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Scuola e università Cingoli

I ragazzi dell'Ipseoa "Varnelli" in visita a San Patrignano

I ragazzi dell'Ipseoa "Varnelli" in visita a San Patrignano

Il mondo che vorrei dipende da noi: questo il messaggio che ieri gli studenti del progetto La mia scuola per la pace dell’ IPSEOA “Varnelli” di Cingoli hanno ricevuto dai ragazzi di San Patrignano

Una giornata straordinaria passata in comunità con i ragazzi di San Patrignano, un modo per conoscere una realtà unica in Italia e nel mondo, un’occasione per scoprire un luogo che ha fatto e fa la storia del sociale e del contrasto alle dipendenze. A fare da guida ai visitatori attraverso i settori di formazione, gli stessi ragazzi che vivono la comunità ogni giorno, per i quali San Patrignano è rinascita, è casa, è famiglia.

Sono stati loro a far respirare agli studenti il clima e il calore del luogo, a introdurli nei settori e toccare con mano l’anima e il cuore di San Patrignano. Li hanno accolti in un posto davvero speciale, in una comunità di recupero che si estende su 300 ettari, che ospita gratuitamente 1300 ragazzi dando loro la possibilità di formarsi in oltre 50 ambiti lavorativi differenti. E’ stato possibile visitare vari settori, da quelli della filiera agroalimentare a chilometro zero a quelli artigianali dove i ragazzi apprendono mestieri che vanno scomparendo, fino ad arrivare al laboratorio tessile o a strutture particolari come il centro studi, il centro medico e i centri minori. Anche il palato ha avuto il suo momento di piacere, infatti, nel grande salone i ragazzi hanno pranzato assieme all’intera comunità, il tutto per vivere appieno un’esperienza personale molto coinvolgente alla scoperta di valori veri e decisivi per la vita di ciascuno.

In seguito sono andati tutti in teatro, dove è stato organizzato un momento di dibattito e confronto in cui i ragazzi della comunità hanno raccontato le loro storie, spiegando le motivazioni che li hanno portati a sbagliare nella vita e anche come siano usciti dalla dipendenza, nel silenzio di un pubblico attento e coinvolto.
“Non vogliamo insegnare niente a nessuno, ma pensiamo che raccontando le nostre esperienze, possiamo far nascere un dubbio, o un pensiero su quella che può essere la realtà delle droghe e della tossicodipendenza, che spesso è una strada scelta senza nessuna consapevolezza. E magari far sorgere quel dubbio, può aiutare qualcuno a fermarsi a pensare per un attimo.” queste le parole rivolte agli studenti che direttamente o indirettamente vengono ogni giorno a contatto con la droga o vivono disagi tipici dell’adolescenza che sono intervenuti cercando la risposta alle tante domande che in quel momento frullavano loro in testa. Alla base di tutto c’è la mancanza di consapevolezza e di quanto si può essere meravigliosi, amandosi ed accettandosi per ciò che si è senza la necessità di rifugiarsi in un qualcosa che vada ad alterare la propria natura. Alla domanda quando ti senti veramente te stesso la risposta di uno studente è stata MAI… Una parola che è rimasta impressa nella mente e nel cuore di tutti i presenti.

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