Con l'inizio della scuola sono tanti i genitori che si mettono alla ricerca di uno sport o di una disciplina da far praticare al proprio figlio nel tempo libero.
Data la vasta scelta di associazioni sportive di tutti i generi è sempre più difficile trovare personale qualificato che non metta in pericolo la crescita fisica dei ragazzi. Questo avviene molto spesso anche nel mondo della danza, dove si pensa che aver studiato questa disciplina per molto tempo significhi acquisire le giuste qualifiche per l'insegnamento. Purtroppo non è così. A spiegare quali sono i rischi nella scelta di una struttura sbagliata è la professoressa Anna Zanconi, diplomata all'Accademia Nazionale di Danza a Roma e insegnante della scuola di danza Isadora di Macerata.
Quanto è importante scegliere una struttura qualificata per l'insegnamento della danza?
"La scelta di una buona scuola va valutata con accuratezza. Essere seguiti da un buon maestro è la base per ottenere buoni risultati; requisito fondamentale è la qualifica dell'insegnante: bisogna sempre informarsi sul percorso formativo e sui risultati ottenuti. Un buon insegnante deve avere, inoltre, la necessaria conoscenza del corpo umano, e soprattutto dell'apparato scheletrico e muscolare: deve avere ben chiaro il delicato rapporto tra le forme ed i movimenti della danza classica e l'anatomia umana, per scongiurare il pericolo di arrecare danni al fisico dei piccoli allievi. La Danza Classica va insegnata con entusiamo, ma anche con prudenza; non esiste alcuna necessità di precorrere i tempi, e le tanto agognate scarpine da punta, non andrebbero mai indossate prima dei 9, 10 anni".
Quali sono i rischi che si corrono se la propedeutica viene fatta in modo scorretto?
"La propedeutica ed il Giocodanza, soprattutto nella prima fase, dai 3 ai 5 anni, sono volte a sviluppare le potenzialità del bambino,e a stimolare le sue abilità motorie e creative; uniscono musica, gioco, coscienza corporea, spontaneità e regole...successivamente, tra i 5 e gli 8 anni ha il compito di preparare muscolarmente il corpo allo sviluppo futuro della tecnica, educa alla giusta postura ed alla coordinazione primaria. L'allenamento deve essere graduale e proporzionato allo sviluppo fisico del bambino, con una particolare attenzione a non forzare eccessivamente le articolazioni inseguendo miraggio della "spaccata". In questo momento, ad esempio, sto preparando degli esercizi specifici per l’open day che si terrà l’11 settembre durante il quale presenterò ai genitori i corsi 2016-2017.
Nella sua scuola viene insegnanto il metodo Vaganova. In cosa consiste e quali sono i suoi punti di forza?
"Il metodo Vaganova è stato elaborato intorno al 1920 da Agrippina Vaganova, allieva diretta del grande Enrico Cecchetti, nostro conterraneo, maestro dei maestri, è un metodo che ha il grande pregio di essere una sintesi tra le varie tecniche.
Il merito della Vaganova è stato quello di analizzare in modo dettagliato e decomporre nei singoli elementi tecnici tutti i passi della tradizione accademica, elaborando un sistema di esercizi caratterizzato da un crescendo di difficoltà tecnica e di complessità compositiva, graduato in otto anni di studio, organizzato in modo da assicurare uno studio progressivo e privo di rischi per gli allievi. Sul piano fisico, il metodo sviluppa il lavoro armonioso di tutte le parti del corpo durante le pose e i movimenti porgendo l'attenzioni ai più piccoli particolari.
Dal punto di vista psicologico, lo stile si distingue nell'approccio cosciente del danzatore, nel costante autocontrollo del proprio corpo e nel lavoro accentuato sulla qualità e non sulla quantità dell'esercizio. Il risultato di studio finale consiste di avere una tecnica impeccabile insieme a una notevole espressività".
Qual è il percorso che segue un bambino dalla propedeutica fino agli ultimi corsi?
"Per quanto mi riguarda, il mio metodo di insegnamento parte dal Giocodanza, (metodo ideato da Marinella Santini) per poi svilupparsi attraverso la propedeutica, integrata con altri elementi ginnici o piccoli elementi tratti da altre tecniche, che nel corso di 30 anni di insegnamento ho riscontrato essere utili e complementari. Intorno agli 8 anni si inizia il percorso pre-accademico, fase particolarmente delicata per l'impostazione del corpo, inserendo i primi elementi di tecnica accademica. Successivamente, procedo con lo sviluppo dei programmi dell'accademia Nazionale di Danza di Roma, dalla quale provengo".
Con trent'anni di insegnamento alle spalle, ritiene che sia cambiato, da parte dei giovani, l'approccio con la danza e la scelta dell'insegnante?
"Quando io ho iniziato, la scelta di danzare era difficile da far accettare ad un genitore. Oggi assistiamo al fenomeno inverso, e spesso sono i genitori che spingono i figli verso una potenziale carriera artistica, probabilmente a causa della grande visibilità che ha la danza attraverso i molti talent show; questo fa si, purtroppo, che a volte sia tenuta in maggiore considerazione l'attività di spettacolo, anche a discapito della formazione, che è invece imprescindibile ed andrebbe affidata ad un insegnante qualificato. C'è poca informazione nel settore, la gente non sa che per la legislazione italiana, non occorre nessun titolo per insegnare danza nella scuola privata, e questo espone a grossi rischi. Va da sè che il numero degli insegnanti non qualificati aumenti in modo esponenziale".
Commenti