Nuovo Governo, nessuna donna del PD tra i Ministri. Carancini attacca i 'suoi': "tradita la nostra natura"
“Intendo manifestare tutta la mia contrarietà e la protesta per le scelte che il Partito Democratico ha orientato nell'indicazione dei Ministri del nuovo governo di Mario Draghi - a dirlo è il Consigliere Regionale del Gruppo Assembleare Partito Democratico Romano Carancini - Ancora una volta spicchiamo per incoerenza. Nessuna donna in delegazione e, guarda caso, tutti e tre i capicorrente del partito".
Questa è la reazione di Carancini dopo che il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi ha sciolto la riserva e ha accettato ufficialmente il compito di formare il nuovo governo tecnico-politico che avrà al suo interno sia ministri tecnici (8) appunto che proventi dai partiti (15). L’ex presidente della Bce dopo aver incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha elencato i nomi dei componenti del nuovo esecutivo, che vanno dalla Lega, dai Cinque Stelle fino a Forza Italia con Roberto Speranza (Leu), confermato alla Salute.
Per il PD confermati Lorenzo Guerini alla Difesa, Dario Franceschini alla Cultura, che viene separata dal Turismo, ed entra poi Andrea Orlando al Lavoro.
"Mi chiedo come possiamo credibilmente contestare sui nostri territori scelte di arretratezza politica se poi il PD nazionale sconfessa con i fatti le nostre battaglie culturali e ci delegittima nelle nostre comunità. È evidente che di questo passo le persone non potranno mai vederci come una scelta diversa, di vera democrazia - sottolinea l'ex sindaco di Macerata - Noi siamo il PD e le parole che seguono sono quelle di Walter Veltroni all'atto fondativo del 2007:
'Il Partito democratico, il partito che dovrà dare l'ultima spallata a quel muro che per troppo tempo ha resistito e che ha ostacolato la piena irruzione della soggettività femminile nella decisione politica e nella vita del Paese. La rivoluzione delle donne ha affermato in tutte le culture politiche il principio del riconoscimento della differenza di genere come elemento costitutivo di una democrazia moderna. È questa esperienza che dovrà essere decisiva, fin dal momento della fondazione del nostro partito'.
"Ecco, abbiamo tradito, ancora una volta, quello per cui siamo nati - tuona Carancini - Un altro passaggio dei nostri capi nazionali che rende ancor più ripida la salita di chi, sui territori, si confronta con le persone e cerca di riavvicinarle, anche deluse da destre violente, populiste, sovraniste e autarchiche".
"Dichiara il segretario Nicola Zingaretti che ci rifaremo con i sottosegretari - continua il Consigliere PD della Regione Marche - Il contentino che è ancor peggio del buco e che dovrebbe spingere le donne del PD a rinunciare a qualsiasi incarico del c.d. sottobosco dei sottosegretari, lasciando al gruppo dirigente tutta la responsabilità di un passaggio che offende le donne e gli uomini che credono ancora nei valori fondativi del Partito Democratico.
"Un secondo aspetto che non può essere taciuto è la dittatura dei capicorrente - spiega - Ho letto con sincera speranza le parole di Stefano Bonaccini nell'intervista a Repubblica di questa settimana sul futuro di un partito capace di dialogare nel pluralismo delle sensibilità e sulle idee, ma senza che prima di esse conti l'incancrenimento delle correnti e tutto ciò che ne consegue - aggiunge -Uomini, solo uomini per tutte le stagioni, che pontificano strategie, perdono consensi, collegi ma continuano, anche con supponenza, a rivestire sempre ruoli di potere e condizionamento".
"Dobbiamo confrontarci e ricostruire un Partito Democratico che trovi nei valori fondativi del 2007 la forza e il coraggio della strada maestra - chiosa Carancini - Un segno di coraggio lo chiedo Giovanni Gostoli e alla direzione regionale affinché, con una nota netta, rappresentino formalmente e immediatamente al Segretario Nicola Zingaretti tutto il senso della frustrazione di una base di iscritti e simpatizzanti che non può più sopportare la colpevole incapacità nel guidare un partito popolare senza rispettarne i suoi stessi valori fondativi.”
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