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Festival del giornalismo culturale: grande successo per la giornata all'Abbadia di Fiastra (FOTO)

Festival del giornalismo culturale: grande successo per la giornata all'Abbadia di Fiastra (FOTO)

Il Festival del giornalismo culturale ha iniziato il suo viaggio tra la splendida Riserva naturale di Abbadia di Fiastra, in provincia di Macerata, e la città di Ascoli Piceno.

All'Abbadia di Fiastra, sabato 14 settembre, i direttori Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini hanno inaugurato l’inizio del Festival che quest’anno, per la prima volta in sette edizioni, è itinerante e viaggia dal sud al nord delle Marche. Nell’Aula Verde di Abbadia di Fiastra si è tenuta l’apertura de “Il viaggio. Attraversare il mondo con la cultura”, titolo di questa edizione che ha come priorità trattare la cultura come strumento fondamentale per comprendere il mondo.

Il pubblico, accorso numeroso e partecipe, con tante domande agli ospiti, è stato incantato dal luogo dove si è svolta la prima giornata. La location è stata scelta per ampliare il bacino e la rete del Festival, arrivando anche nei luoghi colpiti dal sisma del 2016. Le provincie di Macerata e di Ascoli Piceno hanno vissuto il terremoto che ha colpito il centro d’Italia e tutt’ora cercano di ripartire, “territori meravigliosi su cui bisogna lavorare e comunicare per far diventare le Marche un’unica marca” spiega il direttore del Festival Lella Mazzoli.

Proprio per questo SVIM-Sviluppo Marche ha deciso di aderire alla settima edizione coniugando alla cultura anche l’economia, “per la promozione e il rilancio delle aree interne e i luoghi nel cratere”, spiega l’amministratore delegato Gianluca Carrabs dall’Aula Verde. Ricostruire i tessuti sociali, le comunità per dare nuova vita ai territori che sono sempre più dimenticati dall’opinione pubblica.

Il primo incontro di sabato 14, svoltosi nell’Aula Verde, ha visto dialogare Sabina Minardi, giornalista culturale de L’Espresso, con Matteo Nucci, scrittore e grande esperto di classici greci. Si è parlato di Odisseo, viaggiatore esperto che è costretto a conoscere il mondo, di Socrate, amante della bellezza e del viaggio non nella natura ma all’interno degli umani. Ma anche Erodoto che fugge per necessità e poi viaggia in Asia minore, accumulando conoscenze.

“Non si può raccontare ciò che una persona ti ha detto con le sue parole. Se lo riporti così com’è diventi illeggibile, per ricreare il momento non devi usare le sue parole - spiega Nucci -. Il viaggio scardina le certezze, ci apre a mondi diversi e ci cambia. Capire i classici per capire la realtà. Ma anche i viaggi dietro casa, in quei luoghi dove tutti passano ogni giorno ma mai si fermano a conoscere e approfondire."

Sempre nella Sala Verde Marco Ferrazzoli, addetto stampa del Cnr e moderatore del panel, mette gli ospiti di fronte al problema della crescita del turismo mordi e fuggi nella nostra penisola. Il reporter Angelo Ferracuti illustra i rischi del turismo distruttivo che caratterizza la foresta pluviale, luogo di scontro tra due modi opposti di intendere l’ecologia e il futuro del nostro pianeta. La soluzione proposta da Silvestro Serra, direttore della rivista Touring Club, è cambiare il paradigma dell’accoglienza, attraverso una formazione degli operatori che punti alla valorizzazione del territorio. Angelo Pittro di Lonely Planet pone invece l’accento sull’importanza dei narratori per lo sviluppo turistico: orientare le scelte dei viaggiatori è un atto politico.

In contemporanea nella Sala della Foresteria si è svolto un workshop dal titolo “Social media, strumento per la comunicazione e la promozione dell’offerta turistica” con Barbara Sgarzi, Fabio Giglietto e Sandro Giorgetti. Di fronte a tanti diretti interessati, arrivati ad Abbadia di Fiastra appositamente per questo incontro, i tre social media manager hanno spiegato nelle peculiarità la gestione di un profilo Instagram, le strategie di marketing per rapportarsi e creare empatia con l’utente e l’influenza che i social media hanno anche nelle elezioni politiche, oltre che nella vita quotidiana.

Nel pomeriggio poi la distilleria Varnelli ha ospitato tante persone curiose di conoscere l’importanza di questo brand sia nel panorama territoriale che in quello nazionale. Una marca che vive di tradizione, tramandato di generazione in generazione all’interno della stessa famiglia. La qualità del lavoro che dura da più di 150 anni e che da visibilità a tutta la zona di Muccia, vicino Tolentino. Colpiti dal terremoto del 2016 non hanno mollato: “Le rughe delle persone sono un po’ come le crepe che abbiamo qua: sanno d’esperienza”, racconta Ornella Varnelli, bis nipote del fondatore Girolamo.

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