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Politica Macerata

Casapound Macerata: "Antifa Macerata continua a seminare odio. Cosa ne pensa il Sindaco?"

Casapound Macerata: "Antifa Macerata continua a seminare odio. Cosa ne pensa il Sindaco?"

Da CasaPound Macerata riceviamo

Nei giorni scorsi, la stampa locale ha pubblicato un articolo sul collettivo Antifa Macerata riportando il loro manifesto politico. Manifesto politico già pubblicato dallo stesso collettivo dopo la mobilitazione del 10 febbraio e rilanciato nel sito del CSA Sisma. Collettivo Antifa, orgogliosamente promotore della ormai nota pignatta antifascista del 25 aprile; CSA Sisma al centro delle mozioni presentate dai consiglieri di opposizione riguardo l'utilizzo degli spazi allo stesso concessi dall'amministrazione. In modo molto chiaro ed esplicito il manifesto assicura verso Casapound azioni dirette alla “...chiusura e il sabotaggio dalle loro sedi, all’occupazione popolare degli spazi pubblici in cui tenteranno di inscenare i loro eventi, dal bloccaggio e boicottaggio degli spazi commerciali che offriranno sale, alla sottrazione di ogni legittimità giuridica alle loro organizzazioni, dall'impedire l'apertura di nuove filiali al rendere innocui i loro referenti locali”. 

Rendere innocui i loro referenti locali! Stesse minacce sono indirizzate alla Lega. Accuse pesanti anche verso la sezioni dei media tradizionali (nel nostro territorio in particolare il Resto del Carlino e il Corriere Adriatico), le nuove pagine giornalistiche che sono emerse negli ultimi anni a livello locale (nel caso di Macerata, Cronache Maceratesi e Picchio News) e gli amministratori di gruppi di discussione sui social network.ritenuti colpevoli, a loro dire, di aver promosso e lasciato spazio a una cultura neofascista.

Ci dispiace dover ancora una volta essere costretti a sottolineare che Casapound non è un movimento eversivo, ha partecipato alle recenti consultazioni elettorali presentando il simbolo in tutta Italia, e non hanno bisogno della legittimazione di nessuno, tanto meno dei centri sociali e antifa. Esprime opinioni politiche sempre e solo su fatti contingenti con attività assolutamente legittime, democratiche, consentite e sempre autorizzate eppure sempre oggetto di attacchi e azioni violente dirette ad impedirne un sereno svolgimento. Casapound Macerata non si pone sullo stesso piano dei centri sociali.

Vuole entrare nelle istituzioni perché vede in queste l'unico strumento per provare a cambiare le cose e da queste, in questo momento in particolare, dalla Giunta Comunale di Macerata, chiede di conoscere: 1. cosa il collettivo Antifa Macerata intende con “...rendere innocui i loro referenti locali” 2. se la Giunta ed il Consiglio considerano questa come le altre frasi contenute nel manifesto intollerabili ed estranee al confronto democratico 3. Come si pone il sindaco riguardo suddetto manifesto politico anche in considerazione che la consigliera Ciarlantini è altresì esponente di primo piano del centro sociale di Macerata 4. Se la giunta ritiene opportuno continuare a dare spazi e sovvenzioni a chi insiste a fare politica in questi termini quando lo stesso sindaco ha ribadito più volte, anche nell'ultimo consiglio, che Macerata non ha bisogno di chi continua a seminare odio e portare avanti scelte e proposte “divisive”. Forse non è più sufficiente condannare e scandalizzarsi per la pignatta antifascista o i cori contro le Foibe ma di fatto continuare a sovvenzionare e strizzare l’occhio ai promotori di tali gesti.

Casapound Macerata continuerà ad essere presente nel territorio con eventi, banchetti e manifestazioni, per i quali chiederà come sempre le dovute autorizzazioni. Ci aspettiamo da parte del sindaco e di tutti gli esponenti di maggioranza, non solo un invito ad abbandonare toni e modi da guerriglia, ma l'assunzione di un impegno concreto atto a  disincentivare, prevenire e condannare le azioni di tutti coloro che continueranno a sentirsi legittimati a fermare le iniziative politiche e sociali degli altri partiti con la violenza, creando un clima di scontro e di tensione, nel quale Casapound non vuole entrare, e che comporta solo l'impossibilità per i cittadini di godere in tranquillità della propria città costretti a schivare cordoni di polizia

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