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Sanità Civitanova Marche

Civitanova, "fino a 15 interventi al giorno": la Croce Verde di nuovo in prima linea contro il Covid-19 (VIDEO)

Civitanova, "fino a 15 interventi al giorno": la Croce Verde di nuovo in prima linea contro il Covid-19 (VIDEO)

È una fase molto delicata quella che sta attraversando la sanità italiana, con la seconda ondata della pandemia che vede un numero quotidiano di contagi molto elevato, e non fa eccezione il territorio marchigiano, che pure grazie al suo sistema di risposta ha mantenuto lo status di regione “gialla”.

Una nuova chiamata "alle armi" insomma che vede, ancora una volta, impegnato in prima linea tutto il personale della Croce Verde di Civitanova Marche che adesso come non mai rappresenta un punto fisso per l'intera comunità: capace trasmette fiducia e professionalità ma soprattutto umanità nel mettere in campo ogni misura consona ad affrontare questa difficile situazione.

“Il bilancio non è molto positivo –  spiega la Presidente Elisabetta Biagiola - ultimamente stiamo facendo molti trasporti e la maggior parte sono legati a casi di Coronavirus, in alcune circostanze è necessario trasportarli in Pronto Soccorso e diciamo che il numero di interventi è diverso di giorno in giorno in quanto potrebbero variare da un minimo di 5 ad un massimo di 16 – e commenta - Questi numeri ovviamente non sono così ottimistici".

Un lavoro quello della Croce Verde fortemente condizionato dalla pandemia e il vorticoso aumento delle chiamate d'emergenza che il personale del centralino riceve giornalmente ne sono una limpida dimostrazione:  “Stiamo sostanzialmente gestendo le chiamate che ci arrivano come qualsiasi altro tipo di emergenza - puntualizza Biagiola-  naturalmente per noi ogni squillo del telefono potrebbe corrispondere ad un presunto covid quindi la nostra soglia di sicurezza è sempre al massimo - e aggiunge - i nostri equipaggi si vestono in base alla richiesta in quanto solitamente ci viene detto in anticipo se quella persona potrebbe essere positiva o presunta tale”.

L'emergenza Covid-19 ai suoi albori aveva rischiato di mettere in ginocchio la risposta sanitaria e fu proprio la presidente della Croce Verde di Civitanova a renderlo noto, raccontando, a marzo dei problemi avuti con i fornitori di mascherine e in generale con tutte le apparecchiature e gli strumenti sanitari necessari ad affrontare il virus (leggi l'articolo).

"Rispetto all'inizio la situazione è molto migliorata anche perché in questi mesi abbiamo lavorato affinché non ci fossero altre problematiche come quelle che già si sono presentate ad inizio emergenza dove la situazione è stata veramente tragica - dichiara Elisabetta Biagiola -. Se non avessimo avuto gli aiuti da parte delle persone che ci hanno donato dei dispositivi sarebbe stata veramente una cosa molto difficile da sostenere".

"Ora ci siamo attrezzati e abbiamo in questo caso giocato di anticipo acquistando più attrezzature possibile - prosegue - siamo in attesa di riceverne ancora, considerando che di tute ne stiamo consumando tantissime e non vogliamo rimanerne senza".

La seconda ondata del virus per il personale della Croce Verde civitanovese rappresenta una sorta di deja-vu che riporta ai primi giorni di marzo, periodo in cui il loro modus operandi e vivendi hanno subito una profonda evoluzione: "Qui avevamo turni pianissimi, facevamo riunioni e corsi. Adesso purtroppo ci stiamo limitando tantissimo in tutto - osserva la Presidente - alcuni rinunciano al turno perché purtroppo, per precauzione, non possiamo avere più di tanta gente contemporaneamente e in tutto ciò cerchiamo di mantenere alta la sicurezza dei nostri equipaggi con distanziamenti, mascherine, misurazione della temperatura all'ingresso e quant’altro. La vita è cambiata anche qui non solo per chi è fuori". Conclude Biagiola.

Palpabile è anche il diverso approccio di lavoro tra le fila del personale e militi della Croce Verde:  “A livello psicologico è cambiato tantissimo - osservano Lucio di Giacomo e Gino Gabellieri, autisti soccorritori della sede di Civitanova - nonostante tutta l'esperienza che possiamo mettere in campo, ogni caso covid su cui andiamo ad intervenire per noi rappresenta un'uscita che genera sempre un pò d'ansia".

“Ovviamente partiamo già prevenuti e quando arriviamo sul posto siamo già coperti - precisano -. Il pericolo si presenta quando comunicano che ci sono soggetti che non presentano sintomi tipo febbre e lì subentra il discorso della paura di essere contagiati in quanto di solito non andiamo coperti con mascherine o tute". 

 

 

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