“La Lega dice no alla strumentalizzazione del comitato che, a nome di tutti i cittadini, per anni ha vigilato sulla qualità dell’aria di Appignano. Potere al Popolo non approfitti di un incendio per nascondersi dietro le insegne civiche con l’obiettivo di riguadagnare consenso visto l’insindacabile giudizio degli elettori cittadini che li ha condannati all’estinzione”.
Lo dichiara Luca Buldorini, capogruppo consiliare e coordinatore della Lega di Appignano replicando alla denuncia fatta dal Comitato "Appignano Senza Amianto" a seguito del rogo che ha interessato tre capannoni in via Verdefiore, che presentavano una copertura in eternit (leggi qui).
“Non è corretto strumentalizzare la legittima preoccupazione dei cittadini per fini politici: la proprietà che ha subito l’incendio dei capannoni, al contrario di quello che si vuol far credere, ha da subito ottemperato a quanto imposto dalle varie normative – spiega Buldorini - Considerando la difficile situazione venutasi a creare per gli stessi proprietari, come gruppo consiliare legittimato alla rappresentanza dalle elezioni comunali, abbiamo ritenuto doveroso contattare la proprietà per dare il nostro massimo supporto ed instaurare un rapporto diretto con il Sindaco per programmare il ripristino del sito”.
"La proprietà dei capannoni è di tre dipendenti della fallita ditta Calamante - aggiunge Buldorini - che hanno subito verificato lo stato di conservazione delle coperture di loro competenza e prodotto la certificazione di regolarità normativa".
“Attendere l’esito delle indagini senza indulgere a sterili polemiche è d’obbligo, non foss’altro perché si tratta di concittadini a cui va tutta la nostra vicinanza per aver saputo riavviare, con tanti sacrifici, un’attività utile alla città e fonte di sopravvivenza per le rispettive famiglie – conclude il capogruppo leghista - L’autorità giudiziaria ha sequestrato i capannoni e sta svolgendo le dovute attività di investigazione. Dal canto nostro, abbiamo messo a disposizione di Comune e proprietà anche le competenze professionali per contribuire a ripristinare l’assoluta sicurezza del sito e dell’area limitrofa per lavoratori e cittadini. Per la Lega, i problemi esigono soluzioni e non comunicati personalistici perché chi lavora e dà lavoro deve essere aiutato, non demonizzato per pura finalità politica”.
"Rifondare e rinnovare profondamente e radicalmente, nelle persone e nelle modalità, il Partito Democratico provinciale". È quanto deciso dalla segreteria del Pd maceratese nel corso delle riunioni tenutesi nel corso dell'ultima settimana, a seguito della dolorosa sconfitta maturata dal centro sinistra nelle recenti elezioni regionali.
Certo, dunque, un cambio al vertice del partito nella posizione di segretario provinciale, che dal 2016 era occupata da Francesco Vitali. Il passaggio di consegne non avverrà, però, subito.
"Condividendo la recente presa di posizione del Candidato Governatore del Centro sinistra Maurizio Mangialardi, che chiede ai rappresentanti del partito un gesto di responsabilità e di non alimentare polemiche fino ai ballottaggi, la segreteria provinciale avvierà questo percorso - si legge in una nota - a partire dalla settimana prossima, in concertazione con gli altri organismi regionali e locali del PD. Per questo e solo per questo, fino ad oggi non sono stati ancora convocati gli organi dirigenti provinciali".
"Si auspica pertanto che l’appello di Mangialardi - si legge ancora nella nota - venga recepito da tutti evitando iniziative di corrente ed evitando di sfruttare il negativo esito elettorale, per lacerare ulteriormente il partito. Nessuno intende sottrarsi alle responsabilità a cui il ruolo che ricopre lo conduce ma solo attraverso un'analisi lucida consapevole e unitaria si potrà intraprendere la giusta strada per un radicale cambiamento".
La segreteria provinciale del Pd auspica che "con un confronto civile e rispettoso delle regole, con il coinvolgimento di tutti, si apra una nuova costituente locale, che parta dal basso e non dai vertici, capace di dare nuova linfa vitale a tutto il movimento del centro sinistra nella provincia di Macerata al fine di arrivare ad un congresso partecipato dal quale ripartire per nuove sfide politiche ed amministrative".
Proclamati gli eletti alla presidenza della giunta e al Consiglio regionale delle Marche. È ufficiale l'elezione di Romano Carancini, che nelle fila del Pd ha la meglio su Francesco Micucci in seguito alla verifica dei verbali di sezione conclusasi oggi al tribunale di Macerata. L'ex sindaco del capoluogo ha ottenuto 18 preferenze in più rispetto al Consigliere uscente.
Il presidente dell’Ufficio centrale regionale della Corte di Appello delle Marche per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale delle Marche del 20 e 21 settembre 2020, oggi alle ore 17 ha proceduto alla proclamazione degli eletti alla Presidenza della Giunta regionale e al Consiglio regionale.
Il Presidente dell’Ufficio ha proclamato quindi eletto alla carica di presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli e ha proclamato eletti alla carica di Consiglieri regionali i candidati: Maurizio Mangialardi; Dino Latini; Mirko Bilò; Chiara Biondi, Simona Lupini; Manuela Bora; Marco Ausili; Carlo Ciccioli; Luca Santarelli; Antonio Mastrovincenzo; Guido Castelli; Andrea Maria Antonini; Anna Casini; Jessica Marcozzi; Mauro Lucentini; Andrea Putzu; Fabrizio Cesetti; Gianluca Pasqui; Romano Carancini; Renzo Marinelli; Filippo Saltamartini; Pierpaolo Borroni; Elena Leonardi; Andrea Biancani; Micaela Vitri; Mirco Carloni; Luca Serfilippi; Marta Carmela Raimonda Ruggeri; Francesco Baldelli; Giacomo Rossi.
Dal momento della proclamazione il Presidente e i Consiglieri regionali entrano ufficialmente in carica.
"Sembrerebbe che la verifica dei verbali da parte del Tribunale di Macerata abbia assegnato dei voti in più a Romano Carancini - a comunicarlo via social è Francesco Micucci, candidato per il PD nelle ultime elezioni regionali - Se confermato, come sembra oramai certo, questo dato, verrebbe ribaltato il risultato ufficializzato in un primo momento e Carancini verrebbe eletto al mio posto in consiglio regionale".
"È chiaro che un risultato sul filo del rasoio può prestarsi a questi scherzi ed è chiaro che ci sarebbe delusione - ha sottolineato - È altrettanto chiaro che con questa vicenda personale nulla cambierebbe rispetto alle valutazioni del risultato elettorale che avevo fatto nei giorni scorsi: la sconfitta elettorale del centrosinistra, la necessità del partito di recuperare il terreno perso in provincia ed in Regione, i ringraziamento ai civitanovesi per lo splendido risultato che mi hanno riconosciuto".
“Il risultato uscito dalle urne con le recenti regionali non fa che confermare che il centro destra unito vince come già dimostrato nel 2017 con il ‘modello Civitanova’ che ha fatto scuola sia nel capoluogo di provincia che in Regione, mettendo insieme non solo i partiti tradizionali ma anche le forze moderate e civiche indispensabili per un centro destra solido”. Così in una nota il primo cittadino della città rivierasca, Fabrizio Ciarapica, commenta il risultato alle Regionali.
“Oggi Civitanova – spiega il sindaco - si dimostra ancora più forte e i cittadini con il loro voto dato alla coalizione di centro destra, non hanno fatto altro che confermarci la fiducia ma ci hanno anche conferito un chiaro segnale ad andare avanti per il compimento degli impegni di programma assunti tre anni fa.
Per primi, il potenziamento dell’ospedale cittadino, il miglioramento di una viabilità sostenibile, la ristrutturazione del porto per il rilancio del settore turistico e delle attività produttive per il bene della nostra economia e di tutto il territorio circostante.
Per il raggiungimento di questi obiettivi con il capoluogo di provincia e con la regione del nostro stesso segno politico c’è bisogno di un ulteriore impegno da parte di tutti noi per guardare con fiducia al futuro della Città e per il miglioramento del bene comune”.
“Per far ciò – continua Ciarapica - è necessario un riassetto della giunta, che mira non solo ad un riequilibrio fra le varie componenti politiche che fanno parte di questa maggioranza, ma anche al suo potenziamento valorizzando figure qualificate, dotate di personalità e di propensione al dialogo necessario per portare a termine nei prossimi due anni gli obiettivi importanti e condivisi.
In questo contesto e nel miglioramento complessivo del governo cittadino non è escluso che vengano rivisti anche i vertici delle municipalizzate. Sono certo che nessuno si sottrarrà a questa grande responsabilità, è questo il momento per fare bene e meglio di prima, con un rinnovato spirito di collaborazione e lontani dall’anteporre le ambizioni dei singoli.
Per questo chiedo impegno, responsabilità, collegialità da parte di tutte le forze alleate", conclude.
Il coordinatore del Nuovo Cdu locale Mattia Orioli interviene dopo gli esiti elettorali e la composizione della giunta .
<<Rimango in attesa di capire come sarà composta la nuova giunta comunale; in base agli accordi di massima fatti con le altre forze politiche, si è deciso sulla base della giunta uscente formata da 8 assessori, accordandoci sul fatto che a chi sarebbe scattato un consigliere gli sarebbe potuto scattare un posto in giunta considerando proprio una base ristretta ad 8 assessor – spiega Orioli in una nota - . Se, invece, si dovesse invece derogare la base di 8 assessori e portarla a 9, per poter permettere una maggiore azione di governo cittadino ed una maggiore rappresentatività, senza dubbio ritengo che essendo il N.CDU la prima delle due forze politiche rimaste escluse (per una manciata di voti) di poter rivendicare il nono posto in giunta. In questo modo si rappresenta pluralmente e quasi per intero la squadra che ha firmato il programma di governo per i prossimi 5 anni e di fatto ha contribuito fattivamente alla vittoria del centrodestra unito>>.Orioli sottolinea <<il primo partito quando dice nello slogan “la squadra vince” parla di un concetto e valore importante da affermare sull'esempio del nessuno resti indietro, a nostro avviso non solo nella battaglia elettorale ma anche nel buon governo, o meglio nella capacità di poter garantire rappresentanza ed effettiva amministrazione a tutte le forze che hanno unitamente permesso la vittoria ed hanno dato vita ad un progetto comune per la città”.Dal Sindaco e dagli alleati ci spettiamo laddove ci fosse una deroga all’accordo preso sulla base degli assessori da 8 a 9 che questa deroga sia in favore di una maggiore rappresentatività e coinvolgimento di tutte le forze schierate, sperando di non assistere invece ad una mera spartizione di potere inteso come l’assalto alla diligenza.Ho vigilato con il centro-sinistra e vigileró anche con il centro-destra>>.Conclude Orioli << auspico che il lavoro fatto in termini d’impegno verso l’unità e verso la scelta del candidato sindaco dimostratosi vincente e attraverso la possibilità di derogare l’accordo portandolo a 9 assessori, sia il frutto e la volontà di mettere in campo un proposta plurale di cambiamento alla quale abbiamo dato tutto, pur essendo stati penalizzati per il consiglio comunale dal metodo d’hont, cosa che invece non è prevista per la giunta alla quale invece auspico un metodoproporzionale e di rappresentanza, soprattutto se si dovesse passasse a 9 assessori, e per questo confido nel sindaco e negli alleati con i quali ho insieme ed unitamente vinto la battaglia comune.Infine ci tengo profondamente a ringraziare gli elettori che hanno votato il N.CDU e che mi hanno accordato ben 141 preferenze personali che rappresentano per me un segno di riconoscenza per i sacrifici ed il lavoro fatto in questi anni.Chiudo con un plauso a tutti i nostri candidati, i quali hanno dato il cuore e l’impegno a questo progetto, che coralmente ha contribuito a portare alla vittoria il Sindaco e tutta la coalizione>>.
"La Regione Marche e il nuovo presidente Francesco Acquaroli, oltre a impegnarsi per la velocizzazione della ricostruzione post sisma, mettano in campo tutto il possibile per rilanciare la vita e l'economia dei nostri borghi montani". L'appello al neo governatore arriva dai sindaci dei Comuni del Maceratese a ridosso dell'Appennino che da 4 anni vivono in piena emergenza ma da tempo subiscono un declino che sembra inarrestabile e che li pone a rischio di spopolamento.
La richiesta ad Acquaroli di invertire il trend negativo, arriva anche dalla gente. Il voto alle Regionali parla chiaro: da Arquata del Tronto a Camerino, passando per Visso, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Pieve Torina e Muccia c'è stato un autentico plebiscito per il neo governatore, con percentuali che hanno superato in ogni località il 60% dei consensi. Un voto andato oltre le appartenenze ideologiche e di partito e che eleva le aspettative dei cittadini e degli stessi sindaci che all'ANSA hanno affidato le richieste da avanzare al governatore.
(Fonte: ANSA)
"Esprimiamo grande e profonda soddisfazione per il risultato elettorale che ci permette di essere rappresentati nell’Assemblea legislativa delle Marche. Risultato che smentisce tutti coloro che sminuendo la nostra iniziativa politica, invitavano gli elettori ad orientare il voto verso i simboli più conosciuti. Siamo la lista puramente civica più votata tra quelle che hanno partecipato alla competizione elettorale, il nono gruppo più votato tra i diciotto che si sono presentati al giudizio delle urne". Questa l'analisi post-voto di Paolo Mattei, fondatore e coordinatore della lista "Civitas - Civici" che ha corso alle recenti elezioni Regionali nelle Marche, eleggendo come consigliere il pesarese Giacomo Rossi, nonostante una squadra di candidati "assemblata in un mese".
"Dei poco meno dei tredici mila marchigiani che ci hanno scelto - aggiunge Mattei -, nel 90% dei casi hanno espresso la preferenza per almeno uno dei nostri candidati, dato che non può essere trascurato considerato che le elezioni regionali rimangono un’elezione territoriale. Gli altri partiti minori della coalizione non possono vantare un rapporto tra voti di lista e voti di preferenza con percentuali così rilevanti. Abbiamo anche contezza di aver subito l’annullamento di alcune migliaia di voti durante le normali operazioni di scrutinio, dato che ci fa pensare cha avremmo potuto ottenere un risultato straordinario".
"Siamo all’inizio di un nuovo cammino che siamo intenzionati a fare insieme a tutti coloro che a livello locale già guardano con interesse la bontà della nostra iniziativa e vogliono, contribuire a farla crescere nei prossimi dieci anni - sottolinea Mattei -. In questo senso ci riempie di soddisfazione il fatto di essere già stati contattati da circa settanta consiglieri comunali e da una decina di liste civiche già attive nei vari territori marchigiani. Siamo profondamente convinti che il civismo sia la risposta più adeguata ad interpretare, anche in Consiglio regionale, le istanze delle varie comunità locali marchigiane".
In Consiglio regionale, i Civici rivendicano il proprio ruolo nella maggioranza: "È nostro obiettivo affiancare FdI e Lega, veri fautori della vittoria di Francesco Acquaroli, nel governo delle Marche unitamente al resto della coalizione, consapevoli del nostro ruolo, del nostro radicamento nel territorio e del potenziale che potremo mettere a disposizione del Presidente man mano che il nostro movimento evolverà".
"A Francesco Acquaroli va il nostro più sentito ringraziamento per aver interpretato, nel miglior modo possibile, il ruolo di candidato presidente sobbarcandosi una grande mole di lavoro miscelando sapientemente fattori determinanti come tempo, quantità e qualità con una intensità senza precedenti, tenendo sempre al centro del dibattito elettorale le questioni territoriali care a tutti i marchigiani" conclude Mattei.
"Forza Italia sarà determinante per gli equilibri all’interno del centro destra e lo farà nel suo solito stile moderato, liberale e popolare. Per quanto al rimpasto di giunta, è favorevole e chiederà un incontro al Sindaco in quanto è l’unica forza politica a non essere rappresentata in giunta con un proprio assessore". Così il commissario cittadino di Forza Italia, Paolo Giannoni, interviene in merito alla nuova fisionomia che dovrà forzatamente avere la Giunta guidata dal primo cittadino Fabrizio Ciarapica, stante l'allontanamento di Maika Gabellieri e l'elezione di Pierpaolo Borroni a consigliere regionale.
In forza del 12% di preferenze ottenuto alle ultime Regionali in città, dato in aumento sostanziale rispetto alle passate tornate elettorali, Giannoni esalta il ruolo di Forza Italia nella coalizione e afferma come il suo partito "sarà in campo per continuare il mandato conferito a Ciarapica dai cittadini nel 2017 e continuerà nel raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati nel suo programma di governo".
"Lo farà lealmente, fugando dal campo ogni incertezza e contrapposizione, nella ricerca continua della collegialità - aggiunge Giannoni -, della condivisione e dello spirito di collaborazione anche con tutte le forze di maggioranza presenti in consiglio, per il bene dei cittadini che ancora una volta ci hanno voluto confermare la loro fiducia".
"Dicevano che fosse il metodo elettorale della DC asfaltare e imbrecciare strade prima delle elezioni: i vecchi comunisti lo contestavano con violenza e con ragione diremmo. Ma anche i nuovi comunisti, comunque i loro giovani eredi, hanno acquisito questo stile: fare una cosa giusta e doverosa nel momento sbagliato, tutto pur di raggranellare qualche voto in più". Questo l'attacco deciso che Luca Marconi, coordinatore provinciale dell'Udc di Macerata, fa alla sinistra recanatese, rea - a suo dire - di aver attuato la più classica "imbrecciatura pre-elettorale" delle strade rurali cittadine.
"Piccoli peccati di giovani vecchi incapaci di guardare al di là del loro naso e dei loro interessi - rincara la dose Marconi -, il modo per far affossare il paese è proprio questo. La Repubblica cede sotto il peso degli interessi privati e personali e il bene pubblico si va a far friggere. Succede così che un’imbrecciatura frettolosa e pre-elettorale disposta dall'Amministrazione Bravi/Fiordomo finisce nei fossi, ostruendoli: sarà spazzata dalla prima pioggia e non sarà servita a niente".
"Qualche decina di migliaia di euro buttati, pazienza .... non è la fine del mondo, ne abbiamo ancora tanti da sprecare" chiosa amaro Marconi.
“Solo recentemente alcuni personaggi si accorgono che il Punto di Primo Intervento di Tolentino è in sofferenza e si attivano lanciandosi accuse reciproche che però non servono a nulla se non ad andare sui giornali. Al contrario, il sottoscritto si era già interessato della questione e dopo aver contattato i dirigenti ASUR, già da gennaio aveva proposto una mozione in Consiglio regionale per il suo potenziamento". Così Sandro Bisonni, referente provinciale di Europa Verde e consigliere regionale della passata legislatura interviene sulla questione relativa al sottodimensionamento del personale al punto di primo intervento di Tolentino.
"Vorrei inoltre ricordare a tutti che i PPI di Tolentino e di Recanati restano aperti, in deroga al DM 70/2015, grazie all'azione politica messa in campo sempre dal sottoscritto; azione a cui il Presidente Ceriscioli diede poi seguito” ha aggiunto Bisonni, la cui mozione per l'assunzione di nuovo personale per il Punto di Primo Intervento di Tolentino era stata approvata dall'Aula a luglio del 2020.
"La fine della legislatura – prosegue - evidentemente non ha permesso di dare compitamente corso all'impegno preso dalla Giunta Ceriscioli in merito al potenziamento del personale al punto di primo intervento di Tolentino”
Infine Bisonni lancia un appello alla nuova Giunta regionale: "mi auguro – conclude - che il nuovo Presidente della Regione Marche, che più volte ha dichiarato di avere a cuore il territorio, voglia mantenere l'impegno preso dalla precedente Giunta e dia rapida attuazione alla mozione da me proposta e dall'Aula approvata per l'assunzione di personale medico dedicato al PPI in aggiunta a quello già operante a cui, non dimentichiamo, va tutta la nostra riconoscenza per l'eccezionale lavoro che stanno svolgendo con dedizione e sacrificio”.
Con la campagna elettorale alle spalle, per Macerata inizia la seconda fase: quella che dovrà vedere lavorare insieme maggioranza e opposizione.
Questa la ferma volontà del neo sindaco Sandro Parcaroli che oggi ha avviato il nuovo percorso incontrando nel suo studio di Palazzo Conventati Narciso Ricotta, il candidato del centrosinistra uscito sconfitto dalle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre scorso.
"I tempi della campagna elettorale – ha affermato il primo cittadino –, portati avanti sempre con toni bassi senza mai screditare l’avversario, sono passati e adesso si apre una fase nuova caratterizzata dalla collaborazione tra maggioranza e opposizione. Una caratteristica rilevante perché abbiamo un compito importante: lavorare per la città. E per fare questo dobbiamo essere uniti. Io sono il sindaco che ascolta e parla con l’opposizione, senza alzare la voce, a favore del bene per Macerata. Lavoreremo in clima costruttivo dove la politica deve tornare a essere come una volta, un’arte nobile".
Dal canto suo l’ex assessore ai Lavori pubblici Narciso Ricotta, augurando buon lavoro al sindaco Parcaroli ha detto: “La campagna elettorale è terminata e adesso dobbiamo lavorare tutti nell’interesse della città nei rispettivi ruoli. Ha a disposizione una struttura di dipendenti qualificata e motivata su cui potrà fare pieno affidamento.”
Ricotta ha evidenziato al sindaco la presenza in città di alcuni cantieri aperti come quello relativo all’ex capannone Rossini vicino alla stazione, di altri che partiranno a giorni come il Centro Fiere di Villa Potenza e il progetto per la riqualificazione del campo della Vittoria che è in fase di definizione.
“Ribadisco la necessità di portare avanti l’impegno sulla nuova uscita dalla superstrada Campogiano/Pieve/Via Mattei e sul nuovo ospedale alla Pieve – ha concluso Ricotta - due infrastrutture indispensabili per le quali potrà contare sul nostro consenso. La nostra sarà un’opposizione leale e costruttiva ma sarà anche altrettanto ferma e forte in caso di scelte errate".
La mattinata particolare di Parcaroli, in attesa di Matteo Salvini, inizia in alle 9.15. Allorché' il sindaco telefona alla signora Carla per farle gli auguri. Ha saputo del suo compleanno e non ci ha pensato un minuto a comporre il numero. Emozionatissima Carla quando lo racconta al giornalista il 'gradito dono di compleanno'.
Alle 14.54 arriva il Capitano preceduto 10' da Anna Menghi chiedo a lei, l'ultimo sindaco del Centrodestra che a distanza di 20 anni porta ancora nell'anima la sfiducia clamorosa della maggioranza: "Hai dato buoni consigli al tuo successore?". E lei: "Più di uno!"
Salvini arriva (quasi) puntuale, 5' dopo le 15: abbraccia Parcaroli mentre esplode l'entusiasmo del popolo del centrodestra sulla piazza.
C'è tuttavia da correre, Salvini deve tornare presto: la visita maceratese durerà un'ora. "Ma tornerò anno dopo anno". Lo promette al sindaco e alla piazza.
Un'ora densa, però, ed operativa con sorpresa finale, quando Salvini in piazza, uscito dal comune scende a piedi lungo via Don Minzoni. Dove va? "A Palazzo Buonaccorsi, palazzo della Cultura maceratese, è evidente". Macché! Davanti all'augusto portone, l'esercito salviniano tira dritto. Qualcuno a quel punto, azzarda: "Vanno di sicuro al Santuario per ringraziare la Madonna". Previsione, anche questa sbagliata. Salvini e Parcaroli s'infilano invece dentro il palazzo vescovile, prendendo in contropiede tutti. O quasi: "Quale sorpresa? Non ha appena parlato Matteo di Bibbia". "Ma il papa lo sa?".
L'incontro con mons. Marconi dura ancor più (20') del vertice in Comune. All'uscita, ultima raffica di flashes. "Com'è andata con il vescovo?". "Mi ha assolto" risponde Salvini con un sorriso magari augurandosi (chissà?!) un medesimo esito ad inizio ottobre nel processo da lui definito 'politico' davanti ai giudici siciliani.
“Siamo qui per fare il punto della situazione dopo le elezioni sia regionali che comunali, non posso che esprimere soddisfazione massima per i risultati in entrambi i casi” queste le parole del coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Massimo Belvederesi, in apertura della conferenza stampa post voto.
Belvederesi sottolinea come, a livello di punteggi elettorali, il partito sia cresciuto moltissimo rispetto a 5 anni fa andando quasi a triplicare le preferenze ottenute. Soffermandosi su questo aspetto, il coordinatore ringrazia tutta la classe dirigente del partito, tutti i militanti e tutti i candidati sia regionali che comunali.
“Siamo il secondo partito subito dopo la Lega e davanti al PD – prosegue Belvederesi - non vogliamo fare commenti né attaccare l’avversario, ma vogliamo solo dire che la candidatura di Acquaroli e dei nostri consiglieri regionali è stata capita ed accettata. La vera sfida comincia oggi, andando a governare abbiamo la possibilità di dimostrare alla provincia ed alla regione quello che possiamo fare con un governo di centro destra”.
Nel Maceratese Fratelli d'Italia è riuscita ad eleggere ben due consiglieri regionali: la confermata Elena Leonardi e la new entry Pierpaolo Borroni.
A livello comunale il partito ha triplicato i voti rispetto alla amministrative di 5 anni fa e quadruplicato il numero di consiglieri eletti.
La parola passa poi al dirigente nazionale FdI Mirco Braconi, che ammette come la soddisfazione e l’entusiasmo siano i sentimenti maggiori in questi due giorni, ma che già da subito "si metteranno al lavoro".
“Il risultato che abbiamo ottenuto è un premio ma è anche una grande responsabilità che dobbiamo metterci, fin da subito, sulle spalle e dobbiamo guidare il rilancio di questo territorio – prosegue Braconi -. La cosa che mi preme di più sottolineare è che, con il grande risultato di Macerata e nella provincia, l’asse portante della politica si è spostato verso il centro destra, siamo nel governo di 4 comuni sui 5 più importanti della provincia”.
Elena Leonardi esprime un ringraziamento generale a tutti coloro che hanno sostenuto il partito:“il risultato ottenuto è assolutamente importante ed evidente, la fiducia che ci hanno dato è un patrimonio molto importante che non vogliamo sprecare”.
“Questo è un gruppo che nasce storicamente dalla destra ed è molto più di un gruppo consiliare, è un gruppo politico nato e cresciuto insieme – prosegue il neo consigliere regionale Pierpaolo Borroni -. Sottolineo che noi ce la metteremo tutta, una presenza costante per riuscire a risolvere la maggior parte dei problemi, anche nuovi, che ci verranno sottoposti”.
Uno degli ultimi interventi è stato quello del neo eletto consigliere comunale Paolo Renna.
“Sia io che Francesca D'Alessandro siamo stati gli unici consiglieri a superare le 300 preferenze – afferma Renna -, questi risultati non avvengono per caso, ma perché abbiamo fatto una politica tra la gente e non dentro i palazzi. Abbiamo sempre cercato di dare risposte alle problematiche, ed anche se non sempre ci siamo riusciti, l’impegno non è mai mancato. La politica che piace a noi, quella con la ‘P’ maiuscola, è quella al servizio delle persone”.
L’intervento finale spetta al consigliere comunale Francesca D'Alessandro.
“Abbiamo lavorato sentendoci parte di una squadra e quindi senza personalismi".
"Adesso comincia il bello, dobbiamo meritarci tutta questa fiducia. I festeggiamenti sono durati soltanto 2-3 ore, ora subito sul pezzo". Così Matteo Salvini saluta il neo sindaco di Macerata Sandro Parcaroli in piazza della Libertà, mettendo il focus sul grande lavoro che lo attende per rilanciare il capoluogo.
Il leader del Carroccio è arrivato oggi a Macerata per "benedire" l'uomo che ha fortemente voluto a capo della città, chiamandolo personalmente per convincerlo a correre come sindaco (leggi qui).
Le prime dichiarazioni di Salvini sono state rilasciate in esclusiva alla nostra redazione, prima di entrare nel Palazzo Comunale assieme al neo sindaco: "Essere il primo partito nel Comune di Macerata e in Regione Marche come numero di consiglieri è una gioia e una soddisfazione, ma anche una grande responsabilità - aggiunge Salvini -. Più ti danno fiducia, più te la devi meritare. Il mio obiettivo è tornare a Macerata di anno in anno e passeggiare assieme al sindaco sentendosi dire 'Questi qua son bravi', anche da chi non ci ha votato".
"Sono molto contento del ritorno di Matteo - dice Parcaroli -. Ora bisogna mettersi in gioco per fare le cose che questa bellissima città merita, per farla diventare tra le migliori d'Italia e d'Europa".
Il sindaco di Camerino Sandro Sborgia esprime "i più vivi e sentiti rallegramenti" per l’elezione al seggio di consigliere regionale del concittadino Gianluca Pasqui.
Nel formulare gli auguri di buon lavoro per il bene di tutto il territorio regionale e della città di Camerino, lo invita "ad assolvere alle alte funzioni pubbliche cui è stato chiamato liberandosi, finalmente, da quei sentimenti di rancore che, purtroppo, lascia trapelare in ogni sua dichiarazione pubblica a causa della sconfitta elettorale subita alle ultime elezioni amministrative".
"Ogni tentativo di sottrarsi alle gravi responsabilità attribuendo sempre ad altri la causa delle proprie contingenti sventure - prosegue il sindaco -, non solo pregiudica la propria credibilità, ma offende l’intelligenza stessa degli elettori il cui giudizio, contrariamente a quanto si possa pensare, è ogni volta inappellabile e insindacabile".
"Nel rinnovare al consigliere regionale Gianluca Pasqui le felicitazioni per l’ottimo risultato conseguito nel territorio provinciale, offro la massima disponibilità alla collaborazione nel superiore interesse della cittadinanza locale e regionale per la risoluzione delle gravi problematiche, che nel delicato momento storico, affliggono la città di Camerino e l’intero territorio dell’entroterra marchigiano" conclude Sborgia.
Questa mattina è avvenuta la consegna ufficiale della fascia tricolore al neo eletto sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli. Sono state compiute tutte le operazioni d’ufficio e, visto quanto disposto dall’articolo 72 del decreto legislativo 267 del 2000, è stato eletto ufficialmente sindaco alle ore 10 di questa mattina.
Il neo primo cittadino, guardando la fascia tricolore, ha espresso una grande emozione sottolineando come quella fascia “mi da una grande forza di affrontare questi 5 anni con tanto amore per questa città”.
“Ho voglia di fare tante cose per Macerata e di portarla ad essere una tra le migliori città d’Italia e d’Europa – prosegue commosso Parcaroli -. Le vie si riempiranno di persone, la città rivivrà un periodo bellissimo. Spero di essere un sindaco che porterà queste cose ai cittadini e a questo territorio perché se lo meritano.”
“Questa è una città bellissima ma noi ci siamo appiattiti e dobbiamo tornare a sognare, non starò dentro il mio ufficio ma in mezzo alle persone – ribadisce il sindaco -. Con i miei collaboratori creerò una squadra fortissima ed uscirò in mezzo alla gente. Andrò ad Ancona e andrò se possibile a Bruxelles ed in tutto il territorio, sarò un sindaco che viaggia verso l’alto".
“Mi servirà l’aiuto di tutti” afferma in conclusione il sindaco Sandro Parcaroli, a cui chiediamo qual è stata la prima sensazione avuta quando ha realizzato di aver vinto le elezioni: “Una grande felicità - dice - e anche un grande desiderio di fare bene per questa città. Io voglio essere un grande sindaco”.
"Oltre a 1.556 recanatesi (e i quasi 200 che volevano votarmi ma non lo hanno fatto correttamente, peccato) ringrazio i 689 non recanatesi che mi hanno sostenuto per complessivi 2.245 voti nel collegio. In particolare un grande abbraccio agli amici di Porto Recanati (137 preferenze, anche in questo caso diversi errori)". Lo scrive in una nota Francesco Fiordomo, ex sindaco di Recanati e portavoce della sindaca di Ancona Valeria Mancinelli.
Candidato per la lista "Area riformista - Mangialardi presidente", formata da Iv-Psi-Civici, non è riuscito ad entrare in Consiglio regionale.
"Una legge elettorale cervellotica ed in certi aspetti incomprensibile - lamenta Fiordomo - ha privato Area Riformista del seggio che, nel gioco dei resti e dei ripescaggi, non avrebbe premiato Macerata ma è caduto su Ascoli nonostante la percentuale inferiore. Caduto ad Ascoli ma subito attribuito al candidato Mangialardi. Mah.. - conclude - il centrosinistra si è complicato la vita anche sulla legge elettorale. Temo volutamente".
"Siamo contro i giochetti - attacca Fiordomo - , la lontananza dalle persone e gli errori amministrativi che hanno condannato il centrosinistra a un tracollo clamoroso. Non è solo il vento di destra che soffia forte, non raccontate frottole. Chi si aspettava che i responsabili appendessero subito le scarpette al chiodo per manifesta incapacità e 'omicidio politico doloso' resterà deluso ancora una volta".
Una fotografia fra tutte ha destato la sorpresa degli osservatori nel corso dei festeggiamenti con cui Sandro Parcaroli ha celebrato la sua elezione a sindaco di Macerata.
È stata quella, in piazza Cesare Battisti, che ritraeva la calorosa stretta di mano tra l'uomo del centrodestra e il presidente della provincia, Antonio Pettinari, già segretario regionale dell'Udc: partito che, ricollocatosi nell'area originaria, ha fatto parte della coalizione vittoriosa.
Che ci faceva dunque Pettinari in piazza tra i sostenitori di Parcaroli, dopo aver accuratamente evitato la sua presenza in questi ultimi mesi di campagna elettorale?
Anche se lui ha cercato di sviare "i sospetti": "Passavo da queste parti ed è stato naturale salutare un amico come Parcaroli (ci ha detto con un sorriso)", ciò non è bastato a rimuovere del tutto il perfido dubbio che da settimane gira nelle segrete stanze della politica locale.
Per gli osservatori veniva tuttavia confermata la voce che da settimane girava (e da Parcaroli stesso a suo tempo smentita a metà) circa lo spostamento di Pettinari dal Palazzo di Corso della Repubblica al Palazzo Comunale: da presidente, seppure in scadenza di mandato il 31/12/2020, ad assessore comunale.
Segnatamente con la delega ai lavori pubblici, viabilità e trasporti, una specialità questa del presidente che dal 1985 (anno del suo ingresso in provincia come consigliere) ad oggi lo ha visto protagonista.
Inoltre, Pettinari è anche membro del Cda della società Quadrilatero Marche-Umbria Spa, dopo la nomina dell'ormai ex governatore delle Marche Luca Ceriscioli. Ricordiamo che l'elezione dell'ex segretario Udc in provincia nel 2011 venne propiziata da un patto D'Alema-Casini che diede origine al cosiddetto "Modello Marche". Un Modello presto tramontato e, alla fine dell'anno, per il popolare "Tonino" ci sarebbe stato il passo d'addio definitivo alla Provincia non essendo lui rieleggibile in quanto sindaco.
Pettinari, ex Tambroniano di ferro, è stato poi protagonista positivo della mancata devolution della Quadrilatero in Anas, con una delega ad hoc del presidente della Camera di Commercio Giuliano Bianchi, anch'essa socia come la Provincia della Spa voluta dal senatore Baldassarri.
Secondo i rumors a volere l'attivissimo l'uomo politico di Santa Maria in Selva sarebbe soprattutto un imprenditore dell'entroterra maceratese, e con lui l'intera Lega. Ci saranno forse contrarietà da parte di alcuni settori della stessa Udc facenti capo a chi nel partito è stato competitor storico dell'attuale Presidente della Provincia. E forse anche da Forza Italia che aspira a una delega tanto importante in Giunta.
Passerà la proposta per Pettinari assessore comunale? C'è da dire in conclusione come il presidente della Provincia, dirigente comunale in pensione a Treia, fosse stato indicato a suo tempo (nonostante sue smentite, forse di circostanza) come un possibile candidato sindaco del centrodestra. Tutto questo accadeva a dicembre, e cioè prima dell'avvento di Andrea Marchiori e successivamente quello definitivo e vincente di Sandro Parcaroli, l'uomo della provvidenza per il 52,78% degli elettori maceratesi.
Una battaglia vinta? Di più: una rivoluzione.
Marche e Macerata al centro destra (non facciamo gli schizzinosi distinguendo Lega e centro destra, altrimenti questi ricominciano a bisticciare e si ritorna a votare a febbraio), il PD e molta parte della sua galassia frantumata, polverizzata, in ginocchio.
Eserciti di candidati lasciano il terreno per ritornare alle proprie faccende, ma per chi resta “dentro” la politica è giunto il momento di fare un paio di conti, e questo vale sia per i vincitori che per i vinti.
“Vae victis”, guai ai vinti, diremmo.
Vero, ma solo se non facciano subito autocritica e non comprendano che dalle nostre parti siamo davvero entrati nell’era del “niente sarà più come prima”.
Si parte dalla disfatta di Ancona.
Maurizio Mangialardi ha poco da recriminare.
Forse s’è troppo fidato dei guru della comunicazione che avevano contribuito alla vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna, senza considerare che nelle Marche è meglio gustare una fumante porchetta nostrana che una piadina riscaldata.
Le belle narrazioni su Sanità, infrastrutture e sulla ricostruzione post sisma, non potevano celare gli errori dei Governi precedenti, per quanto si potessero raccontare con un modernissimo quanto subdolo marketing politico, una tecnica che ha fatto poca breccia nel cuore solido e concreto dei marchigiani.
Mangialardi ha coinvolto Sindaci, s’è speso in lungo e in largo, c’ha messo la faccia ed ha recuperato un gap notevole in partenza, frutto di errori ripetuti in serie dal PD, non ultimo quello di non ricandidare il Governatore uscente, il Professor Luca Ceriscioli, oggi unico vincitore morale della compagine di centro sinistra e che pertanto meriterebbe la Segreteria del partito come risarcimento per non aver avuto la possibilità del bis, una prassi che ha ripagato tutti gli altri Governatori italiani, da De Luca a Zaia, passando per Emiliano e Toti.
Autocritica? Ancora poca, in realtà.
Ci diranno che si riuniranno, che è troppo presto per analizzare con precisione il voto, che ci si deve rimboccare le maniche, e così via.
Ma non se ne andranno.
E allora ci ritorna ancora in mente la battuta di Nanni Moretti, il regista di “Ecce Bombo” che a Piazza Navona nel 2002 piena di “girotondini” tuonava contro l’Ulivo: “Con questa classe dirigente non vinceremo mai”.
E via con il solito sport di dare la colpa agli altri, una moda diffusa, dalla Cina per Trump, alla pioggia per Mazzarri quando allenava l’Inter, alle mezze stagioni che non ci sono più.
Accusare il Movimento Cinquestelle regionale di “narcisismo” - come ha detto lo stesso Mangialardi - per non aver stilato un accordo fotocopia del Governo Conte, è sembrato ai più un pò ingeneroso: primo perché, la somma dei due elettorati non sarebbe stata così “matematica”, e poi perché neanche questa mossa last minute avrebbe colmato i quasi 100mila voti di distanza dal neo Governatore Francesco Acquaroli.
Perché, invece, non averci provato in tempo con il Professor Sauro Longhi, che forse avrebbe rassicurato i grillini e garantito un accordo più equilibrato con il PD?
Per questo, più che narcisismo direi proprio “voto d’espressione”, quello del M5S, voto il cui risultato non può aver soddisfatto i pentastellati, che hanno registrato l’ennesima picchiata rispetto alle passate consultazioni elettorali.
A proposito di narcisismo, parliamo del nostro Narciso, il maceratese Ricotta che, a capo della coalizione di centro sinistra, s’è fermato al 32% circa di consensi, spianando la strada alla storica vittoria di Sandro Parcaroli, l’outsider imprenditore, sognatore, persona perbene e chi-più-ne-ha-più-ne-metta, il quale in meno di due mesi ha squassato il panorama politico di una cittadina gattopardesca.
Lo skyline politica della città capoluogo non sarà più lo stessa di prima: il cambiamento ha vinto.
Non era facile: perché un conto che si abbia la voglia di cambiare, un altro è che si abbia il coraggio per cambiare, facendo davvero voltare pagina a ciò che si considera vecchio ma che ancora permane inossidabile e insostituibile.
I cittadini hanno espresso la voglia di cambiare ed hanno quindi fatto il primo passo per una “nuova Macerata”.
Ma attenzione: questa voglia non ha schieramento politico e va coltivata giorno dopo giorno.
Perché, se il neo Sindaco è una figura nuova e la coalizione che guida governerà per la prima volta dopo 20 anni il Comune, anche tra i “vinti” abbiamo registrato una gran voglia di novità.
Basti solo citare due nomi: Cicarè e Sigona.
Il candidato Sindaco Alberto Cicarè ha sfiorato il 5% concentrandosi su green e sostenibilità, due tematiche che anche in altre compagini sono state premiate dai maceratesi e che, quindi, il neo eletto Sindaco non può non tenerne conto.
L’altra novità riguarda il risultato di Macerata Rinnova, la lista a supporto di Ricotta più votata in assoluto e plasticamente rappresentata da Marco Sigona, che ha saputo offrire “a sinistra” l’espressione chiara di ciò che chiedevano i cittadini: discontinuità nell’essere rappresentati da persone lontane dai partiti e che abbiano maturato, attraverso la loro vita professionale, una profonda passione civile da condividere.
Sarebbe un peccato davvero se questi elementi di novità, questi segni concreti di voglia di cambiamento, proveniente dall’elettorato di entrambi gli schieramenti, andassero dispersi solo perché hanno fallito solo nei numeri la loro prima competizione politica.
Il campionato è lungo e ritirarsi dopo la prima giornata sarebbe davvero sciocco, perché la vera sfida ora è un’altra: essere all’altezza dell’esito rivoluzionario delle urne, dato che l’unica certezza per il futuro di Macerata e delle Marche è che si cambia sempre, e anche il cambiamento voluto oggi sarà da cambiare domani.