Dopo gli ultimi 60 mila euro destinati alle famiglie in difficoltà da spendere nel territorio per l’acquisto di beni e servizi, la Giunta recanatese guidata dal Sindaco Bravi ha deliberato in questi giorni ulteriori 70 mila euro da destinare al sostegno degli operatori economici della città che hanno subito una sospensione dell’attività, nel primo periodo del lockdown, a seguito dell’entrata in vigore delle misure di contenimento del contagio da Covid-19.
“Il nostro tessuto sociale ed economico è messo continuamente a dura prova dall’emergenza sanitaria in atto - ha dichiarato il Sindaco Antonio Bravi - è una priorità dell’ Amministrazione cercare il più possibile di destinare fondi alle famiglie in difficoltà e alle attività economiche del territorio che hanno subito ingenti perdite per i piani di anti-contagio. La nostra comunità è una grande famiglia che condivide valori e obiettivi comuni e solo uniti possiamo aver la forza di superare qualsiasi avversità.”
Un contributo solidaristico - sociale, che verrà erogato fino al suo esaurimento nella misura di 400 euro a lordo della ritenuta di acconto del 4% ai sensi dell'articolo 28, comma 2, D.P.R. 600/1973 per ogni operatore economico che ne farà richiesta.
Rientrano nelle categorie dei beneficiari del fondo le attività economiche in genere, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 1 del D.P.C.M. 11 marzo 2020 che chiaramente sono state le uniche a lavorare nel periodo del lockdown.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, oltre alle attività di commercio, il finanziamento è dedicato in particolar alle attività di servizi di ristorazione e somministrazione cibo e bevande, come ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, pub, bar, alle attività legate ai servizi per la persona come parrucchieri, barbieri, estetiste e alle attività dei fiorai e dei calzolai.
“Fin dall’inizio della pandemia ci siamo impegnati a favorire interventi a sostegno delle attività produttive del territorio – ha detto il Vice Sindaco Mirco Scorcelli, Assessore al Commercio- pur con le difficoltà del nostro bilancio, cerchiamo continuamente di dare segnali concreti per essere vicini agli operatori economici di Recanati.”
Potranno fare richiesta del contributo comunale tutti gli operatori economici aventi sede legale o unità locale sul territorio del Comune di Recanati, in possesso dei requisiti stabiliti nel bando, che hanno subito la sospensione delle attività lavorative durante il primo periodo del lockdown del Covid-19.
La liquidazione del contributo avverrà previa verifica della regolarità dei pagamenti nei confronti del Comune, sia per TARI ed IMU sia per altra entrata extra-tributaria; in caso di mancata regolarità si procederà alla compensazione di quanto spettante.
"Atteggiamento gravemente irresponsabile quello della sinistra locale di speculare sul pronto soccorso del nostro ospedale e sulla salute dei nostri concittadini - a dirlo è il Sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica che ha deciso di rispondere con toni forti alle accuse rivolte dal capogruppo Pd Giulio Silenzi e l’ex consigliere regionale Francesco Micucci sulla situazione che sta vivendo il Pronto Soccorso del nosocomio civitanovese (leggi l'articolo).
"La sinistra non si è accorta che a causa della pandemia ci troviamo in guerra e che questa guerra viene combattuta in prima linea proprio nei pronto soccorso da quegli addetti, medici, infermieri e oss, a cui va tutta la mia solidarietà e il mio ringraziamento - spiega Ciarapica - Ricordo a coloro che oggi con troppa facilità e con nessun senso di responsabilità che nella prima ondata del virus, altro non hanno fatto che chiudere gli ospedali dedicandosi solo alle cure covid, dimenticandosi di tutte le altre gravi patologie. Proprio queste patologie a causa di questa grave dimenticanza sono diventate molto gravi e il corpo ospedaliero oggi, grazie alla creazione del Covid Center di Civitanova, cerca di prendere riparo tenendo aperti, fin qui, reparti non solo essenziali ma importanti a Civitanova. La situazione, seppur nella gravità del momento, è sotto controllo.
"Questo per merito dell’organizzazione messa in piedi in pochissimo tempo da Nadia Storti direttore dell’Asur Marche e della nuova giunta regionale cui va il mio ringraziamento - sottolinea il primo cittadino - Perché se c’è da ricercare un colpevole quello è da ricercare nell’inerzia della Giunta in carica ancora nei mesi estivi in cui non si è riusciti a organizzare gli ospedali per accogliere la seconda ondata prevista da tutti. E’ mio dovere ricordare a tutti i cittadini che oggi seppur con qualche restrizione anche i malati non covid possono trovare la cura e l’assistenza che meritano nel nostro nosocomio senza aver sbarrato loro le porte, e senza averli costretti a assurdi viaggi, verso ospedali lontani. O addirittura averli costretti a casa rimandando diagnosi e cure perché non era loro consentito l’accesso né al pronto soccorso né nei reparti".
"Io non posso che essere orgoglioso di aver ben agito nell’interesse dei cittadini collaborando con una giunta regionale seppur di segno opposto al mio per mettere a disposizione gli spazi fieristici per la creazione del Covid Center. Grazie a questa collaborazione oggi ci troviamo in una situazione ben diversa da quella affrontata nella primavera scorsa, gli ospedali sono aperti così come i pronto soccorso, perché non debbano più esserci malati di serie A (covid) e di serie B (non covid)".
"Continuo ad essere convinto che l’ospedale di Civitanova vada potenziato proprio per il numero di cittadini che risiedono nella nostra Città e nei paesi limitrofi e che in esso trovano un valido punto di riferimento - conclude il Sindaco Ciarapica - Ricordo ancora che proprio a quelli che ora straparlano vanno rivolte le accuse perché essi erano coloro che stavano depotenziando il nostro ospedale, al contrario di me che l’ho sempre difeso. Sono, purtroppo, ancora costretto a rilevare che i compagni con le loro facili e ipocrite accuse hanno sbagliato di nuovo indirizzo".
Nuovo incarico da dirigente per Luca Marconi.
Dino Latini, Presidente del Consiglio Regionale eletto con l'UDC, ha nominato Marconi Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio Regionale.
L'ex assessore regionale di centrosinistra con la giunta Spacca e consigliere in quella Ceriscioli (sempre nelle fila dell'Udc) torna ad avere un incarico a Palazzo Raffaello.
Alle Regionali 2020 ha scelto il centrodestra sostenendo Acquaroli, ma l'esito del voto non lo ha visto riconfermato in Consiglio: ora il nuovo ruolo.
“La scelta di parcheggiare i malati Covid nel pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova è assurda. Non c’è nessuna logica medica in questa decisione e in questo caos Civitanova paga il prezzo più alto”. Lo affermano, in una nota, il capogruppo Pd Giulio Silenzi e l’ex consigliere regionale Francesco Micucci.
“Nei locali del pronto soccorso dell’ospedale e nel container adiacente risultano ricoverati (ad oggi) ventuno pazienti positivi al coronavirus – ricordano i due esponenti Dem - , e ciò significa che il Dipartimento si è trasformato a tutti gli effetti in un reparto di degenza per malati Covid senza le attenzioni che richiede un reparto dedicato al Covid”.
“Una scelta sanitaria sbagliata, che mette a rischio la sicurezza di pazienti e operatori, e sulla quale il sindaco di Civitanova non dice una parola” – continuano - .
“Intanto però la Regione decide di concedere all’Umbria un modulo del Covid Hospital, e quindi posti letto di terapia intensiva e semi intensiva, mentre da una settimana al pronto soccorso di Civitanova abbiamo più di venti ricoverati. Ma come si può immaginare di andare avanti così? Oggi il sindaco di Macerata, Parcaroli, pone la questione e lancia l’allarme per le condizioni in cui stanno lavorando i pronto soccorso in provincia e in particolare nell’ospedale del capoluogo e chiede la trasformazione di una struttura ospedaliera in presidio Covid. Ciarapica che dice? – domandano Silenzi e Micucci - . Fa rumore il suo silenzio davanti al collasso del reparto di emergenza dell’ospedale di Civitanova in una sanità che impone invece il massimo impegno per dare risposte e soluzioni ai problemi dei cittadini e soprattutto delle persone malate, che non possono essere parcheggiate in un container o in un reparto. Tutto questo mentre nell’Area Vasta 3 manca un direttore generale che la nuova giunta Acquaroli non ha ancora nominato mentre i problemi si aggravano e gli ospedali non sanno più come gestire i contagiati”, concludono .
La Regione Marche ha emanato, nella giornata odierna, una nuova ordinanza anti-assembramento firmata dal Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Il provvedimento entrerà in vigore a partire dalla mezzanotte del 21 novembre e potrà essere modificato o revocato in relazione all’andamento dell’indice di contagio (Rt) e della situazione epidemiologica complessiva.
Tra le disposizioni generali si raccomanda fortemente di evitare "assembramenti e feste nelle abitazioni private" e rispettare "le regole del distanziamento sociale e il divieto di assembramento con riferimento a tutte le attività realizzate in presenza in spazi aperti o luoghi chiusi da associazioni e circoli ricreativi e culturali, centri di aggregazione sociale, università del tempo libero e della terza età. Sono vietati i giochi da tavolo, delle carte, biliardo, bocce, effettuati nei centri e circoli sportivi".
"In attesa di ulteriori e specifiche indicazioni da parte del Comitato Tecnico Scientifico nazionale - si legge ancora nell'ordinanza -, nelle scuole di primo ciclo scolastico (primarie e secondarie di primo grado) sono sospese le seguenti tipologie di insegnamento a rischio elevato: educazione fisica al chiuso se non è possibile rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di due metri, lezioni di canto e lezioni di strumenti a fiato".
Inoltre si specifica come "l'utilizzo della mascherina al di fuori dell’abitazione è sempre obbligatorio, con eccezione dei bambini con età inferiore a sei anni, dei soggetti che stanno svolgendo attività sportiva e dei soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina, nonché per coloro che per interagire con i predetti versino nella stessa incompatibilità; nel caso di momentaneo e motivato abbassamento della mascherina dovrà in ogni caso essere assicurata una distanza interpersonale minima di un metro, salvo quanto disposto dai vigenti protocolli o da misure più restrittive".
Di seguito, proponiamo le ulteriori aree tematiche su cui inciderà la nuova ordinanza:
Disposizioni sul commercio
I clienti devono permanere il tempo minimo necessario per l’acquisto delle merci e devono essere sempre muniti di dispositivi di protezione delle vie respiratorie (mascherina).
"È vietata dopo le ore 16,00 la consumazione di alimenti e bevande all’aperto su aree pubbliche o private aperte al pubblico e negli spazi comuni dei centri commerciali e parchi commerciali. In ogni caso non è consentita la consumazione sul posto e nelle adiacenze dell'attività di vendita e di somministrazione di alimenti e bevande". Dunque, sì alla consumazione della colazione e del pranzo all'aperto.
Gli esercenti delle grandi e medie strutture di vendita avranno cura di garantire un accesso della clientela ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratterische dei locali e tali da garantire ai clienti la possibilità di rispettare la distanza interpersonale minima di un metro.
La vendita con consegna a domicilio è sempre consentita e fortemente raccomandata.
Commercio su aree pubbliche
- Il mercato stabile e periodico che si tiene all’aperto è vietato solo nel caso in cui il Comune non applichi le disposizioni di cui al protocollo di sicurezza regionale, fermo restando il rispetto delle distanze interpersonali, del divieto di assembramento, dell'obbligo delle mascherine nonché dell'accesso al banco da parte del cliente che deve necessariamente avvenire uno alla volta e con il mantenimento della distanza di almeno un metro dall'altro cliente.
Distributori automatici
- I distributori automatici h24 di alimenti confezionati e bevande che affacciano sulla pubblica via, nonché quelli ubicati all’interno degli esercizi commerciali anche di tipo artigianale come definito dalle norme di settore, sono aperti dalle ore 5,00 fino alle ore 22:00 a condizione che si osservi il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale, l’uso della mascherina e che l’impresa provveda alla igienizzazione e alla sanificazione degli ambienti almeno due volte al giorno.
Vendita per asporto
- La vendita da asporto è consentita anche senza prenotazione. L’ingresso e la permanenza nei locali da parte dei clienti è consentito esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e sempre nel rispetto delle disposizioni contenute nei protocolli di sicurezza regionali. Resta fermo il divieto di assembramento e di consumo di alimenti e bevande in prossimità dei locali stessi.
Disposizioni sugli impianti termici
- L’attività di ispezione degli impianti termici prevista dall'articolo 8 della l.r. 19/2015 è sospesa fino al 31 gennaio 2021, fatte salve eventuali situazioni di particolare pericolosità emerse dall’accertamento documentale dei rapporti di controllo dell’efficienza energetica.
"Non vedo in quale circostanza avrei dichiarato la mia intenzione o disponibilità a candidarmi alle elezioni provinciali. Continuerò a fare il Sindaco a tempo pieno sino alla fine del mandato, fino a che me ne sarà data la possibilità, perché abbiamo tanti progetti da sviluppare ed iniziative da portare avanti". Così Noemi Tartabini, sindaco di Potenza Picena, replica all'ex consigliere comunale del Pd Tommaso Gaballo, in merito a una sua presunta candidatura alle provinciali.
"Proseguirò a lavorare sia per fronteggiare l’emergenza e quindi per cercare di dare delle risposte ai cittadini - aggiunge Tartabini -, alle persone che stanno soffrendo e che sono vittime di questa emergenza sanitaria in prima linea, con l’auspicio che alla guida della nostra provincia vada un Sindaco che abbia intenzione di assumersi questo ulteriore incarico".
"La mia posizione sulla richiesta di delucidazioni in merito all’utilizzo obbligatorio delle mascherine a scuola anche in posizione statica, è ancora forte - conclude Tartabini -. È ferma la speranza che vi siano delle risposte chiare perché i dubbi ci sono e non sono solo i miei, ma sono i dubbi espressi chiaramente e pubblicamente da parte di medici riconosciuti".
La Regione Marche pensa a "un'ordinanza anti-assembramento, effetto 'arancione' poco incicivo in tal senso. Lo ha annunciato a margine della seduta del Consiglio regionale delle Marche il presidente Francesco Acquaroli.
Nel pomeriggio il presidente incontrerà sindacati e associazioni anche per condividere questo tipo di soluzione. "Crediamo che questa ordinanza sia più che mai attuale - osserva Acquaroli - passando da zona gialla ad arancione, nella regione i cambiamenti sono stati l'impossibilità, salvo comprovate motivazioni di salute o lavoro, di cambiare comune e la chiusura dei ristoranti e dei bar. Di fatto - prosegue - non si va a combattere quelle situazione dove purtroppo i cittadini, anche involontariamente, creano assembramento e c'è una possibilità per il virus di passare da persona a persona". "Fra tutti questi provvedimenti - continua - proprio quelli contro gli assembramenti sono i provvedimenti più sensati. Siccome riteniamo che l'ordinanza 'arancione' abbia un effetto poco incisivo su questo tipo di atteggiamenti, riteniamo di prendere quel tipo di atteggiamento a tutela della salute dei cittadini anche perché non vorremmo trovarci tra due settimane a dover discutere di una situazione borderline - conclude - ma vorremmo mettere in campo tutte le forze e le energie per coinvolgere i cittadini a superare questa fase".
(Fonte Ansa)
“Gli Stati generali hanno dimostrato che il Movimento 5 Stelle è una forza politica viva e vivace non esiste nessun altro partito, in Italia e credo addirittura nel mondo, che coinvolge più di 8 mila persone nel proprio processo congressuale” Lo afferma la deputata M5S Mirella Emiliozzi.
“La narrazione che traspare dai media è purtroppo molto spesso differente dalla realtà, perché l’informazione è ancora troppo ancorata a categorie della vecchia politica che il Movimento cerca invece di ribaltare. I Cinque Stelle - continua Emiliozzi - sono uomini e donne che hanno fatto e possono fare ancora la differenza sia a livello nazionale che a livello locale. Derubricare il nostro dibattito interno a una “contesa tra prime donne” è quindi riduttivo, anzi il confronto su alcuni aspetti interni e la scelta di una nuova leadership collegiale sono simbolo di quell’apertura e quell’inclusione che da sempre ha contraddistinto il Movimento.
L’obiettivo principale di questi Stati generali era scrivere l’agenda politica dell’Italia per i prossimi 10 anni e penso che sia stato centrato.
Per quanto riguarda le Marche - conclude Emiliozzi - siamo una regione che deve profondamente rinnovarsi e in questo il Movimento 5 Stelle è ben presente e molto attivo. Di fatto siamo l'unica forza politica che ha tutte le caratteristiche per riuscirci e abbiamo davanti questa consiliatura regionale per dimostrarlo”.
"Credo che il momento difficile che stiamo vivendo richieda un passo avanti da parte di tutti. Se lo chiediamo ai cittadini, lo dobbiamo pretendere prima di ogni altra cosa da noi stessi, in quanto rappresentanti di una politica che, almeno in questi momenti, dovrebbe dare il buon esempio”. Parla così il Consigliere Regionale della Lega Anna Menghi, rispondendo alle accuse dell’ex sindaco di Macerata Romano Carancini, che per mezzo stampa inveisce contro l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, colpevole, a suo dire, di non aver gestito al meglio questa fase della pandemia (leggi qui). Stando alle parole dell’esponente del Pd, l’attuale gestione della sanità marchigiana sarebbe inadeguata e incapace di traghettare la regione oltre la crisi. La mancata nomina del direttore dell’Area Vasta 3 avrebbe, a suo dire, addirittura aggravato la situazione.
“Sono convinta che chi, in situazioni drammatiche come quella che stiamo vivendo, cerca lo scontro e non il confronto sia di per sé non alla ricerca di soluzioni, bensì di visibilità”, spiega Anna Menghi. Capisco che dopo anni di prima linea faccia male stare all’opposizione, ma cercare di farsi spazio urlando nel modo in cui ha fatto Romano Carancini in questi giorni non porta da nessuna parte, solo alla constatazione che il Pd, ancora una volta, si conferma totalmente disancorato dalla realtà.
Parlo del Pd non solo perché Carancini ne fa parte, essendone rappresentante in Consiglio Regionale, ma perché quando si parla di sanità, nelle Marche, dunque di tutto quanto oggi è sotto i nostri occhi, anche dal punto di vista dei protocolli procedurali, non facciamo altro che parlare di ciò che è stato pensato, realizzato, voluto e sostenuto dagli assessori che hanno preceduto Saltamartini in questi anni, tutti del Partito Democratico, compreso l’ex Governatore Ceriscioli, sempre del Pd, che della sanità aveva mantenuto la guida per tutti i cinque anni della sua Giunta. Come tutti sanno”, continua Anna Menghi, “l’attuale Giunta Regionale, capitanata dal neo eletto Governatore Francesco Acquaroli, è in carica dal 15 ottobre 2020, giorno in cui è stata presentata alla stampa. Un mese esatto è passato dal suo insediamento, come pure dalla presa in gestione di quanto già esistente. In un contesto normale ciò avrebbe significato prendersi il giusto tempo per analizzare, capire, ascoltare tutte le parti in causa e dare concretezza al programma presentato agli elettori circa tre mesi fa. L’ondata dei contagi da Covid 19 che ha investito l’Italia nel frattempo, tuttavia, ha cambiato il planning delle cose da fare, catapultando tutti nell’emergenza. Mi chiedo dunque con quale coraggio il collega Carancini si ponga in modo tanto violento nei confronti di chi, suo malgrado, si trova a gestire la sanità che il partito di cui fa parte gli ha consegnato dopo anni di stra-potere e amministrazione incontrollata. Tanto più in un momento che richiede, da parte di tutti, senza distinzione politica alcuna, l’unità e la collaborazione per il bene comune. Unità e collaborazione che lo stesso Carancini pretese dalle opposizioni a Macerata all’indomani dei tragici fatti di Pamela Mastropietro, nel febbraio 2018, quando la città fu presa in ostaggio dai trafficanti della droga e resa meta del suo commercio a livello nazionale.
Il Romano Carancini, che allora chiedeva di andare oltre le appartenenze, evitando strumentalizzazioni, è lo stesso che oggi, in piena emergenza pandemica, divide attaccando tutti.
Fa sorridere dunque quando dichiara che il messaggio dato da Saltamartini è così profondamente negativo da “incidere sull’aspetto umano e psicologico della comunità marchigiana”. Trovo che, in un momento in cui di positivo c’è ben poco, un politico avveduto, che vuole il bene della gente, dovrebbe rassicurare, spronare a rispettare le regole, nutrire di speranza chi lotta ogni giorno per sbarcare il lunario, non solo da un punto di vista sanitario e lasciare ad altri luoghi e tempi la polemica, il risentimento, l’odio. I messaggi sono quelli che prima di tutto diamo con l’esempio, altrimenti facciamo come quel servo che (vangelo di Matteo 25, 14-30), per giustificare sé stesso e l’incapacità di far fruttare i talenti ricevuti, parla male degli altri (del padrone nella parabola in questione), invece che ammettere i propri errori e rimediarvi.
In tal senso ho trovato esemplare il comportamento dell’assessore Saltamartini, che mai una volta, per rispondere agli attacchi, ha raccontato, come sarebbe stato giusto, cosa si è trovato a gestire una volta insediatosi a Palazzo Raffaello. Una situazione non certo pronta ad affrontare quella seconda ondata che tutti i virologi avevano annunciato ci sarebbe stata dopo l’estate. Se non fai investimenti a lungo termine, procurandoti, per fare un esempio, le scorte necessarie a far fronte a crisi come quella in atto, non puoi poi urlare a chi ci sta da solo un mese e sta cercando di rimediare ad errori non suoi, di farle in poche settimane. Mi pare la classica dittatura della cicala sulla formica, che proprio non si può tollerare in momenti come quello che stiamo vivendo.
Concludo dicendo a Carancini che non si risolve tutto con la politica delle poltrone. La nomina del direttore dell’Area Vasta 3 è tra le priorità dell’attuale Giunta, ma non l’unica. Il centro-destra ha sempre ponderato gli incarichi da dare, valutando attentamente le competenze dei candidati, tanto più quando in ballo ci sono settori e beni strategici come la sanità. La fretta con cui richiama certe pratiche mi pare del tutto inadeguata rispetto all’importanza che hanno nella buona gestione della cosa pubblica. Comprendo che nel suo partito le logiche siano diverse, ma bisogna prendere atto che se il centro-destra sta governando è perché gli elettori hanno compreso che quelle logiche hanno distrutto ciò che di buono questo nostro Paese esprimeva e che era tempo di cambiarle.
Ho fiducia che da questa crisi ne usciremo più forti di prima e che per questo dobbiamo impegnarci tutti. Forse il collega Carancini dovrebbe rivolgere le sue invettive al Governo, unico attuatore delle regole che stiamo, nostro malgrado, applicando. Del resto ad aver chiarito sulla base di quali parametri le Marche sono state declassate da zona gialla ad arancione è stata la sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico Alessia Morani, del Pd, la quale, invocando la comprensione dei suoi concittadini marchigiani, definiva gli attuali parametri decisi e voluti dal Ministero della Salute ad aprile scorso. Parametri di cui, peraltro, l’attuale Giunta ha preso atto e che, se pur da diversi punti di vista (ci si sorprende del parametro, non del dato), accetta, nel rispetto dei ruoli istituzionali.
Forse Carancini dovrebbe rivolgere le sue preoccupazioni al Governo, cioè ai membri del suo stesso partito che ne sono parte, prima di scagliarsi contro chi non ha avuto neppure il tempo di avere responsabilità in questa triste storia. Al resto penseranno gli elettori, che hanno già dimostrato di saper scegliere con maturità il loro futuro”.
Dello stesso parere di Anna Menghi è il Consigliere Regionale della Lega Renzo Marinelli, la cui esperienza politica è maturata in un’altra grave emergenza che ha colpito la nostra regione, il terremoto del 2016. “Da sindaco di Castelraimondo mi trovai ad affrontare una condizione che definire drammatica è poco. Gente sfollata e senza una casa, macerie ovunque, confusione e sconforto. Essere lucido punto di riferimento in una situazione che ne aveva pochi era ciò che i cittadini chiedevano, era la cosa giusta da fare. Per questo e forse perché tra i motivi che mi hanno spinto a candidarmi in Regione c’è proprio il desiderio di riparare le ferite di un territorio che attende di essere ricostruito, le parole di Romano Carancini mi suonano inaccettabili e irresponsabili. Certamente non opportune e neppure troppo fondate, perché altrimenti, le avrebbe pronunciate tenendo conto che in un solo mese, in piena pandemia, non c’è stato il tempo e il modo di smantellare il vecchio regime sanitario che il Pd ha impiantato in oltre 20 anni di governo della Regione e che quando la gente sta male, conta solo ciò che puoi fare per averne cura. In tal senso ho visto molto positivamente, per esempio, il modo con cui, da neo assessore, Saltamartini ha affrontato l’emergenza in alcune case di riposo della provincia di Macerata, prendendo immediata visione di ciò che stava accadendo a causa del Covid e capendo di cosa realmente ci fosse bisogno.
Le chiacchiere in politica le sanno fare tutti, i fatti pochi. Forse qualcuno dovrebbe ricordare a Carancini che la campagna elettorale è finita e che il suo partito l’ha persa. Per cui ora, se vuole sentirsi utile, faccia la sua parte, contribuendo con un’opposizione costruttiva al bene della comunità marchigiana", conclude .
"Da oggi, per 14 giorni, va in vigore l’ordinanza firmata dal Ministro Speranza a cui vi prego di attenervi scrupolosamente. Mi è molto dispiaciuta la mancanza di una comunicazione minima e della concertazione necessaria che avrebbe potuto portare a scenari diversi o comunque a rendere una misura una soluzione invece di un’imposizione". Il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli torna ad esprimere - via social - la propria perplessità sul modus operandi con cui il Governo ha annunciato il passaggio di tutto il territorio marchigiano da zona gialla a zona arancione.
"Sono amareggiato - scrive - perché il mio è sempre stato un atteggiamento collaborativo con le Istituzioni nazionali e in linea con i tecnici sanitari della regione. Siamo in pandemia e la coesione e la forza dei messaggi sono strumenti indispensabili per comunicare le giuste informazioni alle nostre comunità".
"Per questo - conclude Acquaroli - la chiarezza e la concertazione sono indispensabili a rendere credibili le scelte, per questo bisognerebbe evitare sistemi schizofrenici che fanno confusione e gettano intere comunità e categorie in un allarme continuo. Così si genera esasperazione. Basti pensare a chi da giallo è diventato rosso senza neanche passare per l’arancione. Faremo di tutto per combattere il virus, ma ci piacerebbe farlo insieme e in maniera seria".
"La decisione del governo di inserire le Marche tra le regioni in zona arancione, è basata su parametri incomprensibili ed è arrivata senza alcuna interlocuzione preventiva con le istituzioni regionali". A dichiararlo è il Commissario della Lega Marche, l'onorevole Riccardo Augusto Marchetti.
MARCHETTI CHIAMA - "Sto preparando un’interrogazione al Ministro Speranza per avere adeguati chiarimenti nel merito. Il calcolo dei parametri che hanno portato l’esecutivo a paralizzare le Marche dichiarandole regione a rischio medio-alto - ha spiegato il Commissario della Lega - si riferisce ai dati dell’ultima settimana di ottobre, che già negli ultimi sette giorni hanno però subito un’inflessione in positivo".
"L’ordinanza del Governo è arrivata soltanto nel primo pomeriggio di sabato 14 novembre e i provvedimenti entreranno in vigore a partire dalle 24 dello stesso giorno - ha sottolineato Marchetti - questo reca altri danni alle attività produttive, già compromesse da una crisi senza precedenti. Molti ristoratori ad esempio avevano già accettato prenotazioni per la giornata di domenica, acquistando merce che ora saranno costretti a buttare".
"È vergognoso che il governo continui a restare arroccato nelle sue torri d’avorio, lontano dalla vita vera, dalle persone - ha concluso Marchetti - porterò in Parlamento il grido dei tanti cittadini perbene che sono sull’orlo del baratro, e qualcuno dovrà per forza dar conto delle scelte scellerate che i marchigiani stanno ingiustamente subendo”.
MORANI RISPONDE - A replicare, a stretto giro, al commissario regionale Marchetti è la sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico, Alessia Morani (Pd): "Credo sia necessario qualche chiarimento su come vengono prese queste decisioni perché nessuno possa dire che non c’è condivisione o trasparenza. Nella cabina di regia dove vengono prese le decisioni ci sono anche le regioni".
"I parametri in base ai quali sono emesse le ordinanze del Ministero della Salute - ricorda - sono chiari dall’aprile scorso. La decisione per le Marche come per le altre regioni è stata presa sulla base di parametri oggettivi aggiornati all’11 novembre. Il principio è quello della massima cautela per evitare che la situazione possa precipitare. Se si vuole evitare il peggio è necessario prendere provvedimenti nel momento in cui la situazione non è ancora fuori controllo".
"Questa mattina si è tenuta una conferenza stampa in cui Locatelli, Brusaferro e Rezza hanno spiegato tutto. Il governo - conclude Morani - si prende la responsabilità delle scelte, come sempre. Vogliamo tutelare la salute dei marchigiani e scongiurare un aggravamento ulteriore della situazione economica. Siamo tutti stanchi, lo so, ma dobbiamo tenere duro!".
Ci sta per lasciare un 2020 da dimenti-ricordare.
Ne scrivo in anticipo rispetto ai tempi, e lo faccio solo per tutelarmi da un eventuale lockdown esteso ai commiati, oltre che ai congiunti di secondo grado. Il dimenticare sviluppa un processo mentale simile (e contrario) al ricordare, e non è un processo collettivo, bensì molto individuale: non tutti noi, infatti, vorremmo dimenticare o ricordare le stesse cose e allo stesso istante.
Ognuno ricordi o dimentichi ciò che vuole di questo 2020, trovando solo la forza per ricominciare un 2021 diverso, migliore, altro rispetto a ciò che, con grande fatica, tentiamo tutti - qui sì all’unanimità - di gettarci dietro a spalle molto indebolite. Provo a fare un esercizio semplice di separazione tra una cosa da gettare nel cassonetto nero del dimenticatoio e una da custodire in una teca illuminata, costruita per trarre dalla sola vista la propulsione utile ad affrontare le orbite incerte del futuro.
Cosa gettare? Il primato della tecnocrazia.
Virologi che fino a ieri mendicavano soldi per ricerche su malattie rare, adesso sono star di programmi di intrattenimento per esibire sullo sfondo l’ultimo instant book dal titolo ammiccante “Tutto sul Covid”. Prima ti correvano dietro col piattino delle elemosine in mano, oggi li cerchi per intervistarli, si fanno negare ma ti fanno contattare dalla PR di turno che ti snocciola tariffe in base al minutaggio della loro presenza in video o alle battute da scrivere nell’intervista (spazi inclusi).
“Scienziati” che fanno capo all’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prima dicevano una cosa o poi un’altra ancora, meno uguale e più contraria: se il loro pensiero si evolvesse alla stessa velocità del Covid, ne saremmo volentieri ben contagiati fino a morirne. Il 2020, quindi, ci ha insegnato che fidarsi della scienza come maestra di vita, o meglio di governo della nostra di vita, è come credere sulla parola alla terra piatta o affidarci all’umore, all’egocentrismo, all’io e solo io e nessuno più di me, di chi sbarella in TV sulle chiusure dei bar e ristoranti considerati veicoli di contagio, sulle scuole a rotelle e sul lavoro mai stato così “a distanza” dalle reali esigenze dei cittadini.
Da ricordare, invece, il ruolo della politica, superiore a tutto e a tutti.
Questo ci è davvero mancato, a volte. Lo abbiamo visto: quando la politica è poco trasparente, incerta sulle scelte, contraddittoria, lenta, suddita dei Commissari boiardi di Stato e succube degli pseudo-scienziati dell’ultima ora, ne abbiamo pagato tutti le conseguenze, e non solo economiche.
Mai come in questo momento abbiamo bisogno della politica come indirizzo, governo, capacità di scelta: abbiamo bisogno di autorità.
Scrolliamoci di dosso questa sindrome da ventennio fascista per approdare ad una politica autoritaria nel senso di adottare scelte drastiche, univoche e chiare per migliorare la vita delle persone. L’autorevolezza verrà dopo, nessuna paura: la democrazia è molto resiliente, ma la maggior parte degli italiani ha bisogno del cane pastore per pascolare in sicurezza.
Lo dobbiamo ai giovani, a cui la politica con la “p” minuscola - complice di corpi intermedi fermi all’800 come i “sindacati” e quei governi che hanno pompato una Pubblica Amministrazione monstre - ha scippato lavoro, pensioni, educazione di livello, opportunità per far emergere il proprio unico talento.
Insomma: questa politica ha scippato il futuro di tutti noi, occupandosi solo di tutelare se stessa (autorefenzialità massima espressa plasticamente dai vitalizi) e dell’esistente sempre più fragile.
L’auspicio è che la politica del 2021, a tutti i livelli, ma soprattutto a quelli che scontano il contatto più diretto con i cittadini (Regioni e Comuni), si riappropri del suo ruolo di indirizzo e scelte, mettendo all’angolo i tecnocrati e i manager delle buonuscite milionarie e dei bonus Covid.
La festa è finita prima ancora di cominciare, soprattutto per chi non si convince che solo una politica libera da freni, lacci e pressing da lobbies può disegnare un futuro migliore per tutti noi.
PS: per chi considera tutto ciò pura demagogia, continui pure a credere alle favole degli scienziati e ai DPCM ad oltranza, senza ascoltare il borbottio delle pance vuote di un popolo via via sempre più incazzato.
"Qualche minuto fa mi ha chiamato il ministro Speranza per anticiparmi la comunicazione ufficiale rispetto alla variazione della fascia di colore della nostra regione, che da “gialla” diventa arancione". Lo comunica, in una nota ufficiale, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
"Una classificazione che fino a ieri non era prevista seppur negli ultimi due giorni i numeri dei positivi erano oggettivamente cresciuti, in particolare quello dei sintomatici - spiega Acquaroli - . Per questo stavamo studiando un’ordinanza anti-assembramento che a questo punto diventa inutile. Passando da regione “gialla” a regione “arancione” le restrizioni diventano più forti. Tra le misure principali, i bar e i ristoranti potranno lavorare solo con consegne a domicilio o d’asporto fino alle 22 e dovranno restare chiusi. È vietato spostarsi tra regioni e tra comuni se non per comprovati motivi di lavoro, di salute, di studio o necessità. Dispiace sicuramente veder ulteriormente compresse le nostre libertà e penalizzata la nostra economia, ma invito comunque a rispettare le misure previste dal Dpcm che avranno una validità di due settimane a partire da questa domenica compresa".
Perchè nel nuovo Piano pandemico della Regione Marche viene sollecitata l'elaborazione di linee guida per l'uso di farmaci come l'idrossiclorochina anche se non c'è evidenza scientifica della loro efficacia sui pazienti affetti da coronavirus? E' quanto chiede Alessia Morani (Pd), sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico.
"È uscita - rileva in un post su Facebook - la delibera con il nuovo Piano Pandemico della Regione Marche. Nel paragrafo sulla appropriatezza della cura si afferma che: 'per ciò che attiene i farmaci che ancora non hanno dimostrato, al momento, significative evidenze scientifiche (es. clorochina/idrossiclorochina, etc.), si sollecitano gli specialisti di settore del SSR (medici infettivologi, pneumologi, intensivisti, internisti, etc.), nonché il personale universitario, all’elaborazione di linee guida in merito alla loro possibile applicazione, anche attraverso la promozione e la realizzazione di studi clinici'. L’assessore della Lega Saltamartini chiede ai clinici di promuovere linee guida per l’utilizzo della idrossiclorochina su cui Luca Richeldi del Comitato Tecnico Scientifico proprio qualche giorno fa ha dichiarato 'i dati disponibili ci dicono che il farmaco non cambia la prognosi dei malati e che i grandi trial fatti negli USA dicono che non è quella la terapia che supporta la prognosi di questi ammalati'.
Questa indicazione del nostro assessore alla sanità non ha, quindi, supporto o evidenze scientifiche: chiedo pubblicamente che venga resa nota la motivazione di questa decisione contenuta nel nuovo piano pandemico della regione Marche. I marchigiani devono sapere", conclude la sottosegretaria Morani.
Si chiamano strade interpoderali, collegano spesso, da secoli, fondi agricoli e consentono il loro attraversamento per ricongiungersi alle strade principali. Sono considerate strade di viabilità secondaria, ma per i comuni e per le loro frazioni spesso assumono rilevante importanza.
A seguito delle piogge alluvionali del maggio 2014, alcune di queste strade erano state gravemente danneggiate e necessitavano di importanti interventi di straordinaria manutenzione.
Per questo motivo, l’assessore alle Infrastrutture, Lavori Pubblici e Aree Interne della Regione Marche Francesco Baldelli, a pochi giorni dall’insediamento, ha voluto mettere subito a disposizione i fondi destinati al recupero delle infrastrutture agricole danneggiate in 8 comuni dell’entroterra.
“Gli interventi - sottolinea l'assessore - consentiranno l’accesso in sicurezza ai terreni agricoli che hanno subito maggiormente i danni delle piogge del 2014, oltre a preservare competitività e redditività delle aziende che operano in tali zone”.
Nello specifico tre sono i criteri che hanno determinato la scelta e le priorità degli interventi da finanziare: le infrastrutture dovevano ricadere in aree montane e svantaggiate, si valutava poi il numero delle sedi legali delle aziende presenti e il numero delle aziende stesse che si trovano sul territorio.
L’importo finanziato dalla Regione Marche ammonta a € 1.122.146,25, e fa capo alle assegnazioni del Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura (D.lgs. 102/04), finalizzato al ripristino di infrastrutture connesse con le attivitàà agricole dei seguenti comuni marchigiani: Cingoli, Loro Piceno, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Pergola, San Ginesio, Sant'Angelo in Pontano e Sarnano.
“Tali interventi - conclude Baldelli - ripristinando l’accesso in sicurezza ad aree a vocazione agricola, agevoleranno la manutenzione del suolo delle aree servite, garantendo l’accesso anche ai veicoli di soccorso, oltre a costituire ulteriori percorsi ciclabili e turistici per il nostro territorio”. Considerato l’alto numero di progetti pervenuti anche da altri comuni della regione, l’assessorato sta già lavorando per reperire risorse finalizzate ad avviare un altro cospicuo finanziamento.
"A seguito del clamore suscitato dalla vicenda e incuriositi dall’interessamento dei media nazionali, abbiamo avuto modo di visionare il servizio della vostra inviata Nina Palmieri sull’argomento". Così inizia la lettera scritta dai consiglieri comunali di Tolentino Luca Scorcella (capogruppo di "Uniti nel Centrodestra) e Carmelo Ceselli (Presidente del Consiglio Comunale) in merito al servizio mandato in onda da "le Iene", relativamente alla vicenda che vede coinvolto don Andrea Leonesi. Lettera inviata alla redazione del programma di Italia Uno.
"Al netto di valutazioni e giudizi sulla vicenda stessa, ci siamo sentiti offesi, e come noi molti altri concittadini, dall’utilizzo strumentale del dialetto maceratese all’interno del servizio - scrivono nella missiva Ceselli e Scorcella -. La forzatura evidente nello “scimmiottare” il nostro dialetto da parte della Palmieri e della “esca” è risultata profondamente frustrante e umiliante soprattutto perché pare evidente il tentativo di creare un nesso tra l’utilizzo del gergo locale e i concetti espressi da Don Andrea attraverso il comune denominatore dell'ignoranza. Non era il contesto giusto per buttarla sulla macchietta” regionale".
"Siamo fieri ed orgogliosi del nostro dialetto - aggiungono i consiglieri -, che ci lega alle nostre origini, ai nostri valori e racconta la nostra storia. Per questo riteniamo doveroso, in qualità di rappresentanti politici della nostra comunità, scrivervi per significare il nostro disappunto. Inoltre credo che l’utilizzo di un linguaggio comprensibile ai più, faccia parte delle caratteristiche di un buon parroco di “periferia” senza che ciò ne sminuisca le conoscenze e le competenze che sono sicuramente superiori alla media visti i percorsi di formazione che seguono i religiosi in genere".
"Nel caso di Don Andrea questo è particolarmente vero e lo può testimoniare chi, come i tolentinati, hanno avuto modo di apprezzarlo nel periodo in cui ha operato nelle nostre parrocchie. Il tutto, come già scritto, senza voler entrare nella discussione relativa le parole espresse dal parroco che rientrano nell’ambito di sensibilità e convinzioni personali" concludono Scorcella e Ceselli.
Fortissima preoccupazione per le conseguenze che potrebbe avere sui bambini l’obbligo di indossare le mascherine per tutto il tempo trascorso a scuola, anche se vengono rispettate le norme sul distanziamento. È quanto ha espresso l’assessore regionale all’Istruzione, Giorgia Latini, che ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e ai ministri Francesco Boccia (Affari regionali), Roberto Speranza (Salute), Lucia Azzolina (Istruzione).
L’assessore condivide le osservazioni dei 21 sindaci marchigiani che hanno già inviato una nota – al Governo, alla Regione, all’Anci Marche, all’Ufficio scolastico regionale e al Garante per l’infanzia – per sottolineare i dubbi sull’obbligo di costringere i più piccoli a indossare i dispositivi di protezione per 5 - 8 ore giornaliere, anche se viene garantita la corretta applicazione delle disposizioni di prevenzione. “Come mamma di due bambini – ha evidenziato l’assessore – sono preoccupata per questo utilizzo obbligatorio della mascherina e ringrazio i sindaci che hanno sottoscritto la lettera trasmessa alle istituzioni per sottolineare le preoccupazioni che l’ultimo Dpcm ha inevitabilmente innescato nei genitori, negli insegnanti e nelle amministrazioni locali”. Nella lettera inviata al Governo, Latini evidenzia la criticità di un provvedimento che impone l’obbligo “a partire dalla scuola primaria, durante la permanenza nei locali scolastici e nelle pertinenze, anche quando gli alunni sono seduti al banco e indipendentemente dalla condizione di distanza”. Così come nello svolgimento dell’attività fisica in palestra, anche in presenza di un’adeguata aerazione e di un distanziamento interpersonale di almeno due metri. “In questi mesi, nelle scuole marchigiane – ricorda l’assessore - sono stati realizzati interventi di adeguamento delle aule e di ampliamento degli spazi, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza che hanno reso le scuole dei posti sufficientemente sicuri. Ora la misura in questione, aggiunta a tutte le altre già adottate, rischia di penalizzare fortemente i bambini ancora nel pieno della crescita fisica e psicologica. Confido in un autorevole intervento affinché il Governo possa rivedere tale misura e renderla sostenibile” per la fascia più giovane della popolazione scolastica".
“L’ emergenza sanitaria che stiamo vivendo fa si che le persone siano meno propense ad andare in giro ma siamo contenti dell’iniziativa dell’Amministrazione Comunale perché può portare maggiore passeggio per le vie del centro”.
Questo è il pensiero comune di alcuni degli ambulanti presenti lungo le strade del cuore di Macerata durante il tradizionale mercato del mercoledì mattino. Un appuntamento settimanale fisso che sta pian piano riassumendo i caratteri tipici della “normalità” anche se lo spettro del Covid-19, unito alle limitazioni imposte dall’ultimo dpcm, continua ha rappresentare un grosso freno per tutta il settore.
Il nuovo volto della viabilità de centro storico, ha come obiettivo anche quello di 'educare' i cittadini a ritrovare la consapevolezza dell’importanza di tutte quelle attività ed eventi che si svolgono tra le mura della città: e il mercato è una di queste.
“Il segnale che volevamo dare è quello di una città aperta finalmente cittadini – osserva l’Assessore alla Sicurezza Paolo Renna che era presente tra le bancarelle di piazza della Libertà – un centro aperto a tutti, anche a coloro che magari hanno difficoltà per camminare ma che da oggi possono parcheggiare in piazza”.
“In passato era stato fatto passare un messaggio di una città chiusa o aperta solo ad alcuni – sottolinea Renna - oggi Macerata è tornata ai maceratese e questo ci fa molto piacere. Abbiamo avuto dei riscontri postivi da parte dei cittadini quindi probabilmente con questa riapertura crediamo che siamo andati verso la strada giusta – e aggiunge - il lavoro da fare sarà tanto da qui in avanti e il nostro intento è quello di attuare una riorganizzazione organica”.
Un centro cittadino diverso alla porta di tutti: “Non ci si può più permettere di agire sulla città in maniera ideologica e senza poi pensare ai danni che si fanno – spiega Renna -sicuramente sotto questo aspetto abbiamo completamente cambiato strategia – e puntualizza - Il centro storico fino ad oggi è stato una specie di dormitorio: le nostre iniziative sono volte a trasformarlo in residenziale perché la città si riempie di nuovo di persone va di pari passo che si incentivi anche la residenzialità”.
Una misura onnicomprensiva quella adottata dalla Giunta Parcaroli in quanto oltre a tener conto della vivibilità va a toccare anche le esigenze di chi nel centro ha deciso di aprire una sua attività: “Credo che ai commercianti bisogna fare un monumento – osserva l’Assessore alla Sicurezza - hanno un governo contro e questo è un dato di fatto, negli ultimi 5 mesi sono stati capaci di reinventarsi almeno una decina di volte e nonostante tutte le norme dei dpcm provano sempre andare avanti”.
“Noi abbiamo dei doveri importanti come amministrazione locale perché ricordiamoci se una città perde i commercianti è destinata ad un’inesorabile declino – osserva - bisogna che iniziamo a sfruttare tutte le possibilità che ci circondano, senza buttare via soldi - e incalza - Spesso chiediamo sacrifici ai cittadini ma dobbiamo essere noi i primi a dare l'esempio”.
Un momento storico senza dubbio diverso e innovativo per la città di Macerata che vede coinvolti in prima linea anche gli agenti della Polizia Locale, intenti nelle opere di controllo e prevenzione: “A fronte di 8200 controlli sono state erogate solamente due sanzioni – rende noto Renna - Considerate che per quanto riguarda la Polizia Locale abbiamo circa 8 unità in meno rispetto al minimo previsto per legge quindi i nostri agenti ad oggi stanno facendo dei sacrifici enormi”.
“Sono molto soddisfatto di come stanno lavorano perché innanzitutto stanno svolgendo il compito di informare la popolazione rispetto alle nuove normative vigenti – e chiosa -le sanzioni erogate sono sta fatte sono solo a chi era recidivo. Bisogna mettersi sulla testa che una città è vivibile quando le regole vengono rispettate: se c'è un ordine e disciplina viviamo tutti bene altrimenti è il caos “.
Cambio nella Giunta Capponi: Donato Massei lascia l’incarico di assessore, al suo posto subentra Tommaso Sileoni.
“Mi trovo costretto, esclusivamente per motivi di lavoro, a presentare le mie dimissioni dalla carica di assessore del Comune di Treia. Una nuova sfida professionale mi attende e sarà necessario che vi dedichi tutto il tempo e le energie possibili. Ringrazio il sindaco per la fiducia accordatami e per l’esempio di una politica davvero vicina alle persone, che col costante e quotidiano impegno, mi è stata trasmessa”.
Così scrive Donato Massei, nominato assessore dal sindaco Franco Capponi il 27 maggio 2019; Massei resterà comunque consigliere comunale, cercando di dare il suo contributo e di offrire le sue competenze al servizio dei treiesi.
“Ringrazio Massei, a nome mio personale e della giunta comunale per il grande impegno di questo anno e mezzo, portato avanti con entusiasmo e capacità” così il sindaco Franco Capponi, che ha nominato nuovo assessore il consigliere Tommaso Sileoni, che dal 2019 ad oggi ha ricoperto il ruolo di capogruppo della lista civica “Treia 2030” e di presidente della prima commissione consiliare.
Sileoni, 29 anni, ringraziando il sindaco per la fiducia accordatagli si dichiara onorato di ricoprire questo ruolo, per il quale si impegnerà al massimo sin da ora.
“Sono felice di mettermi al servizio, insieme al sindaco e agli altri assessori, dei miei concittadini, che mi auguro di non deludere”.
"Il centro-destra cancella l'ospedale di primo livello di Macerata con i voti dei 5 Stelle, impedendo a Torrette di fare il salto di qualità sulle grandi specializzazioni". Così Ivano Tacconi, esponente della lista "Macerata Rinnova", si unisce al coro di proteste proveniente dal centro-sinistra a seguito dell'approvazione della risoluzione “Emergenza Covid-19” da parte dell’Assemblea Legislativa delle Marche che, sostanzialmente, sospende tutti i provvedimenti in corso per la realizzazione dei nuovi ospedali di primo livello e rimette in discussione i criteri di assegnazione sul territorio.
"I maceratesi e i marchigiani dovranno recarsi ancora a Cotignola (in Emilia-Romagna), a Pavia e a Milano per cercare la qualità che Torrette aveva programmato con la costruzione degli ospedali di primo livello, iniziando da Macerata. Purtroppo il centro-destra costringe le Marche a un fermo sanitario attraverso una vendetta contro la salute dei cittadini" scrive l'ex consigliere comunale Tacconi nella bacheca pubblica posta in via Antonio Gramsci, a Macerata.