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Provincia, l'ultima in Consiglio di Pettinari dopo 36 anni: "Un solo rammarico, la questione rifiuti"

Provincia, l'ultima in Consiglio di Pettinari dopo 36 anni: "Un solo rammarico, la questione rifiuti"

Ultimo Consiglio provinciale all’insegna della commozione e della gratitudine espressa dai consiglieri al presidente, per l’esperienza che ha saputo trasmettere in questi anni. La seduta odierna si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare le donne vittime di violenza e per impegnarsi affinché simili accadimenti non si verifichino più. Si è poi avviato il dibattito all’ordine del giorno che comprendeva le variazioni del bilancio di previsione, il piano di revisione periodica delle partecipazioni societarie detenute dalla Provincia di Macerata e lo schema di regolamento per il conferimento degli incarichi legali esterni. Tutti i punti sono stati approvati all’unanimità.

Conclusa la parte istituzionale, Pettinari ha quindi voluto salutare i consiglieri, ricordando i punti salienti della sua esperienza amministrativa. «Quando, nel 1985, sono entrato in quest’aula consiliare, provai sentimenti straordinari: grande emozione da una parte e senso di responsabilità dall’altra, perché rappresentavo chi mi aveva votato. Certo che oggi è completamente diverso, per colpa della riforma: è inaccettabile che i cittadini non possano più votare direttamente il presidente e i consiglieri provinciali. Ho iniziato la mia attività amministrativa seguendo chi era più esperto di me, per apprendere al meglio, capire e crescere: ecco, l’augurio che faccio a chi si candiderà alle prossime elezioni è che provino quelle stesse emozioni. Ho potuto portare a termine numerosi progetti e sono dispiaciuto di non riuscire a concludere i tanti programmi che si stanno concretizzando sul nostro territorio. Se guardo al lavoro svolto, ci sono 14 anni di minoranza fatti con attenzione, umiltà e intelligenza, partecipando a quasi tutti i consigli provinciali in modo attivo, confrontandosi sempre per il bene della comunità.

Poi ho ricevuto incarichi importanti: a partire dall’assessorato ai Lavori Pubblici nel 1990, quindi sono stato vicepresidente e poi, per 10 anni, presidente. In questo arco di tempo è accaduto di tutto: dalla stagione riformista caratterizzata dalla legge 142/90, dalla 81/93 sull’elezione diretta del sindaco, del presidente della provincia e relativi consigli, e dal Testo Unico degli enti locali del Duemila, si è passati a pseudo riforme come quella proposta da Monti per l’accorpamento delle province, fino ad arrivare a quella pessima di Delrio. Abbiamo attraversato la complicata fase con il patto della stabilità, in cui avevamo soldi in cassa ma non potevamo spenderli; poi due terremoti, il primo nel 1997 e quello del 2016, quindi la pandemia. Nel 2010 c’è stato pure l’annullamento delle elezioni che avevamo vinto.

Che cosa mi è rimasto? Aver risolto numerose questioni: penso allo Sferisterio, alle scuole, alle strade e alla grande viabilità. Tutto quello che si è realizzato e che si realizzerà  nei prossimi anni per le infrastrutture è frutto di un lavoro costante svolto negli anni, con condivisione e unione di intenti. E poi la sorprendente generosità della nostra comunità che va esaltata, in ogni settore. Successi fondati su tre pilastri principali: la programmazione che è il metodo di governo; la disponibilità del personale della struttura provinciale e poi il sostegno del Consiglio provinciale, come testimoniato dal fatto che in cinque anni non è stato espresso un voto contrario. Unico rammarico è quello relativo ai rifiuti, in cui il risultato non è ancora arrivato, nonostante tutto l’impegno profuso».

Chiusura di seduta con il ringraziamento al presidente Pettinari da parte di tutti i consiglieri. Ogni amministratore è intervenuto, anche con commozione, sottolineando la straordinaria esperienza e la crescita avuta in questa legislatura, merito dalla modalità di partecipazione. Infatti, come evidenziato dalle parole dei presenti, ogni Consiglio è stato preparato da Pettinari, con una attività costante di approfondimento e condividendo le scelte prima di decidere. Questo ha portato a un Consiglio unito e compatto, non condizionato dagli schieramenti, che ha sempre sostenuto il presidente.

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