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DATI ARPAM - Consumo di suolo nelle Marche: la provincia di Macerata resta la più virtuosa nel 2020

DATI ARPAM - Consumo di suolo nelle Marche: la provincia di Macerata resta la più virtuosa nel 2020

"La rappresentazione più tipica del consumo di suolo - si legge nel Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” presentato nelle scorse settimane dal Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNP)A, è data dal crescente insieme di aree coperte da edifici, fabbricati, capannoni, strade asfaltate o sterrate, cantieri, cortili, piazzali e altre coperture permanenti derivanti dalle attività esercitate dall’uomo non soltanto nelle aree urbane, ma anche in ambiti rurali e naturali".

Conoscere il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo permette quindi di valutare l’impatto del suo consumo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici, laddove la perdita di una risorsa fondamentale, qual è appunto il suolo, incide pesantemente sulle funzioni naturali del pianeta, che vengono man mano perdute o minacciate.

La situazione nelle Marche

I dati appena pubblicati dall’ARPAM alla pagina “Indicatori Ambientali – Consumo di suolo” del proprio sito, rilasciati in formato aperto e liberamente accessibili, forniscono un quadro leggermente migliore rispetto al dato nazionale, dal quale si discostano con continuità nel corso di tutto l’ultimo quinquennio di circa 0,2 punti percentuali.

Al 31 dicembre del 2020 sono, nell’intero territorio marchigiano, poco più di 64.887 gli ettari di suolo sottratti all’ambiente (circa 649 km2) per consumo, crescita urbana e trasformazioni del paesaggio, corrispondenti al 6,9% della superficie complessiva della regione, con un aumento rispetto all’anno precedente di 145,29 ettari. Un dato, quest’ultimo, che si rivela il più positivo dell’ultimo triennio, segnando una inversione di tendenza rispetto a quanto accaduto nel 2018 e 2019, e assestandosi su valori molto vicini al minimo segnato nel 2017.

Tra le province è Ancona a presentare la percentuale più alta rispetto all’estensione complessiva (9,01%), seguita da Fermo (7,80%), Pesaro Urbino (6,67%) e Ascoli Piceno (6,37%), mentre è Macerata la più virtuosa con il 5,63% di superficie di suolo consumato, pur registrando nell’ultimo anno il maggior incremento nella regione (54 ha). 

Tra i comuni, i cui dati sono riportati in dettaglio sulla pagina del nuovo indicatore, con possibilità di ordinamento e ricerca per singolo territorio, sono tutti in provincia di Macerata quelli che occupano le posizioni più virtuose, dove primeggia Castelsantangelo sul Nera con un rapporto tra superficie complessiva e superficie sottratta al paesaggio pari al solo 0,96%, seguito a pochissima distanza da Monte Cavallo (1,11%), Bolognola (1,22%) e Sefro (1,31%).

Distribuiti, invece, in tutte le cinque province, con prevalenza nelle aree costiere, i 26 comuni per i quali la percentuale va da circa il doppio (15%) fino a oltre il quadruplo della media regionale, con il massimo del 37% di suolo consumato nei comuni di Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto. 

“Questi dati, assieme a tutti quelli che ARPA Marche ci fornisce puntualmente – ha commentato l’Assessore regionale all’Ambiente Stefano Aguzzi – hanno per noi una valenza ormai riconosciuta come base conoscitiva a supporto delle diverse politiche e attività sul territorio. La Regione, che già è dotata di strumenti legislativi sulla qualità e riduzione del consumo di suolo, ne segue con attenzione l’andamento ai fini del loro possibile sviluppo e della miglior valutazione delle trasformazioni del territorio e dell’ambiente in atto”.

Giancarlo Marchetti, Direttore Generale dell’ARPAM, ha infine ricordato che “l’Europa e le stesse Nazioni Unite ci richiamano alla tutela del suolo e del paesaggio, che non a caso costituiscono precise voci in seno agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Come scriveva il drammaturgo inglese John Priestley,– ha continuato Marchetti - la terra è più nobile del mondo che le abbiamo costruito sopra, e il nostro impegno, in questo senso, è certamente rivolto a supportare le decisioni a livello locale cui gli amministratori dovranno necessariamente giungere per mitigare o compensare l'impermeabilizzazione del suolo e per una pianificazione urbanistica e territoriale che aspiri ad un impatto sull’ambiente sempre più limitato”. 

 

 

 

 

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