A Macerata il gotha del settore archivistico italiano: oltre 250 partecipanti al convegno di UniMc
Un evento di grande rilievo che ha stimolato un'importante riflessione sugli effetti della trasformazione digitale e delle applicazioni di intelligenza artificiale nella gestione e conservazione degli archivi: questo è stato il convegno “Archivi, archivistica e trasformazione digitale” che l’Università di Macerata ha organizzato oggi, 17 ottobre, in collaborazione con lo spin off Isdif e l’Associazione italiana di documentazione e studi archivistici. L’incontro ha riunito oltre 250 partecipanti, proponendosi come un momento di approfondimento per bilanciare innovazione, dematerializzazione, certezza del diritto, salvaguardia della memoria e diffusione della conoscenza.
L’evento, dedicato al professor Oddo Bucci, al quale è stata consegnata una targa ricordo, ha ricordato l’influente convegno da lui organizzato nel 1990, “L'Archivistica alle soglie del duemila”, che già allora anticipava l’impatto delle nuove tecnologie sugli archivi. Oggi, a distanza di più di trent’anni, la velocità delle trasformazioni digitali e l’adozione di tecnologie avanzate richiedono una rinnovata riflessione su queste tematiche.
La giornata, presieduta da Stefano Pigliapoco, docente Unimc e presidente Isdif, si è aperto con i saluti del rettore John McCourt, rettore dell’Università di Macerata, del direttore generale Archivi del Ministero della cultura Antonio Tarasco e del dirigente dell’area qualificazione e accreditamento dell’Agenzia per l’Italia digitale Gualtiero Asunis.
McCourt ha voluto sottolineare l’importanza dell’impegno di lunga data di Oddo Bucci e Stefano Pigliapoco presso l’ateneo, evidenziando il loro ruolo come punti di riferimento nazionali per l’agenda digitale e evidenziando come gli studi e le intuizioni di Bucci abbiano aperto nuovi percorsi di ricerca, soprattutto orientati all’analisi del rapporto esistente tra l’innovazione tecnologica e i processi di formazione e conservazione degli archivi. “Nei prossimi anni - ha detto - assisteremo a cambiamenti ancora più radicali e rapidi, e forse anche imprevedibili rispetto al passato.
La trasformazione digitale delle organizzazioni, la diffusione delle applicazioni di intelligenza artificiale, il moltiplicarsi delle forme dei documenti informatici all’interno di sistemi informativi automatizzati sono solo alcuni dei fenomeni che incideranno in modo significativo sui processi di gestione e conservazione degli archivi. È necessario porre forte attenzione agli aspetti etici e legali”. Il rettore ha poi posto l’accento sull’importanza di una formazione avanzata per affrontare queste sfide, menzionando il Master in Formazione, gestione e conservazione di archivi digitali in ambito pubblico e privato, attivo dal 2008. “Un gioiello del nostro Ateneo, un punto di riferimento nazionale che intendiamo rafforzare ancora negli anni avvenire”.
Tra le altre figure intervenute, hanno dato il loro contributo Paolo Vadalà, presidente del Tribunale di Macerata, Federico Valacchi, presidente dell’Associazione italiana di documentazione e studi archivistici, Benedetto Luigi Compagnoni, soprintendente archivistico per le Marche, e Erika Vettone, presidente dell’Associazione nazionale archivistica italiana.
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