Macerata, società partecipate dal Comune: il consiglio approva la revisione straordinaria
Sono otto, su un totale di tredici, le partecipazioni societarie detenute dal Comune, in forma diretta o indiretta, che sono state oggetto di revisione e dovranno essere sottoposte a contenimento dei costi, o cedute, aggregate o ancora poste in liquidazione perché non più funzionali all’attività amministrativa. Lo ha stabilito ieri pomeriggio il Consiglio comunale con l’adozione di una specifica delibera.
L’atto recepisce le direttive della Legge Madia che ha fissato i criteri per eliminare i costi di gestione delle società partecipate dagli Enti pubblici e non strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità isituzionali. L’illustrazione iniziale dell’assessore competente Marco Caldarelli ha messo in luce che per alcune compagini societarie non ci sono ostacoli per il Comune di Macerata al permanere al loro interno perché rispettano pienamente i requisiti previsti dalla normativa. Tra queste l’Apm, La Meridiana cooperativa sociale e il Cosmari. Le criticità invece sussistono per il Centro agroalimentare e per il Centro di Ecologia e Ambiente, per il cui mantenimento è stata investita l’Apm al fine di valutare, entro il 31 marzo del prossimo anno, una soluzione e la relativa fattibilità economica che possa evitare la liquidazione. La messa in liquidazione è invece prevista per altre società come la Smea e il Cemaco.
A corredo della delibera è stato poi presentato un emendamento da parte del gruppo del Pd (prima firmataria Caterina Rogante) con il quale venivano sostituite alcune tavole tecniche contenute nell’atto principale e si chiedeva di “valorizzare il ruolo assegnato alla società Task nella progettazione dei sistemi concernenti la gestione di pratiche per la ricostruzione post-sismica su incarico della Regione”.
Ampio e articolato il dibattito che si è sviluppato intorno ai due argomenti. Da una parte le opposizioni che hanno espresso un giudizio politico negativo in merito alla delibera perché frutto di un obbligo di legge e non di una volontà spontanea di contenere i costi, dall’altra la maggioranza che ha invece messo in luce la scelta ponderata e analitica fatta dall’amministrazione per revisionare e ridurre le spese di gestione e di mantenimento, per quelle società non più utili all’attività.
In merito all’emendamento, dopo aver votato contrariamente la richiesta di sospensiva proposta dal consigliere Andrea Marchiori di Forza Italia perché tale modifica “va ad incidere sulla sostanza della delibera e quindi ne modifica profondamente il significato”, il Consiglio è passato alla sua approvazione con 10 voti favorevoli espressi della maggioranza, 5 contrari di Fratelli d’Italia, Città viva, Movimento 5 stelle e Enrico Marcolini (La città di tutti) e 7 astensioni del sindaco Romano Carancini e dei consiglieri Marco Menchi (La città di tutti), Ivano Tacconi e Marco Foglia (Udc), Paolo Renna (Fratelli d’Italia), Gabriele Mincio (Città viva) e Alessandro Savi (Macerata capoluogo con Mariella).
Dopo il passaggio dell’emendamento, il dibattito si è acceso con la presa di posizione del consigliere Andrea Marchori (Forza Italia) e della consigliera Anna Menghi (Comitato Anna Menghi) che, anche sulla base del parere tecnico espresso dal segretario comunale Paolo Cristiano che suggeriva “un approfondimento di istruttoria per adeguare il Documento Unico di Programmazione” hanno chiesto il ritiro della delibera. Contrario il parere della maggioranza che, con Enzo Valentini (A sinistra per Macerata bene comune), si è detta favorevole all’impianto generale dell’atto in discussione e al conseguente adeguamento del Dup come suggerito dal parere del segretario.
La delibera emendata è stata pertanto approvata con 15 voti dei gruppi di maggioranza, un voto contrario di Gabriele Mincio (Città viva) e due astensioni di Alessandro Savi (Macerata capoluogo con Mariella) e Enrico Marcolini (La città di tutti). Le opposizioni hanno lasciato l’aula al momento del voto. L’assessore Paola Casoni ha poi introdotto in aula l’argomento successivo posto all’ordine del giorno relativo alla modifica degli articoli 15 e 36 del Regolamento edilizio ma, essendo venuto a mancare il numero legale, la discussione è poi stata rinviata alla successiva seduta consiliare prevista per sabato 30 ottobre.
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