Macerata, Piscina Fontescodella, Menghi attacca Carancini: "704mila euro non risarciscono il danno oggettivo alla Città"
Un inizio di Consiglio Comunale infuocato quello che si è tenuto oggi pomeriggio a Macerata. Tutto parte da una interpellanza della consigliera Anna Menghi che, in qualità di rappresentante del Comitato che prende il suo nome, ha “ritenuto di presentarla su una questione che ha fatto dibattere le forze politiche e la Città per circa dieci anni”, quella relativa alla Piscina di Fontescodella.
“Quando l’Amministrazione Comunale era guidato da Giorgio Meschini, e l’attuale Sindaco Carancini era capogruppo, era stato emanato un bando, relativo a una vicenda “torbida”: quella dell’assegnazione dei lavori relativi alla costruzione della piscina, lavori affidati poi alla società Fontescodella Spa – ha proseguito la consigliera Menghi -. Un mese dopo l’assegnazione degli stessi, arrivò una lettera al Comune dove il Consorzio chiedeva un milione di euro in aggiunta. Io dissi al Sindaco Meschini che, se fossimo andati avanti, sarei andata in Procura, e lui si fermò.”
“Con l’insediamento del Sindaco Carancini, in cinque anni c’è stata una rimodulazione del bando e questa è diventata una vicenda pesante per la Città – ha continuato la consigliera di opposizione -. Il Comune e l’Università si sono fatti carico di pagare quote di interesse di un mutuo di cui non si è poi mai vista la realizzazione.”
“L’Ingegner Tristano Luchetti, Dirigente dell’Ufficio Urbanistica, ha firmato la transazione, ma credo che sarebbe stato giusto un passaggio in Consiglio Comunale – ha proseguito la Menghi -. Noi chiediamo quindi al primo cittadino se lui, o chi per lui, nel suo studio, hanno mai rappresentato la Ditta Paci o le aziende a lui legate, in quanto Amministratore Delegato della Fontescodella Spa. Chiediamo inoltre se il Sindaco considera conveniente questa transazione per il Comune o per l’Università che non risulta nemmeno coinvolta nonostante reclami i soldi. Non crede Sindaco che questa vicenda meritava una approvazione in Consiglio Comunale? Crediamo di essere davanti a una storia di mancata realizzazione che merita un chiarimento.”
Il primo cittadino Romano Carancini, in Consiglio Comunale, ha risposto alla consigliera Menghi spiegando di non aver mai assistito Fabio Paci o una società a lui legata in questi dieci anni. “Io sono un unico professionista e il mio studio fa capo a me, non è uno studio associato e la Fontescodella Spa è una società di capitale con un propria personalità giuridica – le parole del Sindaco -. Quella relativa alla piscina è una questione che l’Amministrazione da me guidata si è ritrovata nel 2010 e il contratto era stato formalizzato nel 2009.”
“Nel 2013 il Consiglio aveva rivisto le caratteristiche dell’impianto, proprio alla luce delle problematiche, e aveva riconvertito il progetto – prosegue Carancini nella ricostruzione delle vicende legate alla piscina -. Il Consiglio aveva poi anche denunciato il fatto ad ANAC, e quest’ultima non lo aveva riconosciuto colpevole, invitandolo ad accelerate le tempistiche.”
“Quella firmata dall’Ingegner Luchetti è una transazione conveniente per il Comune non in base a una valutazione arbitraria – ha spiegato il Sindaco -: c’è infatti una delibera comunale di Giunta, avviata dalla proposta di transazione fatta dalla società Fontescodella secondo le norme del codice degli appalti. Un parere legale è stato poi indispensabile per addivenire a una soluzione. La proposta formulata teneva conto di ‘voci di danno’ e l’Amministrazione Comunale ha ritenuto conveniente accettarla per l’incertezza relativa a un procedimento giudiziario e per un problema temporale. Il Comune ha quindi ritenuto di accettare l’offerta fatta da Fontescodella di 704 mila euro.”
“Un pagamento – ha poi spiegato nel dettaglio il primo cittadino – che verrà così regolarmente esborsato al Comune: 280 mila euro all’atto della sottoscrizione e, a seguire tre rate di 141 mila euro da pagare entro il 30 marzo 2019 (già pagata), il 30 giugno 2019 e il 30 novembre 2019.”
Carancini ha concluso parlando di un “tradimento nei confronti dell’Amministrazione Comunale che aveva creduto nel progetto” e dicendo di sentirsi addosso “le colpe per aver creduto nel progetto. La Giunta comunale si assume la responsabilità di ciò che fa e quindi anche della transazione.”
La replica della consigliera Menghi, che più volte ha appellato il primo cittadino come ‘avvocato’ e non come ‘Sindaco’, come richiesto dallo stesso Carancini anche al Presidente del Consiglio che voleva un richiamo all’ordine, non è stata priva di attacchi al vetriolo. Attacchi che hanno innervosito il primo cittadino tanto da arrivare ad appellare la consigliera Menghi ‘cocca’.
“A noi Sindaco, risulta che la sua coniuge Betty Torresi, che esercita nel suo studio, abbia difeso la SNC Paci nel 2014: una sentenza ancora in pendenza di giudizio presso la Corte di Ancona – ha replicato la Menghi -. Come capirebbe un “buon padre di famiglia”, animo con il quale una Giunta dovrebbe amministrare la propria Città, lei capisce che 704 mila euro coprono in minima parte i danni che il Comune ha ricevuto e pagano quindi solo una parte del danno oggettivo che la Città di Macerata ha subito."
“A un anno dal termine della sua Amministrazione – ha concluso la consigliera di opposizione – come mai ha chiuso una vicenda così ‘torbida’? Ritengo sia grave che la moglie del Sindaco difenda un’Azienda dei Fratelli Paci perché questo per noi è un grave problema politico."
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