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Scuola e università Pollenza

Pollenza, una maestra scrive alla ministra: "Ecco le problematiche della didattica a distanza"

Pollenza, una maestra scrive alla ministra: "Ecco le problematiche della didattica a distanza"

"Sono un’insegnante della scuola Primaria e dell’Infanzia e vivo e lavoro nelle Marche". Così inizia la lettera che Laura Sestili, insegnante delle scuole elementari di Pollenza, ha deciso di inviare alla Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina per porre l'accento sulle difficoltà che quotidianamente si trova ad affrontare nello svolgimento del suo lavoro, ai tempi del coronavirus. 

A seguito dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, infatti, si è resa necessaria la chiusura degli istituti scolastici e la scelta conseguente è stata quella di adottare, in tutto il territorio italiano, la didattica a distanza. 

Una disposizione che ha portato Laura a rivolgere delle domande direttamente alla Ministra. Ecco quali.

Di seguito il contenuto integrale della lettera inviata dall'insegnante alla Ministra: 

"Ha pensato alle conseguenze di questa sua iniziativa? Ha pensato alle disparità che si sarebbero potute creare tra gli studenti? Ha pensato alle difficoltà che la maggior parte delle famiglie avrebbe dovuto affrontare, soprattutto quelle con più figli ed in diverse età scolari?

Ha pensato alla mole di lavoro che gli insegnanti avrebbero dovuto sostenere? Badi bene che questa domanda non afferisce al normale svolgimento dell’attività didattica, ma faccio riferimento a quelle insegnanti, magari precarie, che lavorano in più plessi scolastici e che hanno diverse classi da seguire con centinaia di bambini, e penso anche a quelle insegnanti che sono sprovviste dei necessari mezzi tecnologici presso la propria abitazione per svolgere in maniera corretta e proficua la didattica a distanza.

Ha pensato a quale programma si sarebbe dovuto svolgere per ogni ordine e grado di scuola per mantenere l’uniformità d’insegnamento su tutto il Territorio nazionale? 

E, sempre avendo riguardo all’uniformità della didattica che ci si aspetta dalla scuola pubblica, ha pensato a dare un’indicazione univoca agli insegnanti su come poter valutare gli studenti?

Avrei ancora tante domande da porre ma corro il rischio di illudermi ancor di più visto che il Ministero posto sotto la Sua guida, a distanza di 15 giorni dalla sospensione per il Covid-19, ancora non riesce a dare indicazioni chiare, semplici ed univoche per svolgere la didattica a distanza.

Peraltro, le solite voci di corridoio (virtuale di questi tempi) parlano anche di una probabile valutazione degli studenti. E sarebbe da domandare con quale criterio dovrebbe svolgersi tale valutazione e che conseguenze avrebbe per gli studenti.

Anzi, in una nota, dice addirittura di inviare su WhatsApp un messaggio, un video leggendo favole per i più piccoli…

Dato che il Ministero sembra incapace di aggiornarsi su che cosa sta accadendo nelle scuole, approfitto di questa mia lettera aperta per informarLa direttamente circa la situazione che si è venuta a creare nelle diverse scuole dove svolgo la mia attività (anche se penso che sia cosa comune in tutte le scuole d’Italia).

Gli insegnati in genere non riescono più a coordinarsi, ognuno fa quello che ritiene più opportuno la mattina quando si sveglia, chi usa WhatsApp, chi Classroom, chi Google Meet; alcuni fanno video su Youtube - improvvisandosi attori per 3-4 minuti - altri caricano infinite quantità di compiti nel registro online pensando poi che qualcuno gli darà il cavalierato al lavoro alla fine di questa quarantena; altri ancora fanno a gara a mettere il lavoretto più bello per la Santa Pasqua, abbinato ad una filastrocca o ad una significativa poesia sulla primavera e alla vita che rinascerà.

Ore e ore di telefonate e messaggi per capire se tutto ciò avrà poi un risvolto positivo, per cercare di comprendere se a settembre si dovrà ricominciare da capo o se si farà finta di niente e si andrà comunque avanti.

Dall’altro lato ci sono le famiglie…

Quelle semplici, quelle con 1,2,3 o più figli da accudire e da aiutare a fare i compiti;

Quelle famiglie che vivono tutto il giorno in casa, perché è giusto che ci stiano, magari in una piccola casa, sempre con 1,2,3, o più figli che devono aiutare a fare i compiti, arrabattandosi per trovare lo spazio e gestire le necessità scolastiche di ognuno;

Quelle famiglie dove i genitori, sempre di quei bambini che devono fare i compiti, fanno il medico o l’infermiera;

Ci sono poi quelle famiglie che non hanno i mezzi per aiutare i loro bambini a fare i compiti, ci sono quelle famiglie che si rifiutano di far utilizzare il pc, il cellulare ai propri figli perché sono piccoli;

E poi ci sono quelle famiglie che hanno bambini con difficoltà come i disabili, dislessici e disturbi dell’attenzione……che devono fare i compiti senza nessun sostegno specifico.

Ill.ma Ministra Azzolina, il mio è un invito ed una preghiera, affinché provveda una volta per tutte a fornire semplici, chiare e soprattutto univoche, indicazioni che siano valide per tutte le scuole d’Italia, affinché ogni insegnante possa continuare a svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi senza che si creino ingiustificabili differenziazioni, facendo in modo che si sostengano e si supportino non solo gli alunni nella didattica – affinché questa non diventi un’ulteriore peso per famiglie – ma che serva anche come sostegno morale e psicologico, perché l’insegnante è anche questo.

È  vero che ogni scuola ha la sua autonomia, ma in tempi normali. Questo non è un tempo normale!

Sicuramente Lei saprà tutto questo, è la Ministra dell’Istruzione e avrà già pensato a come risolvere questi piccoli problemi.

La ringrazio comunque per il Suo impegno in un momento difficile come quello che stiano vivendo".

 

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