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Varie Civitanova Marche

"Avete accompagnato me e mia madre nell'ultima parte del nostro percorso di vita. Vi stringiamo forte"

"Avete accompagnato me e mia madre nell'ultima parte del nostro percorso di vita. Vi stringiamo forte"

"Mia madre era diventata una figlia per me, i ruoli alla fine si sono invertiti e si sa che l'attenzione per una figlia, per la propria amata figlia non è mai abbastanza e che il vuoto lasciato non può essere colmato da niente e da nessuno. Si va avanti, nient'altro". 

La dottoressa Paola Massaccesi, medico all'ospedale civile di Civitanova Marche, ha affidato ad una lettera aperta inviata alla nostra redazione la sua gratitudine per Monica Pennesi, direttrice della Residenza Anni Azzurri Santa Maria in Chienti di Montecosaro, e per tutto il personale della struttura per la cura e la dedizione con cui hanno assistito la cara madre Chiara Simonetti negli ultimi anni della sua vita. 

Di seguito il testo integrale:

"Avrei molte cose da dire ad ognuno di voi, davvero molte, forse troppe. Io e mia madre abbiamo trascorso nella vostra struttura quasi tre anni della nostra vita con momenti più o meno difficili, ma grazie all'aiuto ed all'impegno di ognuno di Voi siamo sempre riuscite a superarli. Talvolta riconosco, e chiedo scusa per questo, di essere stata scortese nei Vostri confronti, di averVi assillato con le mie innumerevoli telefonate a tutte le ore, con le mie continue richieste di aiuto, che il più delle volte Vi saranno sembrate, e sicuramente lo sono state, esagerate, ma Vi posso assicurare che il tutto è stato dettato solamente dall'immenso amore che mi ha sempre legata a mia madre e alla volontà di fare qualcosa di più, di darLe sempre il meglio per cercare di lenire le Sue sofferenze. 

Talvolta il cuscino mi sembrava troppo alto, altre volte troppo basso, a volte era poco girata sul fianco, altre volte lo era troppo e così via. Le piaghe, la febbre, il catetere, il sondino, ma ripeto tutto questo altro non era che l'espressione dell'amore e dell'immenso dolore di una figlia per la propria Madre in difficoltà, per la propria Mamma che a poco a poco, giorno dopo giorno, se ne stava andando. Soltanto questo e non certamente una critica alle Vostre persone e alla Vostra professionalità. 

Venire in Struttura ogni volta era per me una sofferenza e una gioia allo stesso tempo. Una sofferenza perché La vedevo peggiorare sempre di più, non riusciva più a parlare, a muoversi, a mangiare; una gioia perché anche un minimo accenno di sorriso da parte Sua, quando per pochi attimi mi abbassavo la mascherina per farmi riconoscere, o almeno così speravo, suscitava in me una tale felicità come se mi avesse fatto chissà quale discorso, come se mi avesse abbracciata forte forte come faceva un tempo. Tanto tempo fa.  

Il vuoto che si viene a creare non può essere colmato da nessuna parola, da nessun gesto, da nessun tentativo di consolazione, da niente, non si può descrivere. Solo vivendolo ci si può rendere conto di quello che cerco di comunicarVi con queste mie parole. Alcuni di Voi sanno quello di cui sto parlando, altri per fortuna, ancora no.

"Mia Madre era diventata una figlia per me, i ruoli alla fine si sono invertiti e si sa che l'attenzione per una figlia, per la propria amata figlia non è mai abbastanza e che il vuoto lasciato non può essere colmato da niente e da nessuno. Si va avanti, nient'altro". 

Grazie di nuovo a tutti Voi per averci accompagnato in una parte del nostro percorso di vita, nell'ultimo percorso di vita di mia mamma Chiara. lo e mia madre vi abbracciamo tutti, uno ad uno, Vi stringiamo forte. lo qui con Voi in presenza, Lei, sicuramente, da lassù, anche". 

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