Forse abbiamo un problema nel sistema bancario italiano...
Forse abbiamo un problema nel sistema bancario italiano. Non lo so, non ne sono sicuro, ma i segnali non sono belli per niente. L’altro giorno in borsa, per esempio, c’e' stata una raffica di vendite. Tutte che riguardavano i grandi istituti di credito. Montepaschi ha perso il 5,6%, UBI il 3,7%, Banco Popolare più del 3%. Pare che le vendite siano cominciate appena si è diffusa la notizia di una ispezione della BCE, nel corso del 2016. L’Eurotower vorrebbe appurare che non si siano verificati episodi di acquisto di azioni o obbligazioni in concomitanza di accensioni di mutui o altri finanziamenti da parte delle banche. In questo quadro vanno aggiunti i recenti provvedimenti di risoluzione per i quattro famosi istituti di credito che hanno portato all’azzeramento di azioni e obbligazioni junior. La risposta del mercato alla combinazione di questi fattori è stata la vendita: quindi una sfiducia generale sul sistema bancario. Questo è quanto.
Eppure fin dal lontano 2007, quando scoppiò la crisi globale del sistema finanziario e bancario americano, tutte le televisioni e tutti i giornali ci rassicuravano che da noi, in Italia, ogni cosa era totalmente sotto controllo. Le nostre banche erano solidissime. Eppoi potevamo dormire sonni tranquilli che tanto c’era Bankitalia, che con il suo occhio di falco vigilava attentamente ed accuratamente ogni piccolo movimento sospetto. Infatti in meno di dieci anni ne sono fallite già una dozzina. Però in silenzio e senza troppo clamore. Queste ultime quattro, invece, hanno fatto molto rumore. Sia per la tempistica che per le modalità. Le nuove opportunità di informazione e comunicazione che la rete ci offre, unitamente all’insipienza ed incoscienza dell’attuale governo (ma complessivamente della classe politica) ha fatto il resto. E’ crollata la fiducia dei risparmiatori.
Un tracollo repentino e pericoloso difficile da poter gestire. Tant’è vero che il ministro Padoan sta disperatamente cercando di metterci una pezza sopra. Anche fosse solo un mera azione simbolica di piccolo risarcimento. Un atto umanitario, come dice lui. Ma oramai il danno è fatto e non saranno un pacchetto di gallette ed un barattolo di ceci (tipicità degli aiuti umanitari) ad invertire la rotta. Il punto dirimente è che da oggi il singolo cittadino non ha più fiducia nel sistema bancario perché lo Stato – pur disponendo di attrezzati strumenti di vigilanza - non si è dimostrato in grado di tutelare i suoi risparmi.
Quello che sconcerta è che questo concetto è di una banalità disarmante. E’ l’ABC della politica prima e dell’economia poi. Senza fiducia nel sistema non si va da nessuna parte. La gente piuttosto tiene i soldi dentro il materasso. E non saranno le pagine dei giornali, comprate dalle nuove banche per improbabili proclami, a risollevare il morale e tranquillizzare i risparmiatori.
Queste quattro banche, più piccole che medie, dovevano essere salvate a qualsiasi costo. Anche aprendo una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. Invece più che le ragioni sistemiche ed elementari della politica è prevalso l’inglesorum dei tecnici e la miopia di avidi banchieri.
Dentro e dietro queste piccole banche non c’erano solo oscuri maneggi di negligenti amministratori, ma c’era soprattutto la fiducia dei piccoli investitori che è stata ridotta, parimenti alle azioni e obbligazioni junior, a carta straccia…
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