"È necessario venga completata e perfezionata, preliminarmente ad ogni iniziativa di riordino del settore, la mappatura delle coste per verificare ed approfondire la disponibilità del bene". Lo specifica, in merito alla direttiva "Bolkestein, una mozione approvata all'unanimità dal Consiglio regionale delle Marche, e sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, sulle problematiche relative alle concessioni demaniali per finalità turistiche e creative.
L'atto chiama presidente e Giunta regionale a rappresentare al Governo nazionale alcune questioni ritenute prioritarie. In primo luogo la necessità di completare e perfezionare,"preliminarmente ad ogni iniziativa di riordino del settore, la mappatura delle coste per verificare ed approfondire la disponibilità del bene", anche in applicazione di quanto disposto dalla legge regionale 7 del 2010 sulle "Norme per l'attuazione delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo".
Inoltre si chiede che si sviluppi lo studio di una disciplina ad hoc, che "tenga conto delle specificità delle imprese che operano nel comparto del demanio marittimo, prevenendo iniziative di tipo meramente speculativo, in contrasto le legittime aspirazioni ed esigenze delle imprese di settore e della collettività".
Prima del via libera, gli interventi dei capigruppo consiliari, dell'assessore al bilancio, Guido Castelli, e del presidente della Giunta regionale, Francesco Acquaroli. Il governatore ha ribadito la necessità di una mappatura delle aree balneari prima di qualsiasi altro passo a fronte del "rischio di mettere in discussione la filiera, il rischio capacità produttiva".
Acquaroli ha parlato anche di "ingiustizia nei confronti di coloro che hanno preso un settore che non esisteva, hanno investito e oggi, che il turismo balneare è riconosciuto a livello mondiale, viene messa in discussione la loro titolarità". "Andare a verificare la vicenda della mappatura - ha ribadito - è un elemento inderogabile che deve dare garanzie su questa vicenda. La forza che può esprimere l'assemblea unitaria - ha concluso Acquaroli - ha valore aggiunto".
Il comparto dell’edilizia è allo stremo, in tutta Italia. Nelle Marche – la regione maggiormente colpita dal sisma del 2016 – le imprese e l’intera filiera delle costruzioni si ritrovano tutt’oggi a tener conto del ritardo dell’approvvigionamento dei materiali, il loro rincaro, la progressiva mancanza di manodopera e le difficoltà nel rispettare le tempistiche contrattuali.
Queste sono solo alcune delle criticità discusse dall’ANCE Marche nel corso di un incontro ospitato da Confindustria Ancona e rispetto alle quali la pandemia e la guerra russo-ucraina ne hanno evidenziato il punto di non ritorno. A tal punto da arrivare a proclamare, a partire da ieri, il blocco totale dei cantieri in tutta la regione – oltre 200 – nella speranza, secondo i membri del Comitato di Presidenza ANCE intervenuti (Stefano Violoni, Carlo Resparambia, Massimo Ubaldi, Massimiliano Celi, Fabio Fiori e Rodolfo Brandi), di essere finalmente ascoltati dopo 20 anni di silenzio da parte dei governi italiani.
Nel frattempo le aziende chiudono, si fermano le acciaierie e altre attività similari, il rincaro dei prezzi continua a salire per ogni tipo di materia prima (negli ultimi giorni: +150% per il costo dell’energia, +20% per il cemento, + 150% per ferro e acciaio). “La crisi del settore edile – ha dichiarato il presidente di ANCE Macerata e vicepresidente regionale con delega sul sisma, Carlo Resparambia – ha ripercussioni anche sul piano umano e sociale".
"Non riusciamo più a onorare il termine dei lavori più importanti. Il commissario Giovanni Legnini aveva promesso il 6 maggio 2021 una revisione del prezziario dei materiali, ma stiamo ancora aspettando - spiega Resparambia: dalle opere pubbliche alle agevolazioni fiscali, fino alla gestione del piano ricostruzioni, le proroghe dei termini contrattuali, e l’attivazione di adeguati ammortizzatori sociali”.
“Quelle adottate dai Governi in questi ultimi vent’anni – commenta il presidente di ANCE Marche, Stefano Violoni – sono state solo misure emergenziali: oggi servono interventi strutturali che garantiscano lo svolgimento dei lavori in maniera seria e con la giusta tutela per l’intero settore, che comprende non solo gli imprenditori, ma anche falegnami, elettricisti, cottimisti e altri ancora. Non possiamo nemmeno affidarci al Pnrr, perché è una prospettiva ancora lontana".
“Le agevolazioni messe in atto nell'ultimo anno, come il 'bonus facciate' – ha aggiunto il presidente ANCE di Pesaro Urbino, Rodolfo Brandi – possono aver messo una pezza sulle problematiche, ma hanno portato alla nascita di 11.600 nuove imprese e contribuito alla crescita del fenomeno della criminalità organizzata”.
Di seguito, i video delle interviste:
Nella comparazione delle ultime due settimane, nelle Marche, sono 3.558 casi di positività in più con una percentuale di crescita del 41,9%. Lo fa sapere l’Osservatorio epidemiologico della Regione.
Nell'ultima giornata 3.271 casi rilevati e incidenza ogni 100mila abitanti che galoppa a 862,99 (ieri 792,52); è risultato positivo il 44,2% dei 7.398 tamponi del percorso diagnostico. In totale eseguiti 8.963 test tra i quali 1.565 del percorso guariti.
Tra i contagiati sono 574 le persone con sintomi; comprendono 947 contatti stretti di positivi, 802 contatti domestici, 34 in ambito scolastico/formativo, 20 in ambiente di vita/socialità, 4 in ambito lavorativo e 2 ciascuno in ambito sanitario e assistenziale.
La provincia di Ancona torna vicina a mille casi giornalieri (940); seguono, per numero assoluto di casi, le province di Macerata (603), Ascoli Piceno (544), Pesaro Urbino (521), Fermo (520) e 143 contagiati da fuori regione. Il numero più alto di casi tra le fasce d'età è stato rilevato in quella 25-44 anni (821) seguita da 45-59 anni (776) e 60-69 anni (355).
Netta diminuzione dei ricoveri legati al covid nelle Marche, arrivati a 165, nove in meno di ieri, di cui 12 in terapia intensiva (-2), 44 in semi intensiva (-1 su ieri), 109 in reparti non intensivi (-6), secondo i dati della Regione Marche, che danno conto anche di 32 dimessi nelle ultime 24 ore.
Ci sono stati cinque decessi, che fanno salire il totale a 3.648 dall'inizio della pandemia. Sono morti quattro uomini e una donna, di età compresa tra 80 e 92 anni, tutti con patologie pregresse. Sono 28 le persone in osservazione nei pronto soccorso, 133 gli ospiti di strutture territoriali a Campofilone, Galantara, Macerata Feltria, Ripatransone.
Un nuovo autovelox permanente e bidirezionale sulla strada provinciale delle Vergini, nei pressi della zona del Pincio di Civitanova Alta.
È quanto l'amministrazione comunale ha deciso di installare per rilevare gli eccessi di velocità in quel tratto di strada, che fa da raccordo tra la città alta e Montecosaro, ed è stato spesso teatro di gravi incidenti. La postazione fissa dell'autovelox andrà a sostituire il semaforo rallenta-traffico sinora presente.
A nulla sono valsi, infatti, tutti gli accorgimenti alternativi - adottati tramite l'apposizione di apposita segnaletica - per garantire il rispetto del limite dei 50 chilometri orari. Per l'effettiva installazione del dispositivo di controllo elettronico si attende il via libera da parte della Prefettura di Macerata.
Approvati dalla giunta i progetti di riqualificazione e ampliamento del parco di Villa Colloredo per la candidatura al bando del Ministero della Cultura "Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici", finanziato nell’ambito del PNRR, per un importo complessivo di 2 milioni di euro.
“Il parco di Villa Colloredo è un importante luogo di incontro e aggregazione della nostra comunità – ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi - abbiamo studiato un progetto di riqualificazione che possa rafforzare l’identità del luogo sia dal punto di vista naturalistico e quindi didattico formativo, sia dal punto di vista gestionale mettendo in rete ed ampliando le attività già esistenti per attivare nuovi servizi culturali e nuovi itinerari paesaggistici per i nostri concittadini e per i turisti".
Il parco storico del complesso di Villa Colloredo, sede del Museo Civico, rappresenta una importante testimonianza delle trasformazioni settecentesche subite dal quartiere di impianto medievale a cui appartiene. Originariamente cimitero israelitico, poi riservato ad orti, nel 1700 la famiglia Colloredo lo trasforma in parco all’inglese, come spazio di svago e masseria.
Se il Comune di Recanati riuscisse ad aggiudicarsi i circa 2 milioni di euro previsti dal bando del Ministero della Cultura, verrà elevato lo standard di gestione, manutenzione, sicurezza e accoglienza del parco storico di Villa Colloredo per dare vita ad una gestione integrata, coinvolgendo in modo unitario e sinergico le altre attività esistenti all’interno dell’area, tra cui Cea del WWF, l’ostello, Sistema Museo, Ti porto l'orto, le varie attività ludico - didattiche e il punto di ristoro.
“Tra i principali obiettivi del progetto è previsto l’ampliamento dell’offerta culturale grazie all’ implementazione della fruizione turistica - ha affermato l’assessora Rita Soccio – con il recupero dei locali in disuso da adibire all’accoglienza di laboratori e visitatori, in sinergia con gli interventi di 800.000 euro già finanziati al Comune con il bando di rigenerazione urbana si andrà a riqualificare e creare un vero polo museale e offrire un'esperienza unica dove le arti si fondono con i nuovi approcci esperienziali e multimediali."
Il progetto permetterà di svolgere laboratori e cantieri didattici, all’aperto e in-door, che sviluppino conoscenze sia sotto il profilo ambientale che ecologico e valorizzino l’apprendimento sia delle tecniche agricole tradizionali come il recupero degli orti che delle conoscenze scientifiche connesse.
Dal punto di vista naturalistico-botanico, il parco di Villa Colloredo vanta infatti l’esistenza di numerose alberature di pregio e la compresenza di un apparato arboreo, arbustivo e floreale che contempla molte specie autoctone senza contare che per la sua particolare configurazione di parco urbano, svolge da sempre l’importante funzione di polmone verde nel contesto cittadino.
La guerra russo-ucraina con il rischio di una nuova Chernobyl e la paura delle radiazioni nucleari. Nell’ultima settimana, gli sviluppi della crisi in Europa Orientale hanno avuto fra i suoi effetti più significativi quello di lasciar temere agli italiani la possibilità di un nuovo disastro come quello del 1986.
All’epoca, fra le minimizzazioni delle autorità italiane e il reale impatto della nube radioattiva, il tutto si risolse con il divieto di consumo di latte e verdura (considerati gli alimenti più a rischio contaminazione), nonché con le prime importanti mobilitazioni di massa che nel giro di un anno portarono al referendum abrogativo rispetto all’abbandono del nucleare da parte dell’Italia.
Trentasei anni dopo, lo scenario è ancora una volta localizzato nel territorio ucraino, seppure in un altro contesto storico-politico. Ad oggi, sotto il tiro delle bombe di Putin rischiano di finirci ben 4 centrali nucleari in funzione, per un numero complessivo di 15 reattori operativi e 2 ancora in costruzione. Fra questi, anche il sarcofago blindato di Chernobyl che – a distanza di poche ore in cui sembrava esserne stata ripristinata l’attività di controllo – si trova nuovamente con la rete elettrica danneggiata e, di conseguenza, a rischio instabilità.
Quanto basta per far scattare nel nostro Paese – sul filo sottile delle notizie vere e quelle “fake” – una nuova psicosi di massa che ha portato molte persone a fare scorta di pillole di iodio solo nel weekend appena trascorso. Ma si tratta davvero di una soluzione reale contro l’esposizione da radiazioni?
“Questa frenesia non ha alcun senso – ha dichiarato il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (FOFI) Andrea Mandelli -. Al momento non c’è alcuna emergenza riguardante le radiazioni e l'assunzione delle compresse di iodio come forma di prevenzione non ha alcun fondamento scientifico. Inoltre, l’abuso alimentato dal fai da te delle pillole può comportare danni gravi alla salute, in particolare alla tiroide”.
“In Italia non esiste alcuna indicazione terapeutica per l'uso pillole allo iodio – ha aggiunto il segretario nazionale di Federfarma e presidente del Pgeu, Roberto Tobia -. Potrebbero fare eccezione quei Paesi Europei dove sono presenti centrali nucleari: in quei casi un sistema di alert collegato ai telefoni cellulari delle persone avvisa dove poter ritirare gratuitamente le compresse di iodio e come assumerle. Ma non è il nostro caso, visto che in Italia non abbiamo né centrali nucleari né eventi catastrofici in corso”.
La corsa alla iodioprofilassi è stata sicuramente incentivata negli ultimi giorni dall’aggiornamento del “Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari” (4 marzo 2022): una revisione sbrigativa richiesta soprattutto in occasione dell’ultima Conferenza delle Regioni.
L’allarmismo generatosi ha evidenziato come in molti casi sfugga il reale scopo farmacologico dello “iodio stabile” – diffuso soprattutto nel trattamento della tiroide e in casi di condizioni fisiologiche specifiche (donne in gravidanza o allattamento). Quest’ultimo, infatti, è stato progettato per contrastare gli effetti di quello radioattivo (iodio 131) nei casi in cui venga assimilato “incidentalmente” in dosi massicce.
Il rischio maggiore – a questo punto - è quello di contrarre il cosiddetto carcinoma tiroideo, che aumenta nella fascia di età 0-18 anni e tende a ridursi sensibilmente negli adulti – fino ad annullarsi dopo i 40 anni. Gli effetti biologici di una potenziale fuoriuscita di materiale radioattivo dipendono poi da diversi fattori, come la quota, il tipo stesso di materiale radioattivo disperso, la distanza a cui un individuo si trova rispetto alla sorgente radioattiva e l’andamento della nube tossica che potrebbe colpire alcuni territori più di altri.
Lutto a Macerata. Si è spento in seguito a una malattia, all’età di 78 anni, Don Luigi Taliani. Originario di Villa Torre di Cingoli, vicario parrocchiale presso la chiesa dell’Immacolata del capoluogo, Talliani è stato per anni direttore della redazione del settimanale “Emmaus” e di “Radio Nuova Macerata”, oltre che responsabile della comunicazioni sociali diocesane e insegnante di religione cattolica.
Ordinato sacerdote nel 1969 dall’allora Vescovo di Macerata, il cardinale Ersilio Tonini, Taliani ha impegnato la sua vita nell’Azione Cattolica con diversi incarichi (11 anni come assistente regionale ACRagazzi, poi, assistente regionale MSAC) e come assistente per la Fuci, la Federazione universitaria cattolica italiana, a Macerata. Profondo cordoglio nel capoluogo quando si è sparsa la notizia.
"Don Luigi Taliani è tornato oggi alla casa del Padre. Preghiamo insieme per tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme a lui", così via social i parrocchiani dell'Immacolata. Il direttore di Picchio News e la redazione si stringono intorno ai familiari di Don Luigi in questo doloroso momento.
Oltre 2000 chilometri in auto per fuggire dalla guerra e ricongiungersi con la nonna che vive a Mogliano e lasciando il papà al fronte a combattere. Questo il viaggio infinito di due bambini ucraini di 5 e 12 anni fuggiti da un villaggio poco a ovest della capitale, da giorni sotto assedio da parte dell'esercito russo.
Lei, la piccola Mariia, estremamente timida e con negli occhi l'innocenza che appartiene solo ai bambini. Lui, Liev, conserva ancora la paura di chi non dimenticherà i bombardamenti ai quali ha assistito lasciandosi alle spalle un Paese martoriato. Hanno dovuto abbandonare casa, amici e compagni di scuola per fuggire dalla guerra e senza la certezza di poter più ritornare.
Hanno viaggiato insieme alla mamma per arrivare a casa della nonna, sposata con un cittadino di Mogliano e da anni residente nel Maceratese. La piccola abitazione nella quale vivono ha spinto l'uomo a chiedere aiuto al sindaco di Mogliano, Cecilia Cesetti, per riuscire a trovare una sistemazione temporanea.
Il cuore grande di Mogliano aveva già dato disponibilità per l'accoglienza dei profughi ucraini e in meno di mezz'ora la casa è stata trovata. Ad impegnarsi in prima persona chi la guerra l'ha già vissuta negli anni '90: Luigi e Maja.
I due, oggi marito e moglie, si sono conosciuti nel corso della prima delle 18 missioni umanitarie che Luigi, come presidente della Croce Verde di Monte San Giusto e vice presidente dell’Anpas Marche ha organizzato tra il 1993 e il 1995 in Croazia, Bosnia e Serbia.
Il papà dei bambini, militare professionista, è rimasto a combattere al fronte, impegnato con la propria unità nel tentativo di ostacolare l'avanzata degli invasori. La nonna si prenderà cura dei piccoli e della nuora, che insieme ai bambini ha ottenuto un visto di ingresso per restare in Europa per i prossimi tre mesi.
Tanti i maceratesi che hanno intanto manifestato la propria disponibilità a fornire un aiuto sotto forma di generi alimentari e quanto utile per i bambini e la loro madre, che sono stati travolti dall'affetto della popolazione marchigiana e da Kara, lo splendido cane di famiglia.
Tanti i giocattoli per cercare di regalare un sorriso ai bambini "che resteranno ospiti di Mogliano per tutto il tempo che sarà necessario come scritto in ucraino nel messaggio di benvenuto che abbiamo fatto trovare nel loro alloggio", ha raccontato Luigi.
Rigenerazione urbana al centro di un incontro che si terrà mercoledì 16 marzo alle ore 21 presso il Palazzetto dello Sport incentrato su come sarà la nuova Pieve Torina. La rigenerazione urbana è l’obiettivo su cui il Sindaco Alessandro Gentilucci ha deciso di puntare rendendo virtuoso il processo di ricostruzione post sisma in atto.
«L’intento è integrare e connettere il centro storico del capoluogo con le aree più periferiche, ridisegnando la viabilità e i percorsi di collegamento tra “dentro e fuori” il paese, per garantire uno sviluppo sostenibile alla comunità. La rigenerazione è il percorso che abbiamo intrapreso grazie ai fondi messi a disposizione dal Piano Nazionale Complementare per le aree sisma 2016, circa un milione di euro, per garantire al centro storico di rinascere secondo una prospettiva differente, che tenga conto della sostenibilità ambientale e in linea con le altre azioni che stiamo realizzando a livello paesaggistico e turistico e che fanno perno sul tema delle vie dell’acqua».
Gentilucci sottolinea le priorità che l’amministrazione comunale intende perseguire riguardo alla ricostruzione del cuore di Pieve Torina. «Questa filosofia di rigenerazione urbana si riverbera nelle linee progettuali per la riqualificazione della piazza principale, Santa Maria Assunta, che vogliamo condividere con la cittadinanza.
Nuovi viali che conducono al nucleo storico, nuova viabilità e ulteriori interventi funzionali a creare quei fondamentali spazi e servizi di prossimità per una fruizione non solo turistica ma anche residenziale del paese. Sono convinto della centralità, non solo simbolica, della piazza principale come spazio di socialità per aiutare a rifondare il nostro spirito di comunità.
Per questo abbiamo programmato un incontro con la cittadinanza per il prossimo mercoledì, in modo da tener conto dei desiderata della popolazione» conclude Gentilucci.
Sono 906 i nuovi positivi nelle ultime 24 ore (ieri 2.099), con un tasso di positività del 44,2% (dal 41,8%), sui 2.048 tamponi analizzati (5.019). Sostanzialmente stabile l'incidenza si attesta a 792,52 casi settimanali ogni 100mila abitanti (791,46). Questo quanto emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio epidemiologico delle Marche, con i numeri che risentono della consueta diminuzione dei test effettuati nel weekend.
Il contagio nelle province
I numeri cambiano, ma la distribuzione rimane la medesima ormai da settimane: resta Ancona la provincia marchigiana più colpita (269 casi), davanti a Macerata (193), Ascoli Piceno (171), Pesaro Urbino (122) e Fermo (111) ; sono 40 i contagiati provenienti da fuori regione
Si confermano quelle intermedie le fasce d'età più colpite dai contagi, le uniche ad andare in "tripla cifra" oggi: 231 casi per i 45-59enni e 222 per i 25-44enni. Massima attenzione, ancora, anche ai contagi tra i più giovani, con 266 casi tra gli under 18, picchi di 84 tra i bambini delle scuole elementari(6-10 anni) e di 61 tra quelli delle medie (11-13 anni).
Lieve aumento dei ricoveri legati al covid nelle Marche, arrivati a 174, due più di ieri, di cui 14 in terapia intensiva (+1), 45 in semi intensiva (invariato su ieri), 115 in reparti non intensivi (+1), secondo i dati della Regione Marche, che danno conto anche di 11 dimessi nelle ultime 24 ore.
Ci sono stati tre decessi, che fanno salire il totale a 3.643 dall'inizio della pandemia. Sono morti un uomo e 2 donne, di età compresa tra 88 e 98 anni, tutti con patologie pregresse. Sono 21 le persone in osservazione nei pronto soccorso, 130 gli ospiti di strutture territoriali a Campofilone, Galantara, Macerata Feltria, Ripatransone.
Prezzi alle stelle per il metano, che nel Maceratese è arrivato a superare i tre euro al chilo. Il forte rincaro dei carburanti – compresi diesel e benzina che vanno oltre i due euro al litro – ha già obbligato nell’ultima settimana molti distributori a sospendere il servizio di distribuzione e persino a chiudere. Fra questi, alcuni impianti siti in Porto Potenza, Tolentino, Recanati e Civitanova.
A incidere è soprattutto il conflitto russo-ucraino: oltre ai carburanti fossili, il 45% del metano distribuito in Italia – e molto utilizzato anche dalle fabbriche, dalle raffinerie e per i riscaldamenti delle case - proviene proprio dalla Russia. Nonostante il tentativo degli automobilisti di rifornirsi laddove il costo del gas si aggirava ancora intorno a 1,90 euro – come Mogliano, Loreto e Fontespina – la situazione appare sempre più grave e incerta.
“Rimaniamo aperti perché bisogna garantire il servizio, ma si va avanti giorno per giorno" – ha dichiarato Adriano Massaccesi, titolare dell’impianto alla Pieve rimasto chiuso lo scorso weekend, e dove il metano era arrivato a costare 3,40 euro. "Purtroppo noi gestori siamo costretti a lasciare a casa i nostri dipendenti, oppure a farli lavorare con orario ridotto. La situazione è diventata critica: non so quanto resisteremo. Da 300mila metri cubi al mese di metano erogato siamo passati a 100mila".
“La crisi internazionale in corso in Ucraina e Russia crea sicuramente un problema energetico, dal punto di vista economico, e di costo dei materiali, ma, entrando nello specifico della nostra economia regionale, crea un problema anche di mercato, perché nelle Marche abbiamo gran parte della nostra capacità produttiva manifatturiera, legata al calzaturiero in particolare, proiettata su questi mercati e su quei territori. Si pone, pertanto, fortemente il problema della liquidità per le nostre imprese, già sicuramente fiaccate dalle crisi degli ultimi anni e dalla pandemia”.
È quanto ha affermato il presidente Francesco Acquaroli, al Micam 2022. Insieme all’assessore al Bilancio Guido Castelli ha partecipato al talk 'La filiera della moda tra emergenza finanziaria e nuovi mercati', promossa dalla Camera di commercio delle Marche.
Il presidente Acquaroli ha condiviso con il presidente camerale Gino Sabatini la priorità di garantire 'credito alle aziende con commesse aperte sui mercati sconvolti dalla guerra'. La questioni principale, da affrontare subito, “è quella della liquidità, per non creare problemi strutturali alle aziende esposte. Ma non può sicuramente bastare quanto potrà fare la Regione, perché avrà comunque una limitata capacità d’intervento finanziario. Noi ci aspettiamo dal Governo centrale un forte sostegno alle imprese, che non possono più basare la propria attività sull’indebitamento, perché già soffrivano per questo problema a causa delle esposizioni creditizie e bancarie determinate dall’emergenza Covid-19”.
Commentando alcune considerazioni del viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin, relatore al talk, che aveva evidenziato l’opportunità di intervenire prioritariamente, come misura di sostegno produttivo, sul contenimento dell’inflazione, piuttosto che sulla riduzione dell’Iva, Acquaroli ha auspicato che il taglio dell’imposta “non venga esclusa a priori, perché è una delle soluzioni che, nell’immediato, può assicurare una boccata d’ossigeno agli imprenditori”.
Il tema della competitività dei prezzi è stato affrontato, poi, dall’assessore Castelli: “Nelle Marche registriamo la maggiore concentrazione di calzaturifici nel mondo. Rispetto a regioni confinanti, noi non godiamo della riduzione della contribuzione del 30% sul costo del lavoro. In realtà noi siamo Sud, nel senso che, nella codifica europea, la regione Marche è scivolata in transizione per effetto delle precedenti crisi. Ma questa retrocessione sarà codificata a metà aprile, e ancora noi non beneficiamo neanche di quello che non sarebbe un privilegio, ma semplicemente un diritto. L’importante è che non ci siano costi maggiorati, indotti e strumentali, che interferiscano sulla competitività dei prezzi della nostra calzatura anche in Italia”.
Il tasso cumulativo di incidenza del virus nelle Marche torna ad aumentare, dopo la discesa di ieri, a 791,46 (ieri 752,36) su 100mila abitanti, mentre si registrano nelle ultime 24 ore 2.099 nuovi positivi al Covid, che rappresentano il 41,8% (ieri il 37,9%) dei 10.364 tamponi analizzati nel percorso diagnostico.
La provincia di Ancona resta quella con il maggiore numero di nuovi contagi, 595, seguita da quella di Macerata con 461, Ascoli Piceno con 367, Fermo con 301, Pesaro Urbino con 301, oltre a 74 casi di fuori regione.
Le fasce di età più interessate dal virus restano quelle 25-44anni con 540 casi e 45-59 anni con 479. A seguire quella 60-69 con 199. Nelle fasce di età tra zero e 18 anni sono stati rilevati 478 positivi.
(Servizio in aggiornamento)
"Sono 1.200 i profughi ucraini giunti nelle Marche". Lo fa sapere l'assessore regionale alla Protezione Civile, Stefano Aguzzi, fornendo il dato all'undici marzo, in base agli arrivi comunicati alle Questure marchigiane.
"Circa 700 profughi sono stati già sottoposti a test per valutare l'eventuale positività al covid - aggiunge - e di questi 8 sono risultati positivi al virus e ora sono in isolamento nelle abitazioni dove sono stati accolti: tre le persone risultate vaccinate contro il Covid. Circa la metà dei profughi giunti nelle Marche sono bambini. Non c'è stata ancora necessità di accogliere i positivi nel Covid Hotel".
Ad oggi, spiega Aguzzi, "i profughi sono giunti nelle Marche in maniera autonoma, con auto, treni, pullman e, nei giorni scorsi, anche con un aereo, ma, tranne qualche caso sporadico, sanno tutti dove andare, accolti da familiari, amici, e anche da alcune parrocchie".
Però, aggiunge l'assessore, "ci aspettiamo un flusso più massiccio di arrivi, per questo lunedì verrà sottoscritto l'accordo con la Federazione degli albergatori marchigiani per avere a disposizione già dai prossimi giorni circa 50 posti letto in ogni provincia per eventuali arrivi coordinati tramite le Prefetture marchigiane e la Protezione civile".
"Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte di famiglie che hanno accolto i profughi ucraini - prosegue Aguzzi - alcuni chiedono se possono usufruire di contributi per l'accoglienza, ma al momento non sono previsti a livello nazionale né comunitario". "Non è escluso però - conclude -, che nelle prossime settimane qualche profugo possa essere preso in carico dalla Protezione civile e dalle Prefetture se chi ha fornito l'ospitalità (parrocchie, familiari e conoscenti) non è più in grado di sostenere i costi".
Il timore di un pericolo nucleare nella guerra in Ucraina ha fatto scattare anche nelle farmacie delle Marche la corsa all'accaparramento di prodotti a base di iodio. "Gli integratori sono andati a ruba negli ultimi giorni" riferisce ad Ansa Andrea Avitabile, presidente regionale Federfarma Marche.
"Non appena è stato paventato il rischio di un attacco nucleare o di una possibile esplosione delle centrali atomiche in Ucraina - racconta Avitabile -, c'è stata subito una richiesta esponenziale di integratori a base di iodio, tanto che le scorte si sono esaurite rapidamente in molte farmacie".
"Si tratta di un prodotto di nicchia, per cui le disponibilità non erano elevate, e con l'enorme richiesta, è subito terminato" chiarisce il presidente Federfarma Marche "nel caso in cui dovesse rendersi necessaria una iodoprofilassi, occorre intervenire con farmaci a dosaggi specifici e soggetti a prescrizione medica, da utilizzare solo in caso di esposizione e non in via preventiva. Non bisogna farsi prendere la mano dalla psicosi". Sconsigliato, dunque, il fai da te.
La guerra in Europa orientale peserà in modo considerevole sulle tasche delle aziende italiane attive nell'export verso Russia e Ucraina. Le Marche saranno tra le regioni più penalizzate di tutto il Paese. A dirlo è Gerardo Villanacci, professore ordinario di Diritto Privato all'Università Politecnica delle Marche e autore di Giustizia Cinica, edito da Pendragon e con la prefazione del direttore del Corriere della Sera, Lucio Fontana.
Le sanzioni inflitte alla Russia di Putin stanno già avendo una pesantissima ricaduta con il prezzo del barile ai massimi dalla crisi del 2008, gli aumenti fuori controllo di gas, luce e carburanti che hanno indotto aziende importanti del Maceratese, come la cartiera di Tolentino, a chiudere pur di contenere le perdite. Ma le sanzioni saranno utili o rischiano di essere solo un boomerang per l'Italia?
"Per ripristinare la pace, non vi è alternativa alla diplomazia. Per sollecitarla, le sanzioni internazionali rappresentano una via. Bisogna però scongiurare effetti indesiderati. I provvedimenti sanzionatori già approvati e quelli annunciati, inducono a ritenere che questa volta è stata intrapresa una strada corretta", spiega Villanacci.
Gli effetti indesiderati riguardo le azioni che potrà intraprendere la Russia, al momento, sono un rischio calcolato da parte della comunità internazionale: "Le sanzioni possono evitare conseguenze irreparabili per l’intero globo, a condizione che si prenda atto che quelle precedenti, non a caso qualificate smart sanctions, hanno portato ad una politica ancora più espansiva da parte della Russia".
Le aziende messe in ginocchio dalla guerra in Ucraina rischiano di essere la punta dell'iceberg di quanto potrà avvenire nei prossimi mesi: "Per giungere ad un ripensamento della Russia, se non ad un collasso della governance attuale, bisogna essere consapevoli e pronti a sopportare considerevoli disagi e danni economici, anche rilevanti, causati dalle sanzioni".
I venti di guerra spirano gelidi anche sulle Marche, con una crisi che investirà le aziende attive nell'export con la Russia: "Con il loro ottavo posto, le Marche sono una delle regioni più importanti tra quelle partner commerciali della Russia. Il blocco dell’interscambio dell’Italia con la Russia è giunto a pesare 21,7 miliardi, 5,4 quello con l’Ucraina. Le Marche, con 231 milioni di euro di export nei primi 9 mesi dello scorso anno, ne risentiranno pesantemente".
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”. In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente le controversie che possono insorgere tra committente e professionista in esecuzione della disciplina del “Superbonus” 110%.
Di seguito la risposta dell’avvocato Pantana alla domanda posta da un ingegnere della provincia di Macerata, che chiede: “In esecuzione della procedura del “Superbonus 110%”, in quali responsabilità potrei essere coinvolto?"
La disciplina del “Superbonus 110%”, introdotta dal cosiddetto decreto rilancio sta dando grande slancio al settore delle costruzioni e pone i professionisti che operano nel settore tecnico-edile al centro e quale fulcro di una serie di verifiche e attestazioni sui presupposti per accedere alle agevolazioni.
Tali attività spaziano dalla verifica della conformità urbanistica alla idoneità dell'immobile e del committente fino ad orientare quest'ultimo sulle spese detraibili con la verifica dei massimali, per non dimenticare la duplice verifica, sia durante i lavori che alla fine degli stessi, in ordine al rispetto dei requisiti tecnici richiesti e della congruità della spesa sostenuta.
Ma che cosa succede in caso di danno dovuto a negligenza professionale, imperizia o errata applicazione delle norme?
In questi casi il professionista potrebbe essere chiamato a rispondere in sede civile, amministrativa e penale del danno causato da solo o in solido con l'impresa, dal momento che l'articolo 2055 codice civile stabilisce che, se un fatto dannoso è imputabile a più persone, tutte sono obbligate in via tra loro solidale a risarcire il danno nei confronti del cliente/committente.
Pertanto, in risposta al nostro ingegnere, ne deriva che gli ingegneri e le altre figure professionali quali, architetti, geometri, costruttori, fornitori, commercialisti che rilasciano il visto di conformità, potrebbero essere solidalmente responsabili se a loro è imputabile il danno.
Gli articoli 119 e 121 del Decreto Legge n. 34/2020 attribuiscono ai tecnici incaricati della progettazione di edifici, impianti e strutture, della direzione lavori e del collaudo statico un doppio ruolo: quello di attestatore ed asseveratore ("asseverare" in questo senso va inteso come sinonimo di "assicurare" e "garantire") della presenza dei requisiti tecnici che consentono di accedere al “Superbonus” e quella di prestatore di opera intellettuale, disciplinato dall'art. 2230 codice civile e seguenti.
In particolare, l'articolo 121 del decreto rilancio stabilisce che, nel caso in cui vengano meno anche in via parziale i requisiti che garantivano ai soggetti beneficiari (di norma, il committente) il diritto al “Superbonus”, l'Agenzia delle Entrate provveda al recupero nei loro confronti dell'importo corrispondente alla detrazione non spettante, maggiorato di interessi (4% all'anno) e sanzioni tributarie (30% dell'importo non versato, ridotta alla metà in caso di ravvedimento entro 90 giorni nell'ipotesi più favorevole).
In primo luogo, è quindi il committente o, meglio, il soggetto beneficiario a subire il recupero da parte dell'Agenzia delle Entrate, ma tale recupero si potrebbe estendere ai professionisti e alle imprese se venissero riconosciuti corresponsabili dell'evento dannoso; in altre parole, il comma VI dell'articolo 121 legittima l'Agenzia delle Entrate ad agire anche nei confronti di soggetti diversi dal contribuente, quali responsabili in via solidale, nell'ipotesi in cui i soggetti che intervengono nei lavori (denominati "fornitori") abbiano concorso nella violazione.
Venendo a questo rischio il professionista dovrà operare con prudenza e perizia per quanto riguarda la propria parte specialistica, ma dovrà anche cercare di mantenere un minimo di controllo su tutta la pratica; fondamentale è la sinergia tra i soggetti coinvolti, il progettista strutturale e quello architettonico, il collaudatore, l'impresa e il professionista fiscale (che attesta la regolarità dei crediti fiscali oggetto di cessione), perché un errore dell'uno di fatto potrebbe coinvolge anche l'altro.
In merito al “Sismabonus”, ad esempio, l'asseverazione rilasciata dal progettista strutturale si estende anche alla congruità degli importi relativi alle opere di manutenzione edilizia (pavimenti, massetti), ma tale valutazione può essere compiuta solo in sinergia con il progettista architettonico, la cui opera si intreccia con quella del progettista della struttura.
Nel caso di un contenzioso per un errore progettuale sono numerose le sentenze che condannano in solido tutti i professionisti coinvolti e l'impresa; è anche vero che qui non esiste alcun automatismo, ma nell'ambito della responsabilità civile viene in rilievo l'articolo 1176 comma secondo del codice civile, secondo cui la diligenza del professionista si deve valutare caso per caso con riguardo alla natura dell'attività esercitata.
Per fare un esempio, appare evidente che un termotecnico non potrà essere ritenuto responsabile in solido nel caso della revoca del contributo per problematiche connesse alle asseverazioni del “Sismabonus”; viceversa, il progettista strutturale non dovrebbe rispondere nei casi di problematiche agli impianti e al cappotto; questo per chiarire che ogni caso andrebbe valutato singolarmente e in concreto.
Sono molteplici i controlli a cui può essere sottoposta la pratica; eventuali problematiche potrebbero emergere sotto il profilo:
- mancanza dei requisiti soggettivi in capo al beneficiario;
- mancanza dei requisiti tecnici-prestazionali degli interventi;
- errata attestazione degli stessi da parte del tecnico;
- errata attestazione della congruità della spesa per irregolarità urbanistiche o edilizie preesistenti, eccetera.
Nel momento in cui il professionista rilascia la dichiarazione di asseverazione dichiara che i dati forniti sono veri e potrebbe astrattamente essere chiamato a rispondere del reato di cui all'articolo 481 del codice penale.
È il caso della falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, in cui il professionista risponde penalmente per eventuali falsi ideologici e materiali contenuti nella dichiarazione di asseverazione.
Sono, inoltre, previsti alcuni illeciti amministrativi in caso di "asseverazioni non veritiere" e di "APE infedele", che prevedono sanzioni pecuniarie di alcune migliaia di euro. Una importante annotazione è quella relativa alla polizza di assicurazione, che non copre le sanzioni amministrative né tantomeno quelle penali.
Con riferimento, infine, ai controlli di natura tecnica e fiscale è previsto che l'Enea li effettui a campione in una percentuale che non supera lo 0,5 delle richieste, dando priorità agli interventi che godono del bonus 110% e a quelli che prevedono una spesa maggiore.
Mentre, dal lato fiscale i poteri di accertamento dell'Agenzia delle Entrate si estendono al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui si è presentata la dichiarazione dei redditi con l'ultima rata di beneficio.
Esempio: lavori nel 2022 con recupero di somme in 5 rate annuali a partire dalla dichiarazione 2023 per i redditi 2022; ultima dichiarazione con agevolazioni 2027 per i redditi 2026; scadenza poteri di controllo dell'Agenzia delle Entrate: 31 dicembre 2032.
Invece, nell'ipotesi di cessione del credito o sconto in fattura la notifica dell'atto di recupero da parte dell'Agenzia delle Entrate potrà essere effettuata entro il 31 dicembre dell'ottavo anno successivo a quello del relativo utilizzo. Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
"Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi. La crescita non è correlata alla realtà dei fatti è una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi. Una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini". Così il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani a Sky Tg 24.
Sul gas "è necessario stabilire prezzo massimo oltre il quale gli operatori europei non possono andare, è fondamentale. Chiunque esporta gas non può fare i conti senza l'Europa: serve un tetto massimo per il prezzo del gas, un costo appetibile da non affossare il mercato; si può discutere intorno ad una cifra di 80 euro megawatt/ora che è già il doppio di quanto pagavamo un anno fa", ha detto Cingolani sottolineando che se lo fa uno Stato da solo è un mercato troppo piccolo; se lo fa la Ue no. "E se fisso il prezzo del gas, fisso anche il prezzo per l'energia elettrica", ha aggiunto.
"L'Italia - ha detto il ministro - non può cambiare ora il proprio paesaggio energetico, si impiegherebbe troppo tempo: possiamo però sfruttare al massimo i giacimenti di gas già esistenti. Ciò significa 2,5 miliardi di metri cubi di gas in più che possiamo offrire a prezzo controllato alle pmi energivore".
Sul nucleare, invece, afferma: "C'è stato un referendum e ora non avrebbe senso costruire centrali nucleari in Italia". Il ministro sottolinea che, però, "quello che dobbiamo fare è prendere l'occasione delle nuove tecnologie investendo ora in ricerca e sviluppo in modo almeno da preparare il futuro".
Dopo 7 giorni di crescita, sia pure graduale, il tasso cumulativo di incidenza nelle Marche scende, anche se di poco, a 752,36 (ieri 753,76) su 100mila abitanti, mentre si registrano nelle ultime 24 ore 1.512 nuovi positivi al Covid, che rappresentano il 37,9% dei 3.985 tamponi analizzati del percorso diagnostico su 4.975 tamponi complessivi.
Le persone con sintomi sono 333 (il 22% del totale), i contatti stretti di casi positivi 485, i contatti domestici 332, i positivi in ambito scolastico formativo sono 21, i contatti in ambito lavorativo 4, i contatti in ambiente di vita/socialità 2, così come i contatti in ambito assistenziale, 3 invece i casi emersi dallo screening sanitario. Sono 299 i casi in fase di approfondimento epidemiologico.
La provincia di Ancona resta quella con il maggiore numero di nuovi contagi, 461, seguita da quella di Macerata con 321, Ascoli Piceno con 244, Fermo con 213, Pesaro Urbino con 208, oltre a 65 casi di fuori regione.
Le fasce di età più interessate dal virus restano quelle 25-44anni con 418 casi e 45-59 anni con 334. A seguire quella 60-69 con 146. Nelle fasce di età tra zero e 18 anni sono stati rilevati 340 positivi.
Torna a scendere il numero di ricoverati per Covid-19 nelle Marche: -8 in 24 ore (ora sono 175). Tre i deceduti nell'ultima giornata e il totale regionale di vittime correlate alla pandemia si porta a 3.634; sono morti un 83enne di Porto San Giorgio, un 80enne di Sant'Elpidio a Mare e un 91enne di Ancona. Sul fronte ospedaliero ci sono 14 degenti in Terapia intensiva (-2 rispetto a ieri), 47 in Semintensiva (-1) e 114 in reparti non intensivi (-5), 21 i dimessi.
Il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, si è recata in visita alla sede dell’Istituto Croce Bianca, in località Berta di San Severino Marche, che da giovedì scorso ospita quindici profughi ucraini in fuga dalla guerra di Putin.
Il sindaco ha portato la voce della solidarietà e dell’accoglienza da parte di tutta la comunità settempedana alla piccola colonia composta da un anziano, quattro donne e dieci bambini d’età compresa tra i 3 e i 15 anni, quasi tutti accompagnati dalle proprie mamme.
Per uno degli ospiti, un minore di 7 anni, l’arrivo in città è coinciso con la festa di compleanno salutata dall’Istituto Croce Bianca, alla presenza del sindaco e dell’assessore ai Servizi Sociali, Michela Pezzanesi; con una torta gelato. Ai bambini sono stati donati anche giochi e tanti sorrisi con un grande augurio di benvenuto.
La Città di San Severino Marche dall’inizio del conflitto sta accogliendo anche altri profughi che hanno trovato alloggio e sistemazione presso famiglie del posto, dove da anni vivono cittadini ucraini, o in abitazioni messe a disposizione da chi, in questo particolare momento, ha bisogno d’aiuto e assistenza.
Il Comune ricorda che chi fosse interessato a segnalare disponibilità ad accogliere persone, a fornire aiuti o ad organizzare qualsiasi tipo di attività di solidarietà nei confronti del popolo ucraino, può farlo utilizzando la mail info@comune.sanseverinomarche.mc.it
L’Amministrazione settempedana ha anche messo a disposizione di chiunque voglia contribuire con un aiuto economico il proprio conto corrente per offerte che andranno indirizzate seguendo la causale “Comune di San Severino Marche a favore del popolo ucraino”. Il codice Iban è il seguente: IT36W0306969150100000046015.