Stati Generali, all'Università di Macerata si parla di territorio con Marcolini, Varnelli e Colombi
Ferve il dibattito e il confronto all’Università di Macerata dove si concluderanno domani, giovedì 7 giugno, i workshop degli Stati Generali, il percorso di riflessione sul ruolo dell’Ateneo che ha visto alternarsi autorevoli relatori del mondo culturale, accademico e imprenditoriale. Un dibattito interno tra le tre componenti dell’Università – docenti, studenti e personale tecnico amministrativo – che prosegue anche attraverso un blog on line, nella consapevolezza che "siamo sempre il passato del futuro e, in questa prospettiva, ci impegniamo a lasciare una traccia, un’eredità", come ha detto Cristiana Collu, direttrice della Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, prima ospite dei laboratori.
Sono stati complessivamente cinque gli incontri, che hanno vista un’ampia partecipazione di docenti, personale tecnico amministrativo e studenti dell’Ateneo per un numero di presenze oscillante tra le 150 e le 180 per ogni appuntamento
L’ultimo si terrà domani (7 giugno), alle ore 10.30 nella sede di piazza Strambi e sarà dedicato al tema “Università, lavoro, città, territorio”. Parteciperanno: Pietro Marcolini, presidente Istao, Massimiliano Colombi, consulente in analisi organizzativa e sviluppo di processi innovativi, Orietta Varnelli, amministratore delegato della Distilleria Varnelli. Le prossime fasi prevedono la predisposizione di un documento finale di sintesi e l’incontro con Enrico Letta presidente della Scuola di Affari Internazionali di Parigi.
“L’Università eccellente - scrive il rettore Adornato nelle linee guida degli Stati Generali - è anche quella che sa offrire il massimo contributo alla vita sociale e produttiva del territorio, approfondendone e guidandone i processi attraverso un dialogo multipolare con istituzioni, enti, imprese. Lo sviluppo dei territori e la loro stessa competitività passano oggi attraverso la capacità di coniugare processi produttivi e capitale sociale, il cui valore relazionale è intensamente assicurato dai processi formativi di stampo umanistico.
Abbiamo bisogno, anche attraverso il nostro lavoro di ricerca, di più equità sociale, di una più avvertita soglia etica, di un’integrazione ancora più stretta tra uomini e tra uomini e natura: dobbiamo, in sostanza, affermare il primato dell’uomo sull’economia e sulla tecnica, che, pur centrali nel percorso dello sviluppo, rimangono, comunque, strumenti e non fine, che resta sempre la promozione dell’uomo”. E, relativamente al rapporto con la città, “Il nostro Ateneo ha fortemente creduto e investito in una città universitaria vitale, attrattiva e fortemente coesa con la comunità cittadina; attenta alle dinamiche giovanili, ricca di cultura e con lo sguardo rivolto all’orizzonte futuro. Occorrerà ulteriormente rafforzare il valore ideale dell’Università come bene pubblico, consolidandone l’interazione con la Città e con il territorio”
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