Conte attacca il 'modello Marche'. Marchetti (Lega): "Venga qui più spesso, magari imparerà qualcosa"
"L’arroganza e la superbia di Giuseppe Conte suscitano una certa ilarità. È chiaro che, a chi non è stato in grado di gestire ben due governi, resta solo il misero tentativo di screditare gli altri in ogni modo". A dirlo è il commissario della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti nel replicare alla stoccata dell’ex premier Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, oggi in visita a San Benedetto del Tronto
"La Lega in Regione Marche ha dimostrato con i fatti di saper governare riuscendo a mettere in atto il cambiamento promesso ai marchigiani due anni fa - sottolinea Marchetti - Ai promotori della politica delle chiacchiere, rispondiamo con azioni concrete".
"Abbiamo avviato una riforma del sistema sanitario che consentirà di creare una sanità di territorio, vicina ai cittadini e alle loro esigenze - ricorda Marchetti - Per quanto riguarda la scuola siamo stati i primi in Italia a sperimentare gli impianti di areazione all’interno delle classi. Siamo anche riusciti a mettere in campo misure che hanno favorito la ripresa economica sostenendo imprese e lavoratori e abbattendo la burocrazia in settori cardine dell’economia marchigiana come l’agricoltura".
"Giorno dopo giorno diamo prova di essere determinanti in ogni ambito, dall’agricoltura alla caccia, dallo sport alla pesca, dalla sanità a scuola e cultura - rimarca il commissario della Lega - Conte, invece di lanciarsi in giudizi fallaci al servizio di una propaganda elettorale di basso livello, torni nelle Marche più spesso e inizi a studiare il lavoro che la Lega sta portando avanti in Regione: magari così riuscirà a imparare qualcosa".
"Se i nostri assessori sono stati scelti da Matteo Salvini e inseriti nelle liste della Lega per le elezioni politiche del 25 settembre prossimo, è merito di ciò che in questi anni hanno dimostrato di saper fare in Regione - conclude Marchetti - La loro esperienza di amministratori è una garanzia non solo per i marchigiani, ma per il Paese, perché le loro competenze saranno al servizio degli italiani”.
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