Macerata, revoca della presidente del Consiglio delle donne. De Padova: "Voluta sin dalla mia elezione"
Proposta di revoca della presidente del Consiglio delle Donne Sabrina De Padova. Questa quanto pervenuto alla stessa presidente una lettera firmata dalle consigliere e dagli assessori di maggioranza.
Tale richiesta è stata accompagnata dalle seguenti motivazioni: “Nel corso del suo mandato, la presidente del Consiglio delle Donne Sabrina De Padova ha programmato e assunto delle decisioni senza un necessario confronto con le componenti di diritto elette del Consiglio delle Donne, determinando la perdita di rappresentatività del gruppo di maggioranza al quale appartiene”.
La consigliera De Padova ha spiegato come, a suo modo di vedere, la revoca della carica di presidente del Consiglio fosse stata voluta già dal momento della sua elezione.
“Partiamo dal fatto che il Consiglio delle Donne, che si riunisce ormai da più di quindici anni, ha subito una variazione di regolamento lo scorso anno. Le consigliere di maggioranza hanno deciso di modificarlo, trasformandolo in un Consiglio delle donne di destra e togliendo il voto alle associazioni", ha affermato De Padova. Questo non ha potuto che creare delle difficoltà, con le associazioni che, non potendo votare, non erano motivate a parteciparvi".
"Non ho mai accettato il fatto che le decisioni dovessero per forza passare dalla volontà delle consigliere di destra, con le associazioni che invece non possono esprimere la loro opinione. Pertanto, ho sempre continuato a procedere intendendo il consiglio comunale delle donne come è nato. Di solito dovrebbe rimanere invariato per tutto il mandato, è raro che subisca variazioni in corso d’opera".
"Quanto agli ultimi avvenimenti, invece, essendo stato revocato il Consiglio comunale previsto per lunedì 19 febbraio, ho pensato di convocare per quel giorno il Consiglio delle Donne. Con l’8 marzo alle porte, sarebbe stata un’ottima occasione per discutere dell’organizzazione di qualche iniziativa per la Giornata Internazionale delle Donne, oltre che per conoscere le rappresentanti di quartiere neoelette. Ovviamente avevo già proposto questa idea a tutte le componenti del consiglio delle donne sulla nostra chat di gruppo, prima che via mail. Proprio oggi mi arriva invece questa richiesta, che verrà ovviamente portata in consiglio comunale, di eliminare la presidente del Consiglio delle donne".
"Secondo le motivazioni che hanno portato a questa decisione - spiega - sarei stata accusata di non favorire il confronto all’interno del Consiglio delle Donne, cosa che non corrisponde al vero. Anche per quanto riguarda la convocazione dell'assise del 19 febbraio, avevo comunicato questa intenzione a tutte le componenti del Consiglio delle donne sulla nostra chat di gruppo, prima che via mail. Nel messaggio chiedevo proprio ai membri del gruppo di proporre inziative, non di assumere le mie decisioni, come indicato invece erroneamente nella richiesta di revoca. Tra l'altro la proposta non è stata presa in considerazione, non ricevendo messaggi di risposta".
"C’è sempre stata la volontà di far fuori la sottoscritta - ha proseguito De Padova - già dal momento in cui si è pensato di modificare il regolamento del Consiglio delle donne. Basti pensare che al momento della mia elezione, non ho dovuto superare una sola votazione, ma ben quattro. Come se non bastasse c’è stata poi un’ultima votazione, voluta dall’assessore D’Alessandro, che prevedeva addirittura l’estrazione dei bigliettini. Questo perché si voleva eleggere una persona appartenente alla lista di Fratelli d’Italia”.
"Sinceramente una votazione ufficiale che si conclude con un’estrazione dei bigliettini mi sembra la più grande buffonata mai vista. Questa è la politica maceratese. Spero che il sindaco, così come ha sostenuto tutti i suoi assessori nel momento in cui ne venivano chieste le dimissioni, faccia la stessa cosa con una consigliera della sua lista civica, tra l’altro espressamente richiesta dal primo cittadino stesso".
"Io non conoscevo Parcaroli. Sono stata chiamata da lui e dall’assessore D’Alessandro per essere inserita nella sua lista civica. Mi sono inserita appunto in una lista civica e non in un partito. Proprio per questo non pensavo di prendere ordini e dover assistere a comportamenti quasi 'militari', né tantomeno di dover sottostare a delle regole che definirei di estrema destra. Pensavo di trovarmi in una situazione democratica, ma così non è stato".
Poi la consigliera ha proseguito riportando un episodio specifico. "Era stato votato in consiglio delle donne la presentazione del libro di David Miliozzi E tutto iniziò a tremare. In questa situazione c'é stato un assessore che si è opposto fermamente a questa iniziativa perché considerava il libro di sinistra, quando invece il sindaco e l'assessore Cassetta ci avevano dato il consenso a procedere".
"Questo per spiegare che bisogna comportarsi come dicono certe persone, fare i militari", ha sottolineato ancora De Padova. A questo punto ben venga questa risoluzione. Il Consiglio delle donne ha l’obiettivo principale di eliminare gli stereotipi sociali e culturali che ci portiamo dietro. Non deve servire per far emergere un determinato assessore rispetto agli altri".
"Nel caso in cui la richiesta di revoca della presidente del Consiglio delle donne dovesse essere approvata, non ho dubbi sul fatto che la presidenza verrà assegnata a una rappresentante di Fratelli d’Italia”, ha chiosato De Padova.
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