“È una vergogna!” - ad affermarlo il responsabile regionale del SLP-Cisl il sindacato maggiormente rappresentativo dei lavoratori postali. Che altro dire dopo l’ennesimo evento criminale perpetrato ai danni dell’ufficio postale di Porto Potenza Picena nei giorni scorsi? “Il problema è datato, da almeno una decina di anni l’ufficio postale di Viale Lombardia è stato bersaglio di rapine: diverse andate in porto qualcuna sventata per caso fortuito. Il personale vive questa situazione con comprensibile disagio, ma non sembra importare a nessuno. Certamente non importa alla azienda”. Poste Italiane infatti da sempre concentrata a contenere i costi, se possibile ancora di più da quando collocata in borsa, non ci pensa nemmeno a trovare una soluzione definitiva ai diversi problemi che affliggono i dipendenti e la cittadinanza.
Se non è gradevole andare in ufficio sperando di tornare a casa incolumi, altrettanta poca attenzione è rivolta ai potenziali clienti sul territorio. Oltre ai cittadini residenti, l’ufficio fatica a garantire servizi agli ospiti del vicino centro medico Santo Stefano - eccellenza nel campo della riabilitazione e di altri servizi alla persona - che conta oltre 400 posti letto e un migliaio fra collaboratori e dipendenti. “La lunga e ripida salita, la stretta corsia dedicata ai pedoni di fatto rendono una impresa raggiungere l’ufficio postale a troppe persone che invece potrebbero usufruire dei servizi moderni di pagamento, trasferimento di denaro, e gestione del risparmio”. Eppure la soluzione ci sarebbe basterebbe trovare una nuova sede per l’ufficio postale, i locali non mancano certo nel centro e nelle vicinanze della attuale sede. “I locali attuali, come abbiamo proposto, potrebbero essere trasformati in un centro di recapito da cui gestire le attività dei portalettere che attualmente lavorano in un immobile assolutamente inadatto alle attività cui è stato destinato primo perché nel centro storico secondo perché distribuito su tre piani, e questo è un nonsense”.
A condividere il pensiero del sindacato di categoria è pure il responsabile della AST Cisl di Civitanova che sottolinea la incoerenza di una azienda che si professa sociale e vicina alle persone ma che nonostante i problemi emersi non fa nulla per risolverli. “Eppure proprio per le trasformazioni societarie che ha avuto nel tempo, per la sua mission, e per ovvie ragioni di mercato come è possibile che Poste italiane continui a rimandare la scelta di riposizionare il proprio ufficio in nuovi locali più accessibili a tutti?” Le risposte sembrano non arrivare e intanto per almeno una settimana l’ufficio potrebbe rimanere chiuso.
Dario Dominici
Alfonso Cifani
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