«Non c’è due senza tre», parola dello schiacciatore Mirco Cristofaletti. Dopo il cambio di ruolo da opposto a martello andato in scena nella scorsa annata e al termine di un periodo di transizione culminato con performance di spessore, l’atleta classe ’96, nativo di Trento e alto 194 cm, ha rinnovato l’impegno con la GoldenPlast Potenza Picena. Fondamentali i colloqui con la società e la stima dichiarata dallo staff tecnico, senza tralasciare il grande affetto manifestato a più riprese dai tifosi.
L’atleta coniuga grinta e carisma a una manualità raffinata e a una tenuta mentale notevole per un giocatore così giovane. Sulla salvezza del Volley Potentino è impressa la sua firma in calce. Partito dalla panchina, infatti, Cristofaletti è riuscito a sbloccare i compagni in momenti difficili ed è stato capace di entrare a freddo nel quinto set di gara 3 dei Play Out Salvezza a Tricase contro Alessano per poi salire in cattedra nel suo vecchio ruolo di opposto e colmare i forfait dell’infortunato Argenta e dell’indisponibile Marcovecchio.
Cresciuto in una famiglia di pallavolisti, Mirco incarna il modello ideale di giovane talentuoso. Già campione d’Italia Under 19 e vincitore della Junior League prima di approdare a Potenza Picena, il numero 7 biancazzurro ha fatto incetta di titoli giovanili e di riconoscimenti individuali. L’amore per la pallavolo giocata è sbocciato a 7 anni sui campi della Promovolley. Poi, a 13 anni, è arrivato il passaggio nel vivaio della Trentino Volley ed è partita la scia incredibile di affermazioni personali e di squadra. Approdato al Volley Potentino da opposto con Gianluca Graziosi in panchina, l’atleta trentino ha subito avuto molto spazio in attacco, complice il lungo stop di Federico Moretti. Poi è arrivata la prima conferma con spostamento in posto 4, seguita dal fisiologico rodaggio in ricezione e da una seconda conferma.
«Mi sento pronto - commenta Cristofaletti - per entrare sempre più nel vivo del gioco. Ho lavorato sodo con lo staff tecnico per portare avanti una crescita personale necessaria dopo il cambio di ruolo. Ho avuto pazienza e sono riuscito a sfruttare chance importanti concesse dal tecnico e dalla sorte, come ai Play Out. Rimanere tre anni nella stessa società è sinonimo di stima reciproca, ma devo dire che anche l’ambiente e il calore umano dei tifosi hanno pesato sulla mia decisione. Ho buone sensazioni a livello personale, perché ora mi sento a mio agio nel ruolo di schiacciatore di posto 4, e in merito al gruppo, perché la dirigenza sta lavorando egregiamente. La riconferma dello staff ci consentirà di lavorare bene».
Commenti