Pantana ruggisce contro Sacchi: "In un anno ha portato avanti solo progetti di Monteverde e Carancini"
"La politica di oggi ha rinunciato all’ambizione del suo primato e non è legata all’idea di futuro, ma è invece condizionata e assillata da un costante "presentismo" e non è per caso tra l’altro che la descriviamo - insisto - non più intorno a una teoria, a un’immaginazione, a una speranza, ma sull’esegesi dei diversi personaggi che si autoproclamano leader e salgono da soli su un palco. Se guardiamo poi ciò che viene espresso da chi è eletto in qualche consiglio comunale, regionale o nazionale, in difesa della propria posizione rimaniamo “basiti” come diceva un’ex prefetta che ho conosciuto a Macerata".
È quanto afferma Deborah Pantana, ex candidata sindaco di Macerata, nel constatare "tanto livore e astio" per un intervento dell'assessore Sacchi sotto un suo post pubblicato su Facebook: "Epiteti pieni di malanimo e inutili per chi pensa di amministrare oggi la cosa pubblica e difendere il suo ruolo in questo modo, senza affatto argomentare il progetto di insieme che ha per Macerata e cosa intende fare per portarlo avanti. Questo è l’ennesimo esempio che ci fa capire come rimane il problema della politica che non c’è, della programmazione che manca, del lavoro quotidiano che non viene fatto da parte di un amministratore che ha chiesto i voti alla sua comunità per essere eletto.
"Sarebbe stato semplice per me, se avessi voluto mettermi su questo piano di inutilità, rispondere: 'come mai in questo anno di assessorato hai portato avanti solo i progetti firmati dalla Monteverde e da Carancini?' Ma non avrei risolto il problema, resta che niente appare di nuovo all’orizzonte" attacca l'ex candidata sindaco.
"La stessa ostilità e inimicizia l’ho trovata anche nelle affermazioni che ho letto da un imprenditore bravo com’è il figlio del Sindaco di Macerata e la consigliera Ninfa Contigiani - aggiunge Pantana -. Purtroppo su questo ci possiamo fare poco perché è un problema di sempre di chi da imprenditore decide di fare politica, i primi ad essere messi sotto la lente d’ingrandimento sono le proprie attività. Io che milito da sempre in Forza Italia, perché credo che ad oggi sia l’unico movimento liberale ancora esistente in Italia (anche se a livello locale ho tante perplessità su alcuni personaggi), non posso non citare Berlusconi, che seppur da alcuni ancora tanto odiato da chiederne addirittura l’interdizione, invece da grande imprenditore che è stato, ha sempre affermato una grande verità: “come sono sceso in politica sono diventato per i miei oppositori incompatibile e chi ne ha fatto di più le spese sono state le miei aziende ed i miei figli”. Così è, se vi pare, si recita in teatro".
"Una nazione senza politica è una gallina priva di testa che corre per l’aia senza un perché fino ad accasciarsi a terra, morta. A ben vedere forse la malattia italiana è proprio questa: tutti considerano la politica “altro” rispetto a quel che dovrebbe essere, tutti scappano retoricamente dalla faticosa responsabilità del governare un paese - sottolinea ancora Pantana -. Negli ultimi anni, da Monti in poi, tutti hanno governato con tutti, hanno fatto compromessi, hanno collaborato. Tutti però lo hanno fatto cercando di nasconderlo sotto una montagna di retorica elettorale, di urli identitari, di slogan pubblicitari. E allora siamo arrivati all’assurdo che bisogna giustificare una grande alleanza patriottica con la scusa dell’emergenza sanitaria. E già, oggi l’Italia sta affrontando gli anni forse più importanti e difficili della sua storia repubblicana, con un’alleanza di governo di cui quasi tutti si vergognano per colpa di una declinazione muscolare del confronto politico che diventa gabbia mentale e blocco psicologico.
"Oggi abbiamo il pragmatismo di Draghi, ma domani? Cosa manca? Un sano partito che si riprenda il sacrosanto diritto di prendere decisioni anche difficili senza doversi vergognare e che non vi sia ancora qualcuno che sale su un palco da solo con un microfono e così diventa un personaggio politico" conclude Pantana.
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