L'affondo di Sclavi: "Sbagliato candidarsi per far dispetto a qualcuno. Ma sono io l'uomo sbagliato?"
Da Mauro Sclavi, consigliere comunale ed ex presidente del consiglio comunale di Tolentino, riceviamo
Quando tutti dicono sì ed uno solo dice no, chi dice no ha l’obbligo morale di interrogarsi se quello che fa è giusto o è solo un capriccio.
Quando si è dibattuta la questione parcheggi, informai il Sindaco, i Consiglieri e gli Assessori molti giorni prima del Consiglio Comunale della mia assoluta contrarietà. Sostenevo, e ancora ne sono fermamente convinto, che non era dignitoso accollare ai cittadini l’onerosa operazione per venticinque anni; la soluzione era in casa coinvolgendo l’ASSM e realizzando meno opere. Per quell’unico atto di “dissidenza” sono stato trattato dal Sindaco come Giuda Iscariota, vigliacco e traditore .
Forse io sono l’uomo sbagliato credendo che l’unico mandato di un amministratore sia quello di tutelare l’interesse dei cittadini e della città.
Alla presenza di tutti gli assessori ed i consiglieri di maggioranza, dichiarai che se il mio pensiero contrario sulla questione parcheggi li avesse messi in imbarazzo sarei stato disponibile sin da subito e senza polemica alcuna a rimettere il mio mandato nelle mani del Sindaco. In quell’occasione, tutti i presenti, ad eccezione del primo cittadino, espressero chiaramente e senza possibilità di diversa interpretazione la loro fiducia nella mia figura e nell’istituzione che in quel momento rappresentavo. In estrema sintesi: tutti gli assessori e i consiglieri dichiaravano di rispettare il mio pensiero e che era un mio diritto inviolabile avere un’opinione diversa. Tutti tranne il sindaco. Da quell’evento i Consiglieri, per motivi a me sconosciuti, ma facilmente intuibili, hanno iniziato a disertare le riunioni istituzionali da me convocate, dimostrando anche un certo imbarazzo a relazionarsi con il sottoscritto, sebbene nessuno di loro abbia mai ed in alcun modo voluto le mie dimissioni. Per questo motivo mi sono dimesso, rinunciando allo stipendio ed alla prestigiosa carica di Presidente del Consiglio. Essendo stato eletto all’unanimità, chiedo ora per allora scusa ai Consiglieri di minoranza e di maggioranza per la mia non annunciata e tantomeno concordata dimissione (a fine settembre del 2016 l’affidamento dei parcheggi a privati viene bloccata per irregolarità documentali).
Forse io sono l’uomo sbagliato, credendo che il Presidente del Consiglio debba servire l’intero arco dell’assise Comunale e non le volontà di un Sindaco o dei singoli Partiti.
Sono stato corteggiato dai Partiti di maggioranza, stufi dei modi dittatoriali del Sindaco, talmente stufi da lamentarsene per anni anche pubblicamente: i suoi inaccettabili comportamenti dispotici non erano più sopportabili. Ho sempre respinto le facili lusinghe, la mia risposta è sempre stata la stessa : il sindaco è lui, discutetene con lui. Nel gennaio di quest’anno, viste le reiterate richieste, ho parlato a coloro che erano intenzionati a rottamare il “vecchio despota”; l’unica cosa che ho chiesto a tutti era di ripartire dalle persone e non dai partiti, ho chiesto professionisti della vita e non professionisti della politica, anche e soprattutto alla luce degli ultimi eventi sismici. Debbo tributare al Consigliere Mercorelli la mia stima per il suo comportamento fermo e coerente, i partiti mi hanno avvicinato in tutti i modi cercando ogni possibile accomodamento, invece lui, pur intuendo le potenzialità della nostra sinergia, ha tenuto fede ai suoi principi. Per i professionisti della politica improvvisamente sono diventato l’uomo sbagliato.
Forse io sono l’uomo sbagliato, volevo servire la città e non i partiti.
Ho sempre pensato che il libero arbitrio obbedisca all’individuo, non ai comodi degli altri e che la destra o la sinistra sono ormai espressione di una misera bidimensionalità attualmente comoda ai partiti, ma non all’amministrazione della città. Il pensiero personale può essere orgogliosamente di destra o di sinistra, ma se parliamo di amministrare Tolentino, ad esempio, l’atto di asfaltare una strada non ha colore politico, è solamente un’operazione utile alla città. Io preferisco volgere lo sguardo in tutte le direzioni, nel mio pensiero comprendo il sopra, il sotto, l’avanti e il dietro.
Forse io sono l’uomo sbagliato, perché per Tolentino avevo scelto l’avanti.
In questi pochi anni di amministrazione ho maturato la convinzione che troppe volte siamo stati capaci di trasformare un diritto del cittadino in un favore personale.
Forse io sono l’uomo sbagliato: non ho promesso favori, ho solo aiutato ad acquisire diritti.
Ritengo sia sbagliato candidarsi per far dispetto a qualcuno, come è sbagliato candidarsi per combattere il proprio sindaco dall’interno,non ci si candida per essere di sinistra e a comando votare a destra. Non candidarsi non significa scomparire, significa solo capire fino in fondo l’eccezionalità del momento per il quale necessitano a mio avviso persone eccezionali, pronte ad impastare idee nuove condividendole con tutta la città, al fine di modellare insieme la rinascita di Tolentino. Questo lavoro può essere realizzato solo da uomini e donne liberi da condizionamenti politici e da mire opportunistiche. Pertanto è facile intuire quanto sia difficile l’aggregazione di tali persone, difficile non significa impossibile, il tempo che corre avrebbe reso frettoloso ed approssimativo il risultato. Questa fucina di idee è nata, ma attualmente è pronta solo a suggerire progetti a coloro che li condivideranno per il bene della città .Mi sento di ringraziare tutti coloro che in questi cinque anni mi hanno supportato nell’esperienza comunale, nel lavoro svolto e per la fiducia che hanno riposto in me, siano essi cittadini che impiegati del Comune. Resto a disposizione di tutte quelle persone che apprezzano il mio modo di pensare e di agire, senza nessuna dietrologia e con l’unico sentimento di religiosa attenzione alle esigenze della cittadinanza.
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