Licenziamenti iGuzzini, Sinistra Italiana: "Solidarietà ai lavoratori, si ritiri la procedura"
"L’ottimismo con cui si parla in questi giorni di un’imminente ripresa dell’economia stona con le notizie che appaiono nei mezzi d’informazione. Molte, infatti, sono le crisi aziendali che il nostro territorio sta conoscendo: da Elica a GKN, fino ad arrivare ad iGuzzini". È quanto sottolinea Michele Verolo, portavoce del coordinamento provinciale di Sinistra Italiana, a seguito della notizia dell'apertura della procedura di licenziamento per 103 dipendenti dell'azienda recanatese (leggi qui).
"La IGuzzini, oggi di proprietà del gruppo svedese Fagerhult, nasce come ditta a conduzione familiare capace di conquistare nel tempo una fama mondiale - aggiunge Verolo -. L’acquisizione di Fagerhult sembra aver cambiato le carte in tavola: il rapporto con il territorio si fa meno solido, l’acquisizione del know how pare l’unica cosa interessante agli occhi del nuovo proprietario svedese e si arriva a pochi giorni fa, quando l’azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo di oltre cento lavoratrici e lavoratori. A loro vanno tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza. È, purtroppo, una storia già vissuta in un territorio che, in passato, era visto come un modello da seguire e che oggi appare in difficoltà, a causa della crisi che ha colpito molte industrie locali".
"Condividiamo la richiesta della Cgil di ritirare la procedura e auspichiamo che tutte le istituzioni si schierino senza se e senza ma dalla parte del lavoro - puntualizza l'esponente maceratese di Sinistra Italiana -. La libera circolazione dei capitali è un pilastro dell’Unione europea. Pare evidente, però, che troppe volte questa libertà va a colpire le persone che vivono del proprio lavoro. Non si tratta di essere sovranisti né di voler tornare agli stati nazionali: la pandemia può essere l’occasione di costruire un’Unione Europea che pensi alla vita delle persone prima che ai bilanci delle sue banche e dei suoi Stati".
"Un lavoro che torni ad essere quello definito dalla Costituzione; un reddito minimo che sappia accompagnare serenamente e dignitosamente la persona nella ricerca di una nuova occupazione; un salario minimo che chiuda la brutta parentesi del lavoro povero: queste, a nostro avviso, sono alcune delle sfide da raccogliere in questi tempi complessi che stiamo vivendo. A volte il fatturato diminuisce e proseguire l’attività è impossibile; altre volte la stella polare della proprietà è il dividendo ed è in sua funzione che si gestisce l’azienda: crediamo che in nessun caso il conto debba essere pagato da lavoratrici e lavoratori e che la politica debba dare risposte serie e concrete a queste persone" conclude Michele Verolo.
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