Patrimonio culturale controverso, maxi-finanziamento europeo all’Università di Macerata
Monumenti, testimonianze immateriali e opere d'arte che raffigurano in maniera peggiorativa gruppi razzializzati o minoranze religiose e di genere: si definisce "patrimonio culturale controverso" ed è associato a conflitti storici, comunità emarginate e narrazioni contestate.
Come valorizzare queste tracce del passato in modo inclusivo e consapevole, evitando i rischi di cancellazione o interpretazioni errate? È la sfida al centro di un nuovo progetto europeo che ha premiato l'Università di Macerata con un finanziamento di oltre 800 mila euro. Si chiama Circe – InClusive valorIsation model foR Controversial cultural hEritage in the Mediterranean Harbours and beyond - e ha ottenuto un punteggio altissimo, 99,40 su 100, nell’ambito del prestigioso programma europeo "Horizon Europe, Marie Skłodowska-Curie Staff Exchanges".
A guidarlo è Giuseppe Capriotti, professore di storia dell’arte moderna al dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo. L’idea nasce come sviluppo del progetto Coima, finanziato dall’Ateneo nel 2023 proprio per costituire un gruppo di ricerca interdipartimentale sul tema dell’eredità culturale problematica, gruppo attualmente formato da: Rosita Deluigi, Filippo Pistocchi, Patrizia Dragoni, Tatiana Petrovich Njegosh, Alice Devecchi, Uoldelul Chelati Dirar.
Il progetto si concentra sui porti del Mediterraneo e dell’Oceano Indiano, luoghi di scambio, migrazione e incontro tra culture, ma anche di tensioni storiche e rappresentazioni distorte. Mentre le discussioni su questo tema si sono concentrate sui monumenti di epoca coloniale o legati ai regimi totalitari, Circe estende lo sguardo al medioevo e alla prima età moderna, indagando le presenze ebraiche, musulmane e africane spesso marginalizzate o dimenticate nei racconti ufficiali.
Le aree di studio coinvolgono Italia, Spagna, Croazia, Tunisia e Kenya, con l’obiettivo di elaborare approcci inclusivi e partecipativi alla gestione del patrimonio culturale controverso. Coordinato dall’Università di Macerata, il progetto coinvolge un ampio consorzio internazionale e intersettoriale, che comprende università, collettivi artistici, imprese culturali e associazioni.
I partner provengono da cinque Paesi: tra questi, l’Università Uned di Madrid, quella di Spalato, l’Università di Genova, l’Università di Tunisi e la Pwani University in Kenya, insieme a soggetti attivi nel mondo della cultura e della comunicazione come Hulu, Mdinti, Africa Nomads Art Space e Approdi srl.
«Questo importante riconoscimento - commenta il rettore John Mc Court - conferma la capacità del nostro ateneo di generare ricerca di respiro internazionale, attenta alle sfide culturali e sociali del nostro tempo. Siamo orgogliosi di guidare una rete che unisce accademia, arte e comunità in un dialogo aperto e inclusivo tra Europa e Africa».
L’obiettivo è duplice: da un lato creare un quadro teorico per riconoscere e interpretare questo tipo di patrimonio; dall’altro, offrire strumenti concreti per la sua valorizzazione, come un atlante tematico, un glossario multilingue e attività di formazione per operatori culturali e turistici. Un’intera sezione del progetto sarà dedicata allo sviluppo di percorsi educativi, tra cui un corso online aperto e gratuito (MOOC) e linee guida rivolte alle istituzioni culturali.
Adottando un approccio partecipativo e decoloniale, Circe mira a trasformare il patrimonio culturale controverso da fonte di divisione a risorsa culturale condivisa che favorisce l'inclusione e il dialogo. Il coinvolgimento di artisti e comunità locali sarà centrale per costruire nuovi racconti attorno ai beni culturali, superando visioni eurocentriche e promuovendo una lettura più aperta, critica e inclusiva del passato.
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