Alla scoperta del Medioevo nell'entroterra: "Anni di ricognizioni ci hanno restituito un’eredità viva e riconoscibile"
Tra le colline coltivate e la montagna dell’entroterra marchigiano, da Nord a Sud, si nascondono ancora oggi le tracce di un passato che affonda nel Medioevo. Sono resti di abitati, castelli, frammenti ceramici, segni nei campi arati che raccontano la vita quotidiana di comunità rurali dimenticate, ma che tornano a parlare grazie alle ricerche del progetto R.I.M.E.M. (Ricerche sugli Insediamenti Medievali nell’Entroterra Marchigiano), un progetto da cui sono nati i Convegni Internazionali di Archeologia Medievale nelle Marche.
Dopo il Primo Convegno, tenutosi nel 2019 e pubblicato nel 2021 dall'Editore Ante Quem di Bologna, siamo ora arrivati alla seconda edizione, della quale verranno presentati gli Atti mercoledì 12 novembre alle 16, al Polo Bertelli dell’Università di Macerata (Sala Riunioni, III piano).
L’incontro - aperto alla cittadinanza e promosso dal Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo - riunirà studiosi italiani e internazionali per condividere i risultati di anni di ricerche e di indagini sul campo che hanno profondamente cambiato la conoscenza del paesaggio medievale marchigiano.
A presentare il volume sarà la prof.ssa Anna Maria Stagno dell’Università di Genova. Interverranno Simone Betti, Pierluigi Feliciati, Umberto Moscatelli dell’Università di Macerata, Tatjana Tkalčec (Institute of Archaeology – Zagabria) e Marco Destro (Ante Quem Editore).

Seguirà una breve presentazione di un Supplemento della rivista “Il Capitale Culturale”, un volume di omaggio al professor Moscatelli per il suo pensionamento. Il progetto R.I.M.E.M., diretto da Umberto Moscatelli, nasce dalle ceneri del progetto C.A.M.M. (Carta Archeologica Marchigiana del Medioevo) che si arenò per mancanza di finanziamenti.
«È un lavoro che ha riportato l’archeologia medievale al centro dell’attenzione scientifica — dice Moscatelli — in una regione dove, per lungo tempo, la ricerca si era concentrata sull’età Picena e Romana. Attraverso anni di ricognizioni di superficie, studio dei materiali e analisi dei reperti, il progetto ha censito moltissimi siti medievali, restituendo un quadro del popolamento rurale completamente nuovo».
Le campagne di ricerca, inizialmente svolte in collaborazione tra le Università di Macerata e Udine, hanno coinvolto ogni anno decine di studenti, impegnati nella documentazione e nello studio dei reperti mobili conservati nei depositi universitari.

I dati raccolti sono confluiti in mappe tematiche che rappresentano oggi uno strumento prezioso non solo per la ricerca accademica, ma anche per la tutela del patrimonio archeologico e la pianificazione territoriale. «Le nostre ricerche dialogano con le amministrazioni locali - sottolinea Moscatelli - e contribuiscono a segnalare la presenza di aree di interesse archeologico».
La pubblicazione degli Atti del Secondo Convegno Internazionale di Archeologia Medievale nelle Marche, curata da Umberto Moscatelli e Tatjana Tkalčec con il sostegno economico della Sezione Scientifica di Beni Culturali “Massimo Montella”, coordinata dal prof. Pierluigi Feliciati, raccoglie contributi di studiosi che, attraverso approcci e contesti diversi, contribuiscono a una lettura più ricca del passato medievale regionale.
«Dopo anni di studi possiamo dire che l’entroterra marchigiano conserva una eredità medievale viva e riconoscibile – conclude Moscatelli –. Ogni frammento ceramico, ogni segno nel terreno raccontano la storia di un territorio che, nel Medioevo, era tutt’altro che marginale».

nubi sparse (MC)
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