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Politica Porto Recanati

Porto Recanati, polemica sul finanziamento all'Ente Palio: "I soldi usati per ripianare i debiti"

Porto Recanati, polemica sul finanziamento all'Ente Palio: "I soldi usati per ripianare i debiti"

Il gruppo consiliare di opposizione "Uniti per Porto Recanati" chiede chiarezza al sindaco Roberto Mozzicafreddo in merito al finanziamento di 5.800 euro concesso all'Ente Palio. Soldi che, secondo la minoranza, andranno in parte a "ripianare i debiti di bilancio dell'ente". 

Un'accusa alla quale il presidente dell'Ente Palio di San Giovanni Battista Italo Canaletti aveva replicato sottolineando come la sua fosse "l’unica associazione in città che ha presentato tutti i bilanci, fino al 2020”. 

Un'asserzione contestata dall'opposizione, che sottolinea come quelli prodotti dal presidente non "siano in realtà bilanci ma rendicontazioni prive di qualsiasi valore". 

"L’Ente non approva i propri bilanci dal lontano 2018, visto che per stessa ammissione del legale rappresentante le assemblee dell’associazione non si sono più tenute da allora - puntualizzano i rappresentati di 'Uniti per Porto Recanati -, allora che cosa è stato prodotto in allegato alla richiesta di patrocinio oneroso? Speriamo che il Sindaco faccia immediatamente luce su questa brutta vicenda". 

"Altra cosa gravissima è la conferma che Canaletti ha dato a mezzo stampa della circostanza che il contributo concesso nella forma del patrocinio oneroso non coprirà i soli costi dell’iniziativa ma, in pratica, rappresenta un vero e proprio artificio per ripianare i buchi di bilancio dell’Ente - sottolineano dalla minoranza -. Canaletti d’altro canto mostra di non conoscere (o forse di non ricordare) neppure il provvedimento comunale parlando di 'una quarantina di video da un minuto' mentre la delibera ne indica di 20 da 2".

Quanto al presunto “disamore” per il Palio, il gruppo "Uniti per Porto Recanati" replica consigliando a Canaletti "di riguardarsi bene i filmati storici così da potersi sincerare chi sono coloro che da atleti, soci, e dirigenti hanno contribuito orgogliosamente a farne la storia, ma anche a tutelarne i principali artefici: i corridori. Questo è quello che accadde nel 2014 quando le squadre si rifiutarono di correre per questioni legate all’incolumità degli atleti, ma evidentemente anche su questo la memoria del Presidente fa acqua visto che in quella Giunta, nel 2014 c’era anche lui".

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