Storie
"Con la tradizione marchigiana porto in tavola anche i sapori del Sud" (VIDEO)
Nella quinta puntata di “Storie di Cucina”, il format di Picchio News dedicato alla scoperta delle tradizioni enogastronomiche marchigiane, siamo stati ospiti di "Capriccio di Mare". Qui abbiamo conosciuto Valentina, capace di portare nel suo ristorante di Civitanova Marche una cucina locale rivisitata con i sapori del Sud. "Ci siamo trasferiti in questo posto che oggi chiamo casa quando ancora ero bambina, di solito qui venivamo in vacanza con i nostri genitori. Mai avrei pensato di imbattermi in questa avventura ma oggi stiamo riuscendo a crescere sempre di più", racconta Valentina, giovanissima manager del ristorante. Un rispetto della tradizione, quello portato avanti da "Capriccio di Mare", strizzando anche l'occhio all'innovazione dettata dalla miscelanza con i piatti tipici della cucina meridionale: "Napoli è la città nella quale sono nata e non la dimentico di certo. E i nostri ospiti apprezzano anche i mixture sensoriali proposti". In tavola con il sommelier ed esperto culinario Mirko Salvatori assaggeremo una puttanesca di pesce spada, uno dei piatti più richiesti. Con la chef Mia seguiremo passo passo la preparazione del piatto. Non solo palato ma anche olfatto con l'assaggio di vini bianchi prodotti sul territorio. Se anche voi operate nell'ambito enogastronomico e volete far conoscere i vostri prodotti, scriveteci a redazionepicchio@gmail.com oppure inviate un messaggio Whatsapp al 3421682258 o telefonate al 0733 1653692. Sarete ricontattati da parte della nostra redazione.
Storie - "Da magazziniere a campione d'Europa, vi racconto il mio football" (VIDEO)
Sudore. Sacrificio. Spirito di squadra. A volte, anche brutti infortuni. Nella testa dei giocatori, battaglia sportiva per guadagnare quell'ultima yard che potrà fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta. Il football è anche questo, il football non è solo questo. Per conoscere più da vicino questo sport, in questa puntata di "Storie", la rubrica di "Picchio News" disponibile ogni sabato sui nostri canali, siamo andati al Campo della palla ovale dedicato a Nelson Mandela ad Ancona. Qui abbiamo raggiunto Stefano Chiappini. Laziale di nascita ma maceratese d'adozione, Stefano di giorno fa il magazziniere in una società di Pollenza ma in campo è uno degli uomini di linea della nazionale italiana di football americano che lo scorso 31 ottobre, con una storica vittoria in finale contro i padroni di casa della Svezia, si è laureata campione d'Europa dopo 34 anni. "Due o tre volte la settimana prendo la macchina, allaccio gli scarpini, metto su il casco e vengo ad allenarmi con gli Ancona Dolphins, una delle società storiche del football italiano. Noi non abbiamo i vantaggi del calcio: giochiamo per passione. E vincere l'Europeo è stato come vivere un sogno ad occhi aperti".
Alla scoperta dei salumi Angeletti: "Il terremoto ha cambiato tutto, ma la qualità resta superiore" (VIDEO)
Nella quarta puntata di “Storie di Cucina” è proseguito il nostro viaggio alla ricerca della tradizione enogastronomica marchigiana. Per l'occasione siamo stati ospiti dell'azienda Angeletti, storici allevatori e produttori di salumi nelle campagne di Pollenza. "Come famiglia siamo tra le colline pollentine da qualche centinaio di anni - racconta Enzo Angeletti durante la nostra visita -. È invece dal 1968 che abbiamo iniziato questa attività di allevamento di suini e pollame che oggi ci ha permesso di crescere su tutto il territorio". Anche queste zone sono però state interessate dalla contrazione sui mercati conseguente al terremoto del 2016: "Prima di quel momento, la nostra produzione era doppia rispetto a quella odierna. Avevamo diverse centinaia di maiali e adesso abbiamo dovuto rallentare". In tavola con il sommelier ed esperto culinario Mirko Salvatori proveremo i prodotti tipici dell'entroterra maceratese: dal ciauscolo al salame lardellato passando per il magrello, la lonza, il capocollo e il lonzino. Non solo palato ma anche olfatto con l'assaggio dei vini prodotti sul territorio. Se anche voi siete ristoratori, agricoltori, allevatori o viticoltori e volete far conoscere i vostri prodotti, scriveteci a redazionepicchio@gmail.com oppure inviate un messaggio Whatsapp al 3421682258 o telefonate al 0733 1653692. Sarete ricontattati da parte della nostra redazione.
Storie - "Ricoverato 9 mesi in ospedale per il Covid, non capisco i No vax" (VIDEO)
Passo affaticato, fiatone come sottofondo naturale nel corso della nostra passeggiata nel silenzio assordante del centro storico di Sant'Angelo in Pontano. Per questa puntata di "Storie" siamo venuti a conoscere Claudio che vive in questo piccolo borgo di mille anime dell'entroterra maceratese. I palazzi puntellati e le transenne che interdicono il transito nei vicoli ciottolati, ricordano quanto il terremoto si sia fatto sentire in queste zone. Ma Claudio, che di mestiere fa il falegname, a questi continui sali e scendi ci è ormai abituato: "Prima il fiatone non ce lo avevo, adesso faccio spesso fatica a respirare. Purtroppo non ho più recuperato le capacità che avevo prima e mi è stato detto che non potrò recuperarla più". Claudio ha 58 anni, ma i segni che 9 mesi di Covid hanno prodotto sul suo corpo, portano a credere che possano essere molti di più (qui le immagini del suo ritorno a casa). E' un miracolato, Claudio. Miracolato per ben quattro volte, tante quante il suo cuore ha smesso di battere nel corso dei mesi trascorsi tra l'ospedale di Civitanova e quello di Macerata. "Il mio incubo chiamato Covid è cominciato il 30 ottobre del 2020. Ricordo che tutto partì da una colica renale e da medici che non compresero subito la gravità della situazione - racconta Claudio. Per una settimana mi lasciarono a casa prima di ricoverarmi d'urgenza in terapia intensiva e oggi vi racconto gli effetti che il long term Covid può avere su pazienti anche sani".
L'innovazione della cucina marchigiana in un "Giardino" sul mare (FOTO e VIDEO)
Nella terza puntata di “Storie di Cucina” è proseguito il nostro viaggio alla ricerca della tradizione e dell'innovazione enogastronomica marchigiana. Per l'occasione siamo stati ospiti de "Il Giardino", il ristorante di pesce di Porto Sant'Elpidio di Angela, Susanna e mamma Renata. "Ci troviamo in cucina per pura casualità - racconta Susanna - che nella sua precedente vita lavorava in fabbrica. L'obiettivo di mio papà era quello di convincermi a non partire per seguire un amore e fu così che decise di aprire questo ristorante. Adesso siamo qui da 22 anni e siamo diventati un punto di ritrovo della zona in estate ma anche in inverno". In tavola con il sommelier e figlio d'arte Mirko Salvatori proveremo i "Ravioli Il Giardino", pasta fresca ripiena con cernia appena pescata e accompagnata da crema di zucchine, scampi e mazzancolle, uno dei piatti forti dell'innovazione voluti in cucina da Angela e mamma Renata.A seguire anche le "Tagliatelle con sugo squisito", piatto storico con pasta fresca immersa in un sugo di pomodoro, scampi, vongole e mazzancolle e come secondo i sardoncini fritti serviti su tappeto di rucola con cipolla caramellata. Se anche voi siete ristoratori, agricoltori, allevatori o viticoltori e volete far conoscere i vostri prodotti, scriveteci a redazionepicchio@gmail.com oppure inviate un messaggio Whatsapp al 3421682258 o telefonate al 0733 1653692. Sarete ricontattati da parte della nostra redazione.
Storie - "Io e mia nonna suoniamo per combattere l'avanzamento dell'Alzheimer" (VIDEO)
Sono i suoi occhi a presentare il conto per la prima richiesta di attenzione. Occhi pieni di voglia di vivere, occhi che raccontano frammenti di dolore di vite passate. Occhi blu come il mare quelli di Mattia De Minicis. E questa è la storia di nonna Pierina e di un nipote che, attraverso la musica, cerca di aiutarla per combattere l'avanzamento dell'Alzheimer. Mattia lo abbiamo conosciuto tra le vie dei negozi di Civitanova, dove con nonna Pierina seduta in auto alle sue spalle cerca di regalare un po' di sorrisi a passanti e amici che incontra lungo la sua avventura. "Da quando è scoppiata la pandemia, con il blocco dei concerti, ho deciso di tornare alla strada. Qui mi sento vivo e cerco di regalare emozioni, in attesa di tornare alla normalità". Fa questa vita da 12 anni, Mattia, figlio d'arte proprio nel mondo della musica: il papà Stefano è stato il fondatore del Festival "Jazz non solo jazz" di Fermo. Ritmo che gli scorre nelle vene e che traduce in melodie attraverso soprattutto ukulele, clarinetto e flauto da naso. Ritmo che gli ha permesso di essere notato da artisti attenti al sociale come Roy Paci e Tonino Carotone. "Da quando nel 2009 abbiamo scoperto la malattia di mia nonna, ho cercato di starle vicino in tutti i modi. Grazie alla musica riusciamo a farla interagire e cerchiamo di farla restare presente e tra noi anche con la mente. E quando i segnali di avanzamento della malattia diventano più visibili, noi suoniamo insieme", racconta Mattia. Questa è la storia di un ragazzo che non ha mai smesso di credere nei propri sogni, questa è la storia di una nonna che grazie a suo nipote continua a vivere.
Un "Veneziano" a Civitanova, tra passato e presente della cucina marchigiana (VIDEO)
Per questa seconda puntata di “Storie di Cucina” siamo andati alla scoperta delle tradizioni della cucina maceratese. Per l'occasione siamo stati ospiti del "Veneziano", il ristorante di pesce di Civitanova Marche di Mirco Ciavattini. Qui abbiamo riassaporato tradizione e innovazione Made in Marche. Una storia che parte da lontano, quella di Mirco, immerso tra una famiglia impegnata nella ristorazione e la sua più grande passione, quella della comunicazione. Prima di approcciarsi definitivamente al mondo del cotto e mangiato, Mirco ha fondato riviste ed emittenti televisive. Poi l'amore sbocciato davanti a una polenta con brodetto, piatto tipico della tradizione maceratese di inizio secolo. "E' un cibo molto povero ma molto saporito che veniva messo in tavola quando i pescatori avevano poco da mangiare. E un pentolone faceva felice tutta la famiglia". "Col tempo - racconta Mirco - lo abbiamo migliorato e modificato all'interno delle nostre cucine. Da città in città cambia con l'aggiunta di uno scampo o di una rana pescatrice, ma quella che oggi portiamo in tavola per noi è una eccellenza della riviera adriatica che merita di essere conosciuta in tutta Italia". Se anche voi siete ristoratori, agricoltori, allevatori o viticoltori e volete far conoscere i vostri prodotti, scriveteci a redazionepicchio@gmail.com oppure inviate un messaggio Whatsapp al 3421682258 o telefonate al 0733 1653692. Sarete ricontattati da parte della nostra redazione.
Storie - Osas, da dj ai barconi nel Mediterraneo: "La Caritas mi ha salvato, oggi lavoro per loro" (VIDEO)
"In Africa mi hanno rubato tutto, lì facevo il dj ed ero parecchio conosciuto. Ma sono stato tradito da persone alle quali volevo bene ed è per questo che sono salito su un barcone per venire in Italia". Comincia così il racconto di Osas, ragazzo nigeriano di 27 anni arrivato alla Caritas di Civitanova dopo aver affrontato la traversata del Mediterraneo. E' timido, Osas. Parliamo in italiano, ma l'emozione spesso lo tradisce. Lo riportiamo nella sua lingua: si scioglie e ci racconta la sua vita. "Ero un dj in Nigeria, suonavo in diversi locali e insegnavo ai ragazzi un lavoro che potesse permettere loro di uscire dalla povertà. Avevo 20 anni quando mi sono ritrovato senza niente all'improvviso e senza futuro". Viaggi su carretti della speranza per attraversare il deserto. Poi la Libia, il mare e la Sicilia ad accoglierlo nel nuovo mondo. Una promessa di futuro per la quale tanti ragazzi della sua età hanno perso la vita in fondo al Mediterraneo. Ma l'arrivo in Italia non è stato semplice, ci raccontano: "All'inizio ha girovagato un po', Osas, fino a stabilirsi alla Caritas di Civitanova due anni e mezzo fa. Molti credevano fosse un ragazzo problematico". Oggi Osas si occupa anche di preparare il pasto a chi sta peggio di lui e restituire un po' dell'affetto che ha ricevuto dal direttore della struttura, Marco Malacari, e da tutto il personale. In segno di gratitudine, in questi anni Osas ha lavorato come volontario senza percepire alcuno stipendio. La svolta di vita si chiama "Progetto Policoro", come racconta Beatrice Ciavarella, impegnata nel centro di Civitanova: "Lo scopo del progetto della CEI è quello di aiutare i giovani disoccupati a migliorare la propria condizione". Su cosa desidera nel suo futuro, Osas ha le idee chiare: "Lavorare, mettere dei soldi da parte e farmi una famiglia, provando a riabbracciare anche la mia che non vedo da sette anni".
Alla scoperta del Ribona delle cantine Saputi, una delle eccellenze del territorio maceratese (FOTO e VIDEO)
Per questa prima puntata di “Storie di Cucina” siamo andati alla scoperta del Ribona, un vino bianco realizzato nell’entroterra maceratese. Qui abbiamo fatto visita alla Cantina Saputi, una delle più importanti di tutto il territorio e attiva dal 1962. Con Andrea e Leonardo abbiamo seguito un fil rouge che dai campi ci ha condotti fino in tavola. E quindi come nasce, cresce e viene lavorato il vitigno. E quante sono le distinzioni in seno alle caratteristiche enologiche di ogni singola bottiglia. Ma soprattutto quanto amore e quanta passione c’è dietro ad ogni calice. Dal campo alla tavola non solo dunque per conoscere uno dei vini marchigiani più apprezzati e che sta prendendo sempre più piede anche all’estero, ma per combinare sapori e profumi dei prodotti tipici marchigiani nel corso di una degustazione. Ci accompagnerà in questo nostro viaggio Mirko Salvatori, sommelier ed esperto culinario. Insieme a lui abbiamo conosciuto la famiglia Saputi e il piccolo Pongo, la mascotte della cantina. E allora mettetevi comodi, allacciate le cinture e che il viaggio abbia inizio nella nebbia delle colline di Colmurano. Se anche voi siete ristoratori, agricoltori, allevatori o viticoltori e volete far conoscere i vostri prodotti, scriveteci a redazionepicchio@gmail.com oppure inviate un messaggio Whatsapp al 3421682258 o telefonate al 0733 1653692. Sarete ricontattati da parte della redazione di “Storie” o di “Storie di Cucina”.
Storie di Cucina, il nuovo format alla scoperta delle tradizioni enogastronomiche marchigiane
Dopo una breve pausa, “Picchio News” torna in campo con la squadra di “Storie” e con Hermes Carbone alla scoperta delle Marche. Il successo delle prime sette puntate ci ha consentito di pensare a un nuovo format e di produrre nuovi contenuti per i nostri lettori. “Storie” tornerà online il sabato mattina a partire dal prossimo 5 febbraio. Ma la vera novità è rappresentata da un appuntamento fisso che prende vita grazie alla presenza del nostro sommelier ed esperto culinario Mirko Salvatori. “Storie di Cucina”, questo il nome del nostro format, racconterà la bellezza della tradizione enogastronomica marchigiana. Lo faremo in compagnia di ristoratori, viticoltori, allevatori, imprenditori ma soprattutto di chi mette anima e profonda passione per portare in tavola prodotti di altissima qualità Made in Marche. Viaggeremo attraverso tutta la regione, andando a scovare chi produce in modo naturale, valorizzando la gastronomia locale nel pieno rispetto del territorio. Per questa prima puntata di “Storie di Cucina”, che sarà online tutti i giovedì mattina a partire dal prossimo 3 febbraio, siamo andati alla scoperta di una delle cantine più conosciute del Maceratese. Ma non vi raccontiamo nulla. E allora mettetevi comodi, preparate un buon calice di vino, dedicate cinque minuti del vostro tempo alla ricerca di odori e sapori che cercheremo di farvi vivere nelle nostre immagini. Immergetevi con noi nella bellezza delle Marche. Adesso è tutto pronto: che il viaggio abbia inizio! Se anche voi avete una storia interessante da raccontare o volete far conoscere i vostri prodotti attraverso “Picchio News”, potete partecipare al format di “Storie” o “Storie di Cucina” scrivendo una e-mail a redazionepicchio@gmail.com, inviando un messaggio Whatsapp al 3421682258 o chiamando lo 0733 1653692.
Storie - "Nel terremoto del 2016 ho perso casa e ristorante, adesso ho riaperto dentro le casette" (FOTO e VIDEO)
E' il 26 ottobre del 2016, un mercoledì sera come tanti dalle parti di Monte Cavallo, un piccolo borgo di 100 anime della provincia maceratese al confine con l'Umbria. Qui si conoscono tutti e il sindaco, tranne una breve parentesi, è in carica addirittura dal 1990. Renzo si trova a tavola per una cena tra amici all'interno della sua trattoria. All'improvviso la terra comincia tremare, i muri a spaccarsi: è l'inizio della fine. Era già accaduto. Sì, perché questo piccolo borgo si trova in zona 1 nella categoria di livello sismico: il più elevato possibile. Nel 1996 da queste parti c'erano già passati: allora molte abitazioni andarono distrutte o rese inagibili e le casette in legno che sono state edificate temporaneamente, a distanza di 25 anni, regnano ancora al centro di quello che era un parcheggio e oggi è diventato un nuovo luogo di socialità. Renzo avrebbe potuto abbandonare tutto, rispondere presente alle richieste di importanti ristoranti della regione e andare via di qua. Ma non l'ha fatto e oggi è da tutta la regione - e moltissimi anche da fuori - che decidono di venire qui. "Sono troppo orgoglioso e non potevo mollare, è stato per questo che ho riaperto la mia trattoria, è stata la prima attività a ripartire dopo il terremoto", racconta Renzo. La sua nuova realtà, quella lavorativa ma soprattutto quella familiare, è fatta appunto di casette in legno. Dentro queste abitazioni temporanee Renzo ci vive anche. Rifinite. Accoglienti. Ma mai quanto casa o come il suo vecchio ristorante, che nei prossimi mesi sarà invece raso al suolo. "Non sappiamo ancora per quanti altri anni dovremo restare qui dentro, ma ormai mi ci sono quasi affezionato e non spingo più per andar via". La vita di Renzo, di sua moglie e della figlia Clarissa è ricominciata da qui, dove le aquile nidificano e il loro volo rappresenta un augurio di buona speranza. Ed è con questa speranza di rinascita e di gioia negli occhi che la redazione di "Storie" augura alle decine di migliaia di lettori di queste prime 7 puntate un Sereno Natale. Noi ci prendiamo un piccolo periodo di pausa per ritornare con voi, con tante nuove storie da tutta la regione, all'inizio del nuovo anno. Questa è la storia di Renzo e de "Il Nido dell'Aquila":
Storie - Dalle stelle Michelin a Stoccolma alla cucina marchigiana: la nuova vita di Chef Nordin (FOTO e VIDEO)
Svezia chiama Italia. O forse sarebbe meglio dire The Nordinis chiamano Marche. E’ questo il segno di riconoscimento per lo chef svedese Peter Nordin e sua moglie Carina, da cinque anni proprietari di uno splendido casale sulle colline fermane.A Stoccolma hanno lavorato per 30 anni e sono stati proprietari di 14 ristoranti, alcuni dei quali stellati Michelin. Poi, dopo tanti viaggi, il desiderio di cambiare e scegliere una vita più tranquilla: “E’ per questo che abbiamo scelto le Marche. Qui la gente è fortunata e spesso non se ne rende conto”. E quindi basta con la frenesia della capitale svedese. Lì Chef Nordin era un personaggio pubblico e con sua moglie Carina, anche lei chef in ambito dolciario, partecipavano spesso a programmi televisivi: tra questi, l’equivalente italiano di Master Chef. “Dopo averla girata dal 1986 ad oggi, aver prodotto i nostri vini e il nostro olio in Toscana, posso dire che in Italia abbiamo ritrovato il piacere di assaporare profumi e sapori”, racconta lo chef davanti a una tazza di caffè accompagnata da un butterkaka preparato da Carina.D’estate The Nordinis gestiscono questo casale come holiday house, in inverno ne approfittano per viaggiare: “Abbiamo scritto anche delle guide culinarie sui migliori posti della zona. Quello che cerchiamo di fare adesso è di far assaporare la cucina tipica marchigiana rivisitandola con tecniche francesi e svedesi”.E questa è la storia dei The Nordinis:
Storie - La tradizione dei presepi fatti a mano da Napoli a Monte San Giusto: "Vengono a visitarci da ogni parte d'Italia" (FOTO e VIDEO)
Per la quinta puntata di "Storie", la rubrica di Picchio News online ogni sabato mattina, abbiamo affrontato un viaggio spazio temporale. Un viaggio fatto di calore natalizio e bellezza per gli occhi. Ed è per questo che siamo stati a Monte San Giusto, nella provincia maceratese, ma in un luogo che parla e incanta attraverso la tradizione napoletana. Precisamente, quella che da Spaccanapoli conduce a San Gregorio Armeno, nella via più famosa del mondo per l'antica arte dei presepi realizzati a mano.Qui, sulle colline marchigiane, nel seminterrato di Palazzo Bonafede, splendida dimora del 1500 e tra i migliori esempi di architettura rinascimentale marchigiana, dal 2013 ha sede il museo comunale apprezzato anche da Vittorio Sgarbi. Nella taverna, tra le opere di Ricci e di Fontana, al di là di una tenda di velluto rosso, un mondo magico e sospeso che unisce la Campania alle Marche in una connessione che sembra distante per spazi e caratteri ma non per forza di volontà.Sono 12 i presepi presenti all'interno dei locali del museo, un tempo cucine e depositi dei conti Bonafede. Vere e proprie opere d'arte, di grandezza superiore anche ai 10 metri, donate o realizzate da Andrea Pistolesi, deus ex machina dell'Associazione Amici del Presepe di Monte San Giusto. Con lui Cesare Ciccalè, Gilberto Pistolesi e Stefano Renzi, che negli anni si sono avvicinati ad Andrea permettendo alla mostra di continuare a vivere e crescere. "Non abbiamo mai preso un euro dal Comune, tutto quello che abbiamo fatto qui dentro è opera nostra o di privati che hanno scelto di fare delle donazioni", racconta Andrea che in questi seminterrati d'estate e d'inverno trascorre almeno tre sere la settimana. "E' un vero e proprio lavoro, un impegno nei confronti dei visitatori che ormai ci vengono a trovare da ogni parte d'Italia e ai quali mostriamo ciò che realizziamo con passione e amore", spiega il fondatore dell'associazione passeggiando tra un presepe e l'altro.Tanti i periodi storici raccontati all'interno della mostra, con un occhio di riguardo per i mestieri di una volta: dagli antichi fornai alle massaie, passando per banditori, stagnini e bottai. La semplicità della vita quotidiana appartenuta a tempi che furono con la macro area umbro - marchigiana ben rappresentata dai lavori e dai ricordi di Andrea: "Provengo da una famiglia di contadini, pensare di essere riuscito a realizzare qualcosa che possa ricordare la memoria della mia famiglia mi inorgoglisce e mi spinge ad andare avanti". Questo è il nostro viaggio nella storia di Andrea e nell'arte dei presepi fatti a mano nelle Marche:
Storie - "Ecco le ville nelle quali vengono in vacanza le star di Hollywood nelle Marche" (FOTO e VIDEO)
Quiete assoluta e distacco quasi totale dalla realtà. E' questo lo scenario nel quale ci siamo proiettati per il quinto appuntamento con "Storie", la rubrica attraverso la quale ogni sabato mattina Picchio News vi porta alla scoperta di nuovi racconti e curiosità sulle province marchigiane. Ci troviamo sulle colline che separano il territorio di Fermo da quello di Macerata, dove le stradine sembrano essere tutte uguali e l'unico modo di orientarsi alla vecchia maniera è quello di riconoscere siepi e querce che si stagliano all'orizzonte. Questi campi sono oggi diventati terreno fertile per grandi imprenditori che hanno deciso di dare una seconda occasione di vita ai casolari abbandonati che spopolano in zona. "Nel corso dell'800 - raccontano alcuni abitanti del posto - qui era un fermento di lavoratori ed aziende agricole. Oggi, invece, ci vengono in vacanza le star di Hollywood".Da quindici anni a questa parte Maja e la sua famiglia hanno deciso di investire in questo business e oggi gestiscono alcune delle più belle residenze presenti in tutte le Marche. Un'esperienza di vita, non una semplice vacanza è quella che cerca chi viene a visitare questi territori e poi se ne innamora. E le strade sterrate necessarie a raggiungere quelle che un tempo sono state luogo di fatica, lo dimostrano. "Chi viene qui sente l'esigenza di sganciarsi dalla frenesia della propria vita. Parliamo di grandi imprenditori, personaggi politici, esponenti dell'alta finanza e anche star di Hollywood - racconta la property manager. Si tratta di persone che si riuniscono una o due volte l'anno con tutti gli amici e i parenti che di solito non riescono a vedere e che così, a Natale o durante l'estate ritrovano". Tanti marchigiani presenti qui in zona non si sono lasciati sfuggire l'opportunità di rimettere in sesto casolari appartenuti alle famiglie. Ma c'è chi ha fiutato il business anche a lunga distanza: "La maggior parte dei proprietari di queste ville sono tutti stranieri. Olandesi, francesi, inglesi e tanti scandinavi hanno deciso di acquistare in questi territori e ristrutturare gli immobili. Non sempre riescono a venire qui in vacanza ed è per questo che affittano le loro proprietà". Il mixture culturale lo si respira soprattutto nella stagione estiva, quando la sera le luci delle feste illuminano i campi. E sono diversi i turisti che si sono ritrovati per caso in queste zone e hanno scelto di restare a viverci. Sue, Annie e Lucy sono tre inglesi in Italia da 15, 10 e 6 anni: "Qui abbiamo trovato la pace e sentivamo l'esigenza di vivere una avventura prima che fosse troppo tardi", hanno raccontato durante un incontro davanti a una tazza di tè caldo al termine di una loro lezione di italiano. Le ville sono case da sogno: tre piani, ampi spazi esterni con prato inglese, piscine private, ogni tipo di comfort immaginabile. Minimo comune denominatore: massima discrezione. "Qui anche i vicini di casa spesso non sanno chi si trovano di fianco ed è per questo che chi è più conosciuto preferisce spostarsi qui", dice Maja. "Il costo? Assolutamente top secret!" Picchio News è entrato all'interno di queste ville. E questo è il nostro racconto:
Storie - Da Mogliano a New York, alla scoperta della bottega che lavora con le più grandi case di moda del mondo (FOTO e VIDEO)
Percorrendo la strada provinciale 61, tra colline avvolte nella nebbia e foglie bagnate sull'asfalto che con il loro scrosciare disturbano la quiete del silenzio, c'è una casa blu puffo che si erge in lontananza. Quella è la nostra destinazione. Ci troviamo a Mogliano, comune di poco più di 4000 mila anime della provincia maceratese, divenuto punto di riferimento mondiale per l'eccellenza Made in Italy. Qui vive e lavora la famiglia Nardi, conosciuta in tutto il mondo per la lavorazione artigianale dei vimini. Entriamo nella loro bottega. Ci accolgono i Nardi Senior, i figli Dino e Tonino a sua volta accompagnato dalla moglie Morena e dalla giovane figlia. Con loro, tra un cesto di vimini e una borsa, quattro cani, un gatto, un pappagallo e un canarino a rasserenare l'atmosfera e rendere meno pesanti le ore trascorse ad intrecciare capi che rappresenteranno la base per oggettistica e pelletteria delle più conosciute case di moda del mondo. "Tutto è partito nel 1987 quando mio fratello Dino ha deciso di avviare questa attività - racconta Tonino -, ma le cose non sono sempre andate bene: ci sono stati tanti momenti nei quali il lavoro ha scarseggiato e si è pensato di poter abbandonare questa professione che era stagionale e non equamente retribuita. Da 7 anni a questa parte, ancora non ci rendiamo conto neppure noi del come sia accaduto, tutto è cambiato all'improvviso". I prodotti grezzi realizzati dalla famiglia Nardi hanno attirato l'attenzione delle Maison di moda più importanti al mondo: "Sono venuti a trovarci qui nella nostra bottega stilisti importanti sui quali preferiamo mantenere il massimo riserbo, non credevamo quasi ai nostri occhi quando li abbiamo visti entrare nella bottega. Quando abbiamo ricevuto le loro chiamate per prendere un appuntamento abbiamo pensato a degli scherzi telefonici. Invece oggi le borse che produciamo in provincia di Macerata vengono vendute a Parigi e New York".E' stata la mamma di Dino e Tonino ad insegnare ai figli l'arte dell'intreccio dei vimini, una tradizione del Made in Italy andata quasi dimenticata. Gli sguardi fieri della bottega a conduzione familiare profumano di storia e di vita vissuta. Gli animali sornioni cercano affetto e attenzioni, ma qui il tempo è poco e i clienti sono tanti e particolarmente esigenti. Si lavora nel mood della catena di montaggio: Dino e Tonino preparano la base, la mamma dà una mano con la sua esperienza, la figlia di Tonino rifinisce il prodotto sotto lo sguardo vigile del papà e la signora Morena si occupa del controllo qualità. "Le nostre borse vengono vendute nel mondo anche più di 4000 euro a pezzo. Ma noi ci occupiamo solo di una parte della lavorazione, quella principale, il passaggio successivo avviene però all'interno delle case di moda. Siamo davvero fieri, da maceratesi, di poter essere così tanto riconosciuti e apprezzati per un lavoro che oggi, attraverso apposite scuole, cerchiamo di tramandare ai più giovani per far sì che l'arte e la tradizione non vengano mai abbandonate". Questa è la storia di una famiglia che è riuscita a tramandare l'arte dell'intreccio nel mondo: