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Scuola e università Civitanova Marche Recanati

Alla scoperta del metodo Montessori: viaggio a Roma di 23 docenti marchigiane (FOTO)

Alla scoperta del metodo Montessori: viaggio a Roma di 23 docenti marchigiane (FOTO)

di ROSITA RONCAGLIA, docente dell’istituto Comprensivo “B. Gigli” di Recanati 

Chi, a Roma, visita alcuni luoghi montessoriani e, per la prima volta, vede la prima Casa dei Bambini inaugurata il 6 gennaio del 1907 in via dei Marsi, poi quella della Banca d’Italia e infine l’Opera Nazionale Montessori, e tutti quei bambini concentrati e dediti al loro lavoro, quei materiali, quelle stanze, quei libri, quelle immagini, conf ronta con meraviglia le scoperte di Maria Montessori con l’umile realtà che le ha ispirate. E riflette sul prodigio di una delle prime donne medico in Italia che ha saputo indirizzare le piccole “cose” quotidiane in grandi simboli capaci di arricchire l’es perienza e la sensibilità dei bambini e degli adulti che l’hanno seguita. Questo è accaduto a un gruppo di 23 docenti di ruolo della scuola dell’infanzia che da quasi un anno stanno frequentando presso la sede dell’Istituto comprensivo “Via Ugo Bassi” di Civitanova Marche il corso di differenziazione didattica Montessori finanziato dalla Regione Marche attraverso il Fondo Sociale Europeo. Il progetto formativo a favore dei docenti per la diffusione del metodo Montessori, “Marche Montessori: un’aula grande quanto una regione”, promosso dalla Fondazione Chiaravalle Montessori, in partenariato con la società Eurocentro Srl di Jesi, l’Università degli Studi di Macerata e l’Opera Nazionale Montessori sta permettendo alle insegnanti di conoscere il pensiero e l’opera di Maria Montessori alla quale si devono, come è ben noto, molte importanti scoperte fatte oltre un secolo fa e confermate in tempi più recenti dalla ricerca psicopedagogica e dalle neuroscienze.

Le corsiste hanno liberamente voluto tracciare un percorso di visita che dalle Marche le ha portate alla prima tappa del viaggio: la Casa dei bambini per la Banca d’Italia al Tuscolano. Ad accompagnarle la docente dell’Istituto comprensivo “E. Fermi” di Macerata e formatrice ONM, la dottoressa Concetta Foderà che per ben 10 anni ha lavorato proprio in questa scuola e la Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di Monte Urano, la professoressa Anna Maria Isidori. La Direttrice della Casa dei bambini della Banca d’Italia, la dottoressa Maria Elisabeth Bordino, psicologa e formatrice, ci ha aperto le porte ad una realtà che stupisce per la sua bellezza, cura ed armonia, gestita da più di 40 anni dall’Opera Nazionale Montessori. Ci spiega che la mission si concretizza in percorsi, anche individualizzati, atti a valorizzare le potenzialità dei bambini e delle bambine e ad educarli in una dimensione cosmica. Qui il bambino trova un ambiente organizzato, preparato, accogliente e familiare, dove tutto è attività, sia all’interno della sezione che fuori: i bambini possono accedere, oltre alle attività proposte nel loro nucleo, all’atelier di pittura, al laboratorio di musica, al giardino che è una vera aula verde, partecipano all’organizzazione della vita quotidiana e della vita pratica della casa, si prendono cura dell’ambiente e degli elementi che ne fanno parte: piante, piccoli animali, oggetti e materiali. Anche il gioco riveste un ruolo importante nel progetto educativo della scuola in quanto è per il bambino uno strumento straordinario di propedeutica alla vita, di allenamento alle relazioni e alla conoscenza delle emozioni. Ogni momento della giornata ha una valenza formativa rilevante.

Le potenzialità e le possibilità di fare dei bambini piccoli sono spesso sconosciute agli adulti che si sostituiscono a loro considerandoli ancora non abbastanza capaci di agire. E con la famosa frase «Aiutami a fare da me» Maria Montessori cerca di chiarire ciò che i bambini chiedono agli adulti, sia in famiglia che a scuola. Le aule sono organizzate in angoli, ognuno distinto e attrezzato per un insieme di attività. Tutto è proporzionato alle dimensioni e alle capacità dei bambini. Esistono tavoli per il lavoro individuale e per il lavoro in piccoli gruppi, si può lavorare a terra utilizzando tappetini. Nell’arco della giornata le attività indivi duali, di piccolo e grande gruppo si avvicendano in modo equilibrato. L’insegnante di inglese lavora in tutti i nuclei e nel tempo della lezione parla esclusivamente in lingua straniera.

Osservando i bambini, abbiamo riscontrato come ognuno scelga liberamente il lavoro da svolgere, seguendo i propri interessi. È possibile scegliere tra attività di vita pratica, attività che favoriscono l’educazione sensoriale, attività per l’arricchimento e lo sviluppo del linguaggio, attività per il potenziamento della mente logico-matematica, attività di geografia, di botanica, di biologia. Di ogni oggetto esiste un solo esemplare per aula, in modo che i bambini si abituino ad accordare i propri desideri con le esigenze degli altri. Quello che colpisce è la loro costante calma e concentrazione: caratteristica che ne fa “un luogo di calmo lavoro” e riflette un movente interiore al gusto della ripetizione, al silenzio, all’ordine; un piacere che sottende la condivisione tra tutti i bambini di uguali valori, in cui anche le passioni delle insegnanti vengono valorizzate, ad esempio è stato attivato un laboratorio di Yoga e l’atelier di pittura, un vero Clouseau, è nato da un’idea di una maestra.

Il nostro viaggio prosegue all’Opera Nazionale Montessori in Via di San Gallicano Trastevere. Ci incanta la biblioteca, in cui la Vicepresidente, la dottoressa Elena Dompè, ci illustra brevemente la storia dell’istituzione: sorta come ente morale nel 1924 e chiusa temporaneamente durante il fascismo per contrasti con il regime, l’Opera Nazionale Montessori è l’istituto preposto alla diffusione del pensiero e dell’opera della grande pedagogista. Depositaria del patrimonio scientifico e metodologico lasciato da Maria Montessori, l’Opera non si limita alla trasmissione del pensiero pedagogico della fondatrice, ma è impegnata a verificarne costantemente la validità e l’attualità anche in relazione ai cambiamenti nella società e alle più attuali ricerche scientifiche; è il punto di riferimento per le scuole Montessori; promuove e cura la formazione e la specializzazione degli educatori e degli insegnanti, esercita attività di assistenza tecnica, di indirizzo e di consulenza ai fini della corretta applicazione del metodo.

La dottoressa Martina Crescenzi, biologa e insegnante Montessori, si occupa di formazione e ci spiega che la biblioteca è un Centro di documentazione, di informazione e nel contempo di ricerca sulla vita, il pensiero e le opere della Montessori. Pertanto è specializzata nella raccolta del materiale bibliografico di e su Maria Montessori edito in Italia e all'estero. Inoltre cura l'approfondimento di argomenti afferenti alle scienze dell'educazione, alla pedagogia, alla didattica, alla letteratura per l’infanzia e al mondo della scuola. Raccoglie anche fondi donati da allieve della Montessori e da privati: l'attuale dotazione è di 3.400 volumi circa tra periodici, videoregistrazioni e diapositive; un archivio di circa 2000 ritagli di stampa continuamente aggiornato; un archivio fotografico; carte d'archivio; materiale storico e documentazione varia.

Saliamo nella grande sala che conserva tutti i materiali di sviluppo ideati dalla grande scienziata italiana, alcuni sono originali e scopriamo che di fatto sono in parte diversissimi dalle edizioni successive e dalle produzioni attuali: ad esempio le spolette colorate fatte con fili di seta rivelano una preziosità unica. Restiamo incantate dalla celebrazione dei dettagli e col desiderio di tornare a studiare quei materiali. Ultima tappa del nostro viaggio è la Casa dei bambini in via dei Marsi, nel quartiere San Lorenzo, un piccolo appartamento inserito in un edificio di un complesso di case popolari che nei primi anni del ‘900 l’Istituto Romano dei Beni Stabili aveva acquistato nel tentativo di riqualificare questa zona della città. Forte l’emozione quando si varca la soglia di quella porta che ci fa entrare in un luogo quasi mistico, sembra di fare un salto nel passato: l’idea della Casa dei bambini diventa pura realtà, quasi si odono ancora le voci dei bambini che Maria Montessori ascoltava e che forse è anche più importante ascoltare oggi. Ad accoglierci l‘insegnante Daniela Dabbene che ci racconta come questa scuola fu chiusa da 1934 e poi riaperta nel 1966 dalla signorina Maria Clotilde Pini, allieva diretta della Montessori, venuta a mancare poco più di un mese fa. Lei riuscì a riaprire la Casa dei Bambini perché questo appartamento nella destinazione d’uso era stato vincolato all’esclusivo uso scolastico. Fu restituito in gravi condizioni e molti sono stati i lavori di rifacimento finanziati personalmente dalla signorina Pini. La grande intuizione fu quella di non renderlo un museo, ma una scuola viva, vissuta dai bambini, allora come oggi. Nel muoverci all’interno dell’aula siamo quasi in religioso silenzio, non riusciamo a distogliere il pensiero dalla bellezza di un luogo che fu il primo seme di un germoglio che è fiorito in tutto il mondo, forte della sua sperimentata validità e che rende universale e quanto mai attuale il messaggio di Maria Montessori: “l’educazione è l’arma della pace”.

Per aver permesso alle docenti di partecipare a questo viaggio si ringraziano i dirigenti degli istituti Comprensivi “Monte Urano”, “E. Fermi” e “E. Mestica” di Macerata, “B. Gigli” di Recanati, “Solari” di Loreto, “Bruno da Osimo”, “G. Leopardi” di Potenza Picena e Grottammare, “Fracassetti-Capodarco” di Fermo, “Cingolani” di Montecassiano, “Cupramarittima-Ripratransone”, “Spinetoli-Pagliare”, “E. Mestica” di Cingoli, “Nardi” di Porto San Giorgio, “M. Montessori” di Chiaravalle e “M. Giacomelli” di Senigallia.

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