"Occhio clinico e sogni nel cassetto": Ariedo Braida insegna come scoprire talenti a Unimc (FOTO e VIDEO)
Si è tenuto oggi, lunedì 18 novembre, presso l'Auditorium dell'Università di Macerata, l'evento "Come si scopre un talento", organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza nell'ambito del corso per Direttore e Direttrice Sportiva FIGC. Una "masterclass" speciale per i futuri professionisti del settore, che hanno potuto ascoltare le testimonianze di figure di spicco del calcio italiano.
Protagonista assoluto dell'incontro è stato Ariedo Braida, storico direttore del Milan nell'era dei grandi campioni e attuale vicepresidente del Ravenna Calcio, che ha condiviso il tavolo con altri nomi illustri del calcio: Roberto Patrassi, ex dirigente del Milan, Fabio Brini, allenatore ed ex portiere dell'Udinese ai tempi di Zico e Carlo Ripari, ex calciatore del Napoli e Verona e attualmente impegnato nello staff della Nazionale Under-21, Under-20 e Under-19 di Lega Pro. Tra il pubblico, a seguire con interesse gli interventi, c'era anche l'arbitro di Serie A Gianluca Sacchi.
Presente anche una nutrita rappresentanza di addetti ai lavori del calcio regionale che stanno frequentando il corso, tra cui Stefano Serangeli e Nicolò De Cesare, rispettivamente direttore generale e direttore sportivo della Maceratese, Roberto Moroni della Vigor Senigallia, Federico Ruggeri e Michele Paolucci della Fermana e Andrea Ballini della Lube Treia.
Ariedo Braida, con un'esperienza pluridecennale nel mondo dello scouting, ha raccontato le sfide e le intuizioni dietro la scoperta di alcuni dei più grandi talenti del calcio mondiale. "Chi va a vedere i giocatori deve avere il talento di capire dove sta la qualità di un calciatore, capire in cosa eccelle", ha spiegato Braida. "È fondamentale avere un occhio clinico, e per svilupparlo bisogna guardare tante partite dal vivo, non solo in video. Mi è capitato di vedere giocatori impressionanti nei filmati, che però dal vivo non mi hanno colpito allo stesso modo".
Shevchenko, Thiago Silva, Pato. Solo alcuni dei grandi campioni scoperti da Braida. Alla nostra domanda su quale fosse il talento che ricorda con maggiore affetto, Braida però ha menzionato Ricardo Kakà: "È stato un grande campione. Lo sento in maniera particolare”.
Gli studenti del corso hanno seguito con grande attenzione gli interventi, dimostrando curiosità e voglia di apprendere i segreti dello scouting. "Cercavano di carpire quali fossero i miei segreti, ma non glieli ho svelati", ha scherzato Braida. "Scherzi a parte, ho cercato di trasmettere il mio metodo di lavoro, la mia sensibilità nel trovare talenti. I talenti ci sono, ma è necessario saperli riconoscere. Ci vuole occhio clinico".
Roberto Patrassi, a sua volta, ha stimolato il confronto, chiedendo a Braida del suo addio al Barcellona. "Non sempre si è d'accordo con le decisioni della società. Mi dissero che l'allenatore voleva un giocatore, ma io non ero d'accordo. A quel punto ho preferito lasciare".
Prima di concludere l'evento, Braida ha lasciato un messaggio di incoraggiamento ai tanti iscritti al corso: "Sognate, perché sognare fa bene. Vi auguro di farlo sempre e di realizzare i vostri sogni".
L'incontro ha rappresentato un momento di grande arricchimento per i partecipanti, che hanno avuto l'opportunità di confrontarsi con figure di spicco del panorama calcistico nazionale, apprendendo da loro le strategie e le esperienze che hanno contribuito a costruire carriere di successo nel mondo del calcio.
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