Secondo gli ultimi dati Istat, ad oggi sono circa 3800 i deceduti nelle Marche a causa del Covid. L’attuale fase di circolazione del virus, nella nuova sottovariante Xe (+10% contagiosa), deve essere letta anche in rapporto alla ridotta pressione sugli ospedali. La diminuzione dei casi del 6,4% cui stiamo assistendo in Italia è dovuta anche ai sempre meno tamponi eseguiti (-6,5%), dato che rende più complesso il monitoraggio su base nazionale.
Da qui il recente annuncio di Aifa nel voler estendere la quarta dose – più il richiamo annuale – oltre che ai soggetti cosiddetti fragili, anche agli over 50. A questo si aggiunge il via libera ufficiale anche per i medici di base alla somministrazione dei nuovi antivirali. “L’obbiettivo rimane quello di raggiungere al più presto l’immunità di gregge”, afferma il direttore di Malattie Infettive dell’Ospedale di Macerata, Alessandro Chiodera, invitando alla cautela rispetto all’allentamento delle restrizioni.
Stiamo effettivamente andando incontro alla fase endemica del coronavirus? Dobbiamo capire che questo virus non se ne andrà mai via: bisogna prenderne atto e imparare a conviverci il prima possibile. Soprattutto perché ancora non sappiamo se avrà le medesime caratteristiche di un’influenza stagionale.
Come dovremo comportarci rispetto alla nuova sottovariante? Questo virus sta semplicemente continuando a fare quello che gli riesce più naturale, ovvero replicarsi. Se finora la nuova Xe non ha avuto un impatto maligno è perché abbiamo una buona percentuale di popolazione vaccinata. Ma bisogna stare attenti: le persone continuano a morire di Covid. I soggetti fragili sono i più esposti, ma è bene che anche i soggetti più forti a livello immunitario non abbassino la guardia.
Per raggiungere l’immunità di gregge basterà il vaccino? Continueremo anche con la somministrazione di antivirali e monoclonali. Di queste ultime siamo arrivati a quota 200, e la loro copertura arriva fino all’80%. Ma non abbiamo ancora dati certi sull’efficacia a lungo termine: sappiamo solo che in pochi vanno incontro alla fase più grave della malattia. Ciononostante, ho assistito personalmente alla morte di una paziente lo stesso giorno che aveva iniziato al terapia, forse troppo tardi. Il 100% di successo non può essere mai garantito.
Per quanto riguarda la quarta dose, sarà necessario estenderla a tutta la popolazione? Per ora sembra di no, ma se vogliamo raggiungere al più presto l’immunità di gregge è probabile che si debba fare in autunno. Mi rendo conto però che in giro ci sia molta stanchezza riguardo la vaccinazione: per ora pensiamo a concentrarci unicamente sui più fragili.
È saggio secondo lei procedere con l’allentamento delle restrizioni? Bisogna comunicare un messaggio chiaro a tutti i cittadini, che è quello di “non liberalizzarsi troppo”. Credo che mantenere ancora le mascherine al chiuso sia un’ottima scelta.
In questi due anni e mezzo di pandemia i marchigiani come hanno risposto alle misure anti Covid? Le statistiche hanno comunque reso testimonianza di un comportamento non proprio brillante da parte della Regione e i suoi abitanti, rispetto alla vaccinazione. Diciamo che si è agito meglio più per quanto riguarda le mascherine, il distanziamento ecc.
Cosa non ha funzionato secondo lei nella comunicazione scientifica? Si è creata troppa confusione. Se è vero che le conoscenze del virus sono venute fuori un poco alla volta con conseguente variabilità di opinioni, è stato allo stesso tempo un errore confondere le varie figure professionali: epidemiologi con infettivologi, semplici medici con luminari ecc. Le informazioni sono state chieste alle persone sbagliate con conseguente esasperazione da parte delle persone.
Durante la pandemia avete ricevuto adeguata assistenza anche da parte della Regione? Per i farmaci siamo stati in linea col resto del mondo: monoclonali e antivirali sono arrivati da noi quasi subito. Il supporto al personale all’inizio c’è stato con la somministrazione di incentivi, come le borse di studio. Poi però questi incentivi si sono fermati.
La Sanità poteva essere più preparata? Se avessimo mantenuto aperti almeno i reparti di malattie infettive nati negli anni ’80 – per via dell’AIDS – avremmo potuto isolare molti più casi e contenere contagi e ricoveri. Ma si tratta di un discorso generale tutto italiano: invece di mantenerla, si è scelto di rinunciare a un’ottima rete infettivologica non appena è cessato l’allarme HIV.
Le Marche chiudono la settimana di Pasqua una flessione del 14,34% di casi covid (-1.969 casi). Nelle 24 ore l'incidenza è in calo a 779,54 casi ogni 100mila abitanti (ieri 787,93) e i nuovi positivi sono 1.663, pari al 32,7% dei 5.085 tamponi diagnostici analizzati.
La provincia di Ancona totalizza 473 casi, seguita da Ascoli Piceno con 337, Pesaro Urbino con 305, Macerata con 284, Fermo con 192. I casi fuori regione sono 72.
Come sempre le fasce di età più colpite sono 45-59 anni con 408 casi e 25-44 anni con 408, seguite da 60-69 anni con 244. I soggetti con sintomi sono 410, i contatti stretti di casi positivi 474, i contatti domestici 439, i positivi in setting scolastico formativo 8, per 317 casi sono ancora in corso approfondimenti epidemiologici.
Per quanto riguarda la situazione ospedaliera, i ricoverati negli ospedali marchigiani per Covid sono 193 (-9), di cui 7 in terapia intensiva (+1). Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è del 18.3%, mentre quello in terapia intensiva del 2,7%
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 4 decessi per Covid-19. Le vittime sono: un 85enne di Urbania, un 95enne di Recanati, un 77enne di Montegiorgio, un 52enne di San Benedetto del Tronto. I morti per Covid nelle Marche dall'inizio della pandemia sono 3.796.
Si conferma sotto quota 800 su 100mila abitanti il tasso di incidenza del virus nelle Marche, per l'esattezza a 787,93 (ieri 794,65), a fronte di 1.784 nuovi positivi al covid rilevati nelle 24 ore, pari al 38,3% dei 4.659 tamponi diagnostici. La provincia di Ancona totalizza 470 casi, seguita da Ascoli Piceno con 386, Pesaro Urbino con 316, Macerata con 314, Fermo con 220, oltre a 78 casi fuori regione.
Il contagio continua a circolare prevalentemente nelle fasce di età 25-44 anni con 390 casi e 45-59 con 432 casi, seguite da 60-69 con 224. Tra i 1.922 nuovi positivi, 335 sono sintomatici, 602 sono contatti stretti di casi positivi, 476 contatti domestici, 14 positivi in setting scolastico formativo, 5 contatti in setting lavorativo, mentre per 322 casi sono ancora in corso approfondimenti epidemiologici. Per quanto riguarda la situazione ospedaliera, i ricoverati negli ospedali marchigiani per Covid sono 202 (+3), di cui 6 in terapia intensiva (-2).
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 6 decessi per Covid-19, due donne e quattro uomini. Le vittime sono: una 75enne di Amandola, un 78enne di Senigallia, un 74enne di Fermo, un 79enne di Serra dé Conti, una 75enne di Montemarciano e un 79enne di Senigallia. I morti per Covid nelle Marche dall'inizio della pandemia sono 3.792.
Prosegue nelle Marche il calo del tasso di incidenza arrivato sotto 800 su 100mila abitanti, per l'esattezza a 794,65 (ieri 805,58), a fronte di 1.922 nuovi positivi al covid rilevati nelle 24 ore, pari al 47,2% dei 4.070 tamponi diagnostici. La provincia di Ancona totalizza 586 casi, seguita da Ascoli Piceno con 362, Pesaro Urbino con 335, Macerata con 334, Fermo con 221, oltre a 84 casi fuori regione.
Il contagio continua a circolare prevalentemente nelle fasce di età 25-44 anni con 487 casi e 45-59 con 445 casi, seguite da 60-69 con 246. Tra i 1.922 nuovi positivi, 405 sono sintomatici, 526 sono contatti stretti di casi positivi, 512 contatti domestici, 19 positivi in setting scolastico formativo, 8 contatti in setting lavorativo, mentre per 436 casi sono ancora in corso approfondimenti epidemiologici. Per quanto riguarda la situazione ospedaliera, i ricoverati negli ospedali marchigiani per Covid sono 199 (-6), di cui 8 in terapia intensiva (=).
Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è del 18.7%, mentre quello in terapia intensiva del 3.12%. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 5 decessi per Covid-19. Le vittime sono: un 95enne di Fermo, una 84enne di Osimo, una 94enne di Macerata, una 90enne di Corridonia, un 86enne di Cagli. I morti per Covid nelle Marche dall'inizio della pandemia sono 3.786
Nei primi tre giorni di somministrazione nelle Marche della quarta dose di vaccino anti-Covid a over 80 e over 60 con 'fragilità' sono 312 (dato ovviamente in continua evoluzione) le dosi inoculate, di cui 90 ieri. Lo fa sapere la Regione.
Finora si è proceduto con l'accesso diretto agli hub vaccinali per queste categorie ma da giovedì è possibile prenotare la somministrazione tramite la piattaforma delle Poste (https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it): le prenotazioni per le quarte dosi di vaccino anti-Covid finora sono state 208
Il 30 giungo 2022 è la data simbolo per i circa 66 mila operatori sanitari in tutta Italia, reclutati in piena pandemia per contrastare l’emergenza Covid. Anche nella Regione Marche ci si prepara ad uno spartiacque che di fatto deciderà il futuro di oltre 1400 "eroi in camice", reduci dalle criticità conclamate del proprio sistema sanitario: carenza di personale, malagestione da parte dei vertici, strutture ospedaliere inidonee, e - non ultima - una comunicazione scientifica confusa e spesso influenzata da talk show e fake news.
Ad oggi, i precari nelle Marche ammontano a 1246: tra questi, 292 sono medici, 601 infermieri e 353 oss e altri professionisti. Nella provincia di Macerata i rappresentanti del settore si preparano ad affrontare l’annosa questione del rinnovo dei contratti. Soprattutto per quanto concerne il comparto infermieristico, quello messo più a dura prova dall'emergenza.
Si dice fiducioso, in questo senso, il presidente dell’Ordine provinciale degli infermieri, Sandro Di Tuccio, per il quale “sarebbe assurdo oggi non garantire le assunzioni. Con il piano ferie di questa estate, molti operatori provati dal duro lavoro di questi due anni e mezzo potranno finalmente riposarsi. E quindi avremo bisogno di personale che possa sostituirli: i servizi erogati al cittadino non devono fermarsi”.
Oltretutto, c’è da fare i conti anche lo smaltimento delle liste d’attesa per trapianti, tumori e altro, rimaste congelate per dare precedenza alla gestione di contagi e terapie. “Dobbiamo ricordarci - prosegue Di Tuccio - che la pandemia non è finita: dopo l’estate dovremo fare attenzione a non subire nuove ricadute. Se poi consideriamo che l’obbligo vaccinale scadrà il prossimo 31 dicembre, le assunzioni vanno necessariamente garantite. Per ora noi addetti ai lavori possiamo appellarci al decreto 34, legge 77/2020. Il resto sta al buon senso di governanti e direttori delle aziende ospedaliere”.
Ad oggi, come questi ultimi intendano reperire i fondi necessari a garantire le “stabilizzazioni” non è ancora dato saperlo. Un po’ per il destino incerto del Pnrr – prossimo alla revisione – e un po’ per scelte politiche che la Regione Marche dovrà in qualche modo riuscire a bypassare.
“Abbiamo avuto in questi giorni un primo confronto con l’assessore Saltamartini – spiega il segretario provinciale del Nursind Matteo Rignanese – al quale abbiamo presentato le nostre proposte per far ripartire al meglio il servizio sanitario. Le assunzioni sono la priorità, e purtroppo riguarderanno solo una piccola fetta dei precari. Di mezzo ci sono i requisiti minimi per poter accedere al rinnovo del contratto, come l’aver maturato almeno 18 mesi di servizio, di cui 6 durante l’emergenza. Per adesso la formula ha funzionato per Area Vasta e Marche Nord, ora attendiamo il bando per Ospedali Riuniti”.
Il rischio di nuovi tagli, però, è dietro l’angolo. Cosa che finirebbe col mettere definitivamente in ginocchio l’intero insieme delle dotazioni organiche. “Se non verranno accolte le nostre richieste, useremo ancora i nostri mezzi di protesta – spiega Rignanese –. Le problematiche legate al Covid sono figlie di quelle decisioni scriteriate del passato che hanno provocato la forte carenza di personale sanitario, come ad esempio l’aver abbassato il tetto massimo di spesa per le assunzioni. Ora basta con le scelte politiche”.
“La Regione Marche è sempre in prima linea nella prevenzione e nella battaglia contro il tumore e oggi annunciamo che gli Ospedali Riuniti di Ancona sono stati inseriti nel tavolo tecnico istituito dal Ministero della Salute con il compito di partecipare ad un Programma di intervento per la prevenzione oncologica del tumore polmonare”.
Lo ha detto l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini questa mattina, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte Michele Caporossi, direttore generale AOU Ospedali Riuniti; Mauro Silvestrini preside della facoltà di Medicina e Chirurgia Univpm; Lina Zuccatosta direttore SOD Pneumologia; Stefano Gasparini, professore ordinario malattie apparato respiratorio Univpm; Andrea Giovagnoni direttore SOD Clinica di Radiologia; Nadia Storti direttore generale Asur; Armando Gozzini capo del Dipartimento Salute della Regione Marche.
“Il Programma di prevenzione e monitoraggio del tumore al polmone – ha proseguito Saltamartini – si aggiunge al Piano Nazionale di Prevenzione Oncologica che punta a contrastare le patologie neoplastiche ed è particolarmente importante perché, accanto agli interventi di prevenzione primaria e alla cessazione del fumo, che rappresentano la migliore strategia contro il cancro polmonare - ha concluso l’assessore - evidenze scientifiche suggeriscono che la diagnosi precoce del tumore del polmone può contribuire alla riduzione della mortalità”.
Caporossi ha sottolineato che Torrette è stata scelta per le Tac più all’avanguardia e innovative: la Tac Force e la Tac Revolution alle quali si aggiungerà presto la Risonanza Magnetica ibrida con Pet che permette una definizione altissima delle immagini e di conseguenza diagnosi molto anticipate e precise.
L’ospedale Torrette di Ancona rientra tra i 18 centri, distribuiti in 15 regioni, che recluteranno un numero di soggetti in base ad una stima preliminare delle persone a rischio. Alle Marche, per la realizzazione del Programma, della durata di 24 mesi, sono stati assegnati 53 mila euro: allo studio potranno partecipare persone di età compresa tra i 55 e i 75 anni, fumatori di almeno un pacchetto di sigarette al giorno da 30 anni o ex fumatori da meno di 10 anni.
Reclutamento e selezione dei candidati avvengono attraverso la collaborazione dei Medici di medicina generale o attraverso un call center o sito web gestito dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano.
Le persone selezionate verranno sottoposte a controllo con Tac a basso dosaggio, che consente una diagnosi precoce. I fumatori attivi verranno indirizzati verso interventi strutturati di supporto alla cessazione del tabagismo attraverso le competenti strutture Asur, parte attiva del progetto che assicurerà l’assistenza e il supporto alla disassuefazione dal tabagismo.
Ad oggi in Italia si stimano 110 casi di tumore al polmone su 100mila abitanti. Le Marche sono leggermente sotto la media con circa 90 casi su 100mila abitanti negli uomini e 27 casi su 100mila abitanti per le donne che si traducono in 3mila casi l’anno.
In forte discesa (-10) il numero di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: nell'ultima giornata sono diminuiti a 205 di cui 8 in Terapia intensiva (-1) e 197 in Area medica (-9): la percentuale di occupazione di pazienti Covid in Terapia intensiva è ora del 3,1% e in Area Medica del 19,3%. Lo fa sapere la Regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 1.894 casi di positività e l'incidenza è risultata ancora in calo (da 829,22 a 805,58). Sono stati eseguiti 6.354 tamponi di cui 4.669 nel percorso diagnostico (40,6% di positivi) e 1.685 nel percorso guariti.
Il numero più alto di casi sempre in provincia di Ancona (563); seguono le province di Ascoli Piceno (377), Pesaro Urbino e Macerata (entrambe 328) e Fermo (210) oltre a 88 positivi provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età la più 'bersagliata' resta quella tra 25 e 44 anni (544); a seguire 45-59 anni (437), 60-69 anni (220) e 70-79 anni (165).
Le persone con sintomi tra gli ultimi positivi sono 486; i casi comprendono 503 contatti stretti di positivi, 486 contatti domestici, 28 in ambiente di scuola/formazione, 6 in ambito lavorativo, 4 di vita/socialità, 2 in ambito assistenziale, 1 in ambito sanitario; su 457 casi in corso un approfondimento epidemiologico. Nelle ultime 24 ore si sono registrati cinque decessi: a perdere la vita sono state tre donne e due uomini, di età compresa tra gli 82 e i 94 anni.
Maria Celeste ha 27 anni ed è di Macerata, si è laureata e da qualche mese esercita in una Rsa ma ha sempre sognato di lavorare nel 118. È una dei 12 medici che hanno deciso di partecipare al Corso di Formazione per i medici del 118 organizzato da Regione Marche ed Asur.
Un corso della durata di almeno 4 mesi che prevede non meno di 300 ore, da svolgere prevalentemente con esercitazioni e tirocini pratici, con una parte teorica in parte in presenza e in parte in e-learning. Si tratta di una formazione sul campo, e quindi altamente professionalizzante.
La prima lezione si è tenuta presso la sede della Regione Marche e l’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini intervenendo, dopo aver ascoltato le spirazioni di tutti i partecipanti, ha sottolineato che il 118 è un servizio indispensabile perché la Sanità Pubblica non può prescindere da Pronto Soccorso e 118.
“La nostra battaglia sarà quella di far sì che possiate avere dei trattamenti più adeguati – ha aggiunto – avendo il grande impegno dei servizi notturni e festivi. Ma questo lavoro è altamente formativo e i sacrifici che farete serviranno a temprare il vostro carattere e a migliorare la vostra formazione. Tutti i medici – ha concluso – dovrebbero trascorrere un anno in 118”.
I partecipanti sono tutti giovani medici (l’età media è di 30 anni), che verranno rimborsati integralmente a seguito del convenzionamento per l’attività di emergenza sanitaria territoriale. Il loro tutoraggio si concluderà il 31 agosto, seguiranno quiz, prove orale e pratica. "Arrivano da tutta la Regione e potranno dare una risposta alla carenza che si registra ormai da anni sul territorio", precisa Saltamartini.
La prima giornata è stata l’occasione per presentare il programma del corso. Nadia Storti, oggi direttrice generale di Asur Marche, ha condiviso con i partecipanti le sue prime esperienze in ambulanza. Ermanno Zamponi, direttore della centrale operativa del 118 di Macerata ed Ancona, che da anni lavora in 118 e che sarà tra gli insegnanti del corso, ha raccontato la bellezza di un lavoro che non si è mai pentito di aver scelto.
L’associazione Aido di Civitanova Marche- Montecosaro organizza quattro incontri denominati: “ I Giovedì dell’Aido” presso la sala Don Lino Ramini in via del Timone a Civitanova Marche .
Il 21 aprile il dottor Lucio Sotte parlerà di agopuntura, il 28 aprile di Fitoterapia, mentre il 5 maggio sarà trattato il tema delle Ginnastiche mediche cinesi. Ultimo appuntamento il 12 maggio con “La vita una canzone” con il professor Antonio Malagrida e il maestro Beppe (Bip) Gismondi.
Gli incontri sono aperti a tutta la cittadinanza e, come riporta lo statuto dell’Aido, ”sono finalizzati a promuovere la conoscenza di stili di vita atti a prevenire l’insorgenza di patologie e, in base al principio della solidarietà sociale, promuovere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule”.
“L’Aido Comunale vuole così iniziare un percorso d’informazione e di conoscenza sulle tematiche riguardanti la “Salute e Armonia”, ci si augura di poterlo riproporre negli anni a venire con relatori autorevoli, come in questi primi incontri, e con le più svariate tematiche”.
“Il dottor Sotte, il professor Malagrida con Beppe Gismondi si sono resi subito disponibili per questi eventi riconoscendo appieno il valore della nostra Associazione condividendone i principi fondamentali che la animano, afferma la segretaria Aido Gabriella Catini . “Un grazie di cuore ai due relatori nella certezza che la loro professionalità sia di particolare interesse sociale”.
“Crediamo infatti che l’aver organizzato questa attività possa essere di stimolo, per un buon numero di persone, ad avvicinarsi alla nostra Associazione e dare la loro dichiarazione di volontà alla donazione”.
Torna a salire il numero di ricoverati per Covid nelle Marche (215; +6 rispetto a ieri) ma resta invariato il numero di pazienti in Terapia intensiva (9). Emerge dal consueto aggiornamento pubblicato dalla Regione.
Nell'ultima giornata sono 1.071 i positivi rilevati e l'incidenza è scesa a 829,22. Sono stati eseguiti 5.144 tamponi di cui 2.822 nel percorso diagnostico (38% di positivi) e 2.322 nel percorso guariti.
Tra gli ultimi positivi in 221 accusano sintomi (lievi, severi o critici); i casi comprendono 308 contatti stretti di positivi, 295 contatti domestici, 17 in setting scolastico/formativo, 5 in ambito lavorativo, 2 in ambiente di vita/socialità, uno rispettivamente in ambito assistenziale e sanitario.
Su 212 casi è ancora in corso un approfondimento epidemiologico. Oltre i 200 positivi giornalieri le province di Ancona (296), Ascoli Piceno (233) e Macerata (201); seguono Pesaro Urbino (191), Fermo (111) e 39 casi provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età resta quella tra 45 e 59 anni quelle che fa registrare il numero assoluto più alto di positivi (255), seguita da 25-44 (234), 60-69 anni (139) e 70-79 anni (130).
Nelle ultime 24 ore è anche deceduta una 86enne di Ancona, con patologie pregresse; il totale di vittime raggiunge i 3.776. Il quadro dei ricoverati, oltre ai 9 degenti in Intensiva (percentuale di occupazione di pazienti Covid invariato al 3,5% su 256 posti complessivi), ne comprende 60 in Semintensiva (+3 rispetto a ieri) e 146 in reparti non intensivi (+3).
Nel complesso, in Area medica, la saturazione di ricoveri Covid sale al 20,3% (206 su 1.013). Sono 31 le persone dimesse in un giorno. Gli ospiti di strutture territoriali salgono a 140 (-10) e le persone in osservazione nei pronto soccorso scendono a 27 (-9). Il totale di positivi è in lievissima crescita (10.173; +4) e gli isolamenti domiciliari in calo a 21.749 (-167).
Da oggi le persone con più di 80 anni e i soggetti con 60 e più anni in condizione di elevata fragilità possono effettuare la quarta dose di vaccino anti-Covid19 con accesso diretto presso i Punti Vaccinali di Popolazione. Lo rende noto la Regione Marche. La prenotazione attraverso la Piattaforma Poste sarà invece possibile dal 14 aprile alle ore 10. Gli over 80 possono recarsi anche in farmacia, i soggetti in condizione di fragilità vengono contattati dalle strutture che li hanno in carico ma possono prenotarsi.
“Chi ha ricevuto le due dosi del vaccino (o la dose singola se Janssen) del ciclo primario e la prima dose di richiamo booster, ricorda l'Ente - può accedere alla seconda dose booster dopo almeno 120 giorni da quella precedente. La dose aggiuntiva viene somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Verrà effettuata con i vaccini a m-RNA Pfizer o Moderna a prescindere da qualsiasi tipologia di vaccino somministrata in precedenza”.
“Dal 14 aprile la prenotazione si effettua anche tramite il portale di poste italiane: https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it: oltre ai dati personali dell’utente, occorre disporre del numero di tessera sanitaria e del codice fiscale, e di un numero di cellulare al quale verrà notificata la conferma.
Con l’ausilio di Poste Italiane, è possibile prenotare anche nei PostaMat attivi sul territorio regionale (è sufficiente inserire la tessera sanitaria), tramite i portalettere che consegnano la posta a casa o inviando un SMS con il codice fiscale al numero 339.9903947 (entro 48-72 ore si verrà ricontattati per procedere telefonicamente alla scelta di luogo e data dell’appuntamento). Una volta avviata la prenotazione, all’utente verrà immediatamente comunicato il giorno, la sede dove verrà somministrato il vaccino e l’orario in cui ci si deve presentare al Punto di Vaccinazione”.
“Come per le precedenti somministrazioni, nel caso in cui la persona si trovasse in difficoltà a raggiungere le sedi vaccinali può contattare il proprio Medico di Medicina Generale che potrà programmare la vaccinazione a domicilio.
Al momento, l'indicazione sulla quarta dose di vaccino anti-Covid non si applica ai soggetti che hanno contratto l'infezione da Sars-CoV-2 successivamente alla somministrazione della prima dose di richiamo, come precisato dalla circolare del Ministero della Salute che contiene anche l’elenco delle condizioni di elevata fragilità”.
Continua scendere nelle Marche il tasso di incidenza cumulativo del virus, arrivato sotto 900 (889,83 rispetto a ieri quando era 900,36) su 100mila abitanti a fronte di 2.656 nuovi casi covid. I positivi rappresentano il 39,5% dei 6.720 tamponi del percorso diagnostico, su 10.906 tamponi complessivi.
La provincia di Ancona totalizza il maggior numero di casi: 813, seguita da Pesaro Urbino con 522, Macerata con 501, Ascoli Piceno con 446, Fermo con 280, oltre a 94 casi fuori regione. Il virus circola maggiormente nelle fasce di età tra 25 e 59 anni che raccolgono quasi la metà dei muovi positivi, 1.310: rispettivamente 25-44 anni con 644 e 45-59 con 666, seguite da 60-69 anni con 339 e 70-79 anni con 282.
Scende ancora il numero di ricoverati per Covid nelle Marche: -2 nell'ultima giornata e si attestano ora a 209. Migliora leggermente la situazione nelle Terapie intensive (9 pazienti, -1 rispetto a ieri), +1 degente in Semintensiva (56), -2 nei reparti non intensivi (145) e 32 persone dimesse.
I soggetti con sintomi sono 524, i contatti stretti di casi positivi 843, i contatti domestici 735, i positivi in ambito scolastico formativo 31, mentre per 501 casi sono ancora in corso approfondimenti epidemiologici. Cinque le persone decedute nelle ultime 24 ore, tre uomini e due donne, dagli 86 ai 97 anni. Tre persone erano originarie della provincia di Macerata: un 87enne di Esanatoglia, un 97enne di Cingoli e una 90enne di San Severino Marche.
“Va avanti ormai da mesi la richiesta della nostra Regione per un aumento delle borse di specializzazione e per l’eliminazione, per qualche anno del numero chiuso a Medicina. Almeno fra 5 anni avremo i professionisti che ci servono. Ma, ancora, non si muove nulla”. Lo scrive – via social – l’assessore alla Sanità regionale Filippo Saltamartini.
“La sinistra al Governo dell’Italia e all’opposizione nelle Marche, un giorno si e l’altro pure, scopre di non aver programmato la formazione necessaria a garantire i servizi sanitari del nostro Paese. Ne attribuisce la responsabilità a noi dopo 16 mesi di Governo regionale.
A Pesaro è stata persino inscenata una manifestazione dei funzionari del partito davanti al locale pronto soccorso. Venerdì in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico (Unimc leggi l’articolo), ho rinnovato la proposta alla Ministra Messa, la quale non mi è sembrata entusiasta della richiesta”.
“Un mese fa, tutte le Regioni lo hanno chiesto al Ministro Speranza in un incontro al Ministero della Sanità. Oggi la sinistra e una parte della stampa scoprono, per bocca del Ministro Speranza, che è tutto vero. A questo si deve aggiungere il bisogno di accordare a tutto il personale sanitario trattamenti adeguati alla specificità delle loro prestazioni, rese anche di notte, nei festivi e senza soluzione di continuità”.
“Scrivo queste righe, perché da domani mattina continueremo a leggere delle file e dei disagi nei nostri Pronto soccorsi, divenuti l’avamposto di tutti i problemi sanitari e sociali dell’Italia. Ma è certo che non ci arrenderemo. Alcuni medici si potranno pure dimettere perché il disagio esiste, ma tutto il restante personale è vitale, professionale e soprattutto capace di vincere anche il Covid”, conclude Saltamartini.
Sono 714 i positivi al Coronavirus rilevati nelle Marche nell'ultima giornata su un totale di 2.115 tamponi eseguiti: l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti è scesa da 910,80 a 900,36. Lo comunica la Regione Marche. Tra i test eseguiti ci sono 1.749 nel percorso diagnostico (40,8% di positivi) e 366 nel percorso guariti. Il maggior numero di contagiati in un giorno rilevato in provincia di Ancona (242); seguono le province di Ascoli Piceno (140), Macerata (130), Pesaro Urbino (95) e Fermo (82), oltre a 25 casi da fuori regione.
Tra gli ultimi casi ci sono 152 persone alle prese con sintomi; i positivi comprendono 207 contatti stretti di positivi, 181 contatti domestici, 2 rispettivamente in ambiente di vita/socialità e assistenziale, uno in ambiente scolastico/formativo e uno in ambiente sanitario; su 163 casi è ancora in corso un approfondimento epidemiologico. Oltre i 200 casi registrati solo la fascia d'età 25-44 anni (204); seguono quella tra 45-59 anni (187) e 60-69 anni (71).
Scende ancora il numero di ricoverati per Covid nelle Marche: -7 nell'ultima giornata e si attestano ora a 211. Invariata la situazione nelle Terapie intensive (10), +2 degenti in Semintensiva (56), -9 nei reparti non intensivi (145) e 25 persone dimesse.
Nell'aggiornamento giornaliero la Regione dà conto di otto decessi in 24ore e di un totale di vittime che sale a 3.770. Sono 714 i positivi emersi in 24ore e l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti risulta in calo a 900.
Sette delle persone decedute erano della provincia di Ancona: un 72enne, un 79enne, un 99enne e una 92enne della città capoluogo, una 85enne di Chiaravalle, una 89enne di Jesi e un 93enne di Corinaldo; l'ottava vittima è una 89enne di Colli al Metauro (Pesaro Urbino).
Gli ospiti di strutture territoriali sono 135 e 35 le persone in osservazione nei pronto soccorso. Il totale di positivi è risultato in discesa a 10.596 (-208), gli isolamenti domiciliari calano a 22.614 (-221) e i guariti/dimessi raggiungono quota 396.954 (+914).
Dopo essere stato messo a dura prova durante gli ultimi due anni di pandemia, il Servizio sanitario nazionale deve tornare a fare i conti con la questione delle assunzioni. Oltre alla generale carenza di personale, si aggiungono oggi i circa 66 mila “eroi in camice” che il prossimo 30 giugno rischiano di rimanere per strada. Di questi, 20.064 medici, 23.233 infermieri e 22.732 fra operatori sociosanitari e altri professionisti. Tutti reclutati al tempo con contratti flessibili per fa fronte all’emergenza Covid.
Se si escludono gli specializzandi e i quiescenti, risultano 54 mila i candidati all’assunzione a tempo indeterminato. Di questi, a loro volta, solo 43 mila risponderebbero ai requisiti dell’ultima Legge Bilancio che prevede – fra le altre cose - la maturazione di almeno 18 mesi di servizio, di cui 6 durante l’emergenza. Il problema, a questo punto, viene girato direttamente alle aziende sanitarie, molte delle quali con i conti in rosso. Difficile dunque per “gli aspiranti camici” sperare nella futura assunzione.
Si tratta dell’effetto più pesante e a lungo termine della famigerata spending review operata fra il 2014 e il 2020, che portò a un risparmio complessivo di appena 40 mld di euro (a fronte di 870 mld di uscite statali). I tagli maggiori, purtroppo, furono proprio quelli operati alla Sanità, che in dieci anni ha potuto assumere solamente 46 mila operatori. Di questi, tre quarti senza specializzazione specifica.
Puntare oggi alle stabilizzazioni – per le quali da mesi medici e operatori discutono con il Governo – significherebbe un primo passo, seppure debole, verso una normalizzazione del lavoro. Ad oggi, la Legge di Bilancio avrebbe fissato il tetto della dotazione al fondo sanitario a 124 mld di euro, che nel 2024 diventerebbero 128. In più, ci sarebbero anche i circa 15 mld previsti dal Pnrr. Denaro che comunque non basterebbe a risolvere i problemi principali della Sanità nostrana.
Insieme ai 35 mila operatori prossimi alla pensione, si calcolano anche 58.339 infermieri in uscita. E le ipotetiche stabilizzazioni lascerebbero a spasso ancora 20 mila camici bianchi. A questo, si aggiungono l’emergenza legata al recupero delle liste d’attesa accumulate a causa della pandemia – fatto che ha favorito uno spostamento sempre più massiccio degli utenti verso la sanità privata – e gli oneri da 124 mld di spesa sanitaria (dati MEF) che le Regioni dovranno sostenere per non far chiudere i loro ospedali.
Arriva la conferma della Corte costituzionale sulla la validità delle norme in vigore in materia di "quarantena obbligatoria per i positivi e per i contatti stretti, e relative sanzioni penali in caso di inosservanza".
Si legge nella nota della Consulta: «la quarantena obbligatoria e le relative sanzioni penali, così come regolate dalle disposizioni impugnate, incidono sulla sola libertà di circolazione. Non comportano alcuna coercizione fisica, sono disposte in via generale per motivi di sanità e si rivolgono a una indistinta pluralità di persone, accomunate dall’essere positive al virus trasmissibile ad altri per via aerea».
Secondo il provvedimento, dunque, rimane inalterato l’obbligo di attendere i 7 giorni – che diventano 10 per i non vaccinati o per chi non ha la terza dose o ha fatto la seconda dose da più di 120 giorni - per chi è positivo. La buona uscita è garantita solo dal tampone negativo, e previa trasmissione al dipartimento di prevenzione competente del territorio di appartenenza – anche per via elettronica - del relativo referto.
Inoltre, i non vaccinati o i vaccinati che hanno completato la profilassi da più di 120 giorni, e per i guariti da più di 120 giorni, l’isolamento durerà fino a 10 giorni con un test antigenico o molecolare negativo all’uscita. I soggetti con booster o che hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, e per guariti da meno di 120 giorni, la quarantena varrà 7 giorni. Anche qui con un test antigenico o molecolare negativo alla fine del periodo.
Per i semplici sintomatici, basterà un tampone dopo 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi – in caso di positività, il test andrà ripetuto dopo 7 giorni. In generale, si potrà uscire dall’isolamento senza effettuare il test dopo 21 giorni, ma solo se nell’ultima settimana risulteranno scomparsi i sintomi.
Infine, per i “contatti stretti” - anche conviventi - viene applicato il regime dell’autosorveglianza: obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 (al chiuso e all’aperto, fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto) e si dovrà effettuare un test antigenico rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi. In caso di ulteriore positività, il tampone andrà ripetuto al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto.
Sensibile riduzione di ricoveri Covid-19 nelle Marche (-17) nell'ultima giornata e incidenza di casi di positività ogni 100mila abitanti che scende da 916,47 a 910,80. I dati emergono dall'aggiornamento giornaliero della Regione.
I degenti con Covid ancora assistiti negli ospedali marchigiani restano 218 di cui 10 in Terapia intensiva (invariato) e 208 in Area Medica (-17). Con questi numeri la percentuale di occupazione dei posti letto rimane invariata nelle Terapie intensive (3,9% sul totale di 256 posti) e in calo al 20,4% in Area medica su 1.013 posti.
Sono 1.789 i nuovi contagi rilevati in 24 ore sulla base di 6.077 tamponi tra cui 4.870 del percorso diagnostico (36,7% di positivi) e 1.207 nel percorso guariti.
In provincia di Ancona il maggior numero di casi, cioè 519; seguono le province di Pesaro Urbino (345), Ascoli Piceno (331), Macerata (316), Fermo (214) e 64 positivi provenienti invece da fuori regione.
Le persone con sintomi sono 402; i casi comprendono 538 contatti stretti di positivi, 487 contatti domestici, 5 in ambiente di vita/socialità, 2 in setting lavorativo, 2 in setting assistenziale, uno ciascuno in setting scolastico/formativo e sanitario.
Tra le fasce d'età è sempre quella tra 25 e 44 anni a registrare il numero più alto di positivi (462) seguita da 45-59 anni (452) e 60-69 anni (237).
Esattamente 50 anni fa, il 10 aprile 1972, a Macerata per iniziativa del dottor Ezio Centioni, presidente del Civico Ospedale, nasceva la Scuola Infermieri Professionali di Macerata che fu inaugurata due giorni dopo: il 12 aprile.
In questo giorno, il Comitato civico per la tutela e la riorganizzazione della sanità maceratese avverte la necessità di dire “grazie” alle "infermiere e agli infermieri che sono sempre in prima linea, soprattutto in questi ultimi anni così difficili".
In occasione del cinquantesimo anniversario, il Comitato civico chiama tutte le istituzioni, gli ordini professionali della Sanità, le Università, le associazioni sindacali, i partiti, le forze civili e culturali e i cittadini a celebrare le infermiere e gli infermieri per ricordare "una realtà che è un’eccellenza di Macerata", per mettere in luce la necessità di "avviare una riflessione seria sulle professioni infermieristiche che porti ad affrontare problemi e necessità attuali al fine di riconoscere piena dignità e valore a questa categoria professionale".
La Scuola per Infermieri di Macerata, inizialmente, Scuola-Convitto Regionale, poi, divenuta, dal 2006 Polo Universitario della Università Politecnica della Marche, ha sempre dimostrato di essere una scuola di altissimo profilo, che ha formato molti professionisti qualificati e competenti, arrivando ad essere un vanto anche per la città di Macerata.
"La formazione infermieristica ha subito negli ultimi decenni grandi trasformazioni - precisa il Comitato -, si è passati da una formazione per compiti e mansioni di mero esecutore dell’ordine medico ad una formazione universitaria basata su obiettivi, pianificazione e risultati con lo scopo di formare professionisti autonomi, responsabili e competenti".
"Il contesto operativo – professionale molto spesso non è stato e non è assistito da adeguate scelte di politica sanitaria ed economica", viene denunciato. Occorre “ripartire dalla formazione“, sottolinea il comitato civico per la tutela e la riorganizzazione della sanità maceratese.
Una formazione che "sia al passo con i tempi in un contesto tecnico-scientifico che evolve e cambia velocemente richiedendo agli infermieri sempre più competenze e conoscenze specialistiche. Una formazione basata più sulla clinica, sui tirocini formativi, su conoscenze validate dalla comunità scientifica che aggiorna le competenze attraverso lo studio e la ricerca, al fine di garantire la qualità e la sicurezza delle attività".
“L’ex consigliere regionale Francesco Micucci dovrebbe usare un po’ di premura prima di far girare false informazioni ed illazioni sull’uscita del primario di Cardiologia dal nostro nosocomio, dottor Luigi Aquilanti. A me risultano per certe questioni personali che, invece, hanno costretto il dottor Aquilanti a lasciare il primariato al quale va il mio ringraziamento per il lavoro svolto con serietà e preparazione”.
Questa la secca replica del sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, alle parole dell’ex consigliere regionale, Francesco Micucci, il quale aveva parlato di una fuga del primario di Cardiologia dall’ospedale della città rivierasca. “Micucci attacca alcuni settori del nostro ospedale immemore del fatto che lui per ben cinque anni è stato presidente della commissione sanità in Regione e che il suo compagno di partito, Luca Ceriscioli, ne era il presidente e anche assessore alla sanità e che per oltre 20 anni la sanità è stata sempre gestita continuativamente dal suo partito, il Pd, afferma Ciarapica.
“In particolare le accuse sulle carenze del Pronto Soccorso appaiono veramente propagandistiche e menzognere, tanto più perché quel settore è stato il più penalizzato ed è stato quello che ha mostrato maggiormente le proprie fragilità in tutta Italia a causa di due anni intensi di pandemia, di continue pressioni e di situazioni di grande stress a cui sono stati sottoposti tutti i sanitari e le stesse strutture anche per l’impossibilità di mettere mano nell’immediato a opere che potessero garantire servizi migliori”, continua il primo cittadino civitanovese.
“Micucci sembra dimenticare che due anni di pandemia, peraltro non ancora finita se non sulla carta essendo finito lo stato di emergenza da soli 9 giorni, che ha messo in evidenza le carenze di tutta la sanità nazionale”. “Se c’è qualcuno che dovrebbe fare il ‘mea culpa’ dovrebbe essere proprio Micucci e i suoi ‘compagni’ per avere fatto di tutto per ridurre all’osso le prestazioni del nostro ospedale, cosa nota a tutti e certo oggi Micucci non può far finta di meravigliarsi perché ne è stato l’esecutore”.
“Per quanto riguarda la Cardiologia e il suo primariato, la dottoressa Corsi che ringrazio per la serietà e la solerzia ha perfettamente in mano la situazione e già il trasferimento del Primario di Camerino, dottor Umberto Berrettini, di cui conosciamo bene la preparazione, arrivato secondo al concorso in cui aveva vinto Aquilanti, è già pronto", conclude Fabrizio Ciarapica.