Referendum 8-9 giugno 2025: per cosa si vota? La spiegazione dell’avv. Pantana
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all’avvocato". Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente richieste di chiarimenti riguardo i quesiti del referendum del 8-9 giugno 2025. Ecco di seguito l’analisi dell’avv. Oberdan Pantana.
L’8 e il 9 giugno 2025 si vota su quattro dei cinque quesiti referendari in materia di lavoro, che propongono modifiche sui licenziamenti, contratti a termine ed appalti, puntando a rafforzare le tutele per i lavoratori e ridefinire la disciplina nei rapporti di lavoro, ed infine il quinto in tema di dimezzamento del tempo della residenza legale per lo straniero maggiorenne extracomunitario al fine della richiesta della cittadinanza italiana.
Il primo quesito riguarda l’abrogazione o meno del d.l. 23/20215 in materia di regime sanzionatorio del licenziamento illegittimo, e, pertanto, la disciplina delle conseguenze giuridiche dei licenziamenti ritenuti illegittimi nelle aziende di dimensioni medio-grandi (qui la video spiegazione).
Attualmente, la legge Fornero prevede, per gli assunti dopo marzo 2015, in alcune ipotesi la reintegrazione del posto lavoro e in altre ipotesi una tutela di tipo indennitario, il licenziamento resta risolutivo ma ha come sanzione il pagamento di un'indennità, pari a 24 mesi di retribuzione. Oggi il sistema sanzionatorio è molto simile a quello dell'art 18 grazie anche all'intervento della Corte Cost., in sostanza anche il d.l. 23/2015 prevede la reintegrazione del lavoratore per insussistenza del fatto contestato e nel caso in cui l'infrazione viene punita dal codice disciplinare con una misura conservativa.
Qual è dunque la differenza? L'art. 18 prevede che il giudice possa fare un'indagine sul codice disciplinare e sul contratto collettivo che lo prevede per capire che cosa il contratto collettivo avrebbe previsto per quell'infrazione anche se non espressamente menzionata, spazio al giudice ampio per disporre la reintegrazione, mente nel d.l. 23, questo spazio è ridotto. Il punto più rilevante tra i due regimi sanzionatori è quello del licenziamento collettivo che nel dl 23 non prevede la reintegrazione, mentre nell'art. 18 prevede la reintegrazione per violazione dei criteri di scelta.
Il secondo quesito si riferisce al licenziamento illegittimo nelle piccole imprese. Nelle imprese che non raggiungono i requisiti dimensionali (fino a 15 dipendenti), oggi il licenziamento illegittimo è sanzionato con un indennizzo massimo di 6 mensilità (in alcuni casi fino a 13). Il referendum propone di eliminare questo tetto massimo, lasciando al giudice la piena libertà di decidere l'ammontare del risarcimento.
Il terzo quesito riguarda invece i contratti a termine (qui la video spiegazione). La disciplina attuale consente di stipulare contratti a termine senza causale per i primi 12 mesi; dopo tale periodo, sono richieste motivazioni specifiche e ci sono limiti numerici.
Il quesito referendario propone che i contratti a termine siano ammessi solo nei casi di sostituzione di lavoratori assenti o in altre ipotesi specificamente previste dai contratti collettivi. In assenza di queste condizioni, il contratto a termine non sarebbe più possibile.
Il quarto quesito inoltre tratta della responsabilità solidale negli appalti per infortuni sul lavoro. Il referendum intende abrogare l'eccezione prevista dalla normativa attuale sulla responsabilità solidale negli appalti. Oggi, se l'appalto riguarda attività con rischi specifici dell'appaltatore, l'impresa committente non è solidalmente responsabile per gli infortuni sul lavoro.
Con l'abrogazione di questa eccezione, la responsabilità solidale si estenderebbe anche a questi casi: la ditta appaltante sarebbe sempre responsabile, insieme all'appaltatore, per i danni derivanti da infortuni sul lavoro, anche quando questi riguardano rischi specifici dell'appaltatore.
Il quinto quesito infine riguarda la cittadinanza italiana per il maggiorenne extracomunitario straniero (qui la video spiegazione). Il referendum chiede di dimezzare da 10 a 5 anni il tempo di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta della concessione della cittadinanza italiana.
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
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