Caldarola, i ragazzi di terza media sulle orme di Banksy: una mostra per dire no alla guerra
Chi ha ricevuto attenzioni e solidarietà nei momenti più bui non può che ricambiare con altrettanta sensibilità e affetto chi in questo momento sta vivendo una fase tragica della propria vita, il popolo ucraino. E così Caldarola, dopo aver messo a disposizione alloggi ed espresso parole di sostegno nei confronti di chi sta subendo un’assurda invasione, mostra ancora una volta il suo grande cuore.
A farlo sono stati i giovani caldarolesi, i ragazzi della terza media che hanno voluto manifestare, con i loro mezzi semplici ma allo stesso modo toccanti, quanto possa essere assurda una guerra oggi.
Su iniziativa della professoressa di Arte Mariella Feliziani, nata dopo l’incontro con i volontari di Emergency, con il pieno appoggio della Dirigente Scolastica Fabiola Scagnetti e la collaborazione della professoressa di Religione Lucia Grottesi, i ragazzi hanno preparato una mostra dal titolo “L’amore per l’arte anziché l’arte della guerra”, un’iniziativa partita già alcune settimane fa in segno di solidarietà verso il popolo afgano, diventata ancora più sentita dopo l’invasione russa in Ucraina.
La Professoressa Feliziani ha mostrato ai ragazzi le tecniche artistiche usate da Banksy e Haaring nelle loro opere di denuncia sociale, a cui si sono ispirati per allestire la mostra. Disegni, collage, gigantografie e murales per manifestare da una parte il forte dissenso contro la guerra e da quell’altra l’affetto e il sostegno ai popoli oppressi.
Con orgoglio e commozione hanno voluto mostrare i loro elaborati anche agli amministratori comunali di Caldarola, il sindaco Luca Maria Giuseppetti e l’assessore all’Istruzione Teresa Minnucci.
“È stato un momento toccante” ha dichiarato il sindaco Giuseppetti “nei loro occhi si leggeva tutto lo stupore e la condanna verso gesti incomprensibili di prepotenza che uno Stato sta compiendo contro un altro popolo. Unanimemente abbiamo sottolineato l’inutilità della guerra con la speranza che le nuove generazioni comprendano che da conflitti come quelli in corso in diverse parti del mondo non si ottiene altro che morte, distruzione e impoverimento”.
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