Il Comune di Castelsantangelo sul Nera tre anni fa ha sfiorato la tragedia. Unico Comune della Provincia di Macerata colpito significativamente sin dal 24 agosto 2016, poi con gli eventi del 26 ottobre 2016 (epicentro di magnitudo 5,4 e 5,9) e quello distruttivo del 30 ottobre 2016 (sempre epicentro di magnitudo 6,5) catastroficamente distrutto. A parlare oggi, a distanza di tre anni esatti dalla prima scossa, è il primo cittadino Mauro Falcucci, che anche Picchio News ha incontrato nel suo viaggio "2016-2019, Tre anni dopo".
"Rimane di quel giorno un grande spavento, la fuga dei tanti turisti, per lo più provenienti da Roma, e la mancata strage degli ospiti della casa di riposo coraggiosamente soccorsi la mattina del 24 agosto 2016 dalle prime persone che hanno raggiunto la struttura semidistrutta - ricorda il Sindaco -. Se non abbiamo pianto morti è solo grazie all’opera attenta di riqualificazione e miglioramento sismico fatte a seguito del terremoto del 1997. Ricordare quei momenti è straziante ma alla sofferenza si somma la rabbia perché ora come allora registro la totale assenza di attenzione per il comune che rappresento e, nel complesso, di tutto l’alto maceratese da parte del servizio televisivo pubblico."
"Oggi non c’è stata la benché minima attenzione a chi, fin dal 24 agosto, ha registrato persone sfollate, paura e disagi. Costa un’enorme fatica ricordare all’opinione pubblica ed alla politica la grave realtà di comuni che hanno il 98% del patrimonio abitativo distrutto, cittadini ancora lontani dal paese natio e strutture ricettive che faticano a riprendersi - continua Falcucci -. Per non parlare delle principali arterie di comunicazione, ancora interrotte, che impediscono di fatto la ripartenza del turismo, volano dell’economia locale. Questo mio grido disperato è rivolto a chi, per missione, dovrebbe dar voce agli ultimi ed alle persone in grande difficoltà. In questo caso come in infiniti altri casi, la Rai ci ha dimenticato e questo comporta inesorabilmente prima la solitudine e poi l’oblio."
"A tal proposito ho inviato una e-mail alle redazioni delle tre testate RAI e alla Direzione Generale denunciando la totale ingiustificata disattenzione e forte disappunto nel constatare che ancora una volta si sono avuti più collegamenti con territori che come noi non hanno avuto, per le ragioni anzidette, né feriti né decessi. Ho invitato la Direzione Generale Rai a voler intervenire affinchè il servizio pubblico destini pari attenzioni per quei territori che hanno subito lo stesso dramma pur non avendo una rilevanza mediatica che richiama attenzioni d’ascolto! Nella e-mail ho ricordato altresì che siamo un piccolo Comune Montano che nel lontano 460 nella Frazione di Nocria di Castelsantangelo sul Nera, una signora dal nome Abbondanza Reguardati ha dato alla luce San Benedetto (patrono d’Europa) e Santa Scolastica. Piccoli e dimenticati si, ma per fortuna non per la storia!".
Bollino rosso, nella giornata di oggi, sulle principali arterie stradali italiane. Una situazione che si preannuncia ancora peggiore per la giornata di domani quando, oltre al controesodo, i tanti viaggiatori dovranno fare i conti anche con lo sciopero dei casellanti delle Autostrade.
L'A14 già oggi è stata interessata da code e rallentamenti, soprattuto nel tratto a nord che interessa la nostra Regione. Ciò che preoccupa per la giornata di domani, domenica 24 agosto, è anche l'annunciato sciopero dei casellanti.
Per rimanere aggiornati sulla situazione in tempo reale è possibile consultare il sito di Autostrade per l'Italia: CLICCA QUI.
A denunciare quanto accaduto questa sera nella Chiesa di Sant'Agostino a Morrovalle è una delle zie della moglie di Fabio Menchi, il 37enne originario di Corridonia ma che risiedeva da anni a Morrovalle morto lo scorso 12 agosto nella piscina dell'abitazione privata di alcuni amici a Civitanova Marche, in Contrada Le Grazie.
"Questa sera, alle ore 18:30, nella Chiesa di Sant'Agostino a Morrovalle, si è tenuto l'ottavario del marito di mia nipote, scomparso tragicamente il 12 agosto - spiega la signora Rita -. Insieme alla celebrazione per il nostro parente defunto però, il parroco, ha deciso di celebrare anche tre battesimi: una scelta che riteniamo davvero vergognosa."
"Ciò che è capitato alla nostra famiglia è davvero una tragedia immane e vedere, durante la messa dell'anniversario della morte del marito di mia nipote i presenti battere le mani e festeggiare perché il parroco ha deciso di celebrare insieme un ottavario e tre battesimi credo che sia una vergogna. Nulla contro chi giustamente sta vivendo un momento di festa ma di sicuro chi ha officiato le funzioni religiose avrebbe dovuto comprendere che non poteva celebrarle insieme - conclude la signora Rita -. Mia nipote è subito uscita dalla Chiesa, ancora sconvolta dalla tragedia che sta vivendo, e tutti i parenti hanno fatto la stessa cosa, decidendo di abbandonare la celebrazione."
AGGIORNAMENTO 25 AGOSTO ORE 12:00
In merito a quanto avvenuto ieri nella Chiesa di Sant'Agostino a Morrovalle, durante l'ottavario di Fabio Menchi, anche la famiglia del defunto è voluta intervenire facendo delle precisazioni su quanto accaduto.
"Sicuramente c'è stata una leggerezza da parte del parroco che ha deciso di celebrare tre battesimi insieme all'ottavario di Fabio - spiegano i parenti di Menchi -. Noi intendiamo però dissociarci da chi afferma che l'intera famiglia è uscita dalla Chiesa durante la celebrazione perché non è così. Noi siamo rimasti anche se non nascondiamo del disagio per quanto avvenuto; anche moltissimi parenti, che hanno dimostrato profonda vicinanza a noi e a questa triste vicenda, hanno deciso di rimanere in Chiesa e celebrare l'ottavario di Fabio nonostante la scelta del parroco" conclude la famiglia di Menchi.
Giornata di sopralluoghi per il Presidente della Provincia di Macerata. Antonio Pettinari, infatti, ha visitato l’Istituto Agrario “Giuseppe Garibaldi” e l’ITE “Alberico Gentili” per monitorare lo stato dei lavori prima dell’avvio dell’anno scolastico 2019-2020, previsto per il 16 settembre.
“In questo periodo si sono sovrapposti i lavori necessari alle nuove esigenze delle varie scuole - afferma Pettinari - con le opere che rientrano nella programmazione di investimenti, tra ampliamenti, ristrutturazioni, miglioramenti sismici, manutenzione. L’Amministrazione provinciale ha sempre avuto la massima attenzione verso l’edilizia scolastica e prosegue l’impegno a rispondere in modo adeguato alle necessità delle scuole. Questo giro di sopralluoghi è utile per verificare lo stato dei fatti, capire se ci sono problematiche e risolverle”.
All’Agraria, il Presidente della Provincia ha incontrato la dirigente scolastica Antonella Angerilli con cui ha effettuato il giro all’interno dell’istituto che è stato interessato negli ultimi anni a ben tre interventi tra messe a norma degli spazi, compimento nuove aule, manutenzione ordinaria e straordinaria. Terminati dieci giorni fa i lavori nel laboratorio di trasformazione per olio, miele, conserve, vino e tutte le produzioni agricole, sono invece in via di ultimazione quelli dei bagni a servizio sia di questi ambienti che per la mensa. Stanno iniziando le opere di sistemazione del cortile interno dove una volta si trovava la stalla e prossimamente, con un investimento di 274mila euro, laddove c’è l’ex essicatoio partirà la realizzazione del Centro studi didattico-museale sulla razza bovina marchigiana per la formazione degli studenti, l’aggiornamento dei docenti e le categorie professionali operanti nel settore. In ultimo, è in fase di ultimazione il progetto esecutivo per l’adeguamento sismico della palestra, dell’importo di 425mila euro, con fondi del MIUR - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - che non rientrano nei finanziamenti del terremoto.
Successivamente, Pettinari si è recato all’ITE dove sono ad ottimo punto i lavori di realizzazione delle nuove aule che saranno messe a disposizione del Liceo Linguistico, che aveva necessità di nuovi spazi e che rimarrà interamente nell’attuale sede di via Cioci, all’interno dell’ITE “Gentili”, come comunicato il mese scorso. In questo istituto sono anche in fase di realizzazione i lavori di adeguamento sismico delle due palestre; in questo caso l’Amministrazione provinciale ha potuto beneficiare di un bando del MIUR di due anni fa, finanziamento che non riguarda il terremoto.
Nei prossimi giorni sono previste nuove visite nelle altre scuole della provincia.
Si è spento ieri, all'Ospedale di Bolzano, dopo una grave malattia Gabriele Mari, 45enne originario di Colmurano, residente nella città del Trentino Alto Adige, dove si era trasferito per lavoro e dove viveva da anni con la sua famiglia.
Gabriele lascia la moglie Lara, il figlioletto Paolo, i fratelli Sergio e Francesco e la mamma Carola, i quali ringraziano quanti hanno lasciato messaggi di cordoglio.
Dopo essersi laureato in fisica all’Università di Camerino, si è trasferito a Bolzano per insegnare matematica in un liceo della città.
Lunedì la salma riceverà la benedizione e il saluto di quanti lo conoscevano; Mari era molto benvoluto nell’ambiente scolastico.
Umile e riservato amava talmente il suo paese che il suo ultimo desiderio è stato di ritornare a Colmurano anche dopo la triste scomparsa, cosciente dopo tre mesi dalla scoperta della malattia che non gli avrebbe lasciato scampo. La salma giungerà a Colmurano nel tardo pomeriggio di lunedì 26 agosto per essere esposta nel centro di comunità (attuale Chiesa parrocchiale). I funerali verranno celebrati martedì 27 agosto alle ore 17:00 presso il palazzetto dello sport di Colmurano.
"Ha sempre voluto guardarsi intorno per aiutare le persone che ne avessero bisogno. Ha sempre cercato le nuove fragilità che via via le comunità e la società producevano. Nel suo impegno istituzionale ha costruito e formato le coscienze di tanti giovani verso gli insegnamenti di dedizione per l'altro. Questo era e questo continua a essere Brunetta Formica.” Sono le parole del sindaco di Macerata Romano Carancini per annunciare la decisione di tutti i Sindaci dell'Ambito Territoriale 15 di istituire un premio di laurea a lei dedicato, “affinché il suo grande esempio non sia dimenticato."
A due anni dalla scomparsa prematura di Brunetta Formica, primo Coordinatore dell’ATS 15 e fautrice dell’attuale assetto operativo attraverso la rete integrata di interventi e Servizi Sociali locali, avvenuta il 22 agosto 2017, il Comitato dei Sindaci dell’ATS n. 15 la ricorda, dunque, con l’istituzione di un Premio di Laurea di 1.000 euro a lei intitolato, che verrà assegnato ad una tesi di laurea magistrale in Servizio Sociale, con le caratteristiche indicate nel bando pubblicato in questi giorni.
Il bando è destinato ai laureati in uno degli atenei delle Marche negli anni dal 2016 al 2019 con una tesi su temi caratterizzanti la competenza dell’Ambito Territoriale Sociale quali, ad esempio, la programmazione di politiche sociali, la progettazione sociale, l’organizzazione dei servizi.
Le domande di ammissione al concorso e la relativa documentazione come indicata nel bando disponibile nel sito dell’ATS 15 (www.ats15.marche.atsit.it) dovranno pervenire via PEC all’indirizzo comune.macerata.ambitosociale15@legalmail.it, entro il 31 gennaio 2020 con la dicitura “Premio di Laurea Brunetta Formica”.
Le candidature saranno valutate da una commissione che sarà nominata dall’Ufficio Ambito Territoriale Sociale n. 15 e il premio sarà conferito con determina del dirigente Coordinatore ATS n. 15 entro il mese di marzo 2020.
“Sbloccare per ricostruire. Al governo o all’opposizione la Lega ha sempre lavorato concretamente e con autentica passione perché i territori massacrati dal terremoto non restino solo luoghi del ricordo. L’azione della Lega non dura lo spazio di un mattino alias una cerimonia. Non siamo di quelli che a ogni anniversario dicono due parole di circostanza, magari accompagnate da un accenno di lacrima a favore di telecamera, e per il resto del tempo giù critiche gratuite a chi lavora solo perché vorrebbero essere al suo posto. La Lega di Salvini ha concentrato e concentrerà ogni suo sforzo nel sostenere il più grande cantiere strutturale e sociale del Paese. ” Così il senatore Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche, in occasione del terzo anniversario dalla scossa del 24 agosto 2016, stigmatizzando come maldestri tentativi di confondere le acque, le critiche mosse anche da alcuni sindaci e dal loro rappresentante nazionale Maurizio Mangialardi.
“Chi, come Mangialardi, proprio non riesce a fare autocritica abbia almeno il buon gusto di tacere per rispetto dei terremotati: oltre ai danni della natura, hanno subito quelli della cattiva politica del PD anche in termini di ricostruzione – chiosa il senatore leghista -. Con la Lega al governo in soli 14 mesi i terremotati hanno ottenuto importanti misure tecniche ed economico-fiscali introdotte nel DL 55, nel DL proroga termini di luglio 2018, nel DL Genova di settembre, nella legge di bilancio 2019 fino alle recenti approvazioni del DL crescita e dello Sblocca-cantieri che consentiranno di mettere la parola fine ad alibi e pretestuose uscite mediatiche”
Uscite che, secondo Arrigoni, "sorvolano in modo strumentale sui dati diffusi da chi la situazione la monitora giorno per giorno come la struttura commissariale. Tra quei dati risalta una percentuale minima di richieste di contributo."
“Preferiscono criticare la burocrazia e la mancanza di risposte che spiegare perché sono state presentate meno del 10% delle pratiche attese, nonostante oltre la metà riguardino danni lievi – analizza Arrigoni -. È indicativo della crisi a cui hanno condannato un territorio con anni di politiche superficiali e distratte. La Lega di Salvini lo ha capito dal primo momento che ha messo piede tra le macerie dei borghi e la disperazione di nonna Peppina e da allora ha tenuto e terrà fede alla sua missione: restituire dignità e speranze ai terremotati.”
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha revocato l’Ordinanza con la quale, dopo le scosse di terremoto dell’ottobre 2016, aveva dichiarato non utilizzabile un edificio storico, vincolato dalla Soprintendenza, sito nel borgo di Fontenuova.
Si tratta di una palazzina cinquecentesca caratterizzata da un loggiato su due piani che si affaccia sulla strada con due ordini di volte a tutto sesto sorrette da colonnine con capitelli corinzi, di cui quelle al livello del pianterreno sono state successivamente inglobate all’interno di pilastri in mattoni. L’edificio in questione ingloba anche la fonte di Fontenuova che una targa posta all’interno del loggiato ricorda essere state edificata nel 1295 per volere del podestà Ranieri degli Ugolini.
Per la riparazione dei danni della palazzina, che ospita una famiglia settempedana, era stato riconosciuto un finanziamento di 210mila euro.
E sempre il primo cittadino settempedano, a tre anni dal sisma, ha dichiarato nuovamente utilizzabile anche un villino bifamiliare, composto da due abitazioni, ubicato in via Raffaello Sanzio per il cui recupero è stato riconosciuto un finanziamento pubblico di poco superiore ai 140 mila euro.
Sono passati tre anni dalla prima scossa di terremoto avvenuta alle 3.36 del 24 agosto 2016.
Il nostro pensiero va alle persone morte sotto le macerie, ai feriti, agli sfollati, a chi ha perso gli affetti più cari, la casa, l'attività". Si è espresso così sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. "Ognuno di noi - aggiunge - ha nelle proprie famiglie o nel vissuto un legame diretto con quel dolore e con quella tragedia.
Oggi ricordiamo con affetto chi non c'è più e tutte le Marche si stringono ancora di più attorno a chi ha perso tutto quella notte". "Abbiamo intrapreso - spiega - la difficilissima strada della ricostruzione, che impone a ognuno di noi, istituzioni in primis, di fare al meglio la nostra parte, di non tirarci indietro mai, nemmeno di fronte alle difficoltà più grandi, allo scoraggiamento e anche alla rabbia di chi ha bisogno di risposte che restituiscano la speranza. I marchigiani - conclude - sono persone forti e con loro, grazie al loro coraggio, ce la faremo".
Caldarola è uno dei paesi maggiormente colpiti dagli eventi sismici del 2016. Nonostante la boccata d’aria arrivata con l’inaugurazione della Scuola “De Amicis” dello scorso febbraio, il sindaco Luca Giuseppetti non nasconde le grande problematiche che la città sta vivendo ma soprattutto denuncia l’immobilismo che c’è da parte delle alte istituzioni che sembrano aver scordato ciò che molti luogo del territorio stanno vivendo.
“Non ci hanno mai filato e tutti noi sindaci dei comuni del cratere dovremmo andare in Prefettura e consegnare le fasce; vediamo poi se dal Governo trovano trenta commissari da mandare in queste zone ad amministrare una situazione tragica” la denuncia arriva dalle parole del primo cittadino che ci ha accolto nel suo ufficio-container di due metri per quattro.
È notizia di inizio agosto la riapertura, tramite ordinanza del primo cittadino, della zona rossa del centro storico: le case rimangono inagibili ma la piazza è ora accessibile alle auto e ai pedoni. “Dopo l’ordinanza di perimetrazione a breve inizieranno i lavori per la costituzione dei consorzi che dovranno realizzare gli interventi di ricostruzione o ripristino degli edifici. Per quanto riguarda, nello specifico, la zona rossa, il primo step da portare avanti è la ricostruzione del Palazzo comunale, per il quale ci sono già 7 milioni e mezzo di euro stanziati.”
“Stanno per iniziare poi i lavori di urbanizzazione esterna per la zona che si trova dietro alla nuova scuola donata questo inverno: si tratterà di un anfiteatro per i giovani e per i ragazzi: un vero e proprio luogo di aggregazione – ha spiegato il primo cittadino -. L’80% delle attività commerciali sono ripartite perché alcune non erano danneggiate in modo grave ma questa “ripartenza” porta con sé tutti i problemi legati a una situazione di stallo dovuta dalla burocrazia.”
“Ci sono poi tutte e 16 le chiese inagibili e fino al mese di maggio abbiamo adibito un container di circa 120 metri di spazio a luogo per le funzioni religiose – spiega Giuseppetti -. Proprio nel mese di maggio è arrivata una chiesa donata dalla Caritas nazionale che è stata posizionata nell’area delle SAE.”
Se il Governo non c’è, il cuore grande della comunità è sempre presente. “Stiamo ultimando una sala polifunzionale vicino alla Chiesa che ci è stata devoluta dalla Caritas, un progetto donatoci dalla KitoOnlus, un’Associazione che lavora soprattutto in Africa – spiega il primo cittadino -. Stiamo anche trattando con l’Associazione Italia-Australia che potrebbe contribuire al progetto di una palazzina ex forestale che dovrebbe essere adibita a un centro di aggregazione per gli anziani.”
"Proprio sul fronte delle abitazioni private la situazione non è delle migliori - conclude il sindaco Giuseppetti -. 17 sono i lavori conclusi, quattro le pratiche sospese, 32 quelle presentate, una con istanza di rigetto da parte dell’Ufficio Speciale della Ricostruzione e cinque quelle che non sono ancora partite. Stiamo andando avanti ma sempre con le solite procedure che sono attanagliate dalla burocrazia: sono passati tre anni e andiamo ancora con quel passo lento che non dà di sicuro una speranza nella ricostruzione a breve termine alle nostre comunità. Noi cercheremo sempre di essere ottimisti e di non piangerci addosso, andiamo avanti e cerchiamo di farci forza ma c'è bisogno che lo Stato e la Regione ci diano una via di uscita diversa."
Lei è Silvia Bonomi, allevatrice di ovini che insieme al suo compagno gestisce una piccola azienda a Ussita e che, con il sisma del 2016, ha perso prima la casa e con le scosse successive anche la stalla. Ricordando i tre anni trascorsi dalla scossa del 24 agosto, l'allevatrice ha pubblicato un lungo post nella pagina social della propria attività, in cui fa un bilancio impietoso della situazione post-sisma, analizzando vari aspetti, dalla situazione che definisce "cristallizzata", allo spopolamento probabilmente irreversibile, fino alle problematiche psicologiche che hanno fatto impennare il consumo di psicofarmaci e spinto i soggetti più deboli al suicidio.
Di seguito il post pubblicato sulla pagina Facebook dell'azienda agricola "La Sopravissana dei Sibillini".
Il tempo si è fermato.
Il 23 agosto 2016 fu l'ultimo giorno di normalità del Centro Italia. L'ultimo giorno prima che la notte si tingesse di sangue, di morte, di distruzione. Il dramma, infatti, sembra essersi cristallizzato a tre anni dalle scosse dell'alba apocalittica del 24 agosto 2016.
Le maledette 03:36 del mattino, due minuti dopo un altrettanto macabro orario, quello delle 03:34 del 9 aprile 2009, ricorrenza del mortale terremoto de L'Aquila. "L'ora del Diavolo", la chiama qualcuno. Ma qui l'orario non c'entra, non è questione di orario...Non è MAI stata questione di orario. La terra è un corpo vivo, che si muove, si scuote. E noi, piccoli, impotenti sopra di essa.
La terra si è sempre mossa e sempre si muoverà. Dalle sue viscere continuerà a ribollire il magma, che continuerà a far muovere le placche, le faglie, finché la terra stessa avrà respiro. E non possiamo farci nulla, se non costruire e ricostruire nella maniera più idonea ad i nostri luoghi, altrimenti non se ne esce. Non se ne uscirà mai. Ogni volta piangeremo nuove vittime di nuovi terremoti e poi tutti, tutti noi, sempre più numerosi, cadremo nel dimenticatoio dove ci ha relegato lo Stato Italiano, i vari Governi e Commissari Straordinari che si sono succeduti. Una corsa alle poltrone penosa, vergognosa, fatta di promesse, le solite, senza fondamento e mai, mai, mai mantenute.
Arrampicandosi sempre sugli specchi, sempre gli stessi, addirittura affermando eresie come quella che "non si può cancellare l'ordinanza 189 dell'allora Commissario Straordinario alla ricostruzione Vasco Errani...", ovvero quella, che di fatto, paralizza la ricostruzione. Non si può? Non si può??? Ma siamo sicuri? Perché fino a prova contraria le leggi le fa chi governa...
Siamo stanchi di bugie, rassegnati allo spopolamento intenzionale dei nostri paesi, che più di qualcuno vorrebbe eleggere a "riserva speciale", non comprendendo appieno quanto sia L'UOMO e non gli animali, a rischio estinzione, da queste parti!
Paesi, frazioni, case, scuole, edifici rasi al suolo. Tutto è rimasto com'è. In una parola: la ricostruzione non c'è.
La perdita più immensa, inconsolabile ed insuperabile, quella di coloro che oltre alle proprie case ed al proprio lavoro, hanno perso familiari, amici, vicini di casa, conoscenti. Quelle perdite lacerano dentro, scarnificano il cuore. Si vive, si, ma come? Un trauma del genere è, a volte, insuperabile. Oltre alle centinaia di morti del 24 agosto, si contano innumerevoli suicidi da chi, almeno da quella notte, ne era uscito vivo. L'abbandono, l'incertezza per il futuro, il senso di smarrimento l'hanno fatta da padrone, infiltrandosi nella già fragile psiche di chi il terremoto lo aveva sentito sulla propria pelle. Ciò ha portato ad un innalzamento drastico del consumo di psicofarmaci (soprattutto antidepressivi e sonniferi, anche molto pesanti) e, nei casi più gravi, al suicidio. Per tutte queste persone che hanno posto fine alla loro vita, esiste sono una spiegazione: omicidio di Stato. Il totale disprezzo da parte dei politici, che di noi non parlano MAI, il loro menefreghismo, il falso e solo temporaneo interesse in campagna elettorale, ha fatto si che le persone più sensibili, emotivamente più fragili, amplificassero il loro dolore e le loro problematiche, fino a compiere il salto nel buio più profondo, togliendosi la vita.
Ecco, a tutti i politici, senza distinzione di sorta, di pensiero, di partito, di ideologia, oggi rivolgo il mio più profondo schifo e ribrezzo per la gestione dell'intera faccenda, dalla prima emergenza alla NON RICOSTRUZIONE.
Fateci un favore, ve lo chiediamo col cuore in mano sapendo che forse è l'unica promessa che potete farci: non venite il 24 agosto. Non venite nei nostri territori. Risparmiatevi le passerelle sceme, i segni della croce, il cruccio sulle labbra, le lacrime fasulle agli occhi. Non venite. Continuate ad ignorarci, continuate tranquillamente a far finta che non esistiamo. Continuate come avete fatto per 3 anni a simulare preoccupazione per noi, ma fatelo comodamente dalle vostre case, voi che le avete ancora, e dato che non avete mai, mai avuto un briciolo di compassione vera, rimanete sereni lì, dove siete. Lasciate le persone nel proprio dolore, tra le macerie delle proprie case, in quelle scatole di cartone o lamiera che avete il coraggio di chiamare "casette". Coraggio, si. Perché ci vuole coraggio a dire di aver dato a tutti un tetto. Quanto durerà questo tetto? Con la neve, il freddo...?
Abbiamo capito, sapete, dal primo giorno che non avremmo più visto la ricostruzione delle nostre case. Lo abbiamo capito subito ma lo abbiamo negato a noi stessi, perché non volevamo accettare l'abbandono così palese da parte dello Stato cui dovremmo appartenere.
Lo abbiamo capito da come rapidamente vi siete dimenticati del territorio, relegandolo a qualche trafiletto qua e là sui giornali o a 2 minuti nelle rubriche Tg. D'altronde, eravate impegnati ad arraffare le poltrone, quelle calde comode e danarosamente profumate poltrone per cui vi accapigliate con tanta foga, trasformandovi miracolosamente in coalizione pur essendo di fazioni diverse. Ma quanto vi piace? Quanto vi piace il denaro? Anche quello fatto sulla pelle della povera gente, a giudicare dagli appalti Sae, dalla loro stessa iniziale progettazione, agli appalti per qualsiasi cosa legata all'emergenza sisma.
Siete stati e siete penosi. Tutti. E dal più profondo del cuore possiamo ormai solo sperare in Dio, che vi ripaghi con la giusta moneta. A voi, e tutti quelli come voi, per il vostro menefreghismo, la vostra incompetenza, il vostro desiderio di arraffare, di speculare, di mangiare, di guadagnarci su. Che Dio vi ripaghi, e con la stessa moneta che avete riservato a noi. Che Dio vi ripaghi per la vostra mancanza di decenza e di pudore. Vi ripaghi.
La pagina, per rispetto di tutti i terremotati d'Italia dimenticati da questi governucoli, domani non pubblicherà nulla.
Un giorno di silenzio per tutte le vittime del terremoto, figli e figlie di questa povera Italia bistrattata, nonché orfani di qualcuno veramente in grado di amministrarla.
24 Agosto 2016: 299 vite spezzate.
Silenzio.
In occasione del terzo anniversario del sisma del 2016 i professionisti tecnici italiani desiderano ricordare le vittime di questo tragico evento e tutte le popolazioni coinvolte: "Purtroppo la prima fase della tragedia ha fatto emergere svariati problemi, diventati ancora più numerosi nella successiva fase di ricostruzione" affermano.
In particolare, la Rete Professioni Tecniche segnala come, al momento, ancora non si sia riusciti a realizzare una legge quadro sui terremoti che consenta di affrontare questi eventi con maggiore rapidità ed efficacia, senza dover ogni volta ricominciare da zero.
"Va sottolineato - puntualizzano i professionisti tecnici in una nota stampa - come negli ultimi anni le alternanze politiche ed amministrative non abbiano facilitato l’attività di ricostruzione né l’emanazione di norme di carattere generale. Eppure, nonostante queste difficoltà, anche grazie alle proposte e all’attività dei professionisti tecnici, alcuni risultati positivi sono stati ottenuti. In particolare la Rete ha accolto con soddisfazione gli impegni assunti dal Commissario per la ricostruzione, quali ad esempio, le modifiche all’ordinanza sul Durc di congruità".
Riguardo il lavoro portato avanti dal Commissario Piero Farabollini si palesano luci e ombre: "La disponibilità da parte del Commissario ad operare sulla base del principio della sussidiarietà vedrà un forte coinvolgimento delle rappresentanze delle professioni sia a livello nazionale che territoriale in attività quali riunioni dell’osservatorio, ampliamento del comitato scientifico, creazione del comitato tecnico territoriale e così via. Naturalmente molto altro resta ancora da fare. Dopo tre anni si registra una totale assenza di visione e di concertazione tra i provvedimenti per la ricostruzione ed il sistema delle aree interne. Mancano, strategie, politiche e conseguenti azioni sinergiche che non si limitino alla mera ricostruzione fisica degli edifici – privilegiando almeno per le opere pubbliche di architettura e di rigenerazione urbana il concorso di progettazione aperto, in due gradi - ma puntino alla ricreazione di un sistema socio-economico. Un sistema in grado di costituire il vero motore della ricostruzione per trattenere le popolazioni che ancora resistono a rimanere, ma anche per incentivare il rientro dei molti che se ne sono andati sulla costa generando un doppio problema di spopolamento delle aree interne e di eccessiva densità demografica delle aree costiere, in particolare in relazione ai già scarsi servizi esistenti”.
Quella che sembra mancare, sottolineano i professionisti tecnici italiani, è una strategia di lungo raggio: "Serve una lucida visione di quello che saranno questi territori nei prossimi 20 - 30 anni a livello demografico, paesaggistico, economico e culturale, esaltandone le peculiarità storiche, ambientali, turistiche ed enogastromiche. Il persistere di questa intollerabile situazione di “sospensione” porterà a danni ben superiori a quelli causati dal sisma: buona parte della popolazione ha già abbandonato i territori, l’economia è in caduta libera, le imprese non possono avviare i lavori perché le regole della ricostruzione post-sisma si caratterizzano come un delirio normativo non in grado di funzionare mentre i professionisti tecnici impegnati nella ricostruzione sono, di fatto, costretti a diventare essi banca che eroga prestiti anticipando i costi delle proprie prestazioni, con crediti maturati per oltre 100 milioni di euro Una questione quest’ultima che va risolta al più presto, come riconosciuto anche dal Commissario: si tratta, infatti, di una cifra significativa che risolleverebbe nell’immediato, e in parte, la situazione economica dei professionisti, oltre il 90% dei quali proviene proprio dalle aree colpite dal sisma”.
Per queste ragioni la Rete Professioni Tecniche desidera richiamare le forze politiche che saranno impegnate nella guida del Paese nei prossimi mesi affinché inseriscano con convinzione nei loro programmi e nei relativi finanziamenti il tema della ricostruzione.
“A una prima fase di gestione dell’emergenza affrontata con modalità e risorse adeguate è seguito una ricostruzione post-sisma che è molto lontana dalla sua conclusione”. A tre anni dal sisma del 24 agosto Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci Regionali non nasconde l’indignazione per un quadro normativo mai semplificato e una serie di impegni presi e non mantenuti dal governo e dal Parlamento a fronte di un stanziamento in termini di risorse finanziarie invece non marginale.
“Il pensiero in questi tre anni - ha aggiunto Mangialardi - è sempre stato volto a ridare dignità ad un territorio che necessitava della massima attenzione da parte delle istituzioni dello Stato”. “Aver ridotto il ruolo delle Regioni a semplice organo consultivo, aver bypassato i sindaci puntando su un centralismo che non ha previsto le necessarie risorse umane per affrontare tutte le situazioni riconducibili alla ricostruzione pubblica e privata, al mantenimento dei servizi e all’adeguamento infrastrutturale, ha fatto perdere a molti cittadini la fiducia nelle istituzioni”. “Personalmente non posso biasimarli ma, come Presidente dell’Anci regionale con incarichi nazionali, posso garantire che in tutti i contesti nazionali, riunioni, convegni, assemblee, coordinamenti e tavoli ai quali sono stato chiamato in questi 3 anni, ho sempre fatto riferimento alla necessità di far sì che la ricostruzione fosse al centro dell’agenda politica”.
“Oggi le prime pagine dei giornali sono tutte dedicate alla crisi di governo e ogni altro argomento diventa secondario” – ricorda Mangialardi. “Forse anche parte dei media nazionali rischiano di dimenticarci. Il mio appello è quello di risolvere le questioni politiche al più presto e legittimare un governo che torni ad occuparsi finalmente di questo tema. Da tre anni aspettiamo risposte: abbiamo atteso abbastanza”.
Rientro dalle vacanze con più controlli per gli automobilisti, soprattutto quelli abituati a schiacciare troppo il pedale dell’acceleratore. Sul famigerato controesodo, infatti, atteso per il prossimo fine settimana, tornerà a vigilare il sistema Tutor, un insieme di telecamere ad alta risoluzione che rileva la velocità media di un’auto su un certo tratto di autostrada, segnalando alla Polizia il superamento dei limiti (normalmente 130km all’ora), facendo partire automaticamente le multe.
Nell’aprile del 2018, in seguito a un contenzioso giudiziario partito una decina di anni fa, la Corte di appello di Roma aveva stabilito che Autostrade aveva violato un brevetto di una società toscana e costretto il gruppo a spegnere i Tutor. Su alcune tratte l’azienda aveva però mantenuto i controlli utilizzando un altro sistema di monitoraggio. Poi invece la settimana scorsa la Cassazione ha ribaltato il giudizio e dato definitivamente ragione all’azienda della famiglia Benetton che ha subito avviato le procedure per riaccendere le telecamere nei punti dove erano state spente. Oltre al traffico che si prospetta come al solito molto intenso, ai probabili forti temporali in molte zone d'Italia, ci sarà dunque anche questa tegola sui vacanzieri al ritorno e se ciò non bastasse, nella giornata di domenica è stato confermato lo sciopero del personale delle autostrade, che avverrà dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22, per proseguire dalle 22 alle 2 di lunedì 26.
È stata inaugurata nel parco giochi di via Weiden, la 15^ Pinturetta di San Giuliano opera delle artiste Marisa Cesanelli, Gabriella Cesca, Maria Teresa Pancella e Lucia Spagnuolo nell’ambito di una tradizione che vede la città arricchirsi ogni anno di una edicola sacra dedicata al santo patrono e donata alla città dal CIF (Centro Italiano Femminile).
Un’opera a quattro mani con tema i fiori stilizzati creati dalle artiste maceratesi e magistralmente assemblati da Silvio Craia in una scultura realizzata dal fabbro Paolo Mengoni, L’iniziativa si deve al Centro Italiano Femminile san Giuliano di Macerata (Cif) per onorare il patrono con un segno tangibile attraverso l’arte della pinturetta o edicola sacra, simbolo che richiama all’interiorità, all’elevazione e alla preghiera, com’è stato sottolineato durate la cerimonia di inaugurazione dalla presidente Franca Fusco Paciarelli.
“Con le 15 opere d’arte dedicate a San Giuliano patrono di Macerata che in questi anni sono state collocate in città abbiamo rinnovato l’antica tradizione delle pinturette votive che segnavano lungo le strade un momento per fermarsi, pregare, pensare” ha sottolineato l’assessore alla Cultura e vicesindaco Stefania Monteverde “Siamo grati a Silvio Craia che con la sua sensibilità artistica ha rinnovato una così bella tradizione. E grati alle volontarie del Cif che insieme al Comune si stanno prendendo cura di un progetto culturale che sta creando un nuovo itinerario artistico sulla città, l’itinerario delle pinturette. L’impegno è valorizzarlo ancora di più e farlo conoscere con nuove iniziative.”
Le pinturette maceratesi sono state firmate da artisti come Umberto Peschi e Egidio del Bianco (2004 - quartiere Pace), Sandro Piermarini (2005 -Villa Potenza), Agostino Cartuccia (2006 - viale Diomede Pantaleoni), Carlo Bruzzesi (2007 - Atrio Comune piazza Libertà), Silvio Craia (2008 – parco Villa Cozza), Vittorio Amadio (2009 Fonte le Vergini), Guido Veroi e Silvio Craia (2010 – via Panfilo), Egidio del Bianco (2012 – Piaggia dell’Erta), Salvatore D’Addario ( 2013 – vicolo del Casarino), Silvio Craia (2015 – piazzale Peschi), Valeri (2016 – Collevario), Egidio del Bianco (2017 – Corneto), Egidio Del Bianco (2018 – Santa Croce).
Nel solco della tradizione tante le iniziative per San Giuliano organizzate anche quest’anno dal Cif come I giochi dei nonni, un momento per riscoprire creatività, relazioni e divertimento all’aria aperta, in programma mercoledì 28 agosto ore 17 nel cortile di palazzo Conventati (piaggia della Torre 8). L’animazione è a cura dei volontari dell’Ecomuseo di Villa Ficana arricchita dall’esposizione di giocattoli antichi. Sabato 24 nelle vetrine dei negozi del centro storico Mostra del fischietto in terracotta e alle 17, in piazza della Libertà, tradizionale Passeggiata alla scoperta delle fontanelle del sindaco Perugini. Domenica 25 appuntamento con Dialettando insieme e merenda tradizionale maceratese nel cortile di Palazzo Conventati (piaggia della Torre 8) alle 17.00. Una rassegna di poesie dialettali e degustazione di prodotti tipici. Venerdì 30 agosto al via la Fiera di san Giuliano e alle 17 in piazza della Libertà tradizionale bancarella del fischio di san Giuliano.
Civitanova sotto i riflettori dei media internazionali. Nel mese di agosto, la Città è stata selezionata, assieme alla Riviera del Conero e a quella delle Palme, come meta del seguitissimo blogger turistico parigino Henri Yadan del “Magazines Belles Demeures and Vins & Gastronomie”, che per l'intero litorale marchigiano ha individuato queste tre località come le più affascinanti e cariche di irrinunciabili richiami turistico-culturali. A settembre si attende la pubblicazione sulla rivista di riferimento dell’articolo preparato dal giornalista francese, terminato il press tour.
I contatti sono arrivati in Comune tramite la regione Marche e l’associazione Noi Marche. Il giornalista ha visitato il nostro territorio gustandone sia le tipicità enogastronomiche, sia scoprendo alcuni tra i suoi più importanti beni culturali e paesaggi turistici, potendo apprezzare anche l'ospitalità della rete ricettiva locale.
In particolare, sotto la guida della direttrice della Pinacoteca civica, Enrica Bruni e accompagnato dall'assessore alla Crescita culturale Maika Gabellieri, si è immerso nella storia cinquecentesca civitanovese, entrando nella casa natale di Annibal Caro (oggi sede proprio della galleria d'arte e della connessa sala Ciarrocchi) ed ascoltando la narrazione che gli ha svelato anche gli aspetti umani del letterato oltre a quelli, più noti, associati ai suoi molti talenti.
Il giornalista è stato guidato in anteprima assoluta alla scoperta della mostra "Storie sacre e divine visioni", inaugurata poi ufficialmente sabato 17 agosto, che raccoglie capolavori del Cinquecento e Settecento, esempi magistrali di pittura a carattere sacro destinati prevalentemente all'educazione morale e religiosa dei devoti. La mostra chiuderà i battenti i 30 novembre.
«Una esposizione di opere dal carattere forte, anche cruento, violentemente affascinanti per la carica di significato iconico e l'immediatezza del messaggio morale che le tele sottendono mediante il forte impatto empatico che le caratterizza», ha commentato Yadan. «Mi sento onorato di aver potuto visitare questa splendida mostra in anteprima», ha proseguito, «in compagnia dell'assessore e della direttrice, che mi hanno accompagnato magistralmente in questa immersione a tutto tondo nella Città di Civitanova Marche, di cui ho apprezzato il carattere, l'ospitalità, la bellezza e la vocazione turistica».
L'assessore Gabellieri ha evidenziato come per la nostra città rivierasca siano «importanti le occasioni di scambio interculturale e di accoglienza, pertanto questa iniziativa di promozione territoriale, in virtù soprattutto della selezione delle mete avvenuta a monte da parte del giornalista stesso mediante contatto con la Regione Marche, rappresenta una gradita conferma e un motivo di orgoglio per la Città di Civitanova Marche».
Questo incontro ha rappresentato anche l'occasione per omaggiare il blogger della nuova guida cittadina, una pubblicazione bilingue (italiano e inglese) dalla grafica rinnovata dopo il lancio del nuovo brand della città, che conduce il turista alla scoperta del nostro territorio.
La guida è stata ristampata proprio in questo periodo estivo, con contenuti aggiornati, in una tiratura di 5.000 copie. Sarà utilizzata dall'Amministrazione comunale nelle occasioni di promozione territoriale (fiere nazionali e internazionali, appuntamenti divulgativi, etc.) ed è comunque disponibile gratuitamente per cittadini e turisti presso l'Ufficio Informazioni Turistiche di Piazza XX Settembre.
“Che i riflettori sulle zone terremotate si fossero spenti ormai da tempo è cosa nota, purtroppo però le ultime vicende politiche fanno pensare a periodo ancora difficili per i nostri territori.”
È questa l'amara constatazione del sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti alla vigilia del terzo anniversario del sisma che il 24 agosto 2016 ha irrimediabilmente stravolto le vite di migliaia di persone e devastato un gioiello di paese come Caldarola.
Pochissimo è cambiato in questi 36 mesi: la ricostruzione ferma al palo e le poche promesse che nel tempo gli amministratori erano riusciti a strappare sono rimaste in molta parte disattese. Ciliegina sulla torta, con totale disinteresse verso il territorio, in questo periodo di ferie anche gli uffici preposti hanno ridotto il personale, lasciando pagamenti e liquidazioni fermi nei già polverosi cassetti con diverse ditte che attendono il risarcimento dei lavori di messa in sicurezza già eseguiti da tempo.
“È così che si vuole aiutare la micro economia locale? – Domanda il sindaco- .
Per rendere la situazione sempre più difficile – continua- vengono a volte cambiate le normative in corso d'opera, alcune con valore retroattivo, per creare confusione e ulteriori lungaggini.
In tema di rendicontazione si sente spesso dire che i Comuni devono accelerare la presentazione delle domande perché i soldi ci sono, ma ogni volta viene cambiato qualcosa, le domande rigettate e vengono richiesti sempre più dettagli e cavilli che praticamente rendono impossibile il già articolato lavoro degli uffici comunali. A tale riguardo il personale più volte richiesto dai piccoli comuni per sopperire alle esigenze post sisma è tutt’ora sottostimato per la mole di lavoro che hanno dovuto affrontare a causa alle numerose certificazioni richieste, burocrazia molto più complessa del terremoto del ‘97”.
“Inoltre - incalza Giuseppetti - la famosa “zona franca “sarà prolungata per 5 o meglio 10 anni nei comuni colpiti dal sisma, o dobbiamo rimanere in questo stato di incertezza che sicuramente non ci aiuta?
Per riportare Caldarola al suo antico splendore, uno tra i borghi più belli ed importanti delle Marche per patrimonio storico, artistico e culturale, occorrerà aspettare decenni?
Non è concepibile che in una società così evoluta ed innovativa non si riesca a ricostruire un piccolo tesoro di meno di 2000 abitanti (attualmente causa sisma scesi a poco più di 1600) e aspettare tempi biblici. E’ una vergogna per un paese che si chiama Italia.
Ogni giorni sono i Sindaci a metterci la faccia e le responsabilità personali, ma non tutti i cittadini sono consapevoli che abbiamo le mani legate e purtroppo questa situazione di incertezza politica mette ancora di più in secondo piano i territori terremotati”.
"Queste incognite sconfortano le persone – conclude il sindaco- ma non mi stancherò mai di sottolineare che le Marche hanno delle perle rare di inestimabile valore, soprattutto nell'entroterra, noi siamo il cuore dell'Italia e non meritiamo di essere gettati via come un giocattolo rotto.
Concludo, di contro, con un grazie di cuore alle tante persone, associazioni e Comuni che con affetto e senso di solidarietà, grazie alle numerose donazioni, ci hanno permesso di ripartire con le più elementari attività, fino a giungere alla costruzione di strutture essenziali ed importanti per la ripresa della vita sociale, come la nuova scuola, la sala polifunzionale Tonelli, il municipio e diverse strutture aggregative, tutte frutto del cuore delle tante persone. È questa la vera Italia”.
“A tre anni dal primo evento sismico del 2016, la macchina della ricostruzione procede a singhiozzi e cammina troppo lentamente. Tanta, inoltre, la confusione. Oltre a continue polemiche, rimpalli di responsabilità e inefficienze tra livelli istituzionali, strutture commissariali e professioni tecniche, il numero dei progetti presentati dai cittadini per ricevere il contributo testimonia che il cambio di passo promesso dal governo giallo-verde non c’è stato. Dati impietosi, che riflettono più la scarsa fiducia delle popolazioni nella ricostruzione che la lentezza della burocrazia: su circa 73 mila edifici dichiarati inagibili, le domande dei cittadini per il contributo sono circa 10 mila (poco più del 13%) e presso le Casse Edili i cantieri avviati negli ultimi mesi sono poche centinaia”. Ad affermarlo, in una nota, è il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.
“Le Regioni – continua Ciafani- non hanno provveduto a elaborare il provvedimento per disciplinare la partecipazione delle popolazioni al processo di ricostruzione come previsto dal DL 189/2016 e dall’Ordinanza n.36 del 2017. Per fortuna qualche Comune volenteroso ha provveduto a dotarsi di un Regolamento.
Tanta responsabilità - commenta il presidente di Legambiente Stefano Ciafani - non è della burocrazia ma della volontà politica; e con la crisi di governo si rischia un ulteriore stallo. È necessario che il prossimo esecutivo abbia in agenda l’accelerazione di una ricostruzione di qualità, innovativa, trasparente, rispettosa dell’ambiente, del territorio e del lavoro.
Non esiste ancora un monitoraggio complessivo della ricostruzione né della raccolta e gestione delle macerie. Per avere le informazioni bisogna contare sulla disponibilità dei funzionari regionali e ogni Regione usa metodi di elaborazione diversi”.
“Nonostante la sovrabbondanza di decreti e ordinanze – incalza il Presidente di Legambiente - alcuni sacrosanti altri contraddittori o fatti per sanare situazioni alla meno peggio, il quadro normativo viene ritenuto ancora insufficiente. Siamo caduti in un circolo vizioso: la ricostruzione fa fatica a partire, i progetti presentati sono pochi, quindi si concedono le proroghe - dell’emergenza, dei termini di presentazione delle domande di contributo - che non fanno che alimentare la richiesta e l’attesa di un’altra proroga o di un altro intervento normativo. Da qui lo stallo e la confusione, a cui fanno seguito polemiche e rimpallo delle responsabilità tra le diverse istituzioni. Si compensa con l’assistenza e le proroghe il mancato avvio della ricostruzione.
Il ritardo rischia di alimentare lo spopolamento di tanti piccoli comuni dell’Appennino centrale oltre a far lievitare enormemente il costo per l’assistenza della popolazione priva di casa, si pensi alle centinaia di milioni spesi per pagare l’affitto a migliaia di famiglie con la casa inagibile (Contributo di Autonoma Sistemazione).
Senza una visione di futuro, è probabile che fra due o tre decenni le case siano di nuovo in piedi ma nella desertificazione sociale ed economica. Servono pianificazione e programmazione, finora grandi assenti. Continua a mancare un’idea di futuro di quelle aree interne, accompagnata da un progetto di sviluppo di economia locale che sappia coniugare le tante risorse naturali e culturali con la necessaria innovazione per rendere quelle terre attrattive per i giovani, offrendo loro opportunità di lavoro e di studio. Sono tante le criticità da affrontare: l’economia, il lavoro, la sicurezza, la legalità, la qualità della ricostruzione, le zone rosse ancora con le macerie, la gestione delle macerie private.
Inoltre, vanno garantite trasparenza e fruibilità delle informazioni. È stata per lo più disattesa la normativa del 2012 e 2013 sugli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Disattesa anche la norma (L. 89 del 24 luglio 2018) che prevede che entro il 7 settembre 2018 (con aggiornamento trimestrale) il Commissario Straordinario predisponga e pubblichi “le linee guida contenenti l’indicazione delle procedure e degli adempimenti connessi agli interventi di ricostruzione”. Linee guida necessarie per i cittadini e per i tecnici per districarsi tra ordinanze e norme, anche contraddittorie.
Trasparenza e macerie: le Marche sono l’unica Regione ad avere un sito dove si può verificare la (sola) raccolta. Eppure, lo Stato italiano ha già finanziato una piattaforma per verificare in tempo reale la rimozione delle macerie pubbliche e private e la loro destinazione per le aree colpite dal terremoto del 2009. Perché non viene utilizzata per gli altri terremoti che si sono succeduti?”
“Problemi anche sulla gestione delle macerie- conclude Ciafani - : le Marche all’inizio di luglio hanno lanciato un allarme pubblico sul rischio di sospendere la raccolta delle macerie per la mancanza di fondi disponibili da parte del governo. Mentre in Umbria sono passati otto mesi in cui la raccolta delle macerie si è fermata per incomprensioni tra il Commissario e la Regione. Con il lento avvio della ricostruzione privata si è già presentato il problema della gestione delle macerie private, che saranno molte di più di quelle pubbliche, e che senza una pianificazione, un indirizzo sia ministeriale che regionale si rischia che non siano gestite correttamente, a danno della salute e dell’ambiente, e che non si avvii una filiera industriale del recupero e riutilizzo degli inerti”.
Sul fronte del lavoro, invece, “è positivo che il Commissario Straordinario abbia confermato, dopo un anno di incertezza, l’utilizzo del Documento Unico di Regolarità Contributiva di Congruità (Durc) e del Settimanale di cantiere, strumenti fondamentali per prevenire il lavoro sommerso e irregolare – sottolinea Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea -. “Abbiamo già visto lavoro nero, irregolare, intermediazione illecita di manodopera, subappalti irregolari, norme di prevenzione e sicurezza sul lavoro non rispettate”. Devono essere rafforzati i controlli e resi accurati, duraturi e frequenti; i fatti dimostrano che solo le cose fatte bene, con la collaborazione di tutti, nel rispetto della legalità e della trasparenza, ci garantiscono tempi di realizzazione certi, qualità del lavoro e delle opere”.
Anche l’ultimo decreto è stato pubblicato in Gazzetta: si apre ufficialmente la procedura di indennizzo per i risparmiatori truffati coinvolti nei crac bancari che hanno coinvolto i due istituti veneti (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e le quattro popolari (Carife, Carichieti, Banca Etruria e la nostra Banca Marche).
Da oggi infatti è attiva la piattaforma per la presentazione delle istanze di rimborso. Lo rende noto il deputato osimano in Commissione Finanze del Movimento 5 stelle Paolo Giuliodori, che ha seguito da vicino tutti i delicati passaggi della vicenda. «È tutto pronto: da oggi è ufficialmente attiva la piattaforma per la presentazione delle istanze di rimborso. Finalmente si parte». «Per gli azionisti – ricorda Giuliodori – un ristoro pari al 30% del valore d’acquisto fino ad un massimo di 100.000 euro, per gli obbligazionisti il 95%. I rimborsi saranno automatici per chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro, circa il 90% della platea totale. Inoltre nell’erogazione è data precedenza ai pagamenti di importo non superiore a 50.000 euro».
Avranno accesso al Fondo – spiega il deputato 5stelle – i risparmiatori, persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le microimprese che occupano meno di dieci persone e realizzano un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro, in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle banche tra il 16 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018. Gli indennizzi spettano anche ai loro successori: al coniuge, ai conviventi e ai parenti entro il secondo grado».
Da oggi ci sono 180 giorni di tempo per presentare la domanda online.
Oltre 5,3 milioni di euro per la messa in sicurezza e il ripristino della strada provinciale 91 “Pian di Pieca - Monastero - Fiastra”.
L’arteria stradale era stata chiusa a seguito dei sismi del 2016 e sono stati necessari, per la sua riapertura, ben quattro interventi, di cui tre già realizzati e uno in corso, progettati e diretti dall’Anas per conto del soggetto attuatore, la Protezione Civile.
“Si tratta di una strada molto importante per il comprensorio montano - dichiara il presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari - che oggi si può percorrere in sicurezza, grazie agli investimenti effettuati per il ripristino della viabilità e alla collaborazione tra i vari enti, ANAS, Protezione Civile, Provincia e Regione”.
I lavori sono stati affidati ad aziende differenti, attraverso quattro appalti. Il primo intervento di 668.734 euro è consistito nella posa di reti e pannelli in maglie di ferro ancorati con chiodature alla roccia e piccole opere di muratura sul muro esistente alla base della scarpata. Il secondo lavoro, dell’importo di 137mila euro, ha riguardato il ripristino delle reti paramassi che, dopo il terremoto, si erano riempite di detriti.
Il terzo intervento, molto corposo con i suoi 4.337.257 euro di spesa, ha permesso di mettere in sicurezza le pareti rocciose con le barriere paramassi e i rafforzamenti corticali, rimuovendo i massi pericolanti e sistemando l’imbocco della galleria. Per queste opere si è reso necessario anche l’utilizzo dell’elicottero per arrivare in quota alle pareti rocciose.
La conclusione degli ultimi lavori, dell’importo di 160mila euro, riguarda la messa in sicurezza di una frana ampliata dal terremoto ed è prevista per la fine del mese di settembre.