera e lavora all’interno del centro storico, si inviano i tolentinati a compilare un questionario che offre a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione su questioni che li riguardano direttamente o indirettamente.
L’idea è quella di avere suggerimenti e consigli su come trasformare “il cuore pulsante della città”. Il questionario è quindi una strumento di partecipazione diretta per esprimere le proprie opinioni e possono compilarlo tutti gli abitanti del Comune di Tolentino che abbiano compiuto i 10 anni.
Nello specifico, il questionario indaga la percezione degli abitanti (residenti e non) e dei fruitori del Centro Storico sul proprio ambiente di vita, di studio, di lavoro, di vacanza, di svago e per il tempo libero; il modo di vivere gli spazi, vederli e percepirli, insieme alle molte informazioni derivanti da studi settoriali, contribuirà a definire il quadro conoscitivo da cui trarre le indicazioni per la revisione della normativa, che regolerà in futuro il Centro Storico.
Il questionario si dividerà in 5 parti: la prima raccoglie dati preliminari sul compilatore (età, sesso, titolo di studio, posizione lavorativa, ecc.), la seconda raccoglie la percezione che si ha del centro storico, la terza è dedicata a far indicare gli elementi ritenuti indispensabili per viverci, mentre le ultime due sezioni sono riservate a immaginare quale possano essere le cose che potrebbero invogliare i giovani e le giovani coppie a frequentare o risiedere nel centro storico e a disegnare una sua visione turistica.
Il questionario è anonimo ed è disponibile dal 24 giugno:
- online sulla home page del sito del Comune di Tolentino www.comune.tolentino.mc.it
-.in forma cartacea presso Ufficio Servizi Sociali comunale, piazza Martiri Montalto, Pro Loco TCT, piazza della Libertà, Centro Sociale Auser, via San Nicola, Centro Sociale Anziani – Centro Santa Teresa e presso le farmacie e tabaccherie.
I punti di raccolta del formato cartaceo, con termine il 10 luglio, sono gli stessi presso cui è distribuito. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa dall’Assessore all’Urbanistica Fausto Pezzanesi, presenti gli Consiglieri Prioretti e Serragiotto, dalla responsabile dell’Ufficio Urbanistica Patrizia Meo e dall’architetto Rosita Baldassarri, presenti le collaboratrici Federica Montali, Tania Della Valle, Silvia Granaccini dello studio Arch&co.
È prevista domenica 23 giugno la riapertura della strada provinciale 136 “Pian Perduto” tra Castelsantangelo sul Nera (Macerata) e Castelluccio di Norcia (Perugia). La Provincia di Macerata, accertato il ripristino delle condizioni di sicurezza, in particolare dei tratti dove operano gli operai nei cantieri allestiti, ha ordinato la riapertura temporanea al transito.
Questa mattina si è tenuto un ultimo sopralluogo di verifica e domani, sabato 22 giugno, saranno effettuati gli ultimi interventi per riaprire questo collegamento gravemente danneggiato dai sismi del 2016, ma di fortissima vocazione turistica con un considerevole afflusso di visitatori durante i mesi estivi, e in particolare in questo periodo della fioritura delle lenticchie.
Il tratto di strada interessato, fino al confine con l’Umbria, sarà vigilato dalla ditta appaltatrice dei lavori con il proprio personale, soprattutto nei tratti più impervi, e dei controlli saranno effettuati anche dalla polizia provinciale, su disposizione del Presidente della Provincia Antonio Pettinari.
Le giornate di apertura decise, oltre a domenica 23 giugno, sono: tutti i sabati e tutte le domeniche, dalle ore 8 alle ore 21 per il restante mese di giugno e per i mesi di luglio e agosto 2019; tutta la settimana dal 12 al 18 agosto 2019 dalle ore 8 alle ore 21; tutte le domeniche, dalle ore 8 alle ore 20 per i mesi di settembre ed ottobre 2019. Nei restanti giorni proseguono i lavori del cantiere.
“L’obiettivo della nostra Amministrazione - dichiara Antonio Pettinari, Presidente della Provincia di Macerata - è accelerare il più possibile i lavori, anche perché sono quasi passati tre anni dai fenomeni sismici. È importante garantire l’apertura del tratto stradale nei fine settimana in cui il cantiere non lavora, per dare opportunità alle comunità di riprendere, anche se lentamente, un ritmo di vita normale, soprattutto dal punto di vista economico e sociale. Tutto deve avvenire nella massima sicurezza, per la tutela dei cittadini, degli automobilisti e dei motociclisti: ecco perché non abbiamo adottato il provvedimento di apertura fino a quando non siamo stati sicuri della completa sicurezza”.