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Come pandemia e cambiamenti climatici incideranno sugli sport invernali

Come pandemia e cambiamenti climatici incideranno sugli sport invernali

Gli sport invernali stanno vivendo degli anni durissimi. E i prossimi potrebbero essere ancora più stressanti. Perché da almeno due decenni si parla di riscaldamento climatico che mette a rischio interi paesaggi e soltanto in quest’ultimo periodo stiamo vedendo le conseguenze delle (non) scelte scellerate che sono state fatte. E, a ciò, va ad aggiungersi la pandemia.

Si avrà un effetto su tutto: sia su come vedere le olimpiadi invernali che sui semplici appassionati che vogliono godersi un po’ di fresco.

Ecco i dettagli.

Non solo sci ma offrire alternative

Forse ce ne accorgeremo già nelle Olimpiadi invernali 2022 streaming ma, ormai, una struttura che offre solo gli sci come attrazione è destinata a chiudere. Non perché gli appassionati siano in calo, ci mancherebbe.

Semplicemente perché tra pandemia e inverno ‘troppo’ caldo, si può assistere a delle intere giornate dove è impossibile tenere aperti perché manca la neve. E, come si può immaginare, la neve è un componente assolutamente fondamentale.

Quindi, bisogna offrire delle alternative che possono essere dei bar al caldo, altri sport che si possono fare in alternativa o, comunque, un qualsiasi cosa che permetta di regalare delle esperienze importanti. 

Stagioni turistiche e sportive più lunghe

C’è chi dice che la stagione invernale deve essere accorciata e concentrarsi tutto nel giro di due mesi massimo. Perché questo è il periodo, ormai, della stagione fredda. Magari sarà anche così ma è inconcepibile dal punto di vista economico. Il motivo? Difficile rientrare di investimenti che sono fatti per un ricavo che avviene nel giro di qualche settimana.

La stagione invernale viene preparata settimane prima e, non a caso, quando ci fu lo stop a pochi giorni dal suo inizio nel dicembre del 2020 a causa della pandemia, si mise l’accento proprio su questo.

Quindi, bisogna trovare un sistema per allungarla almeno di un paio di mese, in modo che gli sportivi possano allenarsi tranquillamente e gli appassionati continuare a divertirsi. E chissà che tra questi non nasca un altro talento rigorosamente made in Italy.

Presenze contingentate

Questo si vede già adesso. Con l’ausilio della tecnologia – tra prenotazioni on line fatte prima, QR Code da mostrare prima con il proprio smartphone in modo da far controllare subito il green pass -, le presenze sono già contingentate.

Certo, ciò significa che, magari, il numero delle persone che potranno andare ogni giorno nelle strutture si assottiglia ulteriormente, ma bisogna fare di necessità virtù.

Potrebbe verificarsi, inoltre, un aumento dei prezzi perché le spese per le strutture, tra sanificazioni frequenti e rispetto delle regole, sono aumentate e in qualche modo devono rientrarci.

In generale, già lo sci e l’attività invernale di per sé sono attività non propriamente economiche e se a ciò si aggiungono ulteriori balzelli, allora le cose si complicano ulteriormente. Purtroppo, però, non si può fare altrimenti se si vuole tenere in vita un settore che dal punto di vista sportivo ha dato grosse soddisfazioni e che dà da mangiare a migliaia di famiglie.

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