Civitanova, focus sul Borgo Marinaro: il rilancio parte dalla connessione con le aree adiacenti
L’assessore all’Urbanistica di Civitanova Marche, Fausto Troiani, ha convocato la settimana scorsa un tavolo per illustrare l’attuale Piano Particolareggiato del Centro Storico del Borgo Marinaro, che il Comune ha approvato definitivamente con la delibera 51 del Consiglio Comunale del 24 luglio 2003, poi passato all’approvazione in Provincia e la proposta di variante.
A distanza di quasi vent’anni si è resa necessaria una “revisione” del piano particolareggiato, proposta dal tecnico incaricato, Ilario Chiarel con la consulenza di “MATE engineering” che ha puntato prima di tutto ad una rigenerazione del Borgo Marinaro attraverso una connessione con le aree adiacenti, come ad esempio l’area del Porto, che rappresenta una opportunità di reciproco stimolo alla rigenerazione con la creazione di elementi cerniera come una fascia di aree di servizio per verde attrezzato, parcheggi pubblici e percorsi ciclopedonali per consentire la massima permeabilità e connessione tra Porto e il Borgo.
Strategica l’area Ceccotti, oggetto di progetto di pianificazione attuativa in diretto rapporto con la stazione che rappresenta una potenzialità per il Borgo Marinaro. L’area della stazione attualmente non è utilizzata e il suo rilancio permetterebbe di creare nuovi spazi a servizio della stazione in una zona particolarmente congestionata, e potrebbe potenzialmente di migliorare i collegamenti con il parcheggio esistente oltre la stazione e con l’area Ceccotti.
Relativamente agli interventi privati per poter ottenere la massima flessibilità attuativa, le Unità minime di intervento sono state fortemente ridotte rispetto al piano attualmente vigente, così da poter attuare singolarmente e in maniera indipendente gli interventi dei vari proprietari degli immobili.
Sono state mantenute le schede edilizie relative alle singole unità edilizie, ma con l’introduzione di alcune novità come la possibilità, negli interventi di demolizione e ricostruzione, di poter contabilizzare, nella nuova costruzione, il volume degli edifici accessori eventualmente presenti (e demoliti) nelle corti, l’opportunità laddove necessaria di alzare la quota di calpestio rispetto al piano stradale o la destinazione d’uso per attività commerciali nei locali a piano terra solo per gli edifici ricadenti nelle vie principali.
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