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Rischio sismico: qual è la situazione degli edifici in Italia?

Rischio sismico: qual è la situazione degli edifici in Italia?

L'Italia si caratterizza per un rischio sismico elevato. Inoltre, un altro aspetto da non sottovalutare, è il fatto che una percentuale piuttosto importante degli edifici ancora oggi presenti sul territorio è stata realizzata durante il boom dell’edilizia, che si è verificato in periodo compreso tra gli anni 50 e 70 del Novecento, in cui ancora non erano state fissate delle norme delle costruzioni da seguire per realizzare strutture sicure dal punto di vista sismico.

Questa situazione così complessa, unitamente all'elevata densità abitativa che contraddistingue la maggior parte delle città sul suolo nazionale, delinea uno scenario ricco di criticità, che moltiplicano la possibilità che un evento sismico, anche se non di grado elevato, possa causare danni ingenti sia ai fabbricati che alle persone.

Viste le condizioni in cui versano ancora oggi molti edifici sul territorio nazionale, può essere utile procedere a effettuare interventi di miglioramento sismico, così da mettere in sicurezza i fabbricati dal punto di vista strutturale, magari inserendo elementi di rinforzo o valutando altri accorgimenti tecnici.

Naturalmente, per ottenere risultati ottimali è fondamentale rivolgersi ad aziende specializzate come Seriana Edilizia, vero e proprio punto di riferimento del settore, che al giorno d’oggi può vantare più di un milione e seicentomila mq migliorati dal punto di vista sismico.

Visitando il sito web ufficiale della ditta, www.serianaedilizia.it, è possibile disporre di una panoramica completa dei servizi offerti, così come richiedere ulteriori informazioni compilando un pratico form.

Italia: un territorio dall'elevato rischio sismico

In base alle considerazioni dei geologi, gli Appennini centrali, le Prealpi e la zona carnica sono i territori più a rischio in quanto sono presenti delle placche che, con il loro movimento, possono dare origine ai terremoti.

Molte aree dell'Italia che presentano rischio 1 – ovvero il grado più pericoloso – come per esempio il Friuli Venezia Giulia o l'alto Veneto, si caratterizzano per la presenza di numerosi edifici industriali costruiti prima del 2008, ovvero quando non erano ancora state fissate le nuove norme tecniche per le costruzioni (NTC).

Per questo motivo, considerata l'alta probabilità che si verifichino dei terremoti, è consigliabile intervenire con azioni ad hoc per migliorarne la stabilità e la resistenza alle sollecitazioni.

In primo luogo, è necessario effettuare uno studio preliminare, chiamato "Analisi del rischio sismico", il quale si avvale di un indicatore che mette in relazione la capacità di resistenza della struttura alle sollecitazioni provocate da un sisma.

Ecco perché talvolta terremoti di grado elevato fanno meno danni a edifici solidi dal punto di vista strutturale, rispetto a sismi molto meno potenti che interessano fabbricati costruiti prima dell’entrata in vigore delle nuove direttive antisismiche.

Come intervenire per ridurre il rischio sismico di un edificio

Sono numerosi gli interventi che possono essere effettuati per ridurre il rischio sismico di un edificio; tuttavia, prima di intraprenderli, è sempre necessario effettuare un'attenta analisi dello stato del fabbricato e procedere a stilare una lista esaustiva delle criticità incontrate nel corso dell'ispezione.

Per migliorare la stabilità strutturale di un fabbricato industriale, per esempio, si possono creare connessioni tra travi primarie o tra elementi secondari o installare dei sistemi detti shock-transmitter a carattere elastico o viscoso che hanno l'obiettivo di eliminare il martellamento tra gli edifici contigui.

 

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