"Sarto fascista cocainomane": l'avvocato Renato Bianchini denunciato da Luca Paolorossi
La querelle social tra i due si è scatenata sotto al post di un articolo della stampa locale che riporta la notizia di alcune bacheche pubbliche a Filottrano, che sono state tappezzate di manifesti funebri che omaggiano Benito Mussolini. Autore delle affissioni il partito politico Forza Nuova della città anconetana.
L'alterco "virtuale" è avvenuto tra l'avvocato Renato Bianchini, non nuovo alle cronache locali, e il noto sarto di Filottrano Luca Paolorossi. Il legale maceratese, sotto al post in questione, avrebbe scritto due commenti, riferiti alla persona dell'imprenditore di Filottrano, con parole che si direbbero tutt'altro che al miele. "Filottrano ha dato i natali a un paio di fascistoni locali, se non li ricordate ve li ricordo io" e ancora "Nonché al 'sarto' fascista cocainomane lucapaolorossi".
Due 'osservazioni', se così le vogliamo chiamare, che non sono sfuggite al diretto interessato che ha subito sporto una denuncia nei confronti dell'Avvocato per diffamazione e che ha commentato sulla sua pagina Facebook: "Buongiorno gente ..... a filottrano capita anche questo e il mio amicone AVVOCATO BIANCHINI coglie sempre l’occasione per parlare bene di me ..... che poi non dice nulla di male perché anche io Ho avuto il mio DECENNIO 98/2008 fino a che ne ho avuto il fisico mi sono sempre Divertito usando additivi poi l’incidente ... non ho mai negato la mia passione per l’Italia e per quello che ha fatto durante il ventennio tranne le leggi razziali e lo spodestamento della monarchia ..... renatinooooo tanto un giorno ti invito a prendere un caffè ..... sarà il più buono".
Secondo una sentenza della Cassazione del luglio del 2007, l'epiteto 'fascista', se indirizzato a un esponente politico, non avrebbe carattere offensivo in quanto, con tale termine "non si fa altro che richiamare un'ideologia e una prassi politica che è stata, in passato, propria di molti italiani, che ha caratterizzato per un ventennio del secolo scorso il governo del Paese e che, peraltro, trova ancora oggi espliciti sostenitori. Non vi è dubbio che tale termine non può essere considerato un'offesa alla persona, ma deve essere ritenuto come espressione di una critica politica, certo assai aspra, ma del tutto legittima."
Al contrario, sempre secondo i Giudici del Palazzaccio, il termine 'fascista' utilizzato tra comuni cittadini, ha carattere offensivo e quindi sfocerebbe nel reato di diffamazione. Questo perché l'epiteto "mira a dipingere" il soggettp "come arrogante e prevaricatore."
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